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Notizie Varie

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Ichino a Cives: «L’Italia più attrattiva dal punto di vista lavorativo»

cives

Pietro Ichino a Cives, il corso dell’Università Cattolica di educazione civica, presenta il suo ultimo libro edito da Rizzoli “L’intelligenza del lavoro, quando sono i lavoratori a scegliersi l’imprenditore”. Il dottor Ichino, giurista, giornalista, professore universitario, dirigente sindacale è stato membro della commissione lavoro della camera dei deputati e si è sempre dedicato allo studio del mondo del lavoro elaborando possibili soluzioni, ecco le sue posizioni.

Domanda ed offerta di lavoro

“Il mercato del lavoro non è soltanto un luogo dove gli imprenditori selezionano i propri dipendenti, ma anche un posto dove le persone possono scegliere l’impresa a loro confacente. Potrebbe apparire un’affermazione paradossale ed utopica, ma se ci guardiamo attorno vediamo molte situazioni in cui sono proprio i lavoratori a decidere dove svolgere la propria attività. Il vero problema è che non tutti hanno questa possibilità e per questo è necessario offrire ad ognuno l’opportunità di concretizzare tale principio, assicurando alle persone le necessarie informazioni, una formazione adeguata e un’efficiente assistenza alla mobilità in ragione della domanda di lavoro esistente. Le imprese, che sono sempre più flessibili a livello globale, tendono a dislocarsi nei luoghi dove possono trovare forza lavoro adeguata alle proprie necessità. A rendere debole la persona nel mercato del lavoro non è tanto lo squilibrio tra domanda ed offerta, quanto piuttosto il difetto di servizi, per questo è essenziale fornire informazioni su dove esistano le opportunità migliori e formare per renderle praticabili. L’effetto di un mercato del lavoro non informato e formato, determina una mancata corrispondenza tra domanda ed offerta”.

I giacimenti occupazionali

“Esistono giacimenti occupazionali indipendenti dagli incentivi statali e anche oggi, nonostante la crisi dovuta al covid-19, tale esigenza permane. La difficoltà che le imprese denunciano è quella di reperire lavoratori e non solo per le professioni qualificate, ci sono settori che proprio in questo periodo hanno visto aumentare il loro fatturato e manifestano l’incapacità di trovare risorse umane. Oggi è possibile conoscere in tempo reale il fabbisogno occupazionale prevedibile settore per settore, azienda per azienda, ma è necessaria una formazione professionale efficace e permanente che dia accesso alla domanda di lavoro esistente, questo diritto, sopratutto nellera delleconomia digitale e globalizzata, deve diventare comune a tutti i lavoratori presenti e futuri. Per questo motivo occorre un monitoraggio approfondito tra formazione impartita e sbocchi occupazionali effettivi, realizzabile attraverso l’istituzione di un’anagrafe della formazione professionale, indispensabile per l’orientamento, che consenta di fornire agli utenti indicazioni attendibili sui percorsi che daranno occupazione. Nel nostro paese esistono servizi di orientamento professionale, però non vengono erogati in modo capillare come in altri stati dove raggiungono non solo chi è già inserito nel mondo del lavoro, ma anche ogni adolescente all’uscita dei percorsi scolastici, tracciando le sue aspirazioni e capacità, indicando le strade percorribili con realistiche probabilità di poter svolgere il lavoro desiderato. In Italia purtroppo si privilegia maggiormente l’interesse degli addetti alla preparazione più che rispondere alla domanda di formazione. Si spendono fiumi di denaro spesso malamente e distribuiti in modo clientelare, secondo criteri di lottizzazione politica”.

Quando a scegliere l’imprenditore è la collettività 

“La globalizzazione consente alle imprese di mettere in concorrenza tra loro i lavoratori di tutto il mondo, ma nel contempo una collettività di lavoratori che vuole valorizzare il proprio territorio può ricercare l’impresa che meglio corrisponde alle proprie esigenze e alla propria formazione professionale. Si apre un nuovo ruolo del sindacato che dovrebbe guidare i lavoratori in questa ricerca, accompagnandoli a valutare i piani industriali degli imprenditori e a negoziare la scommessa comune. Questa può rappresentare la speranza di riscatto economico sopratutto per il nostro mezzogiorno, spalancando il paese al meglio dell’imprenditoria. Purtroppo in Italia si è sempre stati ostili alle multinazionali che in sè non sono né buone nè cattive, ma è necessario sapere esaminare la loro affidabilità sul piano etico, della trasparenza, della solidità finanziaria e dell’affidabilità tecnica. Prendersi il meglio della globalizzazione significa mettere in concorrenza gli imprenditori sul lato dell’offerta di lavoro, la difesa dell’italianità delle imprese rappresenta un grave errore e dobbiamo entrare nell’ordine d’idee che più piani industriali affluiscono nel nostro paese, più si rafforza la possibilità dei lavoratori di scegliere. Promuovere sul territorio la possibilità d’insediamento di una pluralità di aziende in concorrenza tra loro, significa aumentare la possibilità di scelta. È necessario rendere l’Italia maggiormente attrattiva dal punto di vista lavorativo”.

Stefania Micheli

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Pubblicato il 24 novembre 2020

I «Progetti del Cuore» realizzano un mezzo per Carpaneto, Podenzano e San Giorgio

anteas


Il sostegno alle persone in difficoltà arriva anche in tempo di emergenza a sanitaria. Per garantire i servizi di trasporto a tutte le persone fragili, anziani, bambini e disabili si è tenuta il 13 novembre la consegna delle chiavi, per l’inaugurazione del nuovo mezzo di trasporto per i cittadini di Carpaneto Piacentino, Podenzano e San Giorgio Piacentino.
In questa occasione i “Progetti del Cuore”, avviati da qualche tempo sul nostro comune, rendono disponibile da oggi un nuovo mezzo di trasporto per le persone anziane e diversamente abili per garantire ai cittadini il servizio di trasporto sociale gratuito per una durata di due anni, durante i quali il servizio sarà garantito e gestito in maniera integrale: dall’allestimento del mezzo per il trasporto disabili, alla gestione delle spese (come ad esempio l’assicurazione compresa di copertura kasko).
L’importanza e l’urgenza di questo progetto nascono dalle sempre crescenti necessità del territorio, soprattutto in questo periodo di emergenza, in cui molti Comuni si sono occupati di sostegno alle persone fragili anziani, bambini e disabili.
Quest’anno a ricevere il mezzo sarà il Comune di Carpaneto Piacentino Podenzano e San Giorgio Piacentino, che avrà a disposizione un Fiat Doblo attrezzato per il trasporto dei cittadini diversamente abili e in stato di necessità. Da sempre l’Anteas si occupa di aiutare le persone in difficoltà del territorio, come anziani, disabili o malati che ogni giorno hanno bisogno di assistenza.
Il progetto ha preso, così, il suo via effettivo nonostante le attuali norme restrittive in materia confinamento, lasciando le chiavi nelle mani dei volontari che cominceranno i servizi e mandando un messaggio di ringraziamento a tutti i sostenitori, per i quali l’invito alla cerimonia di inaugurazione effettiva è stato rimandato non appena le condizioni di confinamento lo consentiranno.
“Prima dell’avvento del Covid – spiega il Presidente Tamborlani- facevamo tutti i trasporti in convenzione con servizi sociali del comune che ci segnalavano i casi su cui si doveva intervenire gratuitamente con servizio di trasporto presso gli ospedali ecc. Con l’andare avanti della situaione d’emergenza Anteas ha ulteriormente modificato i suoi servizi facendo un accordo con Caritas per la consegna a domicilio di generi alimentari. Nell’attesa di poter ripristinare tutti i servizi”.
A sostenere il progetto anche Annalisa Minetti, che aveva presentato l’iniziativa all’inizio nell’ambito dei “Progetti del Cuore”: “La mia esperienza personale mi ha resa particolarmente sensibile a tutte le iniziative con cui si cerca di migliorare la vita dei cittadini diversamente abili, al punto di avermi guidato verso i “Progetti del Cuore” come quello che si sta portando avanti a Carpaneto Piacentino, Podenzano e San Giorgio Piacentino: la vocazione di questa iniziativa è di contribuire a risolvere il problema, sempre più stringente per l’Amministrazione pubblica e per le associazioni di volontariato, della destinazione di fondi per l’acquisto di mezzi da trasformare e adibire al trasporto dei cittadini con disabilità o ridotta capacità motoria”.
Ed è stato proprio grazie alla partecipazione della attività locali che si è potuta garantire l’esistenza di questo un servizio, che corrisponde ad una necessità imprescindibile sul territorio. Le aziende che hanno aderito, oltre a trasferire sul proprio marchio il valore aggiunto di questo nobile servizio, hanno potuto sostenere e aiutare i membri più fragili della comunità.

Pubblicato il  20 novembre 2020

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Lo psicologo Iengo: è importante «sentirci parte»

 Iengo comunita P.1

“Da che cosa siamo oppressi oggi?”. È una delle domande più incisive rivolte ai partecipanti al secondo incontro della Comunità pastorale 1 di Piacenza, dallo psicologo Maurizio Iengo. Riunione, svoltasi il 18 novembre, su piattaforma digitale Meet, che aveva come tema “Giovani attivi e crescita personale”. Tante sono le forme di oppressione mediatica che subiscono oggi i giovani. Un esempio - per lo psicologo Iengo - sono i vari programmi definiti TV spazzatura come “Il grande fratello”, “Uomini e donne” che continuano avere grande share di spettatori.
“L’attenzione a questi programmi - ha commentato Iengo - è perché sono concentrati su emozioni forti, litigi, offese, contrapposizioni e tutto ciò viene messo alla ribalta”. Anche i talent come “Amici”, che apparentemente sembrano mettere in evidenza delle capacità di giovani artisti, in realtà - secondo lo psicologo - sono delle competizioni sui personaggio televisivi che i ragazzi talentuosi sono in grado di creare.
“Non dimentichiamo poi - ha aggiunto Iengo - i video musicali che oggi spopolano: sono massima espressione di cose come: denaro, sesso facile, popolarità, tutti temi che i giovani assimilano come cibo quotidiano e fanno parte di “quell’oppressore silenzioso” che condiziona la vita di tanti”.
Don Milani ribadiva spesso ai suoi ragazzi di avere la voglia di conoscere il mondo. Iengo ha parlato del suo viaggio, di qualche anno fa, a Barbiana, parrocchia di don Milani, dove ha conosciuto uno degli ex ragazzi, Michele Gesualdi, mancato nel 2017, esponente sindacale, politico e scrittore cresciuto alla scuola di don Milani. Gesualdi ha conosciuto bene don Lorenzo come prete e maestro, ma anche come uomo e padre. Per anni, come presidente della Fondazione Don Milani, ha dato la parola direttamente al priore di Barbiana, pubblicando e divulgando i suoi scritti. La testimonianza, raccolta da Iengo, da parte di Michele Gesualdi, è stata quella del racconto del suo primo viaggio in Francia, voluto da don Milani che convinse la madre riluttante di Michele in modo forte e deciso. Quell’esperienza ha aperto gli occhi di Gesualdi e ha contribuito ad accrescere la sua personalità e farlo arrivare a ciò che è diventato.
“Quando vedi le sofferenze nel mondo - ha continuato lo psicologo - non puoi restare indifferente. il mondo ha bisogno anche di te… C’è un pezzo di vita, di storia che se non fai tu, non farà nessun altro. Questo significa “sentirci parte”, cioè nessuno è escluso dalla chiamata alla costruzione di un mondo migliore”.
“Il mondo cambia con il tuo esempio non con la tua opinione”. È la frase famosa di Paulo Coelho, noto scrittore, poeta e blogger brasiliano, citata da Maurizio Iengo nella parte finale del suo intervento che si è concluso con otto spunti per agire, ottime proposte per le giovani generazioni:

- limitare tv e videogiochi “spazzatura”;

- guardare programmi costruttivi;

- leggere libri, rivisti, giornali;

- informarti e informare su “temi sociali”;

- usare l’arte per mandare messaggi di partecipazione;

- avere comportamenti pro-sociali;

- fare volontariato.

- costruire un futuro che sia di aiuto ad altri e al ”mondo”

R.T.

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Pubblicato il 19 novembre 2020

Nove Agriturismi donano 500 euro per una scuola in Uganda

alito

 

Basta un chicco di riso a unire Piacenza e l’Uganda. Nove agriturismi della provincia di Piacenza hanno donato 500 euro ad Africa Mission Cooperazione e Sviluppo: si tratta di aziende di Campagna Amica associate a Terra Nostra che hanno aderito alla campagna benefica “Abbiamo riso per una cosa seria” promossa da Focsiv e Coldiretti, acquistando 85 chili di riso. Il ricavato, a cui si è aggiunta una donazione del presidente Ugo Agnelli e del direttore Claudio Bressanutti di Coldiretti Piacenza, ammonta a 500 euro e verrà destinato alla Scuola di Agribusiness di Alito, che Africa Mission Cooperazione e Sviluppo gestisce da qualche anno in Uganda.
La consegna dell’assegno si è svolta nella sede di Coldiretti Piacenza alla presenza del direttore di Africa Mission Carlo Ruspantini, del presidente di Coldiretti Ugo Agnelli, dell’agronomo Celestino Poggioli e della referente della campagna Elisabetta Dordoni.
Ad aderire alla campagna sono stati: “Le rondini società agricola” di Lodino di Gazzola, “Casa Nuova” di Rivergaro, “Il Castello di Folignano” in località Castello di Ponte dell’olio, “Azienda agrituristica Val Riglio” di Ronco di San Giorgio, “Cascina Morina” in località Morina di Bobbio, “Tenuta Casteldardo” di Besenzone, “Oasi del Gargatano” di Piacenza, “Molino fuoco” in località Mulino Fuoco di Podenzano e “Oddi agriturismo Il viandante” in località Spada di Borgonovo.
“Per noi il sostegno di queste aziende è importante – spiega Ruspantini – attraverso la campagna “Abbiamo riso per una cosa seria” aiutiamo sia i produttori della Coldiretti, sia gli agricoltori formati nella Scuola di Agribusiness di Alito”.
“Siamo orgogliosi che alcuni agriturismi abbiano voluto dare una mano a una realtà attiva in Uganda come Africa Mission Cooperazione e Sviluppo – spiega Agnelli – personalmente ricordo don Vittorione e quando penso all’Africa un pensiero va a lui. Il fatto di poter sostenere gli agricoltori in Uganda in un momento difficile come quello attuale ci fa piacere: ci auguriamo di poter continuare a essere vicini all’associazione”.  

Pubblicato il 20 novembre 2020   

           

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Cives, l'attualità di Keynes

incontro cives

Cambia-Menti, il corso di educazione civica dell’Università Cattolica ha ospitato il professor Luciano Canova, economista, divulgatore scientifico ed insegnante di Economia Comportamentale presso la Scuola Enrico Mattei. Il professore ha presentato il suo ultimo libro “Quando l’oceano si arrabbia. Keynes per chi non l’ha mai letto”  Egea 2020. Ma quale può essere l’attualità di Keynes ai nostri giorni? Ce lo spiega il dottor Canova.

Chi è Keynes

Keynes nasce e si laurea a Cambridge in matematica ma approfondirà i suoi studi nell’ambito dell’economia, classe 1883 vive in un momento delicatissimo per la storia europea: dapprima la grande guerra, poi la depressione del ‘29 ed infine la seconda guerra mondiale. Un personaggio che ha dedicato la sua vita allo studio e alla divulgazione dell’economia facendo politica senza mai schierarsi, con l’unico obbiettivo di mettere a disposizione del bene pubblico le proprie competenze. Keynes è considerato il padre dell’intervento pubblico in economia, sottolineando quanto sia importante in tempi eccezionali prendere misure eccezionali.

Economista moderno 

Keynes è stato il fondatore dell’econometria, una disciplina empirica che vuole provare con dati certi a costruire relazioni tra i fenomeni. Egli entra nel dibattito pubblico senza paura ma con la volontà di fare la sua parte suggerendo strade percorribili in ambito economico. Il suo desiderio fu proprio quello di cercare di stabilire una rotta nel mare in tempesta, ovvero di fornire le migliori soluzioni in periodi particolarmente difficili. Agire bene significa prendersi la responsabilità delle proprie scelte, che devono essere fondate su competenze approfondite, con la capacità di avere una visione precisa del futuro. L’economista inglese fu tra i pochi a prevedere le conseguenze disastrose che il trattato di pace di Versailles avrebbe portato alla fine della prima guerra mondiale, punire eccessivamente la Germania infatti fu una delle cause che portò allo scoppio di una seconda guerra. Capire le interconnessioni delle scelte politiche significa capire gli effetti che tali scelte avranno sul futuro. Per questo motivo possiamo considerare Keynes come il primo europeista, egli comprese che la prosperità di un continente si fonda sulla pace di quel continente ed è per questo che il progetto dell’Unione europea ha una grandissima valenza politica, eliminando la possibilità di conflitti futuri.

La spesa pubblica

Keynes fu il padre della teoria dell’intervento pubblico nell’economia di mercato, perché capì l’importanza di dirottare la spesa pubblica per generare lavoro e reddito, un sistema che non è però assistenzialista, egli resta un liberale convinto e sostiene che lo stato deve essere motore d’investimenti esclusivamente produttivi, così da evitare un aumento esponenziale del debito pubblico.

Il ruolo dell’intellettuale

Keynes incarna il ruolo dell’intellettuale competente che si mette al servizio del suo paese, confrontandosi e non scontrandosi con le differenti posizioni, argomentando in modo costruttivo le proprie opinioni. Compito dei cittadini di un paese è quello di fondare relazioni sulle competenze reali e di fidarsi di coloro che dimostrano tali competenze in modo consapevole, assumendosi le responsabilità delle proprie posizioni.

Stefania Micheli

Pubblicato il 19 novembre 2020

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