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Il cardinal Tonini, un uomo capace di «far sentire la sete di Dio»

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Un uomo capace di «far sentire la sete di Dio», soprattutto a giovani. Il cardinal Tonini era così, racconta don Alberto Graziani, direttore di Santa Teresa. Oggi  28 luglio, a 10 anni dalla sua morte, l'Arcidiocesi di Ravenna-Cervia lo ricorderà nella chiesa di Santa Teresa con una messa presieduta dall’arcivescovo mons. Lorenzo Ghizzoni e concelebrata da tutti i sacerdoti che sono stati ordinati da lui. Un modo per dire insieme grazie dei tanti doni ricevuti nel corso nei suoi 15 anni di episcopato, dal 1975 al 1990.
Il primo a ringraziare è proprio don Graziani: «Mi ha incoraggiato e scaldato il cuore quando ero a San Biagio e anche a San Zaccaria. Sapeva radunare assemblee di giovani. Aveva anche la capacità di guardare lontano, ai problemi veri». Oltre il qui ed ora, «con uno sguardo profondo che sapeva darci prospettiva».

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Nella foto, don Alberto Brunelli


Tonini e la fiducia che trasmetteva agli altri

«Monsignor Tonini aveva una gran fiducia nelle persone – ricorda il vicario generale della diocesi, don Alberto Brunelli -, una fiducia che sapeva trasmettere. Agli inizi del suo episcopato in diocesi venne a Portomaggiore e chiese al parroco don Guido Marchetti di indicargli i ragazzi che a suo parere potevano entrare in seminario. Io ero tra quelli e il vescovo, con semplicità mi chiese: ‘Senti il desiderio di impegnarti in modo particolare nella Chiesa?’. E dopo tanti anni, eccomi qua». «È stato uno dei miei maestri negli anni della formazione – aggiunge il parroco di Cervia don Pierre Laurent Cabantous – sono tanti gli aspetti per cui lo ricordo: il suo amore a Cristo e alla Chiesa, la sua capacità di intuire le sfide del futuro che a noi seminaristi all’epoca parevano tanto lontane, il rapporto che riusciva ad instaurare con la gente, la fede come criterio di giudizio». Ma quel che ricorda con più affetto don Pierre Laurent è «l’entusiasmo di quegli anni che ha avuto il suo apice nella visita di Papa Giovanni Paolo II in Romagna». Tonini era un vulcano di idee, di iniziative e di realtà, a partire da Risveglio e Ravegnana Radio. «Ma il dono più grande che fece alla diocesi – dice il parroco di Cervia – fu il seminario» che riaprì, con l’aiuto per la parte spirituale di alcuni gesuiti. «Ci raccolse da varie parti d’Italia, con atteggiamento paterno – dice don Fulvio Bresciani, parroco di Argenta –. Per lui era importante che conoscessimo la realtà ravennate, per questo mantenne il biennio formativo a Ravenna. Era sempre molto vicino a noi seminaristi, ci ascoltava e ci seguiva con attenzione. Aveva una capacità di trasmettere la fede che gli derivava dalla sua storia personale - veniva da famiglia di contadini -: sapeva parlare con il povero e con il ricco con lo stesso atteggiamento».

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Nella foto, don Claudio Ciccillo (a destra)

Tra i poveri di Ravenna

E tra i poveri a Ravenna in quegli anni c’erano anche i tossicodipendenti in piazza San Francesco o alla stazione. Per il loro recupero si impegnò a dare vita al Ceis, dove i giovani facevano un percorso di reinserimento sociale: «Metteva insieme Dio e l’umanità, anche quella più ferita che aveva bisogno di essere risollevata – dice don Claudio Ciccillo che ora è all’eremo del Cerbaiolo –. E aveva attenzione non solo per loro ma anche per le famiglie».
La cura della preghiera personale, la capacità comunicativa, il saper leggere e anticipare i tempi, la continua formazione culturale, sono altri aspetti di monsignor Tonini. Ma quel che più resta, nei sacerdoti che egli ha ordinato, è l’eredità spirituale:
«Vivo il mio sacerdozio su quello che ho imparato da lui – dice don Alberto Camprini, parroco della Malva –. Per lui un sacerdote deve vivere come prima cosa la carità pastorale, donandosi alla gente. Poi deve nutrirsi della preghiera e della celebrazione eucaristica. Infine un prete non può permettersi mai di ‘perdere le staffe’, perché chi ci incontra possa sempre chiamarci nei momenti cruciali della sua vita. Monsignor Tonini ci ha trasmesso anche un grande amore per la Chiesa».

 
Fabrizio Casanova
Daniela Verlicchi

Pubblicato il 28 luglio 2023

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