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Tornano le Giornate Fai d'autunno

cerro

Tornano le Giornate Fai d'autunno il 14 e il 15 ottobre.
A Piacenza sarà possibile seguire un itinerario alla scoperta di luoghi "sulle tracce della Duchessa d'Austria” approfondendo luoghi significativi della presenza di Maria Lugia d'Austria a Piacenza.
Con il Gruppo Fai Giovani di Monticelli si andrà alla scoperta di San Pietro in Cerro.

A Piacenza

Oratorio e cripta di San Dalamazio    
Via Bernardino Mandelli 23, Piacenza
Sabato orario continuato dalle 10.00 alle 18.00 (ultima visita h 18)
Domenica orario continuato dalle 12.00 alle 18.00 (ultima visita h 18)
La struttura originaria è ascrivibile allo stile romanico visibile in particolare nella cripta: si tratta di un ipogeo romanico di grande interesse storico-artistico, scandito in diverse campate con volte a crociera sorrette da esili colonnine con capitelli in pietra. Di grande rilevanza è anche la facciata, sostituita nel 1827 per volere della Duchessa Maria Luigia D'Austria, su progetto dell'architetto Antonio Tomba.

La visita includerà anche cenni su Palazzo Mandelli, attualmente sede della Banca d’Italia, che ospitò Maria Luigia D’Austria nei suoi anni di permanenza a Piacenza.

Scuderie ducali di Maria Luigia 

Piazza Cittadella, Piacenza
Sabato e domenica
dalle 10.00 alle 13.00 (ultima visita h 13)
e dalle 15.00 alle 18.00 (ultima visita h 18)
Le Scuderie di Maria Luigia D’Austria furono erette per suo volere attorno al 1840, su un’area situata proprio accanto a Palazzo Farnese, prospiciente a Piazza Cittadella. Al loro posto, due secoli prima, venne costruito il grandioso Teatro Ducale della Cittadella: edificato per volontà dei duchi Farnese, purtroppo perduto durante un incendio nel 1798. Le Scuderie, di grande interesse storico e pregio artistico, si sono conservate nei secoli ed ancora oggi sono visibili gli impianti architettonici funzionali e le finezze decorative. L’edificio è oggi parte del complesso militare Nino Bixio, area occupata dal 2° Reggimento Genio Pontieri.

oratorio

San Pietro in Cerro

Villa Giuseppina 
Via Roma angolo via Marconi, San Pietro in Cerro
Sabato e domenica
dalle 10.00 alle 13.00 (ultima visita h 13)
e dalle 15.00 alle 18.00 (ultima visita h 18)
Una villa privata fatta edificare dalla moglie del conte Vittorio Barattieri, Maria Giuseppina Arborio dei conti di Gattinara, a cui ancora oggi deve il suo appellativo, in stile neomedievale alla fine dell'Ottocento. All'esterno spicca l'alta torre, scandita da bifore e quadrifore e la loggia del piano nobile che si apre sopra al portico del pian terreno. All'interno, un imponente scalone monumentale conduce al piano nobile, dove si aprono numerosi ambienti, alcuni dei quali presentano soffitti a cassettoni con eleganti elementi decorativi a motivo naturalistico e floreale di gusto liberty.
Un percorso inedito ed esclusivo che, per la prima volta, aprirà le porte di questa dimora privata ai visitatori.

Chiesa di San Pietro Apostolo
Via Roma 38, San Pietro in Cerro
Sabato e domenica
dalle 10.00 alle 13.00 (ultima visita h 13)
e dalle 15.00 alle 18.00 (ultima visita h 18)
Una piccola chiesa, nata come Pieve battesimale, ricostruita nel Cinquecento su una più antica di età romanica. La facciata esterna a capanna, semplice e sobria, contrasta con l'interno più riccamente decorato, dove sono da menzionare le finte architetture del catino absidale, riconducibili ai quadraturisti Natali, di recente riportate alla luce da un intervento di restauro. Tra le cappelle votive laterali spicca quella in cui sono conservate le reliquie di Sant'Orsola, cui i Barattieri erano particolarmente devoti.
Una visita che permetterà di valorizzare la storia e la bellezza di questo edificio agli occhi di chi la vede per la prima volta, ma anche di chi la conosce già.

Nelle foto, una delle sale del castello di San Pietro in Cerro e l'oratorio di San Dalmazio.

Pubblicato il 13 ottobre 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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