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Notizie Varie

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«La forza della donna», installazione contro la violenza all'Emporio Solidale

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Anche quest’anno, in occasione della Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne, l'Emporio Solidale Piacenza propone alla cittadinanza un momento di sensibilizzazione, con la presentazione dell’installazione “La forza delle donne ha radici profonde”; l'iniziativa è i programma lunedì 20 novembre alle ore 17.
“L’impegno di Emporio nel promuovere la cultura della solidarietà e del rispetto - afferma Mario Idda, presidente dell’Associazione - prosegue 365 giorni all’anno. Per questo 25 novembre abbiamo scelto di realizzare un’opera simbolo, che vuole rappresentare la forza e la tenacia di tutte le donne che ogni giorno riescono a resistere e risplendere pur vivendo in ambienti ostili e difficili, alimentando così l’intera umanità”.
L'opera è stata realizzata dai volontari di Emporio Solidale e rimarrà visibile in Emporio per l'intera settimana del 25 novembre. A seguire, verrà donata al Comune di Piacenza.
Durante il pomeriggio interverrà il Presidente di Emporio Solidale Piacenza che illustrerà l'installazione e ci sarà un breve intrattenimento musicale a cura delle Studentesse del Conservatorio Nicolini di Piacenza.

Pubblicato il 14 novembre 2023

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Stipendi, Piacenza 29° in Italia come media

Busta paga piacentini

Lo stipendio dei piacentini presenta una media di 22.487 euro all’anno. A tracciare il quadro in Italia e nelle singole province è l’Ufficio Studi CGIa (Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre) sulla base dei dati Inps ricavati dall’“Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato” (esclusi operai agricoli e domestici). Elaborazione e analisi che fotografano la situazione nazionale e stillano una graduatoria - retribuzioni medie lorde per provincia di lavoro - che vede il territorio locale in 29° posizione. Con 22.487 euro all’anno Piacenza conta 618 euro in più - pari al 2,8% - rispetto al dato medio nazionale (21.868 euro), ma si segnala anche per distanza dalle altre province emiliane, tutte inserite nella top five. Parma si colloca difatti al secondo posto della classifica con 25.912 euro l’anno, sul terzo gradino c’è Bologna (25.797 euro l’anno) e a seguire Modena (25.722 euro l’anno) e Reggio Emilia (25.566 euro l’anno). In testa Milano, dove i lavoratori portano a casa 31.202 euro annui. Salari più consistenti anche nelle confinanti Lodi (24.143 euro l’anno, 11° posizione) e Cremona (23.305 euro l’anno, 19° posizione). Stipendi quindi più pesanti nel capoluogo lombardo e lungo la via Emilia, come osserva la Cgia. “Dall’analisi provinciale delle retribuzioni medie lorde pagate ai lavoratori dipendenti del settore privato emerge che, nel 2021, Milano è stata la realtà con gli stipendi più elevati: 31.202 euro. Seguono Parma con 25.912 euro, Bologna con 25.797 euro, Modena con 25.722 euro e Reggio Emilia con 25.566 euro. In tutte queste realtà emiliane, la forte concentrazione di settori ad alta produttività e a elevato valore aggiunto - come la produzione di auto di lusso, la meccanica, l’automotive, la meccatronica, il biomedicale e l’agroalimentare - ha “garantito” alle maestranze di questi territori buste paga molto pesanti. I lavoratori dipendenti più «poveri», invece, si trovavano a Nuoro dove percepivano una retribuzione media lorda annua pari a 13.338 euro, a Cosenza con 13.141 euro e a Trapani con 13.137 euro. I più “sfortunati”, infine, lavoravano a Vibo Valentia dove in un anno di lavoro hanno portato a casa solo 11.823 euro”.

“Come in molti paesi d’Europa, anche in Italia le differenze salariali a livello territoriale sono importanti”, scrive Cgia. “Nel 2021, ad esempio, la retribuzione media lorda annua dei lavoratori dipendenti italiani occupati nel settore privato nella Città Metropolitana di Milano era di 31.202 euro, a Palermo, invece, di 16.349 euro. Praticamente nella capitale economica del Paese un ipotetico lavoratore dipendente medio due anni fa percepiva il 90% in più di un collega occupato nel capoluogo regionale siciliano. Tuttavia, se il confronto viene eseguito con la provincia calabrese di Vibo Valentia, ultima nel Paese per retribuzione media lorda annua (11.823 euro), il salario del dipendente meneghino era addirittura superiore del 164%. La retribuzione media italiana, invece, ammontava a 21.868 euro”. “Gli aspetti emersi dall’elaborazione eseguita dall’Ufficio studi della Cgia su dati Inps ripropongono una vecchia questione: gli squilibri retributivi presenti tra le diverse aree del nostro Paese, come, ad esempio, tra Nord e Sud, ma anche tra le aree urbane e quelle rurali. Questione che le parti sociali hanno tentato di risolvere, dopo l’abolizione delle cosiddette gabbie salariali avvenuta nei primi anni ’70 del secolo scorso, attraverso l’impiego del contratto collettivo nazionale del lavoro (Ccnl). L’applicazione, però, ha prodotto solo in parte gli effetti sperati. Le disuguaglianze salariali tra le ripartizioni geografiche sono rimaste perché nel settore privato le multinazionali, le utilities, le imprese medio-grandi, le società finanziarie/assicurative/bancarie che - tendenzialmente riconoscono ai propri dipendenti stipendi molto più elevati della media - sono ubicate prevalentemente nelle aree metropolitane del Nord. Le tipologie di aziende appena richiamate, infatti, dispongono di una quota di personale con qualifiche professionali sul totale molto elevata (manager, dirigenti, quadri, tecnici, etc.), con livelli di istruzione alti a cui va corrisposto uno stipendio importante. Infine, non va nemmeno scordato che il lavoro irregolare è diffuso soprattutto nel Mezzogiorno e da sempre questa piaga sociale ed economica provoca un abbassamento dei salari contrattualizzati dei settori (agricoltura, servizi alla persona, commercio, etc.), ubicati nelle aree interessate da questo fenomeno”. “Tuttavia - sottolinea l’ufficio studi - se invece di comparare il dato medio tra aree geografiche diverse lo facciamo tra lavoratori dello stesso settore, le differenze territoriali si riducono e mediamente sono addirittura più contenute di quelle presenti in altri paesi europei. Pertanto, possiamo dire che in Italia le disuguaglianze salariali a livello geografico sono importanti, ma, grazie a un preponderante ricorso alla contrattazione centralizzata, abbiamo differenziali più contenuti rispetto agli altri Paesi. Per contro, la scarsa diffusione in Italia della contrattazione decentrata - istituto, ad esempio, molto diffuso in Germania - non consente ai salari reali di rimanere agganciati all’andamento dell’inflazione, al costo delle abitazioni e ai livelli di produttività locale, facendoci scontare anche dei gap retributivi medi con gli altri paesi molto importanti”.

Pubblicato il 12 novembre 2023

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Tarasconi incontra gli studenti dell'Isii Marconi con TN Service: grande opportunità per il vostro futuro

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Vi stanno dando una grande opportunità: quando uscirete da questo percorso di quattro anni avrete in mano un lavoro serio che vi darà la possibilità di fare grandi cose”.
E’ iniziato così, il breve intervento che nell’aula magna dell’Isii Marconi di Piacenza, la sindaca Katia Tarasconi ha rivolto direttamente ai ragazzi del primo corso quadriennale in “Manutenzione e assistenza tecnica, opzione mezzi di trasporto”, che si tiene proprio all’Isii Marconi con TN Service, officina meccanica specializzata in veicoli industriali e commerciali che fa parte del Gruppo Torello. Azienda e Istituto collaborano ormai da anni nell’ambito dei progetti di formazione Pcto (percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) e in diverse attività che mirano a fornire agli studenti strumenti utili per il loro futuro lavorativo. Oggi, in occasione della consegna dei dpi (dispositivi di protezione individuale) ai giovani partecipanti, la sindaca ha voluto essere presente per conoscerli, incontrando anche i docenti, i partner e i responsabili del progetto.
“Magari ora, alla vostra età, non vi viene naturale pensare al futuro – ha proseguito la sindaca Tarasconi parlando ai ragazzi - ma sappiate che il futuro arriva veloce. Siete fortunati perché state vivendo un percorso che non è mai stato fatto prima, non solo a Piacenza, e che è stato pensato apposta per insegnarvi un mestiere, un mestiere vero e importante. E chissà che anche voi, un domani, non avrete un’azienda tutta vostra. Non lasciate mai che qualcuno vi dica che non potrete raggiungere i vostri obiettivi. Mi raccomando, però: studiate perché nessuno vi regala niente, mai, e senza impegno e senza studio non si va da nessuna parte”.
All’incontro di stamattina erano presenti la dirigente scolastica Adriana Santoro con i docenti del corso, accanto a Elena Baccanti, coordinatrice del progetto TN Service Young e Alfonso Bianco, Marketing e Comunicazione di TN Service.

Pubblicato il 10 novembre 2023

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Nel piano per la salute mentale 3 milioni di euro per Piacenza

 Sanita mentale


Sostenere concretamente le persone più fragili: quelle, ad esempio, con disabilità intellettive, che soffrono di disturbi dello spettro autistico o di salute mentale, o devono fare i conti - e si tratta soprattutto dei più giovani - con i disturbi del comportamento alimentare o dell’apprendimento. È una vasta platea di destinatari, dai bambini più piccoli agli adulti, quella a cui dà supporto il “Piano attuativo Salute mentale” 2023 della Regione Emilia-Romagna: a disposizione ci sono anche per quest’anno 40 milioni di euro del Fondo sanitario regionale, ripartiti tra tutte le Aziende sanitarie del territorio. Risorse che servono a finanziare servizi di fondamentale importanza, come dimostrano i numeri: nel 2022 sono state oltre 170.000 (esattamente 170.600) le persone prese in carico dai servizi regionali, il 4,2% in più rispetto al 2021, quando erano state 163.740. E sta tornando ai livelli pre-pandemici tutta l’attività di cura e assistenza. Alla Ausl di Piacenza vanno 3.192.564 euro.

Sono sette le aree di intervento previste dal Piano e quindi finanziate: fondo “autonomia possibile”, programmi per disturbi alimentari, esordi psicotici, disturbi dell’apprendimento, autismo nell’adulto, che rispetto al 2022 può contare su un milione di euro in più, e nel bambino, disabilità intellettive. 33milioni e 705mila euro sono destinati al “Fondo per l’autonomia possibile-Salute mentale”: finanzieranno gli interventi di assistenza socio-sanitaria a bassa intensità dei pazienti dei Centri di salute mentale. Tra i destinatari ci sono le persone dimesse dagli ex Ospedali psichiatrici e dalle Rems - Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza - che necessitano di assistenza specifica per la salute mentale, quelle dimesse ma sottoposte a misure di sicurezza non detentiva, le persone soggette a misure alternative alla detenzione e inviate dall’autorità giudiziaria in residenze per la salute mentale degli adulti. Il programma sottolinea la priorità di destinare tali risorse ai progetti riabilitativi personalizzati realizzati con il budget di salute. Un modello organizzativo-gestionale in campo socio-sanitario già sperimentato con successo dalla Regione e indirizzato non soltanto a persone con severi disturbi mentali, ma in generale a chi abbia bisogni complessi legati a forte marginalità sociale, disabilità, dipendenze patologiche. Il modello punta a mettere le persone al centro delle strategie di intervento e non la loro patologia in quanto tale: il paziente è posto all’interno di un appropriato percorso di cura basato su un programma terapeutico personalizzato, all’insegna della massima integrazione e flessibilità d’intervento dei servizi sanitari e sociali, che si pone l’obiettivo di limitare i ricorsi ai ricoveri nelle strutture sanitarie attraverso il potenziamento degli interventi domiciliari. 820mila euro vengono assegnati al programma per l’assistenza ai giovani tra i 12 e i 25 anni con disturbi del comportamento alimentare e per supportarne l’assistenza residenziale. Altri 400mila euro sono destinati al programma “Esordi psicotici”, che promuove la salute e il benessere delle persone all’esordio psicotico nei Centri di salute mentale. Il programma regionale per i disturbi specifici dell’apprendimento è finanziato con 565mila euro, in particolare per l’implementazione della diagnosi precoce e del percorso di presa in carico dei pazienti, e riguarda tanto i giovani (6-18 anni), quanto gli adulti. Complessivamente 4 milioni e 230mila euro sono riservati al programma Autismo-Pria (“Programma regionale integrato per l'assistenza territoriale alle persone con disturbo dello spettro autistico), sia nei bambini che negli adulti. Infine, 280mila euro sono previsti per la presa in carico delle persone con disabilità intellettive (fascia 0-17 anni).

Pubblicato l'11 novembre 2023

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Sono 82 le guardie ecologiche volontarie nel Piacentino

Guardie ecologiche

Maggiori risorse e regole più snelle per l’accesso. La Regione rilancia il proprio impegno a favore delle Guardie ecologiche volontarie, vere e proprie sentinelle dell’ambiente, in grado di intervenire in parchi, aree protette, siti della Rete Natura 2000. E promotrici di iniziative di sensibilizzazione, informazione ed educazione ambientale. Tra i compiti delle Gev quelli di vigilanza e controllo, compreso l’accertamento di illeciti amministrativi, in materia di flora e fauna minore, raccolta funghi e prodotti del sottobosco, rifiuti. Oltre alla possibilità di operare in caso di emergenza e calamità. Le novità in arrivo sono contenute in una delibera che è stata approvata dalla Giunta regionale nell’ultima seduta, su proposta dell’assessora regionale alla Programmazione territoriale e paesaggistica, forestazione e parchi Barbara Lori. “Le Guardie ecologiche volontarie svolgono un servizio di grande valore, in collaborazione con i Comuni, gli Enti parco e la Protezione civile regionale, sul quale vogliamo investire, a tutela di un patrimonio ambientale che in Emilia-Romagna è straordinariamente ricco dal punto di vista della biodiversità - ha spiegato Lori-. Da qui il nostro impegno sul piano economico, ma anche per incentivare l’adesione a questo corpo di volontari, con un’attenzione particolare ai più giovani. A loro vogliamo dire che diventare Guardia ecologica volontaria può essere un modo semplice, ma molto efficace per dare il proprio contributo concreto alla salvaguardia dell’ambiente”.

Cosa cambia

Per diventare Guardia ecologica volontaria occorre partecipare a una specifica attività di formazione teorica e pratica che passa da 97 a 82 ore complessive. Viene dimezzato l’impegno richiesto su base annuale, che scende da 96 ore a 48 ore di servizio all’anno. Anche in caso di prolungati periodi di inattività, ad esempio per motivi legati al lavoro o alla famiglia, il titolo di guardia ecologica volontaria non sarà revocato, ma sarà sufficiente frequentare un corso di aggiornamento. Tra le novità in arrivo anche quelle relative al numero minimo di volontari necessari per istituire un raggruppamento Gev, numero che viene ridefinito sulla base della popolazione residente: 30 per le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia; 20 per quelle di Ferrara, Forlì-Cesena, Parma, Piacenza, Ravenna, Rimini. Quanto alle risorse, anche nel 2023 la Regione conferma un impegno crescente, che ha visto aumentare i contributi erogati dai 106mila euro del 2018 ai 208mila del 2023, cui si aggiungono 50mila euro assegnati anche quest’anno per l’acquisto della strumentazione. Il Servizio volontario di vigilanza ecologica è stato istituito dalla Regione nel 1989. In Emilia-Romagna le Guardie ecologiche volontarie attive, secondo gli ultimi dati disponibili, sono 1.270, organizzate in 16 raggruppamenti territoriali presenti in tutte le province. Sono 82 a Piacenza, 161 a Parma, 223 a Reggio Emilia, 228 Modena, 311 a Bologna, 58 a Ferrara; 79 a Forlì-Cesena, 70 a Ravenna e infine 58 a Rimini.

Pubblicato il 10 novembre 2023

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