Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Notizie Varie

Notizie Varie

Colletta alimentare, al via le «gift card»

banco alimentare

“Cambia la forma, non la sostanza” della 24esima Giornata Nazionale della Colletta Alimentare: quest’anno dal 21 novembre all’8 dicembre si potranno acquistare nei supermercati italiani delle “gift card” da due, cinque e dieci euro. Al termine della Colletta, il valore complessivo di tutte le card acquistate sarà convertito in prodotti alimentari non deperibili come pelati, legumi, alimenti per l’infanzia, olio, pesce e carne in scatola e altri prodotti utili. Tutto sarà consegnato alle sedi regionali del Banco Alimentare e distribuito, con le consuete modalità, alle circa 8mila strutture caritative convenzionate che sostengono oltre 2.100.000 persone.
La storica iniziativa del Banco Alimentare, oltre ad essere per la prima volta “dematerializzata”, non si esaurirà in una sola giornata, ma per 18 giorni (dal 21 novembre all’8 dicembre) le card saranno in distribuzione nei punti vendita che aderiranno alla Colletta e potranno essere acquistate on line sul sito www.mygiftcard.it, dove sono già disponibili. Sarà inoltre possibile partecipare alla Colletta Alimentare facendo una spesa online sul sito www.amazon.it dall’1 al 10 dicembre e su www.esselungaacasa.it dal 21 novembre al 10 dicembre.
L’iniziativa è stata presentata, il 18 novembre, in Emilia Romagna, in una videoconferenza, coordinata da Stefano Dalmonte, presidente Banco Alimentare Regionale, con la partecipazione della vicepresidente della Regione Emilia Romagna, Elly Schlein e il direttore della Caritas regionale, Mario Galasso.
“Con l’inizio della pandemia - ha affermato Elly Schlein - ci siamo trovati tutti in una situazione senza precedenti e, come Amministrazione Regionale, ci siamo posti il tema di coloro che avrebbero visto bloccarsi ogni possibilità di avere un reddito e di conseguenza di assicurarsi un pasto caldo ogni giorno”.
La regione, agendo in uno stile di comunità - secondo la vicepresidente - ha dimostrato la capacità di fare rete, di adattarsi ai nuovi bisogni che la pandemia ha posto in essere.
“Nelle prossime settimane - ha commentato Schlein - , ci piacerebbe, e ci stiamo lavorando, mettere in campo una misura regionale sulla solidarietà sociale, che possa rafforzare i vari nodi di questa fondamentale rete che si occupa capillarmente di far arrivare una risposta concreta alle persone più fragili, che purtroppo stanno aumentando”.  
“Sappiamo - ha proseguito - che quest’anno, a causa delle restrizioni dovute alle misure di contenimento del virus, sarà purtroppo una Colletta diversa, ma vogliamo continuare ad esserci, affiancando gli sforzi  e rendendo ancora più efficiente il ruolo che il pubblico può avere di supporto a questi importanti interventi”.
“Siamo insieme a presentare l’edizione di quest’anno della Colletta Alimentare - ha dichiarato Mario Galasso - perché vogliamo accendere una luce di speranza nelle nostre comunità: insieme per collaborare, insieme per essere più vicini a chi è in difficoltà, insieme per non lasciare nessuno indietro. La forza di una catena si misura nel suo anello debole, quell'anello misura anche la fragilità delle nostre comunità.
“Nessuno si salva da solo, ci si può salvare unicamente insieme”,  citando una frase di Papa Francesco della  sua ultima enciclica, 'Fratelli Tutti', Galasso ha sottolineato l’importanza di stare insieme per  costruire comunità più coese e più inclusive, ricche di umanità e relazioni, dove ognuno si sente a casa propria.
“Il bisogno alimentare cresce di pari passo con il crescere della crisi sanitaria che ogni giorno di più si manifesta come crisi sociale ed economica, - ha affermato Stefano Dalmonte, presidente del Banco Alimentare Emilia Romagna - e il Banco Alimentare della regione ha reagito in questi mesi cercando di incrementare di giorno in giorno lo sforzo organizzativo messo in campo.”
Negli ultimi 5 anni in Emilia Romagna con la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare sono state raccolte oltre 4.300 tonnellate di cibo che si sono tramutate in 8 milioni 600 mila pasti per persone bisognose.
Ecco i supermercati a Piacenza e provincia dove si potranno acquistare le gift card.

Ascolta l'audio   

R.T.

Pubblicato il 19 novembre 2020

CITTÀ

PUNTO VENDITA

INDIRIZZO

ALSENO

CONAD

VIA F.LLI CERVI 138

BORGONOVO

BASKO

LOC. CASTELLINA, 3  

BORGONOVO VAL TIDONE

EUROSPIN

VIA CASTEL S.GIOVANNI 7

BORGOTARO

CONAD

VIA CARLO AZEGLIO CIAMPI 1

CAORSO

DPIÙ

VIA BUSSANDRI ANGOLO S.S. PADANA INFERIORE

CAORSO

FAMILA

VIALE ORSOLA

CARPANETO

FAMILA

VIA GIANCARLO ROSSI 72

CASTEL S. G.

BASKO

VIA MORSELLI, 2/B

CASTEL SAN GIOVANNI

DPIÙ

VIA F.LLI BANDIERA 48

CASTEL SAN GIOVANNI

EUROSPIN

VIA EMILIA PIACENTINA

CASTEL SAN GIOVANNI

FAMILA SUPERSTORE

VIA BORGO NUOVO

CASTEL SAN GIOVANNI

PENNY MARKET

VIA PAVESE/VIA F.LLI BANDIERA/VIA FELLEGARA

CASTEL SAN GIOVANNI

LIDL

VIA MATTEOTTI

CASTELL'ARQUATO

CONAD SUPERSTORE

STR.PROV CASTELLANA LOC.MARTELLA

FIORENZUOLA D'ARDA

CONAD SUPERSTORE

VIA A.EINSTEIN ANGOLO VIA CERLESI

FIORENZUOLA D'ARDA

UNES

VIA MELCHIORRE GIOIA, 16

FIORENZUOLA D'ARDA

LIDL

VIA EMILIA

PIACENZA

CONAD

VIA XX SETTEMBRE 8

PIACENZA

CONAD

VIA MODONESI 6

PIACENZA

CONAD

VIA P. CELLA, 63

PIACENZA

CONAD SUPERSTORE

VIA GRAZIA DELEDDA 36/38

PIACENZA

CONAD SUPERSTORE

VIA ATLETI AZZURRI D'ITALIA 14/16

PIACENZA

ESSELUNGA

VIA GIUSEPPE MANFREDI, 55

PIACENZA

ESSELUNGA

VIA DELLA CONCILIAZIONE ANG. CALCIANTI

PIACENZA

EUROSPIN

VIA GIORGIO PERLASCA 6

PIACENZA

EUROSPIN

STRADA VAL NURE 16

PIACENZA

GALASSIA

VIA LUIGI GORGNI 20/A

PIACENZA

PENNY MARKET

VIA DELLA CONCILIAZIONE, 35

PIACENZA

LIDL

VIA CALCIATI N°3/5 ANG. STRADA FARNESIANA

PIACENZA

LIDL

VIA EMILIA PAVESE 11

PIACENZA

LIDL

STRADA FARNESIANA

PODENZANO

CONA

VIA VIA TOGLIATTI S.S.VALNURE

PODENZANO

CONAD

VIA ROMA 39

PONTE DELL'OLIO

FAMILA

PIAZZA DELLE FORNACI

PONTE DELL'OLIO

LIDL

STRADA PROVINCIALE 654,

PONTENURE

CONAD

VIA E.MONTALE 9

RIVERGARO

CONAD

SS 45 ANG. STRADA PROV. X GOSSOLENGO

ROTTOFRENO

EUROSPIN

VIA EMILIA OVEST 67

ROTTOFRENO

IL GIGANTE

S.S. EMILIA PAVESE LOC. SAN NICOLÒ TREBBIA

ROVELETO DI CADEO

DPIÙ

VIA EMILIA ,187

S. NICOLO'

BASKO

VIA EMILIA OVEST ANGOLO VIA BERGAMASCHI

S.GIORGIO PIACENTINO

CONAD

VIA FIRENZE LOC.PORCELLI

SAN GIORGIO PIACENTINO

EUROSPIN

VIA DELLA REPUBBLICA 6

SAN NICOLÒ

DPIÙ

VIA EMILIA PAVESE, 31/A

Oltre 67mila le persone affette da demenza in Emilia-Romagna

 demenza

I primi sintomi sono spesso erroneamente attribuiti all’invecchiamento, o allo stress. E invece, in modo più o meno veloce, portano alla perdita dell’autonomia, dell’autosufficienza, e al dover dipendere dagli altri. Sono oltre 67mila le persone affette da demenza in Emilia-Romagna, il 60% con la forma più nota e grave, l’Alzheimer. Lo scorso anno sono state valutate come prima visita 27.553 persone ed effettuate 13.109 nuove diagnosi di demenza. Una fotografia, quella del 2019 presentata in Commissione assembleare, che conferma anche la presenza in tutta la regione di una rete territoriale e ospedaliera capace di fornire un’assistenza qualificata: sono 63 i Centri per i disturbi cognitivi e le demenze, 13 i Nuclei residenziali nelle Cra per l’assistenza temporanea e 9 i Centri diurni specialistici presenti da Piacenza a Rimini. Da un punto di vista economico, inoltre, anche lo scorso anno più di 1 milione dal Fondo regionale per la non autosufficienza è andato a supportare la formazione dei familiari, i gruppi di sostegno e i Caffè Alzheimer/Centri di incontro. E un percorso specifico percorso è stato avviato dalla Regione per la cura dei casi, ad esordio atipico e più aggressivo, che si verificano prima dei 65 anni: la cosiddetta demenza giovanile (o “Early Onset Dementia”), che il miglioramento della capacità diagnostica e tecnologica del sistema sanitario permette di far emergere sempre più tempestivamente. “La demenza rappresenta una delle principali cause di disabilità per le persone anziane, e i numeri purtroppo sono in crescita anche in Emilia-Romagna- commenta l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Come Regione siamo impegnati da tempo a sostenere i pazienti e le famiglie e ad avviare azioni di prevenzione. Sicuramente, occorre sempre più intercettare con anticipo i casi di demenza, prima di arrivare a una fase avanzata, favorendo soprattutto interventi di tipo domiciliare. Grande attenzione- aggiunge l’assessore- va posta alla situazione attuale, segnata dalla pandemia: le persone con demenza devono essere protette e supportate in modo mirato”. Proprio per questo la Regione sta lavorando, a partire da un documento ad hoc redatto dall’Istituto superiore di sanità, per fornire ai professionisti sanitari e sociosanitari e ai caregiver indicazioni precise per gestire queste persone a livello ambulatoriale, domiciliare e in contesti semiresidenziali e residenziali.

"Comunità Amica delle persone con demenza"

Il fenomeno delle demenze, in linea con le previsioni epidemiologiche legate all’invecchiamento della popolazione, non risparmia l’Emilia-Romagna, territorio in cui il 22% della popolazione ha più di 65 anni. La demenza, infatti (causata da più di cento patologie diverse di natura degenerativa, vascolare o traumatica) rappresenta una delle principali cause di disabilità per le persone anziane. Fondamentale è combattere lo stigma ancora elevato che contribuisce all’isolamento e alla mancata richiesta di auto da parte delle famiglie. Occorre pertanto una forte azione di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini e delle comunità, attraverso lo sviluppo di progetti come quelli della “Comunità Amica delle persone con demenza” (o Dementia Friendly Community), già avviati su scala internazionale. L’obiettivo è permettere alla persona con demenza di rimanere nella propria casa il più a lungo possibile, offrendo ai familiari maggiori risorse e opportunità per sostenere il loro lavoro di cura. Sul territorio regionale sono state avviate alcune sperimentazioni, come quella di Formigine (Mo) che ha aderito al progetto proposto da Alzheimer’s Disease International. In fase di avvio le proposte di Nonantola (Mo), Bologna (alcuni quartieri), San Pietro in Casale (Bo), Imola (Bo), San Prospero e Mirandola (Mo) che stanno formalizzando i tavoli promotori grazie all’impegno delle associazioni dei familiari locali.

 Alcuni dati

Al 31 dicembre 2019, i pazienti con demenza in Emilia-Romagna in carico al Servizio sanitario regionale risultano essere 67.658. Il 49,9% è affetto da forme di grado medio-grave (pari a 33.760 persone). La prevalenza è di 24,5 per 1.000 abitanti; la percentuale rispetto alla popolazione residente (4.474.292) è dell’1,46%; quella delle persone rispetto alla popolazione ultra65enne (1.077.026) è del 6,14%. Rapportando i dati di un recente studio epidemiologico svolto in provincia di Modena alla popolazione dell’Emilia-Romagna, è ipotizzabile inoltre stimare la presenza di circa 1.600 persone con demenza ad esordio giovanile in regione, con una prevalenza nella popolazione complessiva di 36.4/100.000 abitanti. Sul totale, la percentuale di malati di Alzheimer è del 60%. Le percentuali dei pazienti che fanno ricorso all’Assistenza domiciliare integrata (20%, corrispondente a 13.531 persone con demenza) e quelle assistite in Cra (29%, ovvero 19.620 persone con demenza) e in Hospice (0,9%, corrispondenti a 609 persone) rappresentano la fascia di popolazione affetta da forme di gravità maggiore (non autosufficienti).

Ascolta l'audio   

Pubblicato il 18 novembre 2020

Green economy, online una sfida per le scuole superiori

 concorso scuole

Un gioco on line per le scuole, per far conoscere ai ragazzi come la Regione Emilia-Romagna sostenga la green economy e quali siano le opportunità di lavoro in questo settore, sempre più importante per un futuro sostenibile. Parte il torneo P.E.R. Gioco, rivolto alle scuole secondarie di secondo grado dell’Emilia-Romagna, promosso dall’Assessorato Scuola, università, ricerca, agenda digitale e da quello allo Sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna e finanziato con Fondi europei Por Fesr. Obiettivo del torneo è quello di sensibilizzare i giovani sui temi dello sviluppo sostenibile e dell’economia circolare, far loro acquisire familiarità con le strategie e gli interventi messi in atto dalla Regione ed essere informati sui percorsi di formazione superiore a carattere tecnico-scientifico organizzati sul territorio. Azioni che la Regione promuove attraverso i Fondi europei: dal sostegno ai progetti di ricerca innovativi ai percorsi di formazione per lavorare nella green economy, dagli incentivi per la nascita di nuove imprese sostenibili alle startup innovative, in attuazione del Piano energetico regionale.
“Sappiamo che i ragazzi sono molto attenti al futuro del pianeta e tocca a noi adulti impegnarci per consegnare loro un mondo migliore- commenta Vincenzo Colla, assessore regionale allo Sviluppo economico e Green economy-. La nostra Regione, attraverso il Patto per il lavoro e per il clima, ha confermato di voler investire sulle nuove conoscenze per sostenere uno sviluppo che sia in grado di preservare l’ambiente creando lavoro. Attraverso questa piccola competizione vogliamo dire ai giovani che in Emilia-Romagna si aprono nuove opportunità ‘green’ e dare loro tutte le informazioni utili per appropriarsi del loro futuro, ambientalmente e socialmente sostenibile”.
“Le studentesse e gli studenti sono potenti agenti di cambiamento per la forte capacità di influenzare positivamente il mondo degli adulti attraverso la loro creatività, passione e capacità di innovazione tecnologica- afferma l’assessore regionale alla Scuola, Paola Salomoni-. Questa competizione, anche se a distanza, speriamo possa essere per loro fonte di insegnamento e di divertimento per imparare le azioni che la Regione, attraverso i Fondi europei, mette in campo: dal sostegno ai progetti di ricerca innovativi ai percorsi di formazione per lavorare nella Green economy, dagli incentivi per la nascita di nuove imprese sostenibili alle startup innovative”.

Una sfida online a squadre
“Il gioco è strumento di relazione, comunicazione, apprendimento senza tempo- dichiara Stefano Versari, direttore generale per l’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna -. Nell’attuale difficile contesto, in cui la realtà può risultare faticosa da affrontare, il gioco può realizzare occasioni intelligenti di apprendimento in relazione”.
Sarà una sfida on line, a squadre, a livello regionale, che permetterà di individuare la classe vincitrice tramite una serie di prove, attività e quiz in diverse manche e a difficoltà crescente. Per partecipare al torneo, in modalità on line, le scuole devono compilare il modulo di iscrizione, disponibile sulla pagina dedicata del sito Por Fesr, entro il 30 novembre 2020. La sfida tra le classi iscritte partirà a dicembre e la finalissima, con premiazione, si terrà entro il 19 dicembre 2020. Alla scuola della classe vincitrice verrà assegnato un buono di 1000 euro, da spendere per l’acquisto di materiale didattico; gli alunni delle classi seconda, terza e quarta classificata riceveranno in premio zainetti realizzati all’interno del carcere di Bologna. Le classi iscritte potranno anche partecipare a un concorso di idee che prevede un’attività creativa, con la realizzazione di un elaborato (video, infografica, presentazione multimediale, ecc.) dedicato a uno o più progetti realizzati nel proprio territorio grazie ai Fondi europei Por Fesr.
Per questo è previsto un ulteriore premio di 500 euro, sempre per l’acquisto di materiale didattico per la scuola di appartenenza. Il torneo è realizzato nell’ambito del Festival della cultura tecnica 2020, promosso dalla Città metropolitana di Bologna e si realizza all’interno delle “Operazioni orientative per il successo formativo” promosse dalla Regione Emilia-Romagna e cofinanziate dal Fondo sociale europeo PO 2014-2020. Focus tematico dell’edizione del festival, in programma fino al 19 dicembre 2020 e progettata sulla base delle più attuali risorse tecnologiche e secondo un approccio ancor più innovativo, sarà “Sviluppo sostenibile e Resilienza”.

Pubblicato il 17 novembre 2020

Ascolta l'audio   

Come sopravvivere al Covid tra scienza e fake news

ucid

Viviamo in un mondo governato dalla tecnologia, rigurgitante d’informazioni, carico di scienza eppure le fake news, ovvero l’elegante veste che diamo alle “balle”, dominano i social ma anche le pagine dei giornali e le reti televisive. Il 2020 poi, in ragione della pandemia da Covid, è stato un tripudio di false e discordanti informazioni, creando ora panico ed ora diffidenza nel cittadino comune. Invitato dalla sezione UCID di Piacenza presieduta da Giuseppe Ghittoni, il dott. Davide Ederle, presidente dell’associazione nazionale dei biotecnologi italiani, ha spiegato con chiarezza ciò che stiamo affrontando, affinché le persone possano davvero responsabilizzarsi, poiché è proprio la consapevolezza l’unico strumento a nostra disposizione per combattere il virus. La conferenza dal titolo “Navigare l’incertezza, manuale di sopravvivenza per il covid 19 : tra scienza e fake news” ha voluto mettere un po’ di chiarezza su questo tema scottante, perché di covid se ne parla quotidianamente ma i pareri discordanti non aiutano a fornire una corretta informazione. Ecco cosa ci ha raccontato Il biotecnologo.

Le fake della scienza

“È successo qualcosa d’inedito dal punto di vista scientifico con la pandemia da covid, ci sono state sino ad oggi oltre 170.000 pubblicazioni “scientifiche”, molte delle quali prive di fondamento e senza nessuna ricerca approfondita. Parliamo di articoli spazzatura e approssimativi, non ultimo quello della rivista dell’istituto nazionale sulla ricerca dei tumori, che ha dichiarato che il covid 19 girava in Italia già da agosto 2019. Per fare simili affermazioni devi fornire tante e solide prove, in condizioni normali un simile articolo non sarebbe mai stato preso in considerazione. Tra questa massa di pubblicazioni ne salverei solo 300-400, pare infatti che i ricercatori siano diventati i primi produttori di fake news, diffondendo opinioni senza nessuna base scientifica e dando in pasto all’opinione pubblica tesi che si sono rilevate poi del tutto infondate poiché non sostenibili, ed usando la loro credibilità per diffondere confusione, trasformando così la sana paura in panico. Il dibattito scientifico è sempre stato acceso nella storia, ma nel rispetto del contesto, qualunque tipo di dialogo deve tenere in considerazione i dati, altrimenti si rischia di pagare un conto molto salato”.

Una banale influenza?

“La prima bufala è stata quella di definire il covid solo una banale influenza, ma se guardiamo i dati da subito si era capito che non poteva essere vero, i ricoveri in terapia intensiva ed il numero dei decessi, più del doppio della peggiore influenza degli ultimi dieci anni, parlavano chiaro. Bisognava da subito dire che il virus era sconosciuto ed era necessario contenere il contagio per evitare di riempire gli ospedali. La pressione sul sistema sanitario è stata pesantissima impedendo di curare la gente per le normali patologie e di fare screening preventivi. Abbiamo a che fare con un virus sconosciuto e l’unico modo per evitare i contagi è quello di prevenirlo con i distanziamenti e le mascherine, altrimenti si commette una grave imprudenza. Non conosciamo inoltre ancora bene gli strascichi che questa malattia provocherà, al momento si evidenziano miocarditi, problemi respiratori e neuronali”.

Molte teorie infondate

“Si è parlato poi di un virus creato in laboratorio, ma anche per questa ipotesi non abbiamo nessuna prova, nè a favore nè contraria e probabilmente non lo sapremo mai. Molti camici bianchi hanno dichiarato con grave imprudenza che il virus mutando aveva perso aggressività, inoltre ogni settimana si proponeva un nuovo farmaco senza prove sufficienti sulla sua reale efficacia. Per il momento sappiamo che i migliori risultati su casi non gravi si sono ottenuti con gli anticorpi monoclonali (la cura del presidente Trump) che però non sono in commercio e che dovremo aspettare ancora per la distribuzione. Altra bufala è quella che gli asintomatici non sono contagiosi, ma va detto che se così fosse non si spiegherebbe la diffusione esponenziale del virus. Inoltre la definizione di asintomatico viene fatta al momento del tampone senza considerare che nei giorni successivi i sintomi potrebbero comparire”.

Seconda ondata 

“La mancanza di precauzioni durante l’estate appena trascorsa è stata una delle cause della seconda ondata, per questo è più che mai necessario adottare tutte le misure precauzionali, bastava guardare il trend della malattia per non trovarsi in una situazione analoga a quella di marzo. Occorreva adottare comportamenti responsabili, non farsi trovare impreparati, non prestare ascolto ai messaggi contraddittori, quelli dei negazionisti e quelli che creavano panico ed angoscia. Questa influenza ha portato ad una mortalità doppia rispetto a quella già pesante del 2017, abbiamo bisogno di razionalità e di seguire ordini precisi. La politica, sia il governo che l’opposizione, non è stata troppo chiara e gli scienziati non hanno comunicato al meglio le loro conoscenze, per questo è necessaria maggior trasparenza, evitare sensazionalismi seguendo i dati disponibili, rifiutare la faziosità e prendere i provvedimenti necessari”.

Stefania Micheli

Ascolta l'audio   

Pubblicato il 18 novembre 2020

Impariamo a tendere la mano

maniaperte

San Paolo ci aiuta a rendere grazie soprattutto per la nostra povertà, nel punto in cui mai avremmo immaginato di trovarci ma dove si sperimenta la viva presenza di Dio e dei fratelli.
C’è un Paolo nuovo e molto umile in questa Lettura, cambiato rispetto ai tempi della gioventù in cui si mostrava fiero di veder massacrare i cristiani; ora riconosce di essere stato soccorso e sa di non bastare a se stesso.
Il nuovo Paolo ha imparato a ricevere bontà dai fratelli e ne gioisce, non si considera più un superuomo.
Così capita anche noi quando impariamo a tendere la mano e a riconoscerci bisognosi, mentre la società ci vorrebbe maestri e giudici di noi stessi.
Non ci chiediamo dove ci pone la grazia di Dio in un certo momento oppure dove ci chiederebbe di restare, ma pretendiamo di esaudirci da soli, anche nella vita spirituale.
Invece noi possiamo incidere sulla vita dell’altro, con una parola buona anche in una situazione di povertà. 

 

Paolo ha imparato a riprendere e riconsiderare daccapo vecchie situazioni e per questo ci vuole umiltà.
Paolo come Pietro rappresenta figure della gratitudine, che sanno consegnarsi al volere di Dio.
Il messaggio è imparare ad accogliere l’altro e vedere che il Signore è in tutte le cose e in tutti noi.
Quando noi realmente opponiamo resistenza all’aiuto fraterno?
In quali circostanze rifiutiamo una mano tesa verso di noi?
Permettere a qualcuno di aiutarci è questione di umiltà. Chiedere aiuto nelle varie situazioni della vita vuol dire sopportare di manifestare il proprio limite, la propria mancanza.
Dio ci dà la forza anche di chiedere.
Siamo nelle mani di Dio e così acconsentiamo che quelle mani si manifestino anche nei fratelli.
È la storia che decide la nostra santità nella misura in cui sappiamo pacificarci e riconciliarci con Dio, grazie al nostro prossimo.
Il Signore ci riconosce la forza di accettare le nostre debolezze e far sì che diventino un tramite per la comunione con gli altri.
Quante volte i nostri rapporti s’intensificano proprio nelle situazioni di fatica o di malattia, diventando solidi e profondi se ci lasciamo penetrare dall’aiuto di un altro. Nasce così una vera vicinanza profonda, solo se siamo capaci di spogliarci e di donarci.
Dio si consegna a noi in ogni Eucaristia.
Chi c’è di più debole del Signore, chi più di lui mendica il nostro amore?
Infatti, chi più di lui è umile?
Sosteniamoci un esame di coscienza per ogni volta che abbiamo avuto la possibilità di chinare il capo e invece con il nostro orgoglio abbiamo allontanato chi ci cercava.
Infinite volte abbiamo respinto gli altri perché abbiamo voluto fare da soli.
Proviamo a vedere se abbiamo saputo vivere la debolezza come una grazia e non come un impedimento al nostro vivere.
Il Signore ci chiede di vivere per lui, tutto il resto sarà dato in aggiunta.

Estratto dalla Lectio mattutina
di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 7 novembre 2020, Lettera di san Paolo ap. ai Filippesi 4,10-19

Pubblicato il 17 novembre 2020

Ascolta l'audio

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente