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Notizie Varie

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Fiorenzuola, festeggiato il 65° anniversario della filiale della Banca di Piacenza

 

Il parroco don Giuseppe Illica impartisce la benedizione

Libretto di risparmio numero 1 emesso dalla Filiale di Fiorenzuola Centro della Banca di Piacenza il 3 ottobre del 1960, giorno dell’apertura: intestatario Giuseppe Torre. Una copia originale di questo libretto è stata conservata e messa in quadro e in occasione dei festeggiamenti per il 65° compleanno dello Sportello, il signor Torre è stato rintracciato ed invitato a partecipare alla piccola festa. Invito che ha raccolto molto volentieri, spiegando che da tempo vive a Milano ma che è rimasto fedele alla Banca di Piacenza, essendo cliente della Agenzia del capoluogo lombardo.
L’apertura della Filiale di Fiorenzuola è appunto avvenuta nel 1960 (il comune allora contava su una popolazione che sfiorava le 13mila unità; oggi i residenti sono circa 15mila). Gli Amministratori di allora sottolinearono la nuova presenza un passo importante per l’espansione geografica della Banca, perché avvenuta nel “fervido e industre capoluogo di una delle nostre più belle vallate e giustamente assunta agli onori di città”.

Presenti alla “festa di compleanno” il presidente Giuseppe Nenna, il vicepresidente Domenico Capra, l’a.d. e direttore generale Angelo Antoniazzi, il vicedirettore generale Pietro Boselli, il direttore commerciale Francesco Passera, Elisabetta Molinari della Direzione Rete, Alberto Fiorino della Direzione operativa, Francesca Michelazzi, responsabile della Direzione Personale, Roberto Tagliaferri, responsabile dell’Ufficio Economato e sicurezza e Davide Sartori, responsabile del Coordinamento imprese. Gli ospiti sono stati accolti dal direttore della Filiale Giorgia Bertonazzi, da dipendenti, soci e clienti, dai componenti del Comitato di credito Giovanni Pighi, Pierfiorenzo Orsi, Giuseppe Pighi, Giordano Fummi, Christian Bussandri, Alberto Rossi, Fabio Alberti. Presenti anche alcuni ex titolari ed ex dipendenti. Tra le autorità, hanno partecipato il sindaco Romeo Gandolfi, il comandante della Caserma distretto dei Carabinieri, ten. col. Pietro Denicotera e il parroco don Giuseppe Illica, che ha benedetto i locali invitando a un momento di preghiera.

«La Banca di Piacenza è un punto di riferimento fondamentale per il nostro territorio - ha affermato il sindaco -. Vedo tanti volti noti conosciuti negli anni, questa è una bella occasione per rivederci. Buon anniversario a tutti».
«Siamo orgogliosi di essere banca del territorio vicina a famiglie e imprese - ha evidenziato il presidente Nenna - e di proseguire un cammino fatto di buoni risultati: abbiamo le sofferenze tra le più basse del sistema e gli impieghi tra i più alti».
L’a.d. e direttore generale Antoniazzi ha confermato l’ottimo andamento dell’Istituto: «La raccolta e gli impieghi crescono 5 punti in più rispetto al sistema; un risultato figlio dell’impegno dei dipendenti, uniti intorno alla Banca che opera in un territorio che ci accoglie e ci apprezza».
«La fedeltà dei clienti - ha sottolineato la responsabile Giorgia Bertonazzi - è il miglior riconoscimento della bontà del nostro lavoro. Grazie a tutti i colleghi passati e presenti, e grazie a tutta la comunità».
L’ing. Tagliaferri ha infine spiegato i lavori di rinnovamento (gestiti da Renzo Uttini e diretti dall’arch. Giuseppe Carini) appena conclusi, a cui è stata sottoposta la Filiale. «Sono state rifatte le coperture e l’area cortilizia, nonché l’impianto di riscaldamento sostituito con pompe di calore. Un intervento che consentirà un notevole risparmio energetico con una minore produzione di CO2 pari a 22 tonnellate l’anno. A dimostrare l’attenzione della Banca per l’aspetto della sostenibilità».

Nella foto, il parroco di Fiorenzuola don Giuseppe Illica mentre impartisce la benedizione ai locali della filiale della Banca di Piacenza.

Pubblicato il 29 ottobre 2025

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Al Passo Santa Donna tra Bardi e Borgotaro un sit-in contro l'eolico industriale

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Una giornata memorabile all’insegna della partecipazione è stato il sit-in contro l’eolico industriale di domenica 26 ottobre sul passo Santa Donna, luogo di congiunzione tra i comuni di Bardi e Borgo Val di Taro e di memoria dei partigiani uccisi il 6 gennaio 1945 dai nazifascisti. Qui si sono date la mano oltre 500 persone, un centinaio arrivate a piedi attraverso i sentieri da Caboara e da Brunelli, altri in auto, sul trattore, in mountain bike, a cavallo, su vetture d’epoca. Tutte per esprimere la propria contrarietà al parco eolico Parma A, continguo al Parma B, entrambi presentati – prima l’uno, poi l’altro – da un’azienda dell’energia al Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. In tutto 47 pale eoliche alte 200 metri che sarebbero impiantate sui crinali di Val Ceno, Val Taro, Val Vona, Val Lecca, Val Noveglia, Val Toncina e alta Val d’Arda in sette Comuni delle province di Parma e Piacenza: Bardi, Borgo Val di Taro, Valmozzola (Parma A) e Bardi, Bedonia, Bore, Compiano, Morfasso (Parma B).

La transizione ecologica sì, ma senza distruzione, con il coinvolgimento delle comunità e l’apporto di benefici reali è il messaggio lanciato all’evento organizzato dal comitato spontaneo “No eolico Parma A e Parma B”. Sul Santa Donna si è formata una comunità transgenerazionale, ricca di differenze, trasversale a ogni schieramento politico, unita senza distinzioni per salvare le valli parmigiano-piacentine da un eco mostro che devasterebbe paesaggio, risorse idriche, patrimonio archeologico, flora e fauna, turismo. Di questo trattano le osservazioni che gruppi e singoli cittadini hanno redatto e stanno inviando al sito del Mase. Domenica ne sono state raccolte 150 al banchetto in cui volontarie e volontarie hanno offerto un supporto alla compilazione e hanno raccolto le firme di una petizione. Non è mancato il momento della condivisione del cibo al buffet stracolmo di torte preparate casa per casa dalla cittadinanza che si prende a cuore le sorti delle valli, da alcuni definite magiche.
“Questo è un territorio vivo di persone appassionate che decidono per il proprio futuro” ha detto Marco Cacchioli, borgotarese, membro dello staff organizzativo insieme a Stefania Antonelli, di Porcigatone, nel presentare l’evento nel quale sono intervenuti esperti, amministratori dei Comuni e semplici cittadini.

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Daniele Uboldi, coordinatore del Circolo Legambiente alta Val Taro e presidente della Cer Appennino ovest, ha detto: “Siamo i primi a volere la transizione energetica, ma compatibile col territorio”. Il compianese, già cittadino di Milano, città che ha lasciato preferendo la montagna, ha messo in guardia dal pensare che, vinta una causa, se la si vincerà, poi si possa stare tranquilli. La vigilanza deve essere sempre, a vantaggio del futuro delle nuove generazioni, ha sottolineato. La guida ambientale escursionistica Emanuele Mazzadi, di Bedonia, ha ricordato di considerare come un’unica vallata i territori sottoposti al mega progetto che è stato presentato come due “parchi” per risultare all’apparenza meno invasivo.

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Gli amministratori dei Comuni di Borgotaro, Bedonia, Bardi e Compiano sono intervenuti esprimendo l’opposizione al progetto e la sinergia tra di loro, così come con la Provincia di Parma e la Regione che stanno collaborando alla stesura di rilievi sul progetto.
Il comitato ha messo in luce anche il sostegno che ha dato don Angelo Busi, moderatore della Comunità pastorale Borgo Val di Taro, partecipando alle assemblee organizzate nelle frazioni. Il parroco, finito di presiedere l’Eucaristia, è arrivato anche sul Santa Donna dove ha detto: “Quando leggo i primi due capitoli della Genesi resto emozionato. Ci dice che Dio si è messo al lavoro per la bellezza e poi si è fermato per contemplarla. Va bene produrre, ma occorre fermarsi. Credo che questo grande movimento dice che la gente vuole davvero la bellezza. Non vogliamo solo difendere diritti nostri ma affermare che c’è un altro modo di vivere: il rispetto, l’attenzione e la passione per la bellezza. Anch’io mi sento parte di questo movimento di cittadini uniti dallo stesso ideale, che non vogliono opporsi ma creare un mondo migliore”. Anche i trattoristi di Bardi e dell’alta Val Taro dicono no a un impianto che andrebbe a impattare pure sull’attività agricola, che è una delle principali fonti di reddito; anche i produttori del Parmigiano-reggiano di montagna sperano che in sede ministeriale ci sia una valutazione di impatto negativo.
Interessanti le voci di chi ha lasciato la città per abitare l’Appennino. A Francesco Giusto, che si è trasferito dal Veneto, la resistenza dei valligiani ha rievocato quella degli abitanti della zona del Vajont che avevano protestato contro la diga. Matthias Ritter, che ha lasciato la Germania per vivere in Val Taro e da sei anni è cittadino di Bedonia, ha messo in luce problematiche relative alle pale; Alessandro Giovanelli e la moglie Cristina Moriggi, di Busto Arsizio, hanno comprato casa vicino al Santa Donna, e ora sono preoccupati dell’eco mostro.

Laura Caffagnini

Nelle foto, alcuni momenti del sit-in al Passo Santa Donna tra i Comuni di Bardi e Borgotaro.

Pubblicato il 28 ottobre 2025

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A Paderna 22 coppie hanno festeggiato l'anniversario di nozze

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“Gesù aveva in mente una società differente. Chi la costruisce se non la famiglia? Siamo qui per ringraziare ma anche per accogliere un invito, perché questa società sia praticabile”. Parole di don Umberto Ciullo, direttore dell’Ufficio Famiglia della diocesi di Piacenza Bobbio che domenica 26 ottobre ha guidato la celebrazione della tradizionale “Festa della Famiglia “ a Paderna.
“Quest’anno sono 25 anni che a Paderna numerose coppie testimoniano attraverso la loro unione che, per la famiglia, oltre al valore umano, ogni anniversario di matrimonio si rivela una tappa importante della vita e merita di essere ricordato – sottolinea Liliana Panizzi, anima e organizzatrice della ricorrenza-. La Festa della famiglia ha avuto inizio nell’ottobre del 2000 per volere di don Pietro Solari allora parroco di Paderna e Valconasso”.

Famiglia, un banchetto fondato sull’altruismo che cerca di condividere

“Nella quotidianità, come i discepoli di Gesù, cogliamo la sproporzione quando ci troviamo davanti a malattie, sfide, sconfitte e tante volte pensiamo di non esserne capaci. Le famiglie si trovano di fronte ad una cultura che sta diventando altro, a sfide anche all’interno delle relazioni familiari – sottolinea don Ciullo nell’omelia riflettendo con gli sposi sulla parabola della condivisione dei pani e dei pesci, quest’anno tema guida dell’anno pastorale diocesano-. A volte le cose difficili ci schiacciano perché non siamo capaci di parole che trasformano quello che c’è. Usiamo parole che ci demoralizzano; le parole di Gesù, parole di ringraziamento, creano una condizione nuova. Oggi siete qui per rendere grazie della vostra famiglia, famiglia che è feconda non solo quando genera figli ma quando condivide e riesce a far del bene a chi sta attorno”.

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Sopra, la coppia di sposi, pellegrini verso Roma lungo la via Francigena, mentre riceve la benedizione da don Umberto Ciullo.

I festeggiati

Sono 22 le coppie che in questo 2025 hanno festeggiato l’anniversario di nozze, tra cui una coppia che ha festeggiato le nozze di platino (65 anni di matrimonio), una le nozze di smeraldo (55 anni di vita insieme) e ben tre coppie il 50 esimo anniversario con le nozze d’oro. Tutti i festeggiati, oltre alla tradizionale benedizione delle fedi nuziali, hanno ricevuto in dono dalle mani di don Umberto Ciullo una pergamena a ricordo della giornata, un rosario per la preghiera in famiglia e fiori di ciclamino ed edera simbolo dell’amore e della fedeltà. Alle 22 coppie si è unita anche una coppia di sposi che ha partecipato alla celebrazione con una richiesta speciale: ricevere la benedizione per affrontare il pellegrinaggio della via Francigena che presto li porterà da Paderna a Roma. 

Erika Negroni

Nella foto in alto, le coppie di sposi al termine della messa celebrata a Paderna.

 

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In Santissima Trinità una targa a ricordo di Flora Frazzani

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Giovedì 23 ottobre nella parrocchia della Santissima Trinità è stata ricordata con affetto l’anima di Flora Frazzani, mancata ai suoi cari l’11 ottobre 2023. “Come Gesù sentiva una profonda urgenza di comunicare la parola di Dio, così anche Flora era mossa da un fuoco nel soccorrere il prossimo” ha sottolineato commentando il Vangelo del giorno don Roberto Ponzini, che ha presieduto la messa insieme a mons. Luigi Chiesa e don Giuseppe Frazzani.
“Il fuoco che il Signore ha portato sulla Terra ardeva ardentemente nel cuore di Flora”: con queste parole don Giuseppe Frazzani si è unito al ricordo della cugina. “Mi unisco a tutti voi nel rendere grazie al Signore e nel chiedere che continui ad accendere questo fuoco, di cui la Caritas è espressione, perché rimanga in quel ricordo vivo e affettuoso e perché, guardando agli altri, ci provochi quello slancio che Flora ha saputo vivere con un’intensità straordinaria”, ha poi concluso.

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Nelle foto: in alto, la chiesa della SS.Trinità; sopra, la targa a ricordo di Flora Frazzani.

Alla commemorazione si è aggiunto anche don Luigi Chiesa. “Flora è stata un dono per tanti, per questa parrocchia e per me” ha dichiarato mons. Luigi Chiesa, che nel 2012 con Flora ha aperto la sede della Caritas nella parrocchia di via Manfredi, dove allora era appena diventato parroco. “La Caritas è iniziato prima ancora che come distribuzione di viveri, come incontro con le persone: questo ci ha mostrato come si abbia bisogno del pane, ma anche di essere ascoltati e Flora in questo è stata straordinaria” ha aggiunto. “Sapeva servire con amore, come ci ha insegnato Gesù dicendo «quello che fate al più piccolo dei miei fratelli lo avete fatto a me»”.

Flora, responsabile del Centro d’ascolto della Caritas parrocchiale, ora lì sarà sempre presente non solo nello spirito di servizio e d’accoglienza delle altre volontarie: i locali, infatti, sono stati a lei intitolati tramite l’affissione di una targa, benedetta dal parroco don Giuseppe Tosca dopo la celebrazione eucaristica.

Marianna Porcari

Pubblicato il 28 ottobre 2025

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Riparte il doposcuola della scuola primaria di Sarmato

Doposcuola Sarmato

Riparte a Sarmato il servizio di doposcuola dedicato alle alunne e agli alunni della scuola primaria, un’iniziativa pensata per sostenere le famiglie e offrire ai più piccoli un ambiente sicuro e stimolante in cui trascorrere il pomeriggio dopo le lezioni. Il servizio sarà attivo da martedì 4 novembre fino a fine maggio, per un totale di sette mesi, al costo simbolico di soli 20 euro complessivi. Le attività si svolgeranno nei locali della scuola primaria, che metterà a disposizione la mensa, la palestra e gli spazi esterni. Gli incontri si terranno ogni martedì dalle 16 alle 18 e ogni venerdì dalle 14 alle 16, con la possibilità di usufruire del servizio pasto facoltativo il venerdì alle 12.30 (con contributo extra). “La scelta di mantenere la quota di partecipazione a soli 20 euro per sette mesi di attività – spiega Claudia Ferrari, sindaco di Sarmato – conferma la volontà dell’Amministrazione di rendere il doposcuola un servizio davvero accessibile a tutte le famiglie. È un segnale concreto di attenzione verso la comunità scolastica e verso i genitori che, grazie a questa proposta, possono contare su un sostegno reale e continuativo nel corso dell’anno scolastico”.

Una delle principali novità di quest’anno riguarda la sede del doposcuola: le attività si svolgeranno infatti nei locali della scuola primaria, in particolare nel nuovo spazio mensa realizzato grazie ai fondi Pnrr. “Si tratta di un ambiente moderno e versatile – spiega l’assessora al sociale, Pinuccia Tassi – che permetterà di accogliere bambine e bambini in modo confortevole, favorendo sia i momenti di studio che quelli di gioco e socializzazione. È un passo importante anche in termini di qualità e funzionalità degli spazi educativi”. Le iscrizioni saranno aperte da lunedì 27 a venerdì 31 ottobre, dalle 16 alle 18, presso il Centro Sociale Anziani. Per ulteriori informazioni e domande, è possibile rivolgersi agli uffici comunali o recarsi durante il periodo di iscrizione presso il Centro Sociale Anziani.

Pubblicato il 28 ottobre 2025

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