Università Cattolica: i 25 anni di Scienze della formazione
“Non basta dire che ci sono giovani violenti, bisogna capire perché lo sono diventati”. Così Vanna Iori, già coordinatrice del corso di laurea in Scienze della formazione all’Università Cattolica di Piacenza e parlamentare della Repubblica nelle file del Partito democratico, nel suo intervento di giovedì 9 novembre al convegno “Il bello dell’educare” promosso dall’ateneo piacentino in occasione del 25esimo anniversario della facoltà di scienze della formazione e del 40esimo del dipartimento di pedagogia e rivolto a circa 400 studenti degli istituti “Gioia”, “Colombini” e “Casali” di Piacenza e “Volta” della Val Tidone. “Viviamo tempi difficili – dice Iori – caratterizzati dal Covid alle guerre vicine a noi, che hanno portato nuove fragilità e insicurezze soprattutto nei giovani e hanno cambiato il volto delle nostre comunità”. Ciò, secondo l’ex senatrice, “ha reso indispensabile ma anche più complesso il lavoro educativo nei confronti degli adolescenti. Si tratta di problematiche già conosciute che si sono acuite con le esperienze degli ultimi tempi”.
Problemi che richiedono risposte educative concrete
“Non possiamo limitarci a dire che siamo «inquieti», questi problemi richiedono interventi per azioni educative, dobbiamo trovare risposte e, per farlo, è necessario conoscere i vissuti da cui questi comportamenti hanno origine”. Dunque, secondo Iori, non basta fermarsi all’evidenza dei fatti, ma bisogna scavare. “Per rispondere ai bisogni sociali – aggiunge – è necessario migliorare anche la prevenzione: aiutiamo la generazione Z a progettare mondi vitali”. L’ex docente e parlamentare – firmataria per altro di una legge, entrata in vigore nel 2018, che riconosce e tutela le figure professionali di educatore socio-pedagogico e di pedagogista – ha menzionato i dati diffusi dall’organizzazione di volontariato Telefono Amico Italia a settembre. “Nei primi sei mesi del 2023 in Italia ci sono state 3mila e 700 richieste di aiuto per gestire i pensieri suicidi, con un aumento del 37% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le sofferenze esistenziali si stanno moltiplicando – osserva – dal ritiro sociale ai disturbi alimentari, dall’autolesionismo all’abuso di alcol e droghe fino al bullismo, al cyberbullismo e al fenomeno delle baby gang. Il 70% dei ricoveri a causa di queste problematiche avvengono tra i 10 e i 17 anni. L’Unicef dice che ogni giorno in Italia due giovani muoiono a causa di problemi di questo tipo”.
“Non abbiamo mai gareggiato fra noi per essere la facoltà migliore”
Educare, secondo Vanna Iori, è “un investimento etico, pedagogico e politico”. La sfida di oggi, dice, è “tenere insieme l’intelligenza cognitiva e quella emotiva, favorendo l’alfabetizzazione dei sentimenti”. Moderati da Daniele Bruzzone, professore ordinario della facoltà di pedagogia, hanno aperto il convegno i tre presidi delle facoltà attive presso la sede piacentina dell’Università Cattolica, sottolineando il clima di collaborazione che si crea fra le varie sfere della conoscenza. “È forse un unicum a livello nazionale”, sostiene Anna Maria Fellegara (economia e giurisprudenza). “Siamo tre facoltà, nel tempo ci siamo educati a entrare in relazione l’una con l’altra. C’è una disponibilità spirituale, un’apertura. Abbiamo imparato a cambiare alcune materie che insegniamo, affrontandole con un taglio più interdisciplinare. Abbiamo dato vita a corsi di studio «fertilizzati» dalle competenze di un’altra facoltà. Ci sono momenti in cui una facoltà attrae più studenti di altre e momenti in cui succede il contrario: una buona ricetta che abbiamo seguito è sostenerci nella ciclicità per crescere insieme. Non abbiamo mai gareggiato fra noi per essere i migliori: tutti vogliamo che i nostri laureati siano i migliori, ma lo facciamo con uno spirito unico. Siamo grati soprattutto alla facoltà di scienze della formazione che si è messa a nostro servizio: senza, non saremmo così capaci di insegnare quel sapere di cui siamo depositari”.
La cura della mente, dello spirito e dell’alimentazione
Marco Trevisan, alla guida della facoltà di scienze agrarie, alimentari e ambientali, ricorda quando “padre Gemelli disse di dedicarsi alla cura della mente e dello spirito e, poi, di cosa dare da mangiare alla gente”. “Se non c’è qualcuno che ci dice come educare – dice il preside – non andiamo da nessuna parte. Quando abbiamo visto crescere il campus abbiamo sì pensato che sarebbe aumentata la concorrenza, ma soprattutto ci siamo resi conto della possibilità di combinare le competenze”. Domenico Simeone ha ripercorso la storia della facoltà di scienze della formazione, che presiede, nata nel 1998 a Piacenza come laurea triennale. “È una bella avventura quella dell’educare – afferma – ed è bello anche essere educati: ogni giorno mentre formiamo gli altri continuiamo a formarci noi stessi. Educare è un’opportunità per aiutare l’umano a compiersi pienamente, è fornire la testimonianza di un’umanità autentica e piena. Bisogna essere disponibili a mettersi in gioco e a lasciarsi cambiare dall’incontro con gli altri. Il vero senso dell’educazione è la disponibilità a cambiare”.
La “Cattolica” al fianco di studenti e docenti
“Il bello dell’educare – dice il direttore della sede piacentina dell’Università Cattolica Angelo Manfredini – è uno slogan che vale anche per questo campus: cerchiamo di dare forma a un’idea di università da vivere, una qualità delle relazioni. Lavoriamo per mettere nelle condizioni migliori studenti e docenti. Vogliamo essere aperti, pronti a dialogare”. Paola Gemmi, presidente di Federsolidarietà, ha portato un intervento sull’universo della cooperazione sociale piacentina, dei possibili sbocchi occupazionali e della possibilità di trovare percorsi di crescita professionale e di impegno personale”.
Francesco Petronzio
Nella foto, Vanna Iori.
Pubblicato il 10 novembre 2023
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