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Notizie Varie

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La pace non è possibile senza l'amore: veglia di preghiera a Gossolengo

pacegossolengo

Venerdi 29 agosto c’è stata una veglia di preghiera per la pace nella parrocchia San Quintino in Gossolengo, pace per l’Ucraina, per Gaza, per il mondo intero, per noi.
Di seguito la testimonianza di Daniela Resmini.
Perché una veglia? L’idea nasce da una proposta dell’Agesci Nazionale che recita così: … proponiamo ad ogni Gruppo scout, ogni comunità, ogni persona che sente il bisogno di fare la propria parte, una staffetta di pace. Un cammino condiviso che attraversi il tempo tra il 15 agosto, festa dell’Assunzione di Maria, e il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, due figure che ci insegnano l’“eccomi” davanti alla vita, che ci mostrano che il dialogo è possibile anche quando tutto sembra perduto. La staffetta si fonda su due gesti semplici e potenti, capaci di trasformare il nostro quotidiano: pregare e dialogare. Pregare, per affidare al Padre della luce ciò che ci inquieta, per coltivare speranza e affermare che non ci rassegniamo alla violenza e alla guerra, ma continuiamo ad invocare la pace perché crediamo che essa sia possibile e sia ciò che Dio desidera.

Costruire la pace partendo dal nostro quotidiano

La comunità della nostra parrocchia ha pensato di unirsi a questa iniziativa, spinta dal motivo che la pace inizia da noi, dal nostro piccolo: nella coppia, nella famiglia, sul lavoro, in parrocchia … La pace però non è possibile senza l’amore e noi spesso ci scontriamo con il fallimento dell’amore nella nostra vita, non siamo capaci di fare pace, non siamo capaci di amare, non riusciamo a fare quel piccolo passo che serve per incontrare l’altro che in quel momento ci è nemico; per questo abbiamo bisogno di Dio, del suo Spirito, della Sua Forza, del Suo Perdono; per questo abbiamo bisogno di pregare!

Il perdono ci riconcilia, ci ridona l’amore, l’amicizia, la pace; e ogni piccolo perdono nella vita di ciascuno è come quel granellino di senape del vangelo che sposta le montagne, quel piccolo seme che diventa un grande albero. (Lc 17,6)
Se anch’io comincio a vivere la pace e il dialogo con l’altro, forse poi sarà possibile anche la pace nel mondo, tra le nazioni.
E’ un’'illusione? Forse … ma a Dio piacciono i piccoli: nella storia di Israele il Signore vince sempre con un pugno di uomini; non è forse il sì di una piccola fanciulla di Nazareth che ha permesso l’Incarnazione del Figlio di Dio e la Redenzione del mondo? Dodici poveri uomini o pochi di più non hanno forse diffuso il vangelo in tutto il mondo?
Allora anche il piccolo impegno di ciascuno di noi per costruire la pace nel proprio quotidiano, con l’aiuto di Dio può incendiare il mondo.

Daniela Resmini

Nella foto, la veglia di preghiera per la pace in chiesa a Gossolengo.

Pubblicato il 2 settembre 2025

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Al soggiorno Santa Franca di Morfasso un incontro sull’invecchiamento in salute

 Anziani Morfasso

Interessante e partecipato incontro organizzato dal Soggiorno Santa Franca di Morfasso per illustrare gli ingredienti per invecchiare in salute. L’evento, organizzato dalla cooperativa che gestisce la struttura destinata ad anziani autosufficienti, muove dal primo anno di esperienza del progetto “Benessere …. In Comune” che vede la presenza di un’infermiera per cinque giorni la settimana - Daniela Sfolcini - che si prende cura degli ospiti del soggiorno stesso ma che offre anche un servizio infermieristico gratuito a tutta la popolazione del vasto territorio morfassino, perfettamente integrato nella rete di servizi erogati dall’Ausl. Durante l’incontro l’avvocato Andrea Losi, a nome del consiglio di amministrazione, ha ripercorso la storia del Soggiorno Santa Franca sottolineando come nel tempo sia divenuto una presenza imprescindibile per la comunità della val d’Arda, che vede il progressivo invecchiamento della popolazione, rappresentando così una risposta concreta alla solitudine che porta ad un pericoloso isolamento sociale.
Uno dei fiori all’occhiello della struttura è sicuramente il personale di assistenza che sa unire competenza professionale ad un rapporto di grande empatia con gli anziani ospitati e questo è direttamente misurabile nella soddisfazione degli ospiti stessi e nella loro partecipazione attiva alla vita comunitaria. Losi ha anche sottolineato l’importanza di momenti di condivisione quando gli ospiti del soggiorno incontrano il resto della comunità, come in questa occasione. È toccato quindi alla direttrice, Federica Perotti, ricordare il percorso del progetto che è stato attuato grazie al contributo determinante della Fondazione di Piacenza e Vigevano ed alla collaborazione del Comune, della parrocchia e della Croce verde di Morfasso.

Un progetto sicuramente ambizioso ma che ha visto raggiungere in modo pieno gli obbiettivi prefissati e con un enorme apprezzamento dalla popolazione. È stata quindi la volta dell’infermiera Daniela Sfolcini che, con l’aiuto di diapositive, è entrata nel tema specifico dell’incontro per analizzare i vari ingredienti che consentono, appunto, di vivere in salute l’invecchiamento: ecco allora l’importanza di un’alimentazione ben calibrata, di un’attività fisica costante e di una partecipazione attiva alla vita stessa. L’interesse sugli argomenti è stato dimostrato proprio dall’interazione con gli ospiti che hanno condiviso con passione le loro esperienze e le loro speranze: il desiderio di essere ancora utili e di dedicarsi a chi ha più bisogno, la speranza di mantenere la memoria ma anche di “essere” memoria per le generazioni future; insomma il termine “invecchiamento” declinato nella sua accezione positiva. L’incontro, al quale erano presenti anche l’assistente sociale Lisa Tosi e la dottoressa Maria Donata Rollo, è terminato con la proiezione di un interessante video che illustra le problematiche legate alle cadute in età avanzata.

Nella foto, gli anziani ospiti della Casa di riposo di Morfasso durante l'incontro.

Pubblicato il 2 settembre 2025

  

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L'addio a Roberto Bianchi, gestì il «San Giuseppe» a Finale Ligure

bianchi roberto

A Castelnuovo Fogliani si sono svolti questa mattina 1° settembre i funerali di Roberto Bianchi (nella foto sopra), noto sia nel piacentino che a Finale Ligure per la sua attività di albergatore.
Nel paese savonese Bianchi è stato anche tra i protagonisti dello sviluppo del turismo: credeva nelle potenzialità del territorio e lavorava con passione per valorizzarlo. Aveva gestito dal 2005 fino a febbraio 2024 l’Hotel San Giuseppe, alle spalle della stazione, struttura di accoglienza legata alla storia del Cif piacentino, il Centro Italiano Femminile, che qui aveva la sua storica colonia marina. Bianchi aveva rilevato la gestione del complesso, di proprietà dell’Opera diocesana per la preservazione della fede, presente ai funerali con il presidente don Piero Bulla, che ha concelebrato insieme al parroco don Mimmo Pascariello.

L'amicizia con le socie del Centro Italiano Femminile

“Una persona capace, molto disponibile, affabile: pensi che una volta mi accompagnato perfino in ospedale perché avevo avuto un piccolo problema di salute”, ricorda Maria Molinaroli Bonelli, vicepresidente del Cif di Piacenza, a lungo alla guida dell’associazione a livello provinciale. Con Bianchi e sua moglie era nata una bella amicizia. “Finché ho potuto, sono tornata a Finale e così hanno continuato a fare i miei figli con le famiglie e i nipoti. Per noi l’albergo San Giuseppe era una seconda casa”. Anche il Cif piacentino è più volte tornato a Finale come gruppo per ritiri ed incontri, avviando anche un “gemellaggio” di amicizia con la sezione savonese.

Roberto Bianchi aveva la capacità di fare sentire a loro agio gli ospiti oltre che una spiccata abilità manageriale. “Sapeva risolvere i problemi – ricorda la signora Bonelli – e al tempo stesso era attento all’intrattenimento, sia dei bambini, con la presenza di un animatore, sia degli adulti”. Aveva il brevetto da pilota e qualche volta capitava che portasse gli amici ad ammirare Finale dall’alto. 

cif a finale ligure

Il Cif di Piacenza a Finale Ligure consegna a Roberto Bianchi un riconoscimento
nel decennale di gestione dell'ex colonia marina dell'associazione.

Gli albergatori savonesi: grande professionalità e grande umanità

Ex tesoriere del consorzio FOR, Roberto Bianchi da tutti è ricordato con grande amicizia e gratitudine. Lo testimonia il ricordo sui social da parte dell’ex presidente degli albergatori finalesi Marco Marchese: “Ciao Roberto grande amico e collega, con te ho condiviso oltre 20 anni di lavoro e una amicizia profonda fatta di poche parole ma di grande intesa e stima. Mancherai a tutta Finale e a tutti coloro che ti hanno voluto bene. Sei stata una grande persona”. “Uomo di grande umanità e dedizione – si legge invece nel necrologio degli albergatori savonesi – ha lasciato un’impronta indelebile nella nostra comunità. È stato altresì un albergatore di grande esperienza e professionalità e anche nella veste di consigliere dell’Associazione Alberghi ha contribuito significativamente allo sviluppo del turismo nella nostra città.

Pubblicato il 1° settembre 2025

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La Pubblica assistenza di Travo cerca nuovi autisti e volontari

Corso volontari Travo

La Pubblica Assistenza e Soccorso Valtrebbia OdV di Travo Anpas è da 39 anni al servizio del suo territorio, offrendo assistenza socio-sanitaria alla popolazione della collina e montagna. “Alla luce dei sempre maggiori bisogni del territorio, necessita di ampliare la propria forza lavoro ed è quindi alla ricerca di due nuovi autisti soccorritori dipendenti e, soprattutto, di nuovi volontari che possano affiancare quelli (meravigliosi e sempre disponibili) di cui già dispone”, fa sapere l’associazione. Nel mese di ottobre partirà quindi il corso per nuovi volontari, del quale si possono trovare tutte le info sui canali social della Pubblica Assistenza oppure passando/chiamando in sede. “Uniti per continuare un prezioso servizio al territorio, che è anche un atto di resilienza in un periodo in cui i servizi alla montagna sono sempre più a rischio”, concludono gli organizzatori.

Pubblicato il 2 settembre 2025

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Un defebrillatore alla Pellegrina: gli ospiti di «Emmaus» imparano a salvare vite

sopralluogo Pellegrina DAE

Progetto Vita, 53 tennisti e Fondazione La Ricerca insieme per una nuova esperienza di inclusione sociale: insegnare anche a persone che stanno compiendo un percorso riabilitativo come si può salvare una vita utilizzando il defibrillatore. L’esperienza inedita riguarderà la comunità di doppia-diagnosi “Emmaus” che ha sede alla Pellegrina. “Imparare a soccorrere in caso di emergenza sanitaria, rafforza la nostra identità individuale nel contesto sociale” ne sono fermamente convinti i volontari del progetto ideato dai cardiologi Alessandro Capucci e Daniela Aschieri. “Ecco perché i nostri corsi di formazione possono far parte a pieno titolo dei percorsi educativi di strutture riabilitative come quelle della Ricerca – ha sottolineato il vicepresidente Ernesto Grillo, durante un sopralluogo nella struttura alle porte della città - . Vogliamo portare le persone di qualunque estrazione ed età alla conoscenza del DAE (Defibrillatore Automatico Esterno), rafforzare la consapevolezza dell’importanza del loro contributo nell’utilizzo dello stesso in primo soccorso alla vittima colpita da arresto cardiaco. Tutti possono salvare una vita”.

“I nostri utenti – spiega la responsabile di casa “Emmaus”, Federica Grillo – stanno seguendo un percorso terapeutico riabilitativo per uscire da situazioni di crisi e forte fragilità in cui sono caduti, una sorta di black-out che li ha colti nella loro quotidianità. Tra gli utenti abbiamo avuto anche liberi professionisti e laureati”. A causare l’uscita, per così dire, dai binari il più delle volte è stato il ricorso a stupefacenti, sostanze come la cocaina, l’alcol, e l’abuso di psicofarmaci”.

Ad accompagnare Ernesto Grillo nella visita alla Pellegrina c’era anche Alberto Bergonzi, ideatore di un sodalizio di tennisti, una cinquantina, che hanno sposato la causa trentennale di Progetto Vita (1259 defibrillatori nella rete che copre città e provincia, 163 persone salvate, 150mila volontari addestrati al pronto intervento in caso di arresto cardiaco): sono ormai dieci anni che Bergonzi organizza, con un gruppo di amici tennisti amatoriali, un torneo di doppio misto, all’insegna del divertimento e dell’amicizia, l’Albert Cup Trophy che ad oggi coinvolge nei vari circoli tennistici di Piacenza 53 iscritti. Dai legami di amicizia che sono andati consolidandosi negli anni ha preso forma il desiderio di sostenere l’iniziativa di solidarietà che vede Progetto Vita al fianco di Fondazione La Ricerca. Come? con una raccolta fondi realizzata vendendo dei capi di abbigliamento sportivo messi a disposizione da alcuni sponsor amici. “L’inizio di un cammino di amicizia, sport e solidarietà che intendiamo proseguire”.

L’avvio ufficiale della postazione DAE, e relativa cartellonistica, presso la struttura della Pellegrina – in Strada Agazzana 68 – avverrà nel pomeriggio di lunedì 8 settembre: taglio del nastro alle 15, e al termine della cerimonia, intorno alle 16,30, gli istruttori di Progetto Vita daranno inizio al corso di formazione “InFormare” per le manovre di primo soccorso e l’utilizzo del defibrillatore. I partecipanti assisteranno ad una prima parte motivazionale e teorica di presentazione dell’arresto cardiaco e della modalità di primo soccorso con il Defibrillatore con il supporto di slide e filmati. In una seconda parte in piccoli gruppi con Istruttore Tutor, si eserciteranno alla pratica di primo soccorso con manichini e trainer DAE. “Prima cosa da fare in caso di emergenza – puntualizzazione – sarà chiamare la centrale del 118 che ha già inserito nella mappatura DAE anche a questo dispositivo”.

Nella foto, un momento del sopralluogo alla Pellegrina per l’installazione di un defibrillatore. Da sinistra: Alberto Bergonzi, ideatore del trofeo tennistico Albert Cup Trophy, il vicepresidente di Progetto Vita Ernesto Grillo, e, per Fondazione La Ricerca, Elisa Vezzulli, operatrice, il presidente Enrico Corti, la responsabile della comunità Emmaus, Federica Grillo, e la responsabile comunicazione e fundraising Itala Orlando.

Pubblicato il 1° settembre 2025

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