Alla Biffi Arte si presenta il libro sulla vita della partigiana Bruna Tizzoni
Giovedì 22 maggio alle ore 18 alla Galleria Biffi Arte a Piacenza si presenta il romanzo sulla vita della partigiana Bruna Tizzoni scritto da Leili Maria Kalamian. Intervengono l'autrice con la partecipazione di Daniele e Paolo Tizzoni.
“La Bruna”. Una storia di donne
Mentre la Storia travolgeva tragicamente le vite di tanti e anche la sua, Bruna seppe dire il suo sì e partecipare attivamente, ma anche occuparsi di quelle che Fenoglio definirebbe le sue “questioni private”, come i suoi sentimenti, e seppe fidarsi della Provvidenza, vivendo una sorta di miracolo di felicità inaspettato. Si sono intrecciate alla sua vicenda anche le vite e voci di altre donne, diversissime tra loro per condizione sociale e carismi personali, piacentine ma non solo: una ricca signora svizzera -realmente esistita- che aiutava le partigiane, Alice de Sequeira, la poetessa della Resistenza genovese Elena Bono (vicina al partigiano Bisagno e di cui sono riportati alcuni bellissimi versi, concessi dalle sue nipoti), una donna muta immaginaria (Eufemia, che rappresenta il silenzio delle donne, quel silenzio a cui la poetessa Bono seppe dare voce), la nostra Medarda Barbattini (comunista, insieme a Rita Cervini, democristiana, fu una delle prime donne del consiglio comunale di Piacenza), ma anche Tina Pesaro, morta in campo di concentramento. Una rete di donne che sapranno ricostruire l’Italia attraverso la collaborazione e lo spirito civico, come quella che nacque a casa di Teresa Minoia e diede vita al Comitato Italiano Femminile (Cif piacentino) ed è tuttora viva. Le 11 missioni in Svizzera, il legame coi fratelli, il fidanzamento per lettera come madrina di guerra, l’innamoramento, il senso di colpa per sentirsi talvolta felice - nonostante tutto -, ma anche il suo primo voto, la morte del marito, il suo carisma di matriarca: il ritratto di Bruna intende rendere ogni sfaccettatura di questa donna semplice e autentica.
Completano il libro una serie di documenti mai pubblicati, alcuni bozzetti inediti di Secondo Tizzoni dedicati alla sorella (concessi da Paolo e Lucina Tizzoni) e la nota storica di Iara Meloni che inquadra l’esperienza resistenziale di Bruna e valorizza il ruolo delle donne.
Dietro le quinte di “La Bruna”
L'autrice Leili Maria Kalamian spiega la nascita del libro “La Bruna”, una donna forte ma allo stesso tempo fragile.
“Quando ormai due anni fa usciva il mio romanzo storico sulla Resistenza piacentina “L’Avvocato di Dio” sapevo poco di Bruna, la segretaria dell’avvocato Daveri, sorella dello scultore Secondo Tizzoni (l’autore della statua di Canzi a Peli di Coli), se non che partecipava alle riunioni segrete del Cln che avvenivano nello studio in cui lavorava e che si era messa in gioco come staffetta quando Daveri aveva cominciato il suo operato tra la Svizzera e Milano, fino alla cattura e alla morte in campo di concentramento. Anche i nipoti che avevo contattato, Lucina - mia collega - e Paolo, non avevano avuto molto da condividere se non una preziosa foto della partigiana, che altrimenti non avrebbe avuto un volto per me e per chi avrebbe letto il libro. Infatti, nemmeno dagli archivi Anpi e Isrec dedicati alle partigiane appariva la sua fotografia, e già mi sentivo molto contenta di averla potuta ritrovare. Era stato poi bello comunicare alla famiglia Tizzoni di avere scoperto, da lettere di Daveri da me trascritte, che non solo Bruna, ma anche i suoi fratelli avessero collaborato alla Resistenza, perché, come è capitato in diverse famiglie, spesso per umiltà o per dolore nel ricordare momenti difficili tante informazioni non erano state trasmesse. Il caso della vita -sarà poi un caso davvero? - ha voluto che incontrassi Daniele, un loro cugino, figlio di Umberto, fratello di Bruna e di Secondo”.
“Daniele, porsegue l'autrice, mi rivelò di avere un prezioso quadernino su cui aveva appuntato alcune memorie della zia, intervistandola negli ultimi anni. Infatti, Bruna, dopo essere stata staffetta, finita la guerra si era spostata e trasferita a Roma, ma alla morte del marito era ritornata a Piacenza, dove Daniele aveva potuto conoscerla meglio. Non solo: Daniele aveva ricevuto in dono dalla zia un album di foto contenente anche alcuni documenti della sua storia. Ecco che con Daniele è iniziato uno scambio epistolare via internet, in cui mi trascriveva le memorie della zia e rispondeva alle mie domande, anche le più curiose. Da parte mia, ogni tanto completavo spazi vuoti della sua ricostruzione, mettendo insieme altri pezzetti che avevo raccolto nei miei studi sulla Resistenza piacentina, in archivio o in altre interviste. Ci fu poi un suggerimento da parte di Claudio Oltremonti, lo studioso che di recente si era recato in Svizzera per ultimare ricerche da lui condotte precedentemente negli USA, sulle orme del tradimento dell’avvocato Daveri: nella sua recente biografia “Francesco Daveri” Oltremonti citava Bruna e faceva riferimento ad un epistolario di don Mario Zanin. Grazie alla nipote del sacerdote partigiano padovano attivo nel milanese e in Svizzera, riuscimmo ad avere la copia delle lettere di Bruna o altre in cui don Mario parlava di lei. Ci sorprendemmo a trovare una lettera firmata dal regista Luigi Comencini, apprendendo anche che Bruna (come Daveri) in via Valpetrosa, nella casa milanese della madre del futuro regista, Maria Magdalena Hoefti, sostasse abitudinalmente. Mettendo insieme tutti i tasselli e anche altri raccolti parallelamente grazie a contatti con gli amici del partigiano cristiano Bisagno, ho potuto scrivere la vita di Bruna, costruendo una storia bipartita: da una parte il suo colloquio col nipote Daniele negli anni 2000, dall’altra il flash-back di Bruna che rivive il suo passato. Ha preso, così, vita il ritratto di una donna forte e fragile al tempo stesso, dura e tenerissima, indipendente e di grande fede, che ha vissuto la sua gioventù in un momento così drammatico”.
Un libro da far conoscere agli studenti
Il libro, che trova posto nel progetto “Siate pietre d’inciampo” promosso da Anpi e AnpC e che fa capo al sito www.siatepietredinciampo.it , con un apparato didattico di schede e videointerviste sul sito che lo rendono adeguato anche alla Scuola secondaria, si presta anche a girare tra i banchi dei nostri ragazzi, per renderli consapevoli della storia della loro città e delle figure piccole e grandi della nostra Storia. Credo, conclude la scrittrice, che Bruna possa dire qualcosa anche a ragazzi della nostra epoca: non occorre essere perfetti per essere felici, ma occorre essere coraggiosi per dare un senso alla propria vita. Sogno per Bruna il nome di una via: chissà che non possa succedere. L’ho imparato da lei: mai dire mai, occorre lasciar fare alla Provvidenza.
Nelle foto, la presentazione del libro di Leili Maria Kalamian a Rivergaro e la copertima de ”La Bruna”.
Pubblicato il 12 maggio 2025
Ascolta l'audio