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Il coraggio e la compassione: la storia di padre Miguel Larburu

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Nella parrocchia di San Giuseppe Operaio a Piacenza, il 12 ottobre, si è svolto un incontro toccante e illuminante. L'occasione era la presentazione del libro "Mare e Sabbia" di Koldo Aldai, un'opera che getta luce sulla vita straordinaria di padre Miguel Larburu, un uomo il cui spirito altruista ha illuminato il deserto dell'Algeria per oltre quattro decenni.

Esci dalla tua terra

L'incontro è stato coordinato da Maristella Bellosta, che ha creato un ambiente intimo e accogliente per i presenti. Padre Miguel Larburu, sacerdote spagnolo della congregazione dei Padri Bianchi, ha condiviso la sua straordinaria vita, intrisa di profonde esperienze umane e spirituali. La vocazione di padre Miguel è stata plasmata dalla citazione biblica "Esci dalla tua terra e va", un richiamo che lo ha spinto ad abbandonare il conforto della sua terra natia per abbracciare una missione nel mondo. Dopo essere stato ordinato sacerdote, dall'Europa è arrivato in Canada, ma il desiderio di servire nel Sahara algerino lo ha spinto a raggiungere il suo obiettivo finale.

Dalla rabbia alla compassione

Negli anni '90, l'Algeria è stata sconvolta da una cruenta guerra civile che ha lasciato cicatrici profonde nel tessuto sociale del paese. Padre Miguel ha vissuto il dramma interiore provocato dall'uccisione brutale di quattro dei suoi confratelli Padri Bianchi. Questo evento avrebbe potuto spezzare il suo spirito, ma la sua forza interiore e la sua fede in Dio lo hanno guidato verso un cammino diverso. Padre Miguel ha condiviso il suo viaggio dalla rabbia alla compassione. Ha narrato della sua lotta interiore per accettare l'orrore dell'odio umano e trasformarlo in perdono. La sua storia è stata un potente monito sulla forza della resilienza umana e della fede in tempi di oscurità. Ciò che rende straordinaria la missione di Padre Miguel è il suo approccio umano e compassionevole. In un contesto in cui il proselitismo era quasi impossibile, Padre Miguel ha abbracciato la sua comunità seguendo gli insegnamenti evangelici. Ha insegnato nelle scuole professionali dei Padri Bianchi e successivamente in quelle statali, cercando sempre di essere vicino alla gente. La visione di Padre Miguel ha incarnato l'umanità di Cristo. Ha dimostrato che l'imitazione di Cristo non riguarda solo le parole pronunciate in chiesa, ma anche le azioni amorevoli compiute nella vita quotidiana. Attraverso il suo lavoro instancabile e il suo spirito indomito, ha dimostrato che il vero amore può trasformare anche i luoghi più aridi in oasi di speranza.

La musica di Archi Amici

L’incontro ha avuto un intermezzo musicale con l’ Orchestra Archi Amici diretta da Maria Paola Busconi. L’orchestra, nata in seno all’associazione Piacenza Bimbi in Musica attiva sul territorio piacentino dall’anno 2013, è impegnata nella diffusione della pratica musicale degli strumenti ad arco tra le giovani generazioni.
Attualmente l’orchestra è formata da 25 elementi, di età compresa tra gli 8 e i 18 anni, legati da sentimenti di amicizia e condivisione della passione per la pratica musicale, ma non solo: infatti i ragazzi partecipano a Campus musicali estivi o invernali dove insieme fanno attività ludiche sportive o di volontariato e contemporaneamente approcciano nuovi repertori per progredire nella crescita del timbro orchestrale. La mission di Maria Paola Busconi, violoncellista e direttrice dell’orchestra, è la diffusione tra i giovani dello studio degli strumenti ad arco in un contesto di crescita di passioni condivise senza competizioni. Nonostante la giovane età dei suoi componenti, “Archi Amici” (nome che gli stessi ragazzi hanno scelto per rappresentarsi) ha già al suo attivo molteplici esecuzioni sia informali che formali, trasmettendo ai loro coetanei la passione e l’entusiasmo che animano la loro scelta. Nella serata a San Giuseppe Operaio era presente una rappresentanza dell’orchestra giovanile che suonato un brano di musica etnica inerente al contesto dell’incontro.
L'incontro con padre Miguel Larburu e la musica dell’Associazione Archi Amici nella parrocchia di San Giuseppe Operaio, è stato un momento di ispirazione e riflessione. La storia di padre Miguel ha insegnato che anche nelle situazioni più disperate, la luce della compassione può ancora brillare intensamente e la musica dei giovani musicisti ha colto nel segno, emozionando i presenti.

Riccardo Tonna

Nella foto, padre Miguel e Maristella Bellosta.

Pubblicato il 13 ottobre 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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