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Amalia Ercoli-Finzi: «Le stelle ci insegnano che non siamo niente»

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“Il cielo e le stelle ci insegnano l’umiltà, noi non siamo niente. Siamo nella cantina della nostra galassia. È una certezza. E, quindi, non ha senso perdere tempo a fare le guerre. Ma dall’altro lato siamo speciali, ognuno di noi è un universo, con un’intelligenza e dei sentimenti”. A dirlo è Amalia Ercoli-Finzi, scienziata, prima donna a laurearsi in Ingegneria aeronautica in Italia, ospite della Fondazione di Piacenza e Vigevano il 7 novembre a Palazzo Xnl. “L’universo non è infinito – spiega l’ingegnera – è una sfera con un raggio di 93 miliardi di parsec, e un parsec equivale a 31mila miliardi di chilometri. Questo dato, seppur enorme, ci conferma che il nostro universo è limitato”.

Chi è Amalia Ercoli-Finzi

Nata nel 1937, Amalia Ercoli-Finzi è una delle personalità più importanti al mondo nelle scienze e tecnologie aerospaziali (consulente Nasa, Esa e Asi) ed è nota al grande pubblico come responsabile scientifica della celebre missione Rosetta, che ha portato una trivella su una cometa a 500 milioni di chilometri dalla Terra. Porta il suo nome un asteroide e anche uno dei due rover della missione ExoMars, che cercherà tracce di vita su Marte. La scienziata, madre di cinque figli, è anche impegnata nella promozione delle discipline scientifiche presso le ragazze. La sua arguzia e simpatia negli ultimi tempi l’hanno resa celebre anche sul piccolo schermo, su Rai 3, come ospite ricorrente della trasmissione “Splendida cornice” di Geppi Cucciari. Per la prima volta a Piacenza, Ercoli-Finzi è stata intervistata dal direttore del quotidiano Libertà Pietro Visconti insieme ad alcuni giovani Youthbanker, impegnati in progetti sociali promossi dalla Fondazione.

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Nella foto, Amalia Ercoli-Finzi  con Pietro Visconti in Fondazione.

Una donna ingegnera negli anni Cinquanta

“Ercoli-Finzi ha una doppia cittadinanza, perché conosce un paesaggio che a noi è ignoto – afferma Visconti – lei ha due prospettive, noi una soltanto. Rappresenta sia la complessità del reale che lo slancio nell’immergersi nel reale”. La scienziata racconta dei suoi inizi travagliati: negli anni ’50 per una donna era quasi impossibile accedere agli studi scientifici. “In casa mia ero l’ultima – dice – perfino il cane godeva di una considerazione migliore della mia. Ma io sapevo di essere brava, ne avevo coscienza. Mio padre, dopo la mia insistenza, spingeva affinché mi iscrivessi a Matematica. Una volta però mi disse che avrei potuto scegliere di fare quello che volevo, e allora ho fatto Ingegneria”.

La missione Rosetta: “Abbiamo decifrato il sistema solare”

“Il 4 ottobre 1957 anch’io sentii il «bip bip» dello Sputnik, il primo segnale proveniente dallo spazio”, racconta Ercoli-Finzi. Anni dopo, nel 2004 lavorò alla missione spaziale “Rosetta”, conquistandosi l’appellativo di “signora delle comete”. “Le comete sono nate 4,5 miliardi di anni fa insieme al sistema solare – spiega – ma non sono state capaci di aggregarsi. Quindi, sono rimaste in due «serbatoi» dello spazio: nella Cintura di Kuiper e nella Nube di Oort. Il nome di quella missione non fu casuale: così come la Stele di Rosetta permise di decifrare i geroglifici, con «Rosetta» noi abbiamo decifrato il sistema solare. «Rosetta» è la dimostrazione che l’Europa esiste, tanti Paesi hanno dimostrato di saper lavorare insieme”.

Ai giovani: “Fate ciò che vi piace e non accontentatevi”

“Lei ci sarebbe mai andata sulla Luna?”, le chiede Visconti. “Mai – risponde Ercoli-Finzi – io soffro anche l’ascensore. Anche nei palazzi di ottanta piani sono sempre salita a piedi. Mi piace molto di più stare nella stanza dei bottoni”. Quanto all’esplorazione di Marte, l’ingegnera afferma che “è interessantissimo, ma prima di arrivarci bisogna capire come riuscire a sopravviverci. È necessario trovare acqua, ossigeno e risolvere i problemi psicologici che si creerebbero nel vivere così lontano. Passare prima dalla Luna è stata una scelta saggia”. E ai giovani Ercoli-Finzi dice: “Avete tutte le capacità per costruire il vostro futuro come volete, potete fare ciò che vi piace indipendentemente dal genere e dal censo. Serve caparbietà, voglia di fare e una grandissima preparazione. Ma non accontentatevi, il posto di lavoro deve essere gradevole, bisogna andare al lavoro volentieri”.

Francesco Petronzio

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Nelle foto, l'incontro in Fondazione con Amalia Ercoli-Finzi .

Pubblicato l'8 novembre 2023

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