Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Applausi al debutto dell'orchestra sinfonica del Conservatorio. Standing ovation per Renzetti

 

teatro

    
In un Teatro Municipale strapieno il Conservatorio Nicolini ha inaugurato lunedì 17 febbraio il nuovo anno accademico con un doppio evento.
Il conferimento della laurea honoris causa in composizione a Donato Renzetti, da parte del Conservatorio, e il debutto della neonata orchestra sinfonica "Antonino Votto" del Conservatorio di Piacenza Città Verdiana.
Il direttore d'orchestra di fama mondiale ha ricevuto, commosso, dalle mani del presidente e del direttore del Conservatorio Massimo Trespidi e Roberto Solci, il prestigioso riconoscimento per la sua straordinaria carriera internazionale e per il suo legame con il Conservatorio piacentino, dove aveva insegnato a fine degli anni ‘70. Il maestro ha poi diretto l'Orchestra Sinfonica del Conservatorio formata da studenti, docenti ed ex allievi, in un concerto con musiche di Mendelssohn e Beethoven, e intitolata al grande direttore d'orchestra Antonino Votto nato a Piacenza nel 1896.

orchestra


Il pubblico, entusiasta, ha salutato l’evento, nato dalla collaborazione tra il Nicolini e la Fondazione Teatri di Piacenza, con standing ovation e applausi calorosi, sottolineando il successo di una serata che ha unito celebrazione e grande musica. L’inaugurazione dell’anno accademico ha così rappresentato non solo un omaggio ai grandi nomi della direzione d’orchestra, ma anche un’importante occasione per valorizzare il talento delle nuove generazioni. Con il debutto dell’Orchestra Sinfonica "Antonino Votto", il Conservatorio Nicolini ha ribadito il suo ruolo di eccellenza nella formazione musicale, gettando solide basi per il futuro della musica a Piacenza e oltre.

Nelle foto, il concerto del Conservatorio al Teatro Municipale di Piacenza.

Pubblicato il 18 febbraio 2025

Ascolta l'audio

Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

    Ascolta l'audio

    Conteggio articoli:
    5

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente