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«La Notte dei Santuari»: un canto di speranza

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“È il tempo della speranza! Abbiamo passato il tempo della tempesta in cui, tutti stretti sulla stessa barca, abbiamo sperimentato paure, dolori e ansie per una malattia che ha messo in discussione le nostre certezze e ha tentato di sradicare la voglia di abbracciarsi”. Sono queste le parole introduttive, pronunciate da Padre Secondo Ballati, il 2 giugno, nella “Notte dei Santuari” che si è celebrata nella Basilica di Santa Maria in Campagna a Piacenza. L’iniziativa, dell’Ufficio per la Pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport della Cei, è stata lanciate in tutte le diocesi italiane, nell’estate che sta per cominciare, come occasione per creare “esperienze generative sui territori”, attraverso le quali riprendersi il respiro della vita, promuovendo la scoperta o la riscoperta di luoghi di spiritualità, d’arte o di cammini naturalistici.

La celebrazione in Santa Maria di Campagna che, nella nostra diocesi, è stata vissuta contemporaneamente anche alla Madonna dell’Aiuto a Bobbio e alla Madonna di San Marco, Madre della Consolazione, a Bedonia, è iniziata con la benedizione del fuoco, l’accensione della lampada, l’apertura della porta della speranza e si protratta con letture bibliche e l’adorazione eucaristica.

bobbio porta speranzabedonia porta della speranza

Nelle foto: in alto, la celebrazione in Santa Maria di Campagna; sopra, da sinistra, il rito a Bobbio nel santuario della Madonna dell'Auto e a Bedonia nel santuario della Madonna di San Marco

La liturgia ha voluto essere un canto di speranza: “Ora viene il Bello, il sole sembra tornare ad illuminare e scaldare il nostro oggi e il nostro domani. Vogliamo, insieme, aprire gli occhi su ciò che abbiamo vissuto, con lo sguardo della speranza, imparando a contare le stelle di quella promessa in cui la vita ritorna a respirare e gli abbracci ritornano a farsi pane”. Con queste parole Padre Secondo, ha sottolineato il significato di questa iniziativa della Cei il cui filo conduttore è appunto “Hope”, ovvero “speranza”. L’icona biblica è il passo di Genesi in cui il Signore invita Abram a guardare il cielo e contare le stelle, promettendogli una discendenza numerosa (Gn 11,1-6). Allo stesso modo, anche le esperienze scaturite da “Ora viene il Bello” - che si svilupperanno in tutta Italia fino al 16 settembre - vogliono essere un’opportunità per tenere lo sguardo “alto”.
Anche la nostra diocesi è al lavoro con i vari uffici pastorali e le realtà territoriali per mettere a punto le proposte che verranno comunicate al più presto.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 3 giugno 2021

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