Via libera dalla Giunta regionale al bando per l’ammissione di 188 candidati al corso triennale 2023-2026 di formazione specifica in medicina generale. Un bando che prevede l’assegnazione di altrettante borse di studio ai vincitori della selezione pubblica, di cui 126 finanziate dalla Regione Emilia-Romagna con 4,74 milioni di euro provenienti dal Fondo sanitario nazionale e le restanti 62 con i fondi - oltre 2,34 milioni di euro - del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Per un investimento totale di 7,08 milioni di euro. “Siamo impegnati a tutto campo- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini- per dare una risposta concreta ai temi della carenza dei professionisti sanitari e del ricambio generazionale, un tema che riguarda da vicino anche i medici di medicina generale, che rivestono un ruolo di primaria importanza per il rapporto fiduciario con i pazienti. Il bando, su cui investiamo risorse importanti, va esattamente in questa direzione”.
Per partecipare alla selezione pubblica i candidati devono essere in possesso del diploma di laurea in medicina e chirurgia e dell’abilitazione all’esercizio della professione medica sul territorio nazionale, oltre all’ iscrizione all’albo professionale dei medici chirurghi di un ordine provinciale sulla base delle indicazioni contenute nel bando. L’avvio del corso di formazione specifica in medicina generale 2023-2026 è previsto entro febbraio 2024, ha una durata di 36 mesi effettivi e comporta l’impegno a tempo pieno dei partecipanti, con obbligo di frequenza. Il triennio formativo prevede un totale di almeno 4.800 ore tra attività di natura pratica e teorica da svolgersi in strutture del servizio sanitario nazionale e/o nell’ambito di uno studio di medicina generale individuati dalla Regione. Attualmente le disposizioni normative consentono di riconoscere, a tutti gli effetti, quale attività formativa pratica del corso, l’attività lavorativa svolta (ai sensi dell’Accordo Collettivo Nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale vigente), durante la frequenza del corso stesso. Il bando è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione n. 207 del 27 luglio 2023 ma per presentare la domanda occorrerà attendere la successiva pubblicazione per estratto sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica. La domanda di ammissione al corso dovrà essere presentata esclusivamente in via telematica.
E’ stato inaugurato nei giorni scorsi a Marzonago, nei pressi della chiesa parrocchiale, un nuovo defibrillatore semiautomatico, il 20° di cui è dotato il territorio del Comune di Alta Val Tidone. “La cardio protezione territoriale riveste un ruolo di fondamentale importanza e soprattutto è fondamentale la tempestività dell’intervento in caso di arresto cardiaco – ha ricordato il Sindaco Franco Albertini che ha proceduto all’inaugurazione del nuovo dispositivo insieme al parroco di Marzonago – Per questo l’Amministrazione è impegnata sia nella implementazione della rete dei defibrillatori - oggi 20, ma altri due già in fase di installazione sul nostro territorio - sia nella sensibilizzazione al loro utilizzo con corsi specifici a cui sono invitati a partecipare gli abitanti di Alta Val Tidone”. L’estensione della rete dei defibrillatori prosegue in collaborazione con Progetto Vita, la dott.ssa Daniela Aschieri presidente dell’associazione “Il cuore a Piacenza” e il 118. In Italia, l’arresto cardiaco colpisce ogni anno circa 73mila cittadini, 1 ogni 8 minuti. Spesso in assenza di una patologia cardiaca nota e quindi in pieno benessere a qualunque età. Se non si interviene entro 5 minuti con un DAE (Defibrillatore semi Automatico Esterno) queste persone muoiono perché l’arresto cardiaco diviene irreversibile. Grazie all’opera di Progetto Vita, oggi Piacenza è considerata la città più cardioprotetta d’Europa e con la maggiore possibilità di salvarsi da un arresto cardiaco.
“Oggi il territorio del Comune di Alta Val Tidone è dotato di una rete di defibrillatori davvero importante – prosegue Franco Albertini - grazie a donazioni da parte di istituzioni pubbliche, aziende, Cantina Sociale Valtidone, associazioni e, soprattutto, per l’evento calcistico con la nazionale cantanti, promosso dall’azienda Allied: iniziative meritorie, nella prospettiva che le comunità locali siano sempre più realisticamente coinvolte sul tema delle emergenze cardiologiche, in rapporto alle maggiori difficoltà del pronto intervento nelle zone collinari e montane. Quello di Marzonago ha visto il generoso contributo della comunità locale e il prezioso intervento della ditta LTS di Alessandro Tinaburri che è legato sentimentalmente alla frazione”.
Oltre ai 3 a Nibbiano, i 4 a Pecorara e quello a Caminata, i defibrillatori sono oggi presenti nelle maggiori frazioni e località del territorio dell’Alta Val Tidone. Dopo quello di Marzonago sarà installato e inaugurato un nuovo defibrillatore, il 21esimo, a Pecorara Vecchia.
Nella foto, il sindaco Franco Albertini con don Enrico Zazzali.
La Casa della Comunità di Fiorenzuola sarà pronta entro il 31 dicembre 2025. L’Azienda Usl di Piacenza ha deliberato un accordo quadro con un raggruppamento di imprese che sarà poi incaricato sia per la progettazione definitiva sia per la realizzazione dei lavori. La nuova Casa della Comunità sorgerà in corso Garibaldi 51/53, angolo via Liberazione, nell’ex Municipio, edificio da ristrutturare ceduto a titolo gratuito dal Comune di Fiorenzuola all’Azienda Usl di Piacenza per questo uso poco più di un anno fa. “Questa delibera è importante e rappresenta – evidenzia Paola Bardasi, direttore generale – un ulteriore tassello del piano di sviluppo della sanità territoriale deliberato dalla Conferenza sociosanitaria, che stiamo portando avanti secondo le modalità previste. Tramite la procedura dell’accordo quadro, tutto il percorso risulta già tracciato e fissato nelle tempistiche. Entro un paio di mesi avremo la progettazione esecutiva da parte della ditta stessa, che poi realizzerà anche i lavori”.
L’accordo quadro consente infatti all’Azienda di affidare a un solo operatore economico i servizi di ingegneria e architettura e i lavori per la ristrutturazione del fabbricato. Il responsabile del procedimento per la realizzazione della struttura è l’ingegner Luigi Gruppi, direttore dell’unità operativa Ausl Nuove costruzioni e patrimonio immobiliare. La Casa della Comunità di Fiorenzuola costerà 4,5 milioni di euro più oneri e spese accessorie, che l’Azienda Usl di Piacenza ha già previsto di sostenere con due diverse fonti: l’Accordo di programma Stato Regioni del 2021 e i finanziamenti del Pnrr. Progettazione e lavori di ristrutturazione dell’edificio saranno affidati a un Raggruppamento temporaneo di imprese (Rti), soggetto che è risultato primo classificato nel procedimento di gara espletato nei mesi scorsi dall’ente, per aver presentato un’offerta economicamente più vantaggiosa per l’azienda. “Il nostro obiettivo – evidenzia ancora il direttore Bardasi - è quello di migliorare e sviluppare i servizi sanitari, sociosanitari e socioassistenziali rivolti alla popolazione dell’ambito territoriale di riferimento. È un traguardo atteso e fondamentale, che condividiamo fortemente con il Comune di Fiorenzuola che, appunto, ci ha messo a disposizione l’ex Municipio”. “La Casa della Comunità – aggiunge Costanza Ceda, direttore del distretto di Levante - permetterà all’Azienda di riunire finalmente i servizi territoriali in un unico edificio, trasferendo soprattutto quelle funzioni attualmente collocate in modo temporaneo in ospedale (per esempio, la Pediatria di Comunità, i poliambulatori e il Cup) e quelle che sono attualmente dislocate nelle varie sedi nella zona limitrofa al presidio stesso, come la Medicina legale”.
Più del 30% della superficie della nostra provincia è costituito da boschi, caratterizzati da un’ampia varietà di specie che nel corso dei millenni si sono adattate alla straordinaria variabilità dei climi. I mesi a più elevato rischio, generalmente sono quelli estivi quando la siccità, l’alta temperatura ed il forte vento fanno evaporare parte dell’acqua trattenuta dalle piante, determinando condizioni naturali favorevoli all’innesco e allo sviluppo di incendi. È utile precisare che le condizioni ambientali e climatiche della penisola italiana variano in relazione alla latitudine. Infatti, nelle regioni settentrionali dell’arco alpino - ma anche nelle zone appenniniche in alta quota - gli incendi boschivi si sviluppano prevalentemente nella stagione invernale e primaverile, la più siccitosa, quando la vegetazione è stata seccata dal gelo. Mentre in estate i frequenti temporali riducono il rischio d’incendio. In Italia, la legge quadro sugli incendi boschivi, affida alle Regioni la competenza in materia di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi, mentre allo Stato attribuisce il concorso alle attività di spegnimento con i mezzi della flotta aerea antincendio di Stato. Nel periodo di rischio, la Regione Emilia-Romagna attiva la Sala Operativa Unificata Permanente, aperta dalle 8 alle 20, sabato e domenica compresi, presso la sede dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile. La Soup è composta da rappresentanti dei Vigili del Fuoco, dell’Arma dei Carabinieri specialità Forestale e del volontariato di protezione civile specializzato nella prevenzione degli incendi, rimanendo in contatto costante con le rispettive componenti territoriali. In orario notturno, funziona un servizio di reperibilità e la funzione di Soup è svolta dalla So regionale dei Vigili del Fuoco. Nel frattempo, come ogni anno, sono state avviate dal Coordinamento del Volontariato le attività di avvistamento mobile e fisso con pattuglie Aib a supporto delle unità dei Vigili del Fuoco e dei Carabinieri Forestali, che a loro volta hanno innalzato il livello di controllo del territorio, per la prevenzione e la repressione delle azioni illecite. Riguardo le opere di contrasto agli incendi boschivi, Piacenza gode da anni di una importante intesa e collaborazione tra la componente territoriale dell’Agenzia regionale per la protezione civile, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, i Carabinieri Forestali ed il volontariato di protezione civile. Grazie a questo prezioso raccordo, è stato possibile diminuire le tempistiche d’intervento, nonché accrescere l’unione e il coordinamento delle forze messe in campo. Anche la Prefettura di Piacenza gioca un ruolo strategico, in quanto il Prefetto ha il compito di attivare la Struttura di Coordinamento dei Soccorsi (CCS), al fine di assicurare anche l'impiego delle forze dell’ordine, per la gestione dell'emergenza, qualora l’incendio rischi di coinvolgere nuclei abitati. In occasione dell’annuale Prova Pratica Aib (Antincendio Boschivo) del volontariato di protezione civile, momento dedicato al rafforzamento delle tecniche d’intervento organizzato dal Coordinamento Provinciale del Volontariato di Protezione Civile di Piacenza, svoltosi a Ferriere l’8 luglio scorso, si è tenuto un momento di incontro e discussione tra le rappresentanze degli Enti che insieme concorrono alle fasi di previsione, prevenzione e spegnimento degli incendi boschivi. È stato possibile discutere su come migliorare i protocolli d’intervento e rafforzarne la collaborazione.
L'alta val Nure la zona più a rischio
L’alta val Nure, luogo scelto dal volontariato di protezione civile di Piacenza per la Prova Pratica AIB 2023, è tra i territori della nostra provincia a più alto rischio per gli incendi boschivi, esso conta il maggior numero storico di incendi divampati sul territorio provinciale. E’ quindi un luogo ideale per affrontare i temi della “Tavola Rotonda”. Presenti all’incontro il Dott. Geol. Fabrizio Marchi, responsabile PO-Protezione Civile dell’ Ufficio Territoriale di Piacenza dell’Agenzia Regionale per la Sicurezza Territoriale e Protezione Civile, il Colonnello Fedele Pier Luigi, Comandante dei Carabinieri Forestali della provincia di Piacenza e Parma, Roberto Mondani, Capo Reparto dei Vigili del Fuoco di Piacenza e DOS (Direttore Operazioni Spegnimento) e Leonardo Dentoni, Presidente del Coordinamento Provinciale del Volontariato di Protezione Civile di Piacenza, nonché i Volontari che hanno partecipato alle prove pratiche. Invitata al confronto anche il Sindaco di Ferriere, Carlotta Oppizzi, responsabile comunale di protezione civile, impegnato attivamente nell’attuazione e promozione delle politiche di Protezione Civile, come la realizzazione di un nucleo locale di Volontari. Durante le discussioni è stato ricordato cosa si intenda per incendio boschivo e come esso possa svilupparsi, ponendo l’attenzione ai cambiamenti naturali ed antropici, con riferimento alle caratteristiche del territorio piacentino approfondendo scenari di rischio e norme di comportamento. È utile ricordare che dal 1° luglio siamo entrati nella “fase di attenzione” (Colore Giallo) per gli incendi boschivi, cosa che comporta alcuni obblighi e restrizioni al fine di prevenire e ridurre tale rischio. Se le condizioni meteorologiche e della vegetazione lo renderanno necessario, per tutta la regione o per alcune province, il direttore dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile potrà dichiarare lo “stato di grave pericolosità-fase di preallarme” (Colore Arancione); a quel punto, all’interno delle aree forestali, scatterà il divieto assoluto di accendere fuochi o strumenti che producano fiamme, e le sanzioni a carico dei trasgressori saranno notevolmente elevate. Nell’attuale fase di rischio, ai cittadini si raccomanda di gestire con la massima cautela gli abbruciamenti di residui vegetali dei lavori agricoli e forestali. Potranno essere effettuati solo in assenza di vento e solo in mattinata; i fuochi dovranno comunque essere spenti entro le ore 11. Chi avvista un incendio boschivo deve chiamare il 115 (Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco). Per segnalare illeciti e/o comportamenti a rischio, chiamare il 1515 (emergenza ambientale dell’Arma dei Carabinieri-specialità Forestale).
La commercialista piacentina Daniela Savi entra come esperta nell’Osservatorio permanente sull’efficienza delle misure e degli strumenti per la regolazione della crisi d’impresa previsti e disciplinati dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, istituito al Ministero della Giustizia a Roma. La notizia è stata resa nota da Confapi che, su indicazioni del presidente nazionale Cristian Camisa, ha designato la commercialista quale esperta nell’ambito dell’Osservatorio permanente: Savi è commercialista a Piacenza e già sindaco in Leonardo, oltre che componente della Commissione crisi d’impresa per il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti.
“Si tratta di un ruolo importante e di prestigio – sottolinea Savi – l’auspicio è quello di poter portare alla commissione, oltre che le mie competenze e specializzazioni, la voce di tutte le pmi italiane. È una designazione che mi onora. Come obiettivo mi sono posta quello di poter contribuire al monitoraggio e all'evoluzione degli strumenti per la crisi d’impresa, recentemente ridisegnati dal Codice per la crisi d’impresa in vigore da luglio dello scorso anno, per aiutare le aziende ad affrontare i momenti di difficoltà”. “Siamo molto soddisfatti che una piacentina possa essere stata designata all’interno dell’Osservatorio permanente sull’efficienza delle misure e degli strumenti per la regolazione della crisi d’impresa previsti e disciplinati dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza – è il commento del presidente di Confapi Industria Piacenza Giacomo Ponginibbi – tanto più perché la sua presenza, come già quella del presidente Cristian Camisa, rappresenta per le imprese del territorio una garanzia in più di attenzione e di ascolto”.
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