«I ragazzi vivono come Peter Pan, in una continua illusione»
Don Armando Matteo è stato protagonista della prima serata del ciclo di incontri “Focus Chiesa adulti”, organizzato dall’Azione Cattolica in collaborazione con il Coordinamento degli Uffici Pastorali diocesani, per puntare lo sguardo sul ruolo e la presenza degli adulti nella vita ecclesiale locale.
“Convertire Peter Pan”: questo il titolo della relazione presentata da don Armando per fornire agli oltre ottanta partecipanti, collegati tramite la piattaforma Zoom, uno sguardo disincantato sul mondo degli adulti in relazione alla loro partecipazione alla vita della Chiesa e al loro “essere cattolici”.
“L’Azione cattolica ha accolto l'invito del nostro Vescovo per passare dal lamento all'appello e vivere per primi un’esperienza sinodale, cioè un’esperienza bella e attraente del camminare insieme – hanno spiegato gli organizzatori –: la scommessa e la sfida di oggi è la possibilità di proporre agli adulti percorsi formativi che vadano dritto al cuore delle questioni centrali della vita, aiutati da voci autorevoli e mettendoci in ascolto gli uni degli altri”.
"Le famiglie non tramandano più valori cristiani"
Don Armando Matteo, docente di Teologia fondamentale alla Pontificia Università Urbaniana e sottosegretario aggiunto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha aperto il percorso dipingendo con lucidità e accuratezza il quadro attuale: “Gli adulti nati nel periodo del boom economico, soprattutto fra gli anni Sessanta e Ottanta, sono caratterizzati da un modo di vivere il quotidiano e la fede molto diverso rispetto alle generazioni precedenti – ha affermato –: questo ha portato a un forte cambiamento della maniera di concepire la realtà, spesso volta alla ricerca affannosa di un piacere da consumarsi nell’immediato, e a una conseguente perdita della testimonianza cristiana che gli adulti offrono ai ragazzi”.
Ciò spiega dunque anche il distacco dei giovani dalla parrocchia e la fuga dei ragazzi dopo la Cresima, quando a uno stanco obbligo che consiste nel frequentare, più o meno regolarmente, il catechismo e, nel migliore dei casi, partecipare alla messa, non si sostituisce alcuna forma di fede interiore. Questo perché manca il canale di trasmissione, che da sempre si trova nelle famiglie: “Negli anni Ottanta gli adulti hanno iniziato a interpretare la vita non più nella logica della cura, della generatività, della responsabilità, ma a vivere per se stessi nella mera logica del piacere. È pian piano sparito ogni riferimento alla fede nella vita quotidiana, come se ciascuno bastasse a se stesso e non avvertisse la necessità dell’aiuto di Dio. Così, i nostri ragazzi hanno genitori che chiedono per i figli i sacramenti della fede ma senza la fede in quei sacramenti, che non tramandano quei valori cristiani che possono crescere e radicarsi solo in un contesto familiare: vivono come Peter Pan, senza mai diventare grandi nelle responsabilità che la vita impone, e così facendo dimorano in una continua illusione”.
L’idealismo si sostituisce al realismo, e fa deviare la società verso un’assenza completa di valori, in cui tutto è lecito e alla morale cristiana si sopperisce con un moralismo diafano e inconsistente, da piegare alla voluttà del momento.
I prossimi incontri
“I prossimi incontri si svolgeranno presso l’aula magna del Seminario vescovile, in via Scalabrini a Piacenza: il 14 febbraio interverrà il teologo don Cesare Pagazzi, e il lunedì 21 si svolgerà invece una tavola rotonda sul tema “Per un cristiano desiderabile” – hanno concluso gli organizzatori –: la voce di don Armando Matteo, così chiara e coinvolgente da suscitare un’ampia discussione, proseguirà così nelle parole degli altri relatori per sviscerare un problema che riguarda tutti”.
Lorenzo Benedetti
Pubblicato il 9 febbraio 2022
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