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Il ruolo della donna nella Chiesa. L'intervento di mons. Dosi al Cif

  incontro cif con mons. Dosi

 

La Chiesa riconosce l'indispensabile apporto della donna nella società”. Si è aperta con il versetto 103 dell'Enciclica Evangelii Gaudium di papa Francesco la riflessione tenuta da mons. Celso Dosi nella Sala delle Colonne sul tema: “Donna: mistero dell'eterno generare". Durante l'incontro di venerdì 5 maggio il sacerdote ha analizzato l'importanza della presenza femminile nel mondo cattolico e nella realtà ecclesiastica, attingendo sopratutto al magistero dell'attuale Pontefice; dal quale la questione femminile è particolarmente sentita.
“Sul versetto 103 dell' Evangelii Gaudium e sui molteplici riferimenti del documento alla figura della donna – ha spiegato mons. Dosi   – i commentatori ci dicono si tratti di formulazioni molto esplicite del valore della presenza femminile nella vita della Chiesa. Sono infatti concordi nel ritenere che il Papa ha sempre incentivato il contributo della donna nella vita ecclesiastica, anche attribuendole ruoli apicali nella gestione della Curia romana. Un evidente cambio di passo sul tema, che segna un distacco dai pontefici precedenti”.
“Sia attraverso l'analisi dei documenti ufficiali del Papa sia osservando le omelie ci accorgiamo che il richiamo alla donna è costante – ha poi proseguito il relatore più nel dettaglio –: importante il riferimento al valore del genio femminile, inteso come contributo al progresso della vita ecclesiale, sociale e civile secondo le capacità e le sensibilità proprie della donna. Un richiamo particolare viene dedicato a Maria come prototipo della presenza femminile, con la consapevolezza del ruolo primario della donna nella trasmissione della fede. Nel versetto 69 dell'Evangelii Gaudium troviamo non per caso il riferimento a nonna Rosa, la nonna di papa Francesco, fondamentale nell'educazione del giovane Bergoglio: “una nonna simbolo di tutte le donne portatrici di una fede da conservare con gratitudine”.

L'esempio di Maria

“Cosa vuol dire allora vivere l'esperienza dell'eterno generare”? – si è interrogato il sacerdote, invitando a riflettere su un tema fortemente simbolico e complesso, che riguarda tutti ogni giorno. Non si tratta solo di una generazione biologica – ha chiarito– , diversi interventi papali ricordano che molteplici esperienze generative femminili affiancano la dimensione prettamente biologica. Il Pontefice si rivolge infatti a quelle donne che si lanciano con passione nell'avventura della vita, generando dal punto di vista simbolico: attraverso la testimonianza, l'educazione, la cura, l'accompagnamento, la prossimità”.
“Un generare esistenziale non meno essenziale di quello fisico – biologico”, che si riscontra a partire dall'Evangeli Gaudium: nel numero 104 viene appunto sottolineata la possibilità di inserire figure femminili per prendere decisioni importanti per la Chiesa. È chiaro poi il Vangelo di Giovanni in riferimento alla Samaritana, cap. 4 versetto 39: molti credettero in Gesù per la Parola della donna”.
“Quello delle donne è, secondo papa Francesco e i suoi commentatori, un protagonismo debole nel senso più positivo del termine – ha evidenziato mons. Dosi –. Un protagonismo che consente loro di essere accoglienti, capaci di prossimità, di condividere con sensibilità la dimensione della gioia. Un protagonismo inclusivo e accudente quindi, come quello di Maria che nel Vangelo di Giovanni unge il corpo di Gesù di olio profumato. Questa attenzione tipicamente femminile per la cura fisica della persona si estende poi alla sfera pubblica e sociale”.

La donna, una madre dal cuore aperto

“Una madre dal cuore aperto”, così nell'Evangeli Gaudium il Papa definisce allora il ruolo della donna per la Chiesa, sottolineando che comportamenti e attitudini femminili debbano essere d'insegnamento per la realtà ecclesiale: l'esortazione è al superamento della contrapposizione tra il generare fisico e quello esistenziale, entrambi spiccatamente femminili e uniti in uno sguardo inclusivo globale.
“Le donne hanno una capacità di pensare e di gestire totalmente diversa e superiore rispetto agli uomini”, ha detto papa Francesco in un discorso tratto dall'Osservatore Romano. “Ancora una volta – osserva don Celso – il pontefice non vuole contrapporre maschile e femminile, ma includerli, scongiurando anzi il rischio di dannosi clericalismi.
Poi un esempio significativo di papa Francesco, con cui il sacerdote conclude la sua relazione: “Lo vedo anche in Vaticano: dove abbiamo messo delle donne subito la cosa cambia, va avanti. Quando ero arcivescovo a Buenos Aires, lo vedevo quando passavo con il bus. Una donna non lascia mai i compiti che le vengono affidati, a partire da suo figlio. Mai”.

Micaela Ghisoni

Iniziative promosse dal Cif

Il Cif, Centro italiano femminile, sede di Piacenza, propone per l'anno sociale in corso le seguenti iniziative

13 maggio partecipazione all'Udienza di papa Francesco; tema della giornata "Donne dell'Umofc, artigiane della fraternità umana per la pace del mondo”
dal 20 maggio al 13 luglio partecipazione alla mostra fotografica "L'Italia al voto” a Palazzo Farnese a cura del Comune di Piacenza, dello studio Croce in collaborazione con la Protezione della Giovane;
27 maggio ore 16 celebrazione mariana alla Cappella dei Frati a Bettola.

Nella foto, l'incontro promosso dal Cif nella Sala delle Colonne guidato da mons. Celso Dosi.

Pubblicato il 9 maggio 2023

 

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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