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Notizie Varie

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Il premio La Salle al dottor Roberto Franchi

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Nella mattinata di sabato 13 dicembre presso la sede di via S. Vincenzo 4 a Piacenza è in programma il raduno dell'associazione Ex Allievi del San Vincenzo: all'ordine del giorno, oltre alla presentazione del bilancio dell’anno trascorso e il ricordo di chi ci ha lasciato, ci sarà il rinnovo del Consiglio, la presentazione di nuove attività ed eventi, fra cui la rappresentazione teatrale, a cura della “Maschera di Cristallo”, “Infinitamente Francesco”, in occasione degli 800 anni dal beato transito del Santo. Verranno proposte inoltre alcune testimonianze di ex allievi nello sport. In programma anche il saluto del presidente nazionale della Fedexal Federico Lampiano e del presidente della Confederex piacentina Maurizio Dossena, la testimonianza dei Fratelli delle Scuole Cristiane attivi in altre città, la celebrazione della  messa da parte del vescovo emerito di Piacenza-Bobbio mons. Gianni Ambrosio, sempre molto vicino ai sanvincenzini. Infine ci sarà  l’assegnazione del Premio La Salle al dottor Roberto Franchi, per la sua preziosa professionalità medica e per la generosa attività alla guida del “Samaritano”, l'associazione di Codogno che si prende cura del paziente oncologico e della sua famiglia, assistendoli nei momenti di maggior difficoltà e cercando di far fronte alle loro più svariate necessità.

 Il “San Vincenzo”, un pezzo di storia della scuola cattolica piacentina

La presenza a Piacenza del Collegio San Vincenzo dei Fratelli delle Scuole Cristiane ha costituito – e, in viva memoria, costituisce ancora sempre – una realtà di grande portata per la nostra città, nell’ambito della storia della Scuola, della trasmissione dei valori educativi, dei rapporti con le famiglie, con le istituzioni, con la realtà ecclesiale: la storia del Collegio a Piacenza, con la sua forte presenza e poi con l’inopinata chiusura nel 1972. Un po’di storia ci aiuta: i Fratelli delle Scuole Cristiane furono voluti nel Ducato di Parma e Piacenza nel 1843 dall’Arciduchessa Maria Luigia, insieme con l’omologo della vicina Parma, e così l’intensa e appassionata attività didattico-educativa dei Fratelli iniziò in entrambe le città: e la storia è ancora eloquente, perchè a Parma i Fratelli delle Scuole Cristiane hanno continuato e continuano la loro produttiva esperienza. Alla metà del XIX sec. la fama di San Giovanni Battista De La Salle e, soprattutto, i benéfici effetti della sua azione educativa, erano già molto ben evidenti anche nella realtà italiana: lo stile che egli impresse nell’impegno dei suoi Fratelli si denotò subito per un sapiente intreccio di attenzione conservativa valoriale e di intelligente modernità pedagogica, un tratto che l’azione dei Fratelli ha saputo ben conservare nel tempo, così come nell’altrettanto sapiente intreccio fra senso della disciplina e forte attenzione alla persona, senza distinzioni sociali.
A Piacenza i Fratelli subentrarono ai Padri Teatini, che vi erano presenti dal 1810: ecco la motivazione dell’intitolazione dell’Auditorium di via Scalabrini, che ha successivamente rappresentato la rinascita dell’abbandonata splendida chiesa di San Vincenzo, coi suoi capolavori di arte barocca, uno dei più cari gioielli della realtà del San Vincenzo.
1972, un fulmine a ciel sereno! il “San Vincenzo chiude”! Un colpo che gli ex-allievi e la città tutta accusarono negativamente, una ferita che, diciamolo pure, dopo più di mezzo secolo non si è ancora del tutto rimarginata. Ma guardiamo al presente, lasciamo i pur cari muri e veniamo alle persone: muri che, peraltro, dopo anni di abbandono oggi hanno nuova veste e nuove funzioni e dove la “Storica Associazione Ex Allievi” ha la sua sede e i suoi lavori, una vivida Associazione che è stata guidata, dal 1955, da Tino Concesi, poi, dal ’67, da Diego Braghieri e successivamente, per diciotto anni, da Roberto Egalini, con la ripresa della pubblicazione della “mitica” rivista “Nostra Fiamma”, foglio di coordinamento di tutta la vita lasalliana piacentina. E’ seguita poi la guida di Maurizio Dossena e quella di Giuseppe Ticchi, coadiuvato dai componenti il Consiglio: S. Campagnoli, M. Dossena, T. Inzani, A. Stragliati, C. Dionedi, R. Laurenzano, E. Tirelli, A. Maccari.

L’Associazione e il suo Consiglio Direttivo (che sarà prossimamente rinnovato) cercano di portare avanti, non solo nel ricordo, ma anche propositivamente, lo spirito del La Salle nella loro vita personale, famigliare, culturale, sociale, professionale, ecclesiale, avendo come particolare attenzione la sorte della Scuola Cattolica, in generale e in particolare nella realtà piacentina, una realtà ricca di valori e forti tradizioni, ma anche di notevoli problemi aperti, a cominciare dalla situazione della scuola cattolica a Piacenza, città, provincia e diocesi. Fra gli impegni dell’Associazione in questi anni possiamo cogliere l’obiettivo di una degna collocazione delle preziose reliquie di Sant’Urbico, trasferite a Piacenza per disposizione di Papa Gregorio XVI nel 1849, un santo preadolescente di epoca paleocristiana che per i sanvincenzini piacentini costituisce un affetto e una devozione particolari: bellissime le processioni con fiaccolate che si facevano in Collegio in onore di questo martire bambino, sentito un po’ come il patrono della gioventù studiosa! Le ospita ora la chiesa di San Dalmazio, certo sono patrimonio spirituale della città, in primis, certo, lasalliano.

Il Premio La Salle
 
A decorrere dal 1991 l’Associazione Ex-Allievi del Collegio San Vincenzo di Piacenza assegna annualmente il prestigioso Premio La Salle, come “riconoscimento agli ex-allievi che hanno offerto significative testimonianze e si sono distinti nel campo sociale, professionale, imprenditoriale ed ecclesiale”.
Ricordiamo nomi di grande valore: dott. Carlo Mandelli, rag. Roberto Gentilotti, dott. Luigi Gatti, prof. Giacomo Vaciago, già sindaco della città e valente economista, ing. Leonardo Garilli (a cui dobbiamo, peraltro, un Piacenza Calcio in serie A che appartiene ormai alla storia!), comm. Valentino Cigala, dott.Pietro Bassi (il valoroso medico del soccorso alpino in Val d’Aosta), padre F. Maria Parenti, mons. Enrico Risposi, parroco emerito di Castel San Giovanni, presenza sacerdotale di guida ai giovani sanvincenzini negli anni cinquanta e sessanta, rag. Roberto Rasperini, fratello di Carlo Rasperini, giovane laico modello di fede cristiana attiva e animatore di Azione Cattolica e Scouts, morto tragicamente in giovanissima età nel 1950 ), prof. Domenico Ferrari, prof. Piero Cravedi, dott. Beniamino Anselmi, dott. Carlo Bravi, già Provveditore agli Studi di Piacenza, dott. Carlo Emanuele Manfredi, uomo di cultura appartenente a una delle più importante famiglie nobili piacentine, già Direttore della Biblioteca Comunale “Passerini-Landi” e Priore della Confraternita della Beata Vergine del Suffragio in Sopramuro, recentemente scomparso, geom. Paolo Scaravaggi, il sanvincenzino che diede grande impulso ad “Africa Mission”, rag. Dario Squeri, già Presidente della Provincia, don Luciano Ravetti, il quale scelse il sacerdozio dopo esser stato “fratello”, prof. Giancarlo Schinardi, a lungo docente di lettere del Liceo “Respighi”, grande animatore della partecipazione studentesca e del giornalismo scolastico, prof. Fabio Fornari, valoroso medico piacentino impegnatissimo negli screening tumorali, gen. Umberto B.A. Rossi dell’Aeronautica Militare, i Fratelli Salvatore, Sandro, Gianni e Stefano Casalini, imprenditori i tre con la “S”, medico Gianni; il giornalista di Telelibertà Alberto Brenni, il cav. Bruno Giglio, il noto tennista di Coppa Davis Giordano Maioli, il Ggen. Fabrizio Castagnetti, già Capo di Stato Maggiore dell’Esercito e responsabile di prestigiosi incarichi diplomatico-militari a livello internazionale. Più recentemente, il dott. Paolo Corvi Mora, esponente di un’importante casata nella farmacologia; il geniale artista Franco Scepi, “grande artista della comunicazione” (come titolava “Nostra Fiamma”), amico di Gorbaciov (che ospitò nella nostra città) e promotore dei premi per la pace; e anche il regista Marco Bellocchio, che appunto al “S.Vincenzo” ha svolto una parte dei suoi studi.
Accanto ai premii “La Salle” le stelle d’argento: Roberto Bravi, solerte Segretario dell’Associazione, Luciano Molinelli, referente dell’Associazione in Val Tidone, i Fratelli Giuseppe e Maurizio Dossena, Tommaso Inzani, animatore a suo tempo dei convittori del S.Vincenzo, Antonio Mutti, Amilcare Maccari, Felice Delli Antoni, Paolino Fornaroli, Gaetano Favari, il giornalista Sandro Pasquali.
E anche premi speciali, come a Federico Ghizzoni, in memoria del padre Flaminio, maestro di cultura e di vita cristiana; all’Associazione Difendiamo i Nostri Figli, intensamente e fermamente impegnata nella difesa della Famiglia.
 I nomi di alcuni fra i tanti Fratelli che hanno lasciato la loro forte impronta educativa al san Vincenzo e a Piacenza: solo alcuni qui, perchè sarebbero tanti…, per lo più, purtroppo, non più viventi: Egidio, grande animatore dei raduni piacentini, Candido Saracco, l’ultimo direttore, Valerio, Domenico, Giovannino, Gabriele, Delfino direttori, Candido Sirocchi, Riccardo, Ladislao, Clemente, Casimiro, Giustino, Giovenale, Agapito, Giustiniano, Livio, Baldovino, Vittorio.

Un patrimonio di insegnamenti: la storia del San Vincenzo, con il suo glorioso passato, ma anche la sua testimonianza al presente, ci porta alla non facile realtà della scuola cattolica in genere e a Piacenza in particolare e questa doverosa rievocazione di una storia importante ci deve indurre a una piena consapevolezza della forza che tali radici culturali, formative e cristiane possono avere per una comunità, dell’apporto che esse hanno dato alla nostra comunità: parlarne oggi non ha solo il sapore del ricordo nostalgico, ma si fonde concretamente con la ricerca di un terreno solido per l’educazione e la scuola che possiamo e dobbiamo dare ai nostri figli, ai Piacentini e agli Italiani di domani.

Nella foto, il dottor Roberto Franchi.

Pubblicato il 2 dicembre 2025

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In ricordo di Antonietta Lasagni della comunità «Oasi Rosa Mistica»

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Il 24 novembre è morta Maria Antonietta Lasagni della comunità “Oasi Rosa Mistica” di Torrazzetta in provincia di Pavia.
Nata nel 1932 a Correggio, in provincia di Reggio Emilia, fin dall’infanzia Maria Antonietta aderì all'Azione Cattolica, e ne fu poi un membro attivo pure come educatrice. Ciò che respirò nella sua giovinezza, la ricorda don Mauro Stabellini, trovò terreno fertile quando le venne proposto di conoscere don Niso Dallavalle che a Piacenza stava iniziando una nuova esperienza di giovani donne che si mettevano in ascolto della volontà del Signore. Fu così che Antonietta fu la prima che lasciò casa sua per far parte della nuova Comunità denominata “Oasi Rosa Mistica”.
Era il 1956, anno in cui don Niso apriva a Piacenza “Famiglia Studentesca”, una comunità di accoglienza di giovani ragazze; e, quasi contemporaneamente, acquisiva e iniziava la ristrutturazione della Villa di Torrazzetta. Antonietta, insieme poi alle altre consorelle, cominciò la doppia attività: a Piacenza, come educatrice delle ragazze; e a Torrazzetta, come aiuto per l’accoglienza di gruppi e persone, esperienza che sempre più si espanderà dagli anni ‘60 fino alla fine del ’90. Ha condiviso tutto di questo cammino, fino alla nascita della Fondazione don Niso, che ora porta avanti e gestisce il Progetto iniziale.
Ricordiamo Antonietta sempre sorridente, dedita e attenta alle persone, collaboratrice nelle decisioni della comunità, soprattutto dopo il grande dolore per la perdita improvvisa di don Niso. La sua fede e la sua spiritualità, che a volte ci spiazzava e il suo grande amore per la Madonna l’hanno accompagnata sino alla fine. Pure negli ultimi giorni, all’Hospice, ormai sedata, quando qualcuno iniziava a pregare lei accompagnava con le labbra.

«Faccio la volontà del Signore»

“Pensavo di farmi religiosa – raccontava  – ma proprio in quegli anni l’AC di Reggio sottolineava la grandezza dell’ideale di dar vita a una famiglia. Avevo dei pretendenti, ma non mi sentivo a mio agio nella relazione con un’altra persona; era come se ciò che io cercavo fosse altro. Fu allora che mi raggiunse don Niso per raccontarmi della comunità. Ci pensai seriamente e quando ne parlavo con qualcuno, subito mi chiedevano: ma come si chiama questa comunità? Io, che ero attratta da quell’ideale, non sapevo cosa rispondere e dicevo semplicemente: «è una cosa nuova!». A me non importava il nome o dove ci saremmo sistemate, per me l’importante era rispondere alla voce di Dio. Mi fidai e mi buttai in quella nuova strada. Il 16 ottobre 1956 sono stata la prima ad entrare nella casa che don Niso aveva acquistato. Partii contenta dicendo: «faccio la tua volontà Signore!»”.

Nella foto, Maria Antonietta Lasagni.

Pubblicato il 2 dicembre 2025

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Con «la forza delle donne» del ’40-’45 è tornato il teatro a Gragnano

 Teatro donne Gragnano

Continua lo sforzo del Comune di Gragnano per implementare attività culturale nella comunità. Il Centro Culturale di Gragnano ha ospitato venerdì 28 novembre lo spettacolo allestito dal Centro Teatro Attivo di Milano dal titolo "Stanche di guerra 1940-1945. La forza delle donne". Si tratta di un ritorno del teatro nel paese di Gragnano dopo lo spettacolo dello scorso anno incentrato sulla figura di Giacomo Matteotti, nel centenario della morte. In apertura ai saluti della sindaca Patrizia Calza ha fatto seguito l’intervento di Giulia Piroli, presidente della sezione cittadina dell’Anpi e impegnata nella difesa degli scritti delle donne che ha ricordato l’importante contributo offerto dalle donne nella lotta di liberazione fino alla conquista del diritto di voto.

Sul testo di Magda Poli e Daniela Morelli, una libera interpretazione di "Pane Nero “di Miriam Mafai le attrici Elisa Bruschi, Gloria Fioretti, Anna Germani e Maddalena Tirelli, dirette da Annina Pedrini, hanno interpretato diverse figure femminili che hanno fornito uno spaccato sui pensieri, timori e desideri di tante donne diverse per cultura e formazione ma comunque coraggiose e desiderose di tornare alla pace. La mondina veneta, la casalinga napoletana, la moglie del Gerarca, la tramviera milanese e la staffetta partigiana sono alcune delle donne portate in scena. Un testo vivace e veloce che, grazie anche ai video dell'istituto Luce, ha riportato gli spettatori all'atmosfera dell'epoca, dalla dichiarazione di guerra, ai bombardamenti su Genova indifesa, alle vedove dei militari morti o dispersi in Africa, fino alla Resistenza e alla Liberazione.

“Ringraziamo la regista Annina Pedrini per l’allestimento di questo spettacolo veramente molto coinvolgente e le giovani attrici veramente di valore a cui auguriamo di poter proseguire e vivere del mestiere che così bene sanno interpretare e che, come ricordato da Paola Cortellesi nel discorso pronunciato recentemente all’Università di Messina, in occasione del conferimento della laurea honoris causa, spesso non è adeguatamente valorizzato né economicamente né socialmente”, commenta la sindaca Patrizia Calza.

Pubblicato il 1° dicembre 2025

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Giornata contro Aids, dieci i casi registrati nel Piacentino quest’anno

Aids dati Piacenza 25

Il 1° dicembre, come ogni anno, il mondo si ferma per ricordare che l’Aids esiste ancora e che la prevenzione resta la nostra arma più potente. Anche Piacenza sarà in prima linea: l’Azienda Usl e il 118, insieme al Comune di Piacenza, della Croce Rossa, de La Ricerca e di Arcigay, hanno organizzato un’iniziativa speciale dedicata alla consapevolezza, alla prevenzione e alla diagnosi precoce dell’infezione da Hiv. L’appuntamento è per lunedì 1° dicembre 2025, dalle 17.30 alle 21.30, nella suggestiva cornice di piazzetta Mercanti dove sarà allestito un punto informativo con la possibilità di effettuare gratuitamente, e in forma riservata, un test rapido.

“Oggi parlare di Hiv è profondamente diverso rispetto al passato – racconta Filippo Trapani, direttore di Malattie infettive – Le terapie moderne sono semplici, ben tollerate e soprattutto molto efficaci nel ridurre la carica virale. Questo significa una vita più lunga, più serena, più ricca di prospettive. Significa che, se il virus diventa non rilevabile, non viene trasmesso nemmeno nei rapporti sessuali non protetti. Un traguardo che, fino a pochi anni fa, sembrava impensabile. Per questo però è ancora più importante rispetto al passato giungere ad una diagnosi precoce. Prima si arriva alla diagnosi e prima si inizierà un trattamento che ci permette di rompere la catena della trasmissione del virus ad altre persone. La diagnosi precoce ci permette anche di intraprendere un trattamento antivirale nelle fasi iniziali dell'infezione, un elemento che garantisce maggiori chance di risposta alla terapia, rispetto ad una terapia iniziata in fase di Aids”.

Nel 2025, a Piacenza, i nuovi casi registrati sono stati dieci, un numero che rincuora, soprattutto se confrontato con i ventiquattro casi dell’anno precedente e che riporta la situazione in linea con i trend storici. “Ma non dobbiamo abbassare la guardia – continua Trapani – L’Hiv si può prevenire, e la scelta di proteggersi fa davvero la differenza. Il preservativo resta lo strumento più efficace contro tutte le malattie sessualmente trasmesse, ma oggi abbiamo anche nuove strategie di protezione. Una di queste è la profilassi post-esposizione per HIV (PeP), da attivare dopo un rapporto a rischio. A Piacenza è possibile rivolgersi al Pronto soccorso in qualunque momento, 24 ore su 24, per ricevere subito le prime dosi del trattamento. Quanto prima si interviene – idealmente entro 4 ore, e comunque entro 48-72 ore – tanto più la protezione è efficace. Esiste anche la profilassi pre-esposizione (PrEP), pensata per chi desidera proteggersi già prima di un possibile rapporto a rischio. Per iniziare è sufficiente contattare gli ambulatori di Malattie infettive. Trapani sottolinea però che la PrEP protegge solo dall’Hiv e richiede controlli periodici, previsti dal protocollo regionale, anche per altre infezioni sessualmente trasmesse. Il 1 dicembre, in piazzetta Mercanti, gli operatori dell’Azienda saranno pronti ad accogliere chiunque voglia informarsi, capire meglio, fare domande o semplicemente parlarne.
Sarà anche possibile eseguire un test rapido per HIV, gratuito, riservato e senza bisogno di prenotazione. Questa giornata serve a ricordare che prevenzione e diagnosi precoce non sono solo parole tecniche, ma scelte che possono cambiare la vita delle persone, rendere le terapie più efficaci e garantire un futuro più sereno”. L’Ausl di Piacenza, grazie alla collaborazione con l’Amministrazione comunale, 118, Croce Rossa, La Ricerca e Arcigay, rinnova così il suo impegno per una sanità vicina, accessibile, accogliente, capace di raggiungere le persone nei luoghi in cui vivono e si incontrano.

Pubblicato il 1°dicembre 2025

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Dal convegno «Le imprese di montagna», più ombre che luci nell’economia delle nostre valli

A conclusione del convegno

Quanto è bella la montagna, ma quanto è cara! Così si potrebbe drasticamente sintetizzare il Convegno “Le imprese di montagna - Osservatorio dell’Appennino Emiliano” tenutosi a Bobbio il 29 novembre. Nell’Auditorium comunale, gremito anche da studenti del locale ITC San Colombano, sono risuonate tantissime voci a tracciare un quadro sulla realtà della nostra montagna e a suggerire possibili soluzioni. 
Voci di rappresentanti delle istituzioni (locali, regionali, nazionali), ricercatori universitari, Associazioni di categoria (Consorzio di Bonifica, Camera Commercio, Confindustria, Coldiretti, Confederazione Italiana Agricoltori, Confcoperative, Gal del Ducato, con l’esperienza di Bardi che ha vinto un bando di 500.000 €, Enti locali e Istituti scolastici, imprenditori, di chi ha portato esempi di innovazioni già in essere altrove, del  vescovo Adriano Cevolotto, degli stessi studenti che hanno posto domande e partecipato al concorso di riconoscimento di 10 foto di luoghi della nostra montagna. Ne sono stati identificati 7 e da non tanti studenti, invitati, in finale, a una fotografia con tutti i relatori. Rimarrà loro il ricordo e l’invito subliminale a tenere di più gli occhi aperti …
Voci culminate infine nell’esposizione del Ministro per gli affari europei, politiche di coesione e Pnrr, Tommaso Foti che ha dettagliatamente informato sugli ambiti decisionali del governo entro i limiti normativi nazionali e europei. 
Sono emerse tante criticità, datate da tempo.

Interpellate 500 imprese

Il confronto si è aperto con l’indagine dell’Università Cattolica che ha interpellato più di 500 imprese del territorio montano di Piacenza, Parma e Reggio Emilia.
Qualche dato: 
Popolazione della montagna emiliana nel 2024: PR, circa 60.000 unità, RE circa 41.000, Piacenza circa 21.000.
Decremento di detta popolazione dal 2011 al 2024: PR - 3,3%;  RE - 3,9%; Pc -11,6%. 
Le imprese attive nel 2024 sono: a PR  6354; a RE  4463, a PC  3001. 
Decremento imprese dal 2014  al 2024:  a PR -11,1%, a RE -8,8, a Pc -17,4 %.
Notata negli ultimi anni, per Piacenza, una stabilizzazione del decremento e una ripresa della frequentazione della montagna.  Che rimane pur sempre il nostro polmone verde, che offre una natura e un paesaggio di per sé gratificanti e uno stile di vita più rilassato e sano.
Sempre per Piacenza si è rivelato più forte che nelle altre provincie il senso di appartenenza non tanto al paese quanto all’intera Valle, e, anche, all’unione europea.
Interessante una nota conclusiva dell’indagine: è insita un’ambiguità nel turismo se considerato unica o principale risorsa del territorio. La vita episodica veicola esigenze infrastrutturali leggere. Per invogliare famiglie a restare sono invece necessarie strategie e investimenti importanti, manodopera formata, strutture per l’accoglienza, infrastrutture digitali, buona accessibilità.

Forte senso di appartenenza

L'identikit degli imprenditori di montagna rivela un fortissimo legame col territorio. Passione e resilienza li sostengono nelle maggiori difficoltà connesse, tra cui, il costo dei trasporti e dell’energia e anche il reperimento del personale. 
Fino a quando riusciranno a resistere? Agevolazioni specifiche, come detassazione e deburocatizzazione potrebbero essere una compensazione efficace, accompagnate anche da creazione di nuovi posti di lavoro, scuola/istruzione, servizi sanitari, facilitazione alla comunicazione sia diretta che immateriale.
Esempi di imprenditoria nelle nostre montagne sono stati forniti da Maria Rita Trecci Gibelli (castello di Gropparello), Renato Velli, Allied International Group (Alta Val Tidone), Marco Labirio, Gamma spa (Bobbio), decano della categoria dei super-resilienti, cui è stata riservata affettuosa deferente attenzione. Proprio Marco ha fortemente voluto e finanziato la creazione di un asilo nido a Bobbio, che ha ospitato l’anno scorso 8 piccoli e quest’anno 12,  quasi… un miracolo. Questo suo sguardo al futuro e alle nuove generazioni è stato motivo di apprezzamento anche da parte del vescovo. 
I numerosi convocati hanno portato testimonianze, visioni e punti di vista. Costituiscono un’imponente armata cui è affidata la fiducia di riuscire a risollevare la nostra montagna. Tutti d’accordo che sarebbe estremamente controproducente lasciare che aziende si stacchino dalla montagna: non vi tornerebbero più.
Il settore più in sofferenza è l’agricoltura per cui sono state avanzate proposte di equiparare ai crediti di carbonio quelli di sostenibilità associabili ai nostri boschi (già Confindustria ne ha comprati da Appennino Tosco-emiliano). Altra idea  viene da Università di Parma per utilizzare scarti della lavorazione del legno per produzione di arnesi e strumenti.
Il Sindaco di Bobbio, Roberto Pasquali, ha elencato i problemi e i rischi che stanno correndo i Comuni di montagna, ha parlato della Statale 45 “vogliamo una strada in sicurezza, anche se non proprio dritta”, delle più urgenti necessità, quali il dissesto idrogeologico, la Banda Larga, l’acqua del Brugneto, e l’importanza di fondere i Comuni “solo un’azione condivisa può portare al successo e salvare la montagna”. 

Parla il vescovo

Il Vescovo: l'esigenza di fare comunità

In conclusione del convegno il vescovo mons.  Adriano Cevolotto ha sottolineato un'esigenza forte che esula dal campo economico “ tutto necessario quanto ho ascoltato ma chi vive in montagna ha bisogno anche di un’anima e come cristiani possiamo offrire un’opportunità. Ho colto direttamente dai fedeli l’esigenza forte di fare comunità. Per questo l’iniziativa del “ Parco Terre di passo”, ancora da perfezionare, varata in sinergia con l’Università Cattolica, è stata pensata come strumento non solo per la conservazione dei beni ecclesiastici di montagna, ma per chiunque si trovi in analoga necessità facilitando pratiche e percorsi difficilmente praticabili in autonomia”.

Luisa Follini

Pubblicato il 1° dicembre 2025

Nelle foto, il gruppo dei partecipanti al convegno tenutosi a Bobbio e l'intervento del vescovo Adriano Cevolotto.

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