«Nell’Antologia Masters suggerisce un percorso spirituale»: la nuova Spoon River delle edizioni Low
“L’Antologia di Spoon River è sempre stata letta come un’opera di critica sociale schiacciata sulla sociologia. Ma il percorso che ci suggerisce l’autore è spirituale, va verso la dimensione religiosa”. A precisarlo è lo scrittore Alberto Cristofori, che ha tradotto per le edizioni Low il sequel della celebre antologia: la “nuova” Spoon River. “Un libro meno riuscito dell’illustre precedente”, come dichiara lo stesso Cristofori nell’introduzione, ma più corposo (322 componimenti contro 246) e indissolubilmente legato al suo predecessore. Il Festival della nebbia ha tenuto a battesimo la nuova opera, presentata nel pomeriggio di mercoledì 8 ottobre nella basilica di San Savino a Piacenza.
Un libro sconosciuto
Dopo i saluti dell’assessore comunale alla cultura Christian Fiazza, lo scrittore Gabriele Dadati, membro del comitato di redazione di Low, ha ricordato la recente edizione dell’Antologia di Spoon River di Cristofori per i tipi de La nave di Teseo. “In quell’occasione è stato possibile scoprire che Edgar Lee Masters ha scritto anche un sequel, anche se in Italia quasi nessuno lo conosce. Così, come Low – rivela Dadati – abbiamo pensato di inserirlo fra i primi titoli, puntando sul successo dell’Antologia, e abbiamo chiesto ad Alberto Cristofori di tradurlo”.
Masters morì in miseria
“La poesia per Masters rimase un hobby fino ai quarant’anni – spiega Cristofori – quando scoprì gli epigrammi classici da cui trasse ispirazione per l’Antologia. Lasciò dunque la professione di avvocato, ma le pubblicazioni successive non ebbero lo stesso successo. Quella che aveva scelto come professione non gli diede mai davvero da vivere. Il divorzio dalla moglie, a cui tra l’altro è dedicata l’Antologia, lo costrinse a dipendere dalla generosità di qualche editore. Alla fine, morì in miseria e anche piuttosto dimenticato. La nuova Spoon River non nasce solo per rinverdire il successo dell’Antologia, è la risposta alla necessità di tornare sui luoghi del grande successo. In quegli anni la letteratura americana pullulava di grandi poeti e Masters, in confronto, era un dilettante”.
Lo stile di Masters non piace agli americani
Edgar Lee Masters pubblica l’Antologia di Spoon River nel 1916 e la “nuova” nel 1924. “I suoi componimenti non rientrano nel gusto conservatore prevalente nell’America di quel periodo – dice Cristofori – che preferisce strofe, rime e versi tradizionali. L’unica poesia sperimentale ad avere successo in quegli anni era quella delle «Foglie d’erba» di Walt Whitman (del 1855, nda)”.
Dalla “collina” alla “valle della quiete”
L’Antologia comincia con “La collina”, un viaggio che il poeta compie in un cimitero intervistando le tombe senza risposta. L’unico a replicare è Jones il suonatore, che racconta di essere finito “con un violino spaccato e un ridere rauco e ricordi e nemmeno un rimpianto”. A fare da proemio alla nuova Spoon River è “La valle della quiete” ovvero il rovesciamento della collina: l’altura diventa una valle e i nomi dei defunti vengono sostituiti da concetti astratti. “Siamo certi che la nuova raccolta è la continuazione della vecchia, ma in mezzo c’è una frattura, segno che qualcosa è profondamente cambiato. Masters si trova costretto a fare i conti coi grandi cambiamenti causati dalla Prima guerra mondiale: nella poesia «Militi ignoti» dà voce ai soldati, con l’idea di smascherare la guerra nelle sue ragioni nascoste”. “Straniero, di’ alla gente di Spoon River due cose:/ Primo, che noi siamo sepolti qui per aver dato retta alle loro parole;/ E poi, che se avessimo saputo cosa c’era dietro alle loro parole/ Non saremmo sepolti qui!”.
Dante, la numerologia e la spiritualità
Uno dei modelli di Edgar Lee Masters è Dante. “L’ultimo testo della nuova Spoon River – osserva Gabriele Dadati – ha come ultima parola «Dio». È l’esplicitazione di uno dei tanti valori spirituali dell’autore”. Il legame col sommo poeta è anche nella numerologia. “L’Antologia ha 246 testi – dice Alberto Cristofori – una cifra composta dai primi tre numeri pari. La nuova Spoon River ne ha 321, più l’introduzione. Tutto il libro è costruito intorno al numero dantesco, il tre”. Anche il percorso dei personaggi di Masters si rifà a quello della Commedia. “I personaggi dannati, che rappresentano il massimo di infelicità e incomprensione, sono seguiti da quelli che hanno agito un po’ bene e un po’ male, ma sono riusciti in qualche modo a dare un senso alla propria vita. E, infine, gli illuminati, che hanno condiviso la visione”. Cristofori fa notare come la critica italiana non abbia saputo riconoscere la dimensione spirituale suggerita da Masters, considerando l’Antologia “un’opera di critica sociale schiacciata sulla sociologia”.
Francesco Petronzio
Nella foto, da sinistra Gabriele Dadati e Alberto Cristofori.
Pubblicato il 9 novembre 2023
Ascolta l'audio