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«Tra cielo e terra»: un viaggio nell'economia biblica alla luce del presente

ghittoni

L’Università Cattolica di Piacenza, il 9 ottobre, è stata lo scenario per la presentazione di un libro che getta nuova luce sui principi economici e finanziari delineati dalla Bibbia.
"Tra Cielo e Terra. Economia e Finanza nella Bibbia" (Università Bocconi Editore, 2021) del professore Carlo Bellavite Pellegrini è il frutto di un'indagine profonda e meticolosa sulle sacre scritture, presentato in un evento organizzato dalla Sezione di Piacenza dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti). L'incontro è stato aperto da Giuseppe Ghittoni, presidente dell'UCID Piacenza, che ha introdotto l'autore e il suo straordinario lavoro.

Responsabilità sociale ed economica

L'autore, Carlo Bellavite Pellegrini, ha condiviso con i presenti l'ispirazione dietro il suo libro, nata da un incontro avvenuto nel 2006 con il cardinale Carlo Maria Martini. Quest'ultimo aveva consigliato a Bellavite di considerare l'ampio arco temporale nel quale i testi biblici sono stati redatti. Questo suggerimento ha guidato l'autore nel suo viaggio attraverso le pagine della Bibbia, alla ricerca di principi economici e finanziari che continuano ad avere risonanza nella nostra società odierna.
Bellavite ha spiegato il suo approccio nel rendere attuali gli antichi testi sacri, collegando gli insegnamenti biblici ai dilemmi economici e finanziari contemporanei. Uno dei punti focali del suo discorso è stato l'importanza della giustizia sostanziale, un concetto che emerge chiaramente dalla Bibbia. Nel libro del Levitico si narra al capitolo 25 della trattazione del prezzo di un campo e si dice di non fare torto al fratello quando si vende. Quindi il problema del prezzo - per la Bibbia - è una questione di giustizia. Il professore ha poi sottolineato come molti personaggi biblici, pur diversi tra loro, condividano l'esperienza di stare al cospetto di Dio, il che implica un profondo senso di responsabilità sociale ed economica.

Gli spunti infiniti della Bibbia

Il libro affronta temi cruciali come i contratti, i mandati, i debiti e i crediti, rilevando la loro natura intergenerazionale e il loro impatto sulla società. Bellavite ha fornito esempi specifici, come la trattativa tra Abramo ed Efron per l'acquisto del campo di Macpela, sottolineando la rilevanza dei principi economici impliciti in questi antichi scambi. Anche in Genesi 41 - ha messo in evidenza l’autore - Giuseppe interpreta il sogno del faraone con i sette anni di abbondanza e sette di carestia: è il tema della varianza in economia, a volte selvaggia, che spesso si riscontra nella realtà. Quindi - per il docente - gli spunti della Bibbia sono infiniti.

L’uomo custode del creato

Il professore ha anche evidenziato l'influenza dell'enciclica "Laudato si'" di papa Francesco nel cambiare il modo in cui gli economisti considerano l'ambiente e la sua interconnessione con la stabilità del sistema bancario e la pace sociale. È perciò di grandissimo interesse scoprire che queste relazioni dicono che l’uomo non è il padrone del creato, ma amministratore di qualcosa che appartiene al Signore, Bellavite infine ha sottolineato che esistono ancora molte potenzialità inesplorate nella Sacra Scrittura, specialmente per quanto riguarda il nostro rapporto in evoluzione con l'intelligenza artificiale e l'importanza di un suo impiego etico e sostenibile nella società moderna. In conclusione, l'opera di Carlo Bellavite Pellegrini rappresenta un importante ponte tra antiche saggezze e sfide contemporanee. Esplorando i testi sacri con occhi attenti e interpretandoli alla luce delle questioni economiche e finanziarie odiernamente rilevanti, il libro offre non solo una comprensione più profonda della Bibbia, ma anche preziosi spunti di riflessione per l'economia e la finanza del nostro tempo. Con il suo lavoro, l'autore invita a considerare la responsabilità dell’uomo come custode del creato e ad adottare approcci etici e sostenibili nelle sfide economiche future.

Riccardo Tonna

Nella foto, da sinistra Giuseppe Ghittoni e Carlo Bellavite Pellegrini.

Pubblicato il 10 ottobre 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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