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«Esodo»: le opere di Paolo Terdich in mostra alla Camera dei Deputati a Roma

 

 2024 Foto Paolo Terdich

“È da anni che mi sono reso conto come il dramma delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, che ha toccato la popolazione italiana di Fiume, Istria e Dalmazia, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, sia poco conosciuto”: così il pittore piacentino, Paolo Terdich, parla della sua mostra che si svolge, dall’ 11 al 21 febbraio, nella Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati a Roma, in occasione del Giorno del Ricordo delle Foibe e dell'Esodo Giuliano-Dalmata.


Paolo, qual è il messaggio principale che vuole comunicare attraverso la mostra?

Ritenendo fondamentale preservare il ricordo di questa dolorosa pagina della storia italiana, per troppo tempo colpevolmente dimenticata, ho riflettuto su come contribuire, alla memoria delle migliaia di vittime delle foibe e degli oltre 300.000 italiani costretti ad abbandonare le loro amate terre. Ho scelto di farlo attraverso il linguaggio artistico che mi è più congeniale: la pittura. In questo contesto, la mia opera rappresenta una novità, poiché, a quanto mi risulta, mentre c’è una corposa bibliografia su questi temi, non esistono analoghi progetti artistici.

Come ha scelto i soggetti e i temi dei dipinti esposti in questa mostra?

Ho operato una scelta approfondita dei soggetti delle 23 opere che compongono la mostra, con l’intento di evocare, da un lato, il terrore vissuto dalle vittime innocenti delle foibe e dall’altro l’incertezza, l’ansia e lo smarrimento degli esuli, enfatizzandone alcuni aspetti e focalizzandomi sulle emozioni a essi correlate. Le figure sono state solo vagamente definite, concentrandomi più sulla raffigurazione del senso di terrore e disperazione delle vittime, e su una rappresentazione surreale, anche attraverso scelte cromatiche e luci particolari che creassero un’atmosfera di tensione e pathos. In questo percorso artistico, pur confrontandomi con un “realismo emozionale”, che tradizionalmente caratterizza la mia cifra stilistica, ho sperimentato un approccio nuovo, più “materico”, con figure vagamente rappresentate, in contrasto con uno sfondo talvolta piatto, evocando atmosfere quasi surreali e metafisiche.

4 Esodo 3 Imbarco olio su tela 2023 80x100 cm


Qual è il suo legame personale con gli eventi storici commemorati durante il Giorno del Ricordo?

Ho un forte legame con gli eventi storici commemorati il Giorno del Ricordo, del 10 febbraio. Mio padre, infatti, è nato a Fiume e nel 1947, a 19 anni, con i suoi familiari, ha dovuto abbandonare la sua città natale, gli amici, per sfuggire alle violenze e alla pulizia etnica messa in atto da Tito. Dopo una permanenza di un paio d’anni a Roma, con la sua famiglia si stabilì definitivamente a Piacenza, dove ha conosciuto mia madre e ha cominciato una nuova vita. Ho cercato di ricostruire queste vicende familiari e ammetto il rammarico di non avere prestato, da ragazzo, la giusta attenzione ai racconti di mio padre e di non averne stimolato una narrazione ulteriore, da cui traspariva un dolore profondo, che mi avrebbe permesso di comprendere appieno l’enormità di ciò che era accaduto in quegli anni in quella regione. Da adulto mi sono documentato per cercare di recuperare la memoria storica di quegli eventi, che riaffiora, come un monito, dalle testimonianze e dalle fotografie che conservo gelosamente, e mi fanno immedesimare fin quasi a rivivere la sofferenza degli esuli e delle povere vite spezzate nelle foibe.

Quali sono state le sfide e le emozioni più grandi affrontate nell'ideazione e realizzazione di questa mostra?

Ritengo che la sfida principale sia stata quella di suscitare l’interesse da parte delle istituzioni a sostegno di un progetto inedito come quello che proponevo. In realtà la risposta è stata immediata ed estremamente positiva sia da parte della Presidenza del Senato che della Camera, dopo che i rispettivi Gabinetti hanno esaminato la mia proposta. L’esposizione delle mie opere in una sede prestigiosa come quella del Complesso di Vicolo Valdina della Camera dei deputati e la volontà espressa dal Presidente della Camera di presiedere l’inaugurazione della mostra, hanno suggellato il successo di questa sfida ambiziosa. Gli sono profondamente grato anche per la sua presentazione inserita nel catalogo della mostra. L’ideazione della mostra ha rappresentato l’aspetto più stimolante e piacevole, in cui ho potuto dare sfogo alla mia creatività, non solo nella scelta dei soggetti da rappresentare, ma anche nella scelta delle composizioni e della tecnica con cui realizzarli.

6 Foibe 2 Terrore olio su tela 2023 100x100 cm

Cosa si aspetta che il pubblico possa trarre o apprendere dalle sue opere esposte alla Camera dei deputati?

Innanzitutto, desidererei che le mie opere siano di stimolo al pubblico per approfondire la conoscenza di queste vicende storiche. Vorrei poi che esse riuscissero ad emozionare, a stimolare una riflessione, a connettere l'individuo a una dimensione più profonda della realtà. Vorrei che esse rappresentassero un invito a un approfondimento, per dimostrare che una migliore percezione del passato può indurre a riflettere sul presente, a non dimenticare mai le lezioni che la storia ci ha insegnato. Infine, ovviamente, vorrei che i miei dipinti fossero apprezzati non solo per il messaggio che trasmettono le tematiche rappresentate, ma anche per la loro valenza estetica, e che fosse compresa la complessità del lavoro insito nella realizzazione dell’opera, nel tentativo di trasformare il dolore in bellezza.

Riccardo Tonna

 Nelle foto: il pittore piacentino Paolo Terdich e alcune delle opre in mostra nella Sala del Cenacolo alla Camera dei Deputati a Roma.

Pubblicato l'8 febbraio 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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