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Il Vescovo in N. S. di Lourdes: schiudiamo gli orecchi incapaci di ascoltare

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“A Lourdes ho toccato con mano il balsamo della consolazione”: ha affermato il Vescovo nella chiesa di Nostra Signora di Lourdes, l’11 febbraio, nella Festa della patrona della parrocchia. “La maggior parte dei fedeli a Lourdes - ha aggiunto il presule - non ha avuto il miracolo della guarigione, però sono ritornati a casa su “ali di aquila”, più alti della loro condizione precedente”. In questo contesto mons. Adriano Cevolotto, ha celebrato la XXX Giornata del Malato, proprio nella comunità dedicata alla Madonna di Lourdes della città di Piacenza.

La giornata di ogni malato
Una celebrazione intensa e carica di emozioni, sostenuta dal coro parrocchiale, con gli ottimi canti accompagnati dalle chitarre, che ha visto la presenza dei molti sacerdoti che sono passati da Nostra Signora di Lourdes, presbiteri che hanno amato e servito la comunità cittadina nel loro ministero e hanno lasciato un ricordo nel cuore dei parrocchiani.
“Vogliamo celebrare la giornata di ogni malato - ha aggiunto il Vescovo -, nella sua unicità, che al santuario di Lourdes vive una speranza di guarigione e insieme la condizione aperta al futuro di essere custodito dal Signore e dalla premurosa vicinanza di Maria”.

L'importanza dell'ascolto
La pagina evangelica dell’incontro di Gesù con il sordomuto, è stata lo spunto della riflessione del Vescovo che ha sottolineato come la comunità si prende cura della persona da portare a Cristo. “Questi fratelli tribolati sono custoditi e vengono condotti a Gesù, chiedendo non esplicitamente la guarigione, ma l’imposizione delle mani”.

Cristo usa la parola “effata” che significa apriti, un termine che - secondo il presule - richiama al battesimo e la Chiesa ha continuato questa azione di Gesù nel rito dell’iniziazione cristiana. “C’è bisogno di schiudere gli orecchi tappati, - ha aggiunto il Vescovo - incapaci di ascoltare. Maria ci dà l’esempio di ascolto e di obbedienza nel fare ciò che gli è proposto. Infatti l’ascolto è un passaggio decisivo per la fede, coglie il mistero stesso dell’esperienza di Dio che si fa carne e parola”.

La dimensione battesimale di Lourdes
Il richiamo a Lourdes, alla sua dimensione battesimale è stato lo spunto successivo della meditazione di mons. Cevolotto che ha messo in evidenza come nel santuario francese, dove è apparsa la Madonna, vari segni rimandano al battesimo: l’acqua della piscina, dove si fa l’immersione, la luce della processione “aux flambeaux”, il momento di ogni sera, la via Crucis, che fa ricordare la conversione e la riconciliazione personale.

“Lourdes è il pellegrinaggio alla sorgente della nostra fede, - sintetizziamo il pensiero del Vescovo - in questo luogo c’è la memoria del battesimo, ci si apre all’ascolto della Parola che rigenera. Ci si rende conto, alla luce del libro della Genesi, come Dio aggiunge sempre ad ogni evento della creazione l’espressione “cosa buona”: il Battesimo è proprio l’opera buona di Dio che rigenera ciò che ha creato.  Questa memoria e appartenenza al Signore è l’aiuto contro ogni minaccia di decadimento morale, da ogni risucchio di logiche lontane da Dio. Maria è l’esempio più grande di colei che ha saputo accogliere la parola che l'ha resa madre”.

La carità nel ricordo di don Paolo
Infine mons. Cevolotto ha ricordato l’ultimo episodio della storia della comunità di Nostra Signora di Lourdes che ha inaugurato la Casa di Accoglienza, intitolata al compianto ex parroco don Paolo Camminati, definita una speranza nella durezza della vita, un’occasione di rinascita per chi vuole camminare nella società sulle proprie gambe, che ospita quattro lavoratori, indicati dal centro di ascolto della Caritas, per un soggiorno temporaneo in attesa dell’autonomia. “È il segno di una comunità - ha aggiunto il Vescovo - in ascolto degli appelli della società verso la carità e l’accoglienza. È la messa in pratica di quell’apertura delle orecchie per non cadere nella sordità dell’indifferenza ai fratelli e a Dio”.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 12 febbraio 2022

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