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Notizie Varie

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I nuovi criteri per le risorse all’agricoltura condivisi dalla Regione

 Parametri agricoltura

“Esprimo pieno sostegno all’ipotesi di mediazione sul riparto del Fondo europeo agricoltura e sviluppo rurale (Feasr) per il biennio di transizione 2021-2022 avanzata dal ministro delle Politiche agricole e alimentari, Stefano Patuanelli. Si tratta di una proposta equilibrata che prevede l'applicazione di criteri oggettivi a vantaggio dell’intero Paese e nell’esclusivo interesse delle imprese agricole italiane”. Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, motiva la sottoscrizione, insieme ai colleghi di altre 12 Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, della lettera inviata allo stesso ministro Patuanelli e al commissario Ue all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, in appoggio al piano di ripartizione delle risorse europee per lo sviluppo rurale messa a punto dagli uffici del Mipaaf. La proposta avanzata dal ministro italiano alle Regioni e Province autonome prevede l’introduzione nel 2021 di un 30% di criteri oggettivi e il mantenimento del 70% dei parametri storici, per poi ribaltare le stesse percentuali nel 2022, ovvero un 70% di criteri oggettivi e un 30% di parametri storici. Tra i parametri utilizzati per l’ipotesi di suddivisone dei fondi comunitari, condivisa dal maggior numero di territori, spiccano tra l’altro il numero di aziende agricole, la Plv (Produzione lorda vendibile), la Sau (Superficie agricola utilizzata), oltre a quella forestale.
“Siamo tra le Regioni italiane più virtuose nell’utilizzo delle risorse europee-conclude Mammi-. Dagli inizi della programmazione al 10 marzo scorso avevamo già erogato alle imprese agricole oltre 840 milioni di euro, il 72% della disponibilità complessiva del Piano di sviluppo rurale 2014-2020, che per l’Emilia-Romagna equivale a circa 1,2 miliardi di euro. Così facendo abbiamo rispettato, con ben 10 mesi di anticipo, la scadenza per pagare le risorse avute in assegnazione. Si tratta ora di proseguire in questa direzione con la stessa determinazione e con il senso di responsabilità che da sempre ci contraddistingue”. Insieme a Mammi hanno sottoscritto la lettera al ministro Patuanelli e al commissario Ue Wojciechowski gli assessori all’Agricoltura di altre 12 Regioni (Veneto, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Sardegna e Toscana) e delle due Province Autonome di Trento e Bolzano.

Pubblicato il 7 aprile 2021

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Cento anni per Rina Pozzi. Gli auguri del sindaco Barbieri

centenaria

“Ci date la forza di andare avanti, di continuare a impegnarci per superare le difficoltà di questa lunga emergenza". Così il sindaco Patrizia Barbieri ha salutato, prima di concludere la video-chiamata, gli ospiti delle sedi di via Lanza e via Roma della Fondazione Maruffi, con cui si è collegata nella mattinata di ieri cogliendo l'occasione per una sorpresa speciale rivolta alla signora Rina Pozzi, che ha festeggiato il 100° compleanno il 22 marzo scorso, circondata dall'affetto degli altri residenti e di tutto il personale.
“Oggi porto a tutti voi non solo i miei auguri personali per una Pasqua serena, ma vi trasmetto anche l'abbraccio ideale della nostra comunità”, ha sottolineato il sindaco, promettendo che “non appena sarà possibile ci incontreremo: sarà un'emozione ancor più grande di quella che già adesso mi state regalando, grazie al calore e al coraggio che riuscite a trasmettere”.
Il sindaco ha voluto condividere, nell'incontro online con gli ospiti delle case di riposo, “la riconoscenza infinita nei confronti degli operatori che prestano servizio nelle strutture di ricovero e assistenza agli anziani, la cui umanità e dedizione sono state fondamentali, in questi mesi, per dare conforto e affetto a tutti coloro che a lungo non hanno potuto abbracciare i propri familiari”.
Patrizia Barbieri ha sottolineato positivamente anche il fatto che tutti gli utenti e il personale delle due sedi della Fondazione Maruffi abbiano aderito con grande senso di responsabilità alla campagna vaccinale.
“Spero che la stessa fiducia che oggi leggo nei vostri occhi, proprio grazie al fatto di aver già ricevuto il vaccino – ha ribadito il sindaco, rivolgendosi agli ospiti delle case di riposo – possa presto essere restituita alla collettività, a cominciare da chi, nel lavoro e nella vita di tutti i giorni, soffre più duramente le conseguenze sociali ed economiche della pandemia”.

Pubblicato il 6 aprile 2021

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In tre mesi utilizzati quasi 22mila tamponi rapidi delle farmacie

tamponi rapidi

In Emilia-Romagna il tampone rapido piace. La campagna di screening epidemiologico, promossa su base volontaria dalla Regione, ha fatto registrare in tre mesi, dal 21 dicembre al 21 marzo, più di mezzo milione di tamponi rapidi nelle 829 farmacie aderenti da Piacenza a Rimini (il 61% del totale). Esattamente 531.318 i test effettuati, di cui il 3% (16.092) è risultato positivo, con paziente asintomatico. Dalle successive verifiche con tampone molecolare effettuate di cui è già noto il risultato, sono 12.197 i positivi confermati, vale a dire il 2,3% sul totale dei test rapidi eseguiti. La campagna di screening era nata per chi vive il mondo della scuola, i loro familiari e altre categorie più a rischio, che potevano e possono accedere al test in maniera gratuita, ma successivamente è stata allargata anche a tutti gli altri cittadini, a cui però viene richiesta una compartecipazione della spesa. E oltre un quinto dei tamponi effettuati, più di 117mila, sono stati eseguiti a partire dall’1 febbraio proprio con questa modalità, cioè da cittadini che per verificare l’eventuale positività al virus hanno usufruito del prezzo calmierato di 15 euro concordato dalla Regione e dalle associazioni dei farmacisti. “Una adesione così importante a questa campagna di screening, la prima del genere in Italia, ha dato un contributo significativo all’attività di contrasto alla diffusione del virus - dichiara l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini - permettendo di circoscrivere e isolare migliaia di positivi asintomatici che avrebbero altrimenti potuto infettare tantissime altre persone. Trovo davvero significativo poi il fatto che in poco più di un mese e mezzo oltre 100mila emiliano-romagnoli abbiano effettuato il test a pagamento, per quanto a un prezzo contenuto, per garantire la sicurezza propria e di conseguenza anche della comunità. Anche questa è una prova della volontà condivisa di fare fronte comune per superare l’emergenza sanitaria - conclude Donini -: a nessun livello, dalle istituzioni ai cittadini, questa è una sfida che si vince da soli”.

In termini assoluti, il territorio con più tamponi rapidi effettuati è stato quello dell’Ausl di Bologna (168.657 test, di cui il 2,6% positivi al test rapido), seguito dalla Romagna (122.350, 3,3% di positività), poi Modena (75.572, 3,8%), Reggio Emilia (43.007, 3,1%), Parma (42.139, 2,8%), Ferrara (38.589, 3,1%), Piacenza (21.922, 2,5%) e infine Imola (19.082, 2,9%). Per quanto riguarda invece il dato rapportato alla popolazione, in media in regione hanno effettuato il tampone 12 cittadini ogni 100 assistiti dalle Ausl: l’Azienda sanitaria con la frequenza più alta è stata quella di Bologna (arrotondabile a 16 ogni 100 assistiti), seguita da Imola (14), Modena (11), Romagna (11), Ferrara (10), Parma (9), Reggio Emilia (8) e Piacenza (7). A effettuare il tampone sono state in prevalenza donne (54% dei casi). Il 72% di chi partecipato alla campagna di screening, inizialmente pensata per la popolazione scolastica, i loro familiari e il personale dell’istruzione, ha più di 24 anni; la seconda fascia di età più rappresentata è stata quella 14-18 (9%), poi la 19-23 (8%), a seguire quelle 6-10 e 11-13 (entrambe al 5%) e infine quella 3-5 anni (1%, per un totale di 7.142 tamponi) e la 0-2 anni (1.826 test complessivamente). Oltre al 22,2% di tamponi utilizzati da chi ha scelto a proprie spese di testarsi, i rimanenti sono stati eseguiti, sempre in autosomministrazione dagli studenti (27,3% del totale, pari a 145.053), loro familiari, inclusi i nonni non conviventi (203.851, il 38,4%), personale scolastico (51.926, 9,8%), e via via alle altre categorie che potevano accedere gratuitamente all’autosomministrazione: i farmacisti convenzionati (2.059, lo 0,4% del totale), le persone con disabilità (2.410, 0,5%), i loro conviventi (2.724, 0,5%), i caregiver familiari (1.050, 0,2%), gli educatori, allenatori e istruttori (3.222, 0,6%) e i volontari del Terzo settore (1.264, 0,2%). La campagna prosegue in tutta l’Emilia-Romagna. Per effettuare il test occorre prendere appuntamento con il farmacista, consultando l’elenco degli aderenti sul sito della Regione: https://salute.regione.emilia-romagna.it/antigenico-farmacie. Non è necessaria la ricetta medica. Il farmacista avrà cura, in fase di prenotazione, di informare il cittadino che l’attività verrà eseguita in autotest. In caso di minori, un genitore o tutore deve dare il proprio consenso ed essere presente, per eseguire lui stesso il test al minore. L’attività sarà sempre svolta nel rispetto di tutte le misure di sicurezza, dall’uso obbligatorio e corretto della mascherina, che sarà abbassata solo nel momento del campionamento e poi riposizionata correttamente, all’igienizzazione delle mani, dal controllo della temperatura corporea al distanziamento. Proprio perché si tratta di uno screening rivolto unicamente a persone prive di sintomi, per la sicurezza di cittadini e farmacisti non si può effettuare il test se negli ultimi 10 giorni si sono avuti contatti stretti con persone affette da Covid-19, se si ha febbre superiore a 37,5° C o sintomatologia respiratoria. Per i cittadini che si trovano in queste condizioni sono infatti attivi altri percorsi.

Pubblicato il 4 aprile 2021

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Da Gragnano vicinanza e solidarietà al popolo del Myanmar

Myanmar Aung San Suu Kuy 

Almeno 114 persone sono state uccise dai militari del Myanmar (ex Birmania) il 27 marzo 2021. Si tratta del peggior bilancio da quando sono cominciate le proteste in seguito al colpo di stato del primo febbraio che ha determinato l’arresto della leader di fatto del governo civile, Aung San Suu Kyi, e del presidente della Repubblica, Win Myint. E' stata definita la "Giornata della vergogna". 
Da Gragnano vicinanza  e solidarietà al popolo del Mynmar espresse dal sindaco Patrizia Calza e dai suoi consiglieri.

“I gravi problemi economici e sociali che le nostre comunità locali stanno vivendo non ci devono impedire di combattere silenzio e disinteresse nei confronti di popoli e luoghi dove si stanno violando palesemente i più elementari diritti umani. Per questo riteniamo che anche da una piccola comunità come la nostra possa e debba salire forte l’invito alle massime autorità nazionali ad assumere ogni iniziativa a tutela del popolo birmano oppresso da una spietata dittatura.  Così, interpretando i sentimenti di tutto il Consiglio Comunale di Gragnano, ha commentato il sindaco Patrizia Calza il 30 marzo a margine della votazione all’unanimità di un ordine del giorno nel quale i Consiglieri hanno espresso la propria vicinanza e la propria solidarietà al popolo del Myanmar, chiedendo l’immediata liberazione del premio Nobel Aung San Suu Kyi e di tutti i prigionieri politici".
"È di ieri quella che è stata chiamata la Giornata della vergogna con un record di uccisioni, si dice almeno novanta, tra la popolazione civile scesa in piazza sfidando l’esercito e la repressione della Dittatura. I filmati e le immagini che arrivano da qual Paese e che coinvolgono anche bambini fanno inorridire".
"Il Consiglio Comunale di Gragnano  chiede che l’Italia si faccia promotrice di un’azione concreta per l’apertura di una fase di dialogo nel Paese invitando il Sindaco a trasmettere l’ordine del giorno alle massime figure istituzionali del nostro Paese. Nell’occasione Patrizia Calza ha notiziato sul fatto che si sta cercando di organizzare a Piacenza una iniziativa volta a favorire la mobilitazione dei Comuni, sulla scia di quanto sta facendo ANCI in altri territori, e di altre realtà e istituzioni locali".

Pubblicatoil 6 aprile 2021

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In arrivo nuovi finanziamenti per le Unioni dei comuni di montagna

 Montagna e fondi

Sono in arrivo nuovi finanziamenti per le Unioni di Comuni Montani dell’Emilia-Romagna grazie al Fondo regionale per la montagna 2021-2023, che può contare su 15 milioni di euro, uno in più in più rispetto al triennio precedente. Risorse preziose che già nei prossimi mesi si tradurranno in progetti nei settori più importanti per questi territori, a partire da viabilità e manutenzione stradale. Continua dunque l’impegno della Regione a sostegno delle aree collinari e montane. Fondamentali per ridurre squilibri territoriali e distanze acuite dalla pandemia, e anche da un punto di vista ambientale e paesaggistico, sulle quali investire, potenziando la dotazione di servizi e contrastando abbandono e spopolamento. “Questi stanziamenti sono un’ulteriore conferma di quanto sia centrale la volontà della Regione di valorizzare la montagna, per garantire sempre maggiori opportunità alle comunità locali, a chi vi abita e lavora - sottolinea l’assessora regionale alla Montagna, aree interne e programmazione territoriale, Barbara Lori -. Scegliamo di investire maggiori risorse, d’accordo con i sindaci dei territori, le Unioni Montane, i Comuni e l'Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani”. Tra le misure già adottate dalla Regione: il taglio dell’Irap, gli investimenti per il potenziamento della rete della telefonia mobile nelle zone non coperte e per la banda ultralarga, il bando da 10 milioni di euro per le giovani coppie che acquistano o ristrutturano casa in Appennino (con ulteriori 10 milioni già previsti per il 2021).

“Nel momento in cui stiamo affrontando l’emergenza sanitaria, lavoriamo al dopo-pandemia attraverso la coesione territoriale- sottolinea Davide Baruffi, sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale-. In linea con il Patto per il Lavoro e per il Clima, vogliamo ricucire le diseguaglianze territoriali, soprattutto della montagna e delle aree più periferiche, che minacciano la tenuta anche della nostra regione. Per contrastare questa tendenza bisogna garantire ovunque servizi di prossimità, valorizzando le potenzialità dei territori per attivare nuovi processi di sviluppo”. I 15 milioni del Fondo per la montagna riguardano tutte le 21 Unioni di Comuni montani – compresi i Comuni montani di Alto Reno Terme (Bo) e Alta Val Tidone , nati da fusioni e che non fanno parte di Unioni – e verranno assegnati secondo un riparto che prevede il 60% in rapporto alla superficie delle aree montane e il 40% in base alla popolazione residente secondo i criteri previsti nella Legge Regionale 2 del 2004. Entro il 14 maggio i Comuni dovranno presentare alla Regione i propri Programmi triennali di investimento.

Pubblicato il 3 aprile 2021

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