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«I Giovedì della Bioetica», conferenza con il prof. Giorgio Vallortigara

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La seconda conferenza di novembre dei “Giovedì della Bioetica”, in Fondazione, si terrà giovedì 16 novembre, alle 17.30, con il prof. Giorgio Vallortigara, dell’Università di Trento che parlerà del tema “Nati per conoscere”.
L’iniziativa è promossa, dall’Istituto Italiano di Bioetica - Sezione Emilia-Romagna e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano che sostiene il progetto. La conferenza si svolgerà nel Salone d’Onore di Palazzo Rota Pisaroni della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in via Sant’Eufemia 13. Il curatore scientifico dei “Giovedì della Bioetica”, è Giorgio Macellari, presidente dell’Istituto Italiano di Bioetica Sezione Emilia-Romagna.
Il prof. Giorgio Vallortigara, dell’Università di Trento, affronterà il tema dell’origine della conoscenza: “Nati per conoscere”.

L'origine della conoscenza

“Da dove origina la conoscenza? – si chiede il prof. Giorgio Vallortigara anticipando la sua relazione - Questo tradizionale problema filosofico è diventato un oggetto di ricerca fondamentale nelle discipline neurobiologiche, dove l’uso accorto di particolari modelli animali consente di affrontarne i nodi con i metodi che sono propri delle scienze naturali”.
Il prof. Vallortigara ci conduce in un viaggio quasi trentennale che nei suoi laboratori ha visto protagonisti le menti statu nascenti dei pulcini e dei bambini che, in tempi e forme diverse, manifestano capacità di apprendimento che attengono sia al mondo fisico sia a quello sociale.
“Imparano - spiega il prof. Vallortigara - che cosa sia un oggetto inerte e di quali proprietà esso goda: che cosa accade quando si muove urtando altri oggetti o ne venga in parte o in toto occultato alla vista. Imparano altresì che cosa sia un oggetto sociale, quale può essere una mamma e i conspecifici e gli altri oggetti animati dell’ambiente che possono essere prede o predatori”.
Sfruttando la possibilità di un controllo completo dell’esperienza pregressa di un pulcino neonato e del suo controllo almeno parziale nel neonato umano il prof. Vallortigara ci mostra come “tutte queste sapienze siano ottenute grazie alla guida di predisposizioni innate che fanno parte della comune storia biologica. Così, prima che qualsiasi esperienza specifica di apprendimento abbia avuto luogo, un giovane pulcino mostra di conoscere le proprietà meccaniche degli oggetti, sa che questi occupano un certo spazio che non può essergli impunemente sottratto, che le superfici degli oggetti continuano dietro gli occludenti, che gli oggetti possono essere presenti con certe numerosità e che le loro superfici si estendono nello spazio con certe proprietà euclidee”.
“Similmente – conclude Vallortigara -, mostra di conoscere prima che qualsiasi esperienza specifica abbia avuto luogo quali indizi segnalino la presenza nel mondo di creature animate: il possesso di un volto, la semovenza o il fatto che queste si muovano lungo l’asse di maggiore elongazione del corpo con le varie parti vincolate in modo semirigido durante lo spostamento. Tutti i segnali di animatezza (animacy) che consentono di distinguere ciò che è vivo da ciò che non lo è fornendo i presupposti per la costruzione di un cervello sociale sono già predisposti nei cervelli e in modi straordinariamente simili in animali così diversi come un pulcino o un bambino, frutto di una comune e antica storia biologica”.

Pubblicato il 14 novembre 2023

Nella foto, il professore Giorgio Vallortigara.

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