Una ventina di letti meccanici, materassi, comodini, poltrone elettriche e un carrello per la biancheria, tutti dismessi dagli ospedali del territorio, voleranno in Senegal per essere riutilizzati in strutture sanitarie che si occupano di assistenza ai disabili. Grazie all’iniziativa del circolo Auser di Ziano, i materiali messi a disposizione dall’Azienda Usl di Piacenza hanno iniziato il loro lungo viaggio verso l’Africa. Letti e poltrone sono stati donati all’associazione non lucrativa Touba Ca Kanam, che si occuperà di trasportarli fino a destinazione. A raccontare la bella sinergia che ha portato a questa iniziativa il presidente provinciale Auser Giorgio Reggiani, accompagnato da Domenico Caruso; la vicepresidente del circolo di Ziano Paola Orsi, anima del progetto, insieme ad Antonio Mosti, e Mouhamed Ali Ndiaye. Proprio quest’ultimo, senegalese di origine, ma ormai cittadino italiano, si è fatto portavoce dei ringraziamenti del suo Paese. “Quanto donato dalla Ausl, grazie alla collaborazione con l’Auser di Ziano, servirà nell’ospedale che siamo costruendo a Touba”.
Mouhamed, nominato “Ambasciatore di Buona Volontà per i disabili dell’Africa dell’ovest”, è diventato più volte campione di boxe italiano e ha portato i colori nazionali in tutto il mondo. Oggi risiede con la famiglia a Pontedera, dove è volontario di Croce Rossa, e dove porta avanti il suo incessante impegno a favore della sua terra d’origine. “Siamo molto di veder realizzato uno dei tanti progetti di solidarietà che ci contraddistinguono – hanno evidenziato i vertici dell’Auser di Ziano – e che vanno al di là di tutte le frontiere. Speriamo che questa donazione possa essere l’inizio di una collaborazione: iniziative come questa possono legare le persone e innescare un circolo virtuoso che noi, come associazione, cerchiamo proprio di alimentare”. Il circolo Auser e l’associazione Touba Ca Kanam hanno poi rivolto un particolare ringraziamento al personale dei Servizi Generali e Logistici dell’Ausl di Piacenza e a Martina Croci, che hanno collaborato alla preparazione e carico dei materiali donati.
Aiutare i giovani a diventare cittadini consapevoli rispetto alle scelte finanziarie individuali che faranno nel prossimo futuro: è l’obiettivo dell’Educazione finanziaria, sulla quale da qualche anno a questa parte si sono riaccesi a livello nazionale i riflettori grazie all’azione di diverse Istituzioni (Comitato interministeriale Edufin, diretto dalla piacentina Annamaria Lusardi, Consob, Banca d’Italia, Abi, che ha creato allo scopo una fondazione - la FEduF - di cui è vicepresidente Corrado Sforza Fogliani).
L’Educazione finanziaria parla dunque un po’ piacentino (per il ruolo sopra descritto di alcuni illustri concittadini) e Piacenza sarà ancor più protagonista in questo ambito con il progetto rivolto alle scuole del territorio che è stato presentato nei giorni scorsi nella Sala Giuseppe Piana dell’Università Cattolica e che vede coinvolti Banca di Piacenza, Consob, Banca d’Italia e la stessa Cattolica. Quattro gli Istituti della scuola secondaria di II grado che parteciperanno: Liceo Gioia, Istituto tecnico Romagnosi, Liceo Respighi, Istituto Tramello-Cassinari (hanno portato il loro saluto le insegnanti delle rispettive scuole Cristina Capra, Raffaella Fumi, Elena Maria Bianco, Sabrina Mantini), con Isii Marconi e Liceo Colombini che hanno mostrato interesse per l’iniziativa e che verranno inseriti dal prossimo anno. Per Elementari e Medie, hanno invece aderito l’Istituto Sant’Orsola (è intervenuta la preside Donatella Vignola) e l’Istituto comprensivo di San Nicolò.
Eduardo Paradiso, coordinatore del “Progetto Piacenza”, ne ha illustrato le caratteristiche. Gli esperti della Consob formeranno i docenti delle scuole superiori nei prossimi due mesi (per gli insegnanti delle Elementari e delle Medie provvederà la Banca d’Italia), i quali a loro volta - dopo le festività natalizie - avvieranno i corsi di Educazione finanziaria nei rispettivi istituti per gli studenti che avranno aderito. Due i percorsi individuati: uno di base, l’altro con un lavoro di ricerca su specifici argomenti utilizzando materiale fornito dalla Consob. I migliori ricercatori saranno gratificati con borse di studio (una per ognuno dei quattro istituti secondari di II grado) messe a disposizione dalla Banca di Piacenza. «“Non firmare se non hai compreso”: questa è la frase che s’incontra entrando alla Banca di Piacenza - ha sottolineato il presidente esecutivo dell’Istituto di credito di via Mazzini, Sforza Fogliani -. E’ una frase che dice tutto di come intendiamo fare banca».
In collegamento da Roma, sono intervenute per la Consob Nadia Linciano (che ha illustrato l’offerta formativa nazionale) e Paola Soccorso (che è entrata nel merito del progetto piacentino, spiegando che la Commissione per le Società e la Borsa farà un test in ingresso ed uno in uscita a tutti i ragazzi che parteciperanno alle ricerche, così da favorire il percorso di scelta dei migliori a cui assegnare le borse di studio; inoltre, ha definito alcuni dettagli relativi ai corsi e ai PCTO, i programmi di alternanza scuola/lavoro sospesi con l’emergenza sanitaria e che possono essere sostituiti con lezioni sull’Educazione finanziaria - 30 ore - aperte a tutti gli studenti, che matureranno i relativi crediti formativi). Sempre in collegamento, è intervenuto Corrado Cosenza dell’Ufficio scolastico della Lombardia, che ha raccontato l’esperienza del progetto di Educazione finanziaria della Consob, proposto in via sperimentale per la prima volta nel 2018 proprio nella regione lombarda, al quale avevano aderito 27 scuole dislocate in 10 province.
L’Università Cattolica, rappresentata dai docenti Paolo Rizzi e Stefano Monferrà, offrirà agli studenti un supporto scientifico per le ricerche con gli insegnanti di Economia monetaria, di Microeconomia e di Finanza.
E' morto all’età di 63 anni Francesco Cacciatore, ex vicesindaco di Piacenza e dirigente della Provincia. Appassionato di politica, ha militato nei Ds, nel Partito Democratico e aveva partecipato con Pier Luigi Bersani e Maurizio Migliavacca alla fondazione di "Articolo Uno", del quale era il referente piacentino più conosciuto.Sul fronte professionale proprio la scorsa estate aveva raggiunto la pensione: ricopriva l’incarico di dirigente del servizio bilancio della Provincia di Piacenza. Il termine della sua attività lavorativa venne salutato con gratitudine e rispetto dall’Amministrazione provinciale e dai colleghi dell'ente di via Garibaldi. “La sua lunga esperienza politica – sottolinea il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri – è sempre stata ispirata a un confronto franco e aperto per il bene comune, in quell'ottica di servizio alla collettività che ha contraddistinto anche il suo ruolo professionale di dirigente pubblico. La passione che animava il suo impegno civico, mai disgiunta dalla competenza e da una profonda conoscenza amministrativa, resta un esempio per noi tutti, così come la sua costante attitudine al dialogo e all'ascolto dei cittadini".
“Alla Chiesa di oggi manca un uomo come il card. Martini: un uomo non di tattica ma di strategia, che sapeva sognare e osare parole di profezia”. Parole di mons. Dario Edoardo Viganò, ospite eccezionale a Roveleto, dove ha conversato con don Umberto Ciullo di fede, Chiesa e cinema. Viganò dal 1998 vive a Roma prima impegnato con la Cei, poi l’Università Lateranense, l’incarico come direttore del Centro Televisivo Vaticano con papa Benedetto XVI, dal 2015 al 2018 Prefetto della Segreteria per la comunicazione (con il mandato di accorpare e riorganizzare i mass media vaticani, rendendoli più efficienti e più moderni) e dal 2018 è assessore del Dicastero per la Comunicazione.
La passione per il cinema
“Ti occuperai di cinema mi disse l’allora vescovo di Milano, il card Martini - racconta mons. Viganò- e così feci un dottorato di ricerca. Cinema che mi ha cambiato in due aspetti: saper ascoltare chi non appartiene al mio mondo ecclesiastico e imparare ad affinare lo sguardo”. Cinema che è anche il tema del suo ultimo libro, “Lo sguardo, porta del cuore”, che pone al centro quello neorealista, una cultura cinematografica cara a papa Francesco che ha poi coltivato e arricchito nel corso del tempo e di cui il suo pontificato è nitida testimonianza: non sono rare, infatti, le occasioni in cui il Papa ha fatto riferimento a questo o quel film perfino nei grandi testi del suo magistero. “Il neorealismo è nato dopo la Seconda guerra mondiale, un conflitto che aveva lasciato distruzione, bambini senza famiglie, mariti e figli dispersi. La guerra ha lasciato un’Italia ferita in modo radicale, lo stesso ha fatto il Covid. La pandemia ha ridotto il lavoro e per alcuni non c’era più, affetti cari sono stati sottratti nella solitudine. Ora è importante riallenare lo sguardo perché non si radichi nel presente tragico ma possa indicare una prospettiva”.
Uomo di comunicazione di ben due Papi
“Quando papa Benedetto XVI diede le dimissioni ero appena arrivato – prosegue mons. Viganò-, c’era grande confusione e tante richieste da parte delle tv internazionali, così decidemmo di girare noi il viaggio del Papa. Ben 19 camere a riprendere, un elicottero che registrava il passaggio del Papa dal Vaticano a Castel Gandolfo”. Emozionante la ripresa del carrello dell’elicottero che si stacca da terra e che “con un’immagine racconta che un pontificato è finito” ma anche la ripresa che mostra Benedetto XVI in volto quando entra a Castel Gandolfo, “segno di accoglienza”. “Quando Francesco diventa Papa tutti volevano fare un film con lui, sono arrivate in Vaticano oltre 200 richieste. Così ho pensato: se c'è questo interesse, perché il film non lo facciamo noi?”. Così grazie alla caparbietà di mons. Viganò ha preso vita il docufilm "Papa Francesco - Un uomo di parola", produzione del regista tedesco Wim Wenders in cui Bergoglio affronta i temi a lui più cari dalla giustizia sociale alla crisi ecologica, e che presto sarà disponibile su Netflix.
“Per trainare un carro c’è bisogno che i due cavalli vadano sempre alla stessa velocità”. Per Platone i cavalli rappresentavano la parte razionale e intellettiva dell’anima umana; secondo Paolo Rizzi, docente di Politica economica all’Università Cattolica di Piacenza, la metafora vale anche per uomini e donne nel lavoro: c’è bisogno di entrambi in egual modo. “Il contributo femminile nel mondo del lavoro”, questo il tema del secondo incontro organizzato da Emporio Solidale nell’ambito del progetto “Impronte di donna, impronte di pace con la Terra”.
Quanto e dove lavorano le donne? Il prof. Rizzi usa la metafora del “soffitto di cristallo” per descrivere la condizione odierna della donna nel lavoro: “la donna lavora, ricopre ruoli importanti, ma non raggiunge mai il vertice”. È la “segregazione verticale”. Dall’altra parte c’è una segregazione “orizzontale”, immaginata come un “pavimento di pece”: “le donne lavorano specialmente in alcuni settori (scuola, agricoltura, sociale), ma scarseggiano nelle STEM (discipline scientifico-tecnologiche)”. A parità di capacità, il lavoro femminile è svalutato: il tasso di occupazione femminile in Italia è del 49%, per contro il 67% degli uomini ha un impiego. A Piacenza si lavora di più (59% delle donne, 77% degli uomini), ma la forbice resta evidente. Un’altra preoccupazione è data dalla differenza di retribuzione fra uomini e donne a parità di impiego. “Le donne, secondo uno studio, sono dotate di una razionalità espressiva, mentre negli uomini prevale la razionalità strumentale: Ulisse, per sopravvivere al canto delle sirene, si lega al palo della nave e tappa le orecchie ai suoi compagni. Così, però, lui sente il canto, ma agli altri viene impedito. Invece Giasone fa suonare Orfeo, e riesce così a passare indenne permettendo anche agli Argonauti di sentire il canto delle sirene”. Le “soft skills” – competenze trasversali - sono fondamentali per le aziende quando assumono, e le donne sono maggiormente predisposte ad averle. “È più facile che una donna si comporti come Giasone e un uomo come Ulisse”, sostiene Rizzi, spiegando gli studi effettuati. Ma questo indebolisce la donna? “No, perché alle aziende piace la competizione cooperativa, che mischia tratti tipicamente maschili e femminili”.
La ricetta della parità di genere Quando dice che “l’ascesa delle donne è inesorabile”, Paolo Rizzi, nonostante tutto, è ottimista. Esempi di donne al comando come Ursula Von der Leyen, Kamala Harris e Janet Yellen fanno ben sperare, ma la strada per la parità è ancora lunga. “Il 90% dei posti di lavoro persi in pandemia era occupato da donne”, ricorda Rizzi. Nei Paesi del Nord Europa, dove il 70% delle donne ha un impiego, alle donne viene data la possibilità di conciliare lavoro, tempo libero e famiglia. Bisogna incentivare anche la cultura, nelle discipline in cui le donne sono meno presenti, e l’aggregazione, con strutture che aiutano le donne nell’impresa. Il prof. Rizzi mostra il libro “Chi ha cucinato l’ultima cena? Storia femminile del mondo” di Rosalind Miles, e ricorda il rapporto non felice che le religioni hanno avuto e hanno ancora con le donne. “I ruoli sono importanti perché complementari”.
Le donne straniere lavorano più di prima “La passione per l’umano crea dipendenza” secondo Giovanna Vezzoso, volontaria del Centro di Solidarietà della Compagnia delle Opere (CDS), che sostiene e accompagna le persone nella ricerca del lavoro. “Ho trovato il lavoro della mia vita”, dice Giovanna. Al CDS accedono tantissime donne: Giovanna evidenzia come alcuni lavori sono passati da essere prerogativa di donne straniere a essere cercati anche da italiane, e ciò è dovuto alle difficoltà economiche. Le donne straniere oggi lavorano di più per resistere all’aumento delle spese familiari; ma oltre alla necessità, “si lavora per avere un posto nel mondo, un’indipendenza, una dignità”.
La donna nell’arte: incontro il 13 novembre L’appuntamento di sabato 13 novembre alle ore 18 avrà come tema “Riflessioni sulla donna nell’arte”. Interverranno Antonella Ballerini, autrice del libro “Volevo l’abito di Angelica”, ed Elena Stendardi, docente del Liceo “Cassinari” di Piacenza. Domenica 14, alle 18, serata di musiche piacentine con Marilena Massarini. Per accedere agli eventi è necessario prenotarsi scrivendo a info [AT] emporiosolidalepiacenza [DOT] it.
Francesco Petronzio
Nella foto: Il prof. Paolo Rizzi durante il suo intervento all’Emporio Solidale.
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