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Notizie Varie

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Servizio civile, Unione ciechi e Ipovedenti cerca quattro volontari

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L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti APS di Piacenza con sede in Via Mazzini 51, cerca 4 giovani d’ambo i sessi per Il servizio civile volontario. Dovrà essere garantito un orario di 25 ore settimanali.
E’ previsto un compenso di euro 439,50 netti mensili, per il periodo di un anno. L’attività svolta sarà considerata credito formativo vantaggioso in caso di concorso presso la pubblica amministrazione.

Requisiti di ammissione:
Possono partecipare alla selezione i giovani, senza distinzione di sesso che, alla data di presentazione della domanda abbiano i seguenti requisiti:
1. cittadinanza italiana, ovvero di uno degli Stati membri dell'Unione Europea, ovvero di un Paese extra UE purché regolarmente soggiornante in Italia;
2. aver compiuto il diciottesimo anno di età e non aver superato il ventottesimo anno di età (28 anni e 364 giorni) alla data di presentazione della domanda;
3. non aver riportato condanne penali;
4. diploma di scuola media superiore, patente B, serietà, disponibilità e spirito di adattamento. La domanda di partecipazione è presentabile esclusivamente online attraverso la piattaforma Domande on Line (DOL) raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all'indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it

Le domande vanno presentate entro le ore 14  del 8 febbraio 2021.

I progetti relativi a UIC Piacenza sono:

PROGETTO NR 1: laboratorio di attivismo civico per l’inclusione sociale: 3 volontari;

PROGETTO NR 6: lotta alla disparità di genere nell’istruzione e nella formazione dei disabili visivi a garanzia di un equo accesso: 1 volontario.

NOTA BENE: E’ POSSIBILE PRESENTARE DOMANDA PER UN SOLO PROGETTO; le informazioni relative ai progetti sono reperibili sul sito nazionale UICI (www.uiciechi.it) e ulteriori informazioni possono essere richieste alla Sezione UICI di Piacenza all’indirizzo mail: o al numero di telefono: 0523 337677.

Pubblicato l'8 gennaio 2021

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Rotary Club, donato un pulsiossimetro alle Usca

donazione club rotary all'ausl piacenza

I Club Rotary Piacenza Valli Nure e Trebbia e Val Tidone sono vicini alla Sanità piacentina. È stata fatta la donazione di pulsiossimetro modello TensorTip MTX Matrix, che sarà utilizzato dalle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, che da marzo si occupano dell’assistenza ai pazienti sospetti o positivi al domicilio.
Le presidenti Andreina Cavanna (Rotary Club Piacenza Valli Nure e Trebbia) e Katia Gentili (Rotary Club Val Tidone) hanno consegnato lo strumento ad Anna Maria Andena, responsabile delle squadre, e al direttore generale Ausl Luca Baldino.
L’apparecchio donato – ha spiegato la dottoressa - è molto funzionale, sofisticato e non invasivo e serve a garantire un monitoraggio molto completo dei pazienti a domicilio, in particolare quelli con terapia a ossigeno dimessi dal Pronto soccorso. Funziona inserendo semplicemente il dito nel dispositivo, che effettua le misurazioni sul tessuto capillare del polpastrello. I risultati di ogni rilevamento vengono conservati nella memoria del sistema per essere poi confrontabili nel tempo".
Il dispositivo, pur se di dimensioni ridotte, permette di verificare, per esempio, l’andamento dell’anidride carbonica, del ph ematico e dell’ematocrito, parametri che altrimenti non sarebbe possibile controllare a casa. Il monitor per monitoraggio multiparametrico ha un valore di circa 1600 euro.
Alla consegna dello strumento donato erano presenti, oltre alle presidenti Gentili e Cavanna, anche Christian Sartori e Carlo Caltagirone,  entrambi del Rotary Club Piacenza Valli Nure e Trebbia. Per le Usca (che la settimana scorsa hanno fatto 944 interventi a domicilio) sarà un ulteriore dotazione, che va ad aggiungersi ai palmari di cui sono equipaggiate le squadre.

Pubblicato l'8 gennaio 2021

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Verso la transizione online dei Comuni: l’obiettivo è digitalizzarli tutti entro il 2021

 Digitalizzazione

Niente più file alle poste per pagare le multe o agli sportelli degli uffici per richiedere una autorizzazione edilizia: in Emilia-Romagna entro la fine del 2021 sarà possibile effettuare online tutti i pagamenti alle pubbliche amministrazioni, e per accedere a ogni servizio digitale di un Comune sarà sufficiente utilizzare l’App IO attraverso l’identità digitale SpID che è già fornita gratuitamente a tutti gli emiliano-romagnoli da Lepida, la società in house della Regione per l’infrastrutturazione digitale e della banda larga. Un ulteriore passo in avanti rispetto a una situazione, quella attuale, che vede comunque quasi il 70% delle amministrazioni regionali essere già passata ai pagamenti digitali, con oltre 800mila operazioni eseguite su PayER nel 2020 (+32% sul 2019) per un totale di circa 60 milioni di euro (+34%). Ora, a segnare l’ulteriore avvicinamento al passaggio totale ai servizi online nei Comuni è l’accordo siglato poche settimane fa tra la Regione e il Dipartimento per la Trasformazione digitale della presidenza del Consiglio dei ministri, che vale più di 2,6 milioni di euro: esattamente 2.161.700 euro di risorse nazionali, a cui la Regione aggiunge quasi 550.000 euro di fondi propri sul 2021 attraverso Lepida. Un’intesa che da una parte permette ai Comuni di completare il passaggio alla piattaforma PagoPA per i pagamenti dei cittadini verso le pubbliche amministrazioni, dall'altra promuove e accelera l’utilizzo dell’app IO come unico punto di accesso ai servizi digitali.

Un progetto di sistema
“La digitalizzazione dei servizi degli Enti locali - affermano Paola Salomoni, assessore all'Agenda digitale, e Paolo Calvano, assessore al Bilancio - è un atto di civiltà non più rimandabile: per la comodità e la sicurezza dei cittadini, prima di tutto, che devono essere messi in condizione di evitare il più possibile file e attese negli uffici pubblici. Ma è anche una scelta che riguarda la sostenibilità - perché dematerializzando si riduce l'uso di carta e si limitano gli spostamenti - e che ci aiuta nel nostro percorso contro lo spopolamento delle montagne e di altre aree periferiche, dove spesso il dover adempiere agli obblighi della burocrazia si rivela un disagio maggiore che in città. L'impegno del Governo, che ringraziamo, è significativo e stringente- prosegue l'assessore- perché fissa delle scadenze ben precise che ci impegniamo a rispettare anche grazie al prezioso aiuto tecnico di Lepida, che già fornisce la SpID gratis a tutti in Emilia-Romagna”.
“Siamo fiduciosi - concludono Salomoni e Calvano - che nessuno sarà lasciato indietro in questa transizione digitale: a partire dal progetto Pane&internet, da anni in Emilia-Romagna investiamo sull'alfabetizzazione digitale di tutte le fasce di età della popolazione, concentrandoci proprio sugli anziani e su chi in generale ha meno dimestichezza con la tecnologia, e con gli ultimi investimenti che porteranno EmiliaRomagnaWifi in tutti i comuni della regione non abbiamo paura di nessun digital divide”. Nasce così un vero progetto di sistema, che punta entro alla fine del 2021 alla piena digitalizzazione di tutti gli Enti locali da Piacenza a Rimini: da questo accordo con il Governo ne deriverà infatti uno da sottoscrivere nell’ambito della Community Network Emilia-Romagna e che vedrà coinvolti, sempre con il supporto di Lepida, tutti i Comuni e le Unioni di Comuni del territorio, fissando gli obiettivi di transizione digitale da raggiungere entro i primi mesi del 2021 o per la fine dell’anno.

Le scadenze
Sono due le scadenze significative all’interno dell’accordo siglato tra la Regione e il Governo, che si incrociano con le date del Decreto legge nazionale in materia. La prima è il 28 febbraio 2021, giorno a partire dal quale viene disposto l’utilizzo esclusivo delle identità digitali, della carta d'identità elettronica e della Carta Nazionale dei Servizi quali strumenti di identificazione dei cittadini che accedano ai servizi on-line: contestualmente, viene anche vietato alle amministrazioni di rilasciare o rinnovare credenziali diverse da queste per le interazioni digitali con gli Enti locali.
Sempre il 28 febbraio diventerà obbligatorio rendere fruibili i servizi in rete tramite l’app IO, per smartphone e tablet IO, e sarà anche il giorno da cui decorrerà l’obbligo per i prestatori di servizi di pagamento abilitati, come ad esempio le banche e le poste, di utilizzare esclusivamente la piattaforma PagoPA per i pagamenti verso le pubbliche amministrazioni. Se la fine di febbraio segna la fine della fase 1, quella di adesione, la fase 2, che riguarda invece l’integrazione, dovrà invece terminare entro il 31 dicembre 2021: per quella data gli enti locali dovranno spostare almeno il 70% dei servizi di incasso su PagoPA, dal pagamento della Tari a quelli della refezione scolastica, attivare almeno 10 servizi digitali sull’app IO, come le operazioni di anagrafe o quelle degli sportelli edilizia, e infine completare il passaggio alla SpID come strumento unico per l’accesso alle funzioni online dei Comuni.
Ad oggi sono 225 i Comuni in Emilia-Romagna che hanno aderito a PagoPA, tramite PayER, con almeno un servizio: si tratta già del 67% del totale, e bisogna sempre considerare che gli altri 103 Comuni potrebbero aver aderito e attivato servizi tramite altri intermediari (pubblici o privati). La piattaforma PayER nel 2020 ha registrato complessivamente (quindi non solo per i Comuni ma anche per altre realtà come ad esempio le Asl) oltre 830.000 transazioni, per un totale di più di 59 milioni di euro di pagamenti effettuati. Numeri in significativa crescita rispetto al 2019, quando le operazioni erano state 565.000 (con un aumento anno su anno quindi pari al 32%) e il valore totale dei pagamenti pari a 39 milioni di euro (+34% nel 2020 a confronto con il 2019).

Pubblicato il 7 gennaio 2021

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Lotta agli sprechi, in Regione recuperate 36mila tonnellate di prodotti

Sprechi alimentari

Meno sprechi nelle filiere alimentari e più sostenibilità ambientale con Lowinfood. Così è stato ribattezzato il progetto finanziato con 6 milioni di euro dalla Commissione Ue che vede la Regione Emilia-Romagna in prima fila insieme ad altri 26 partner europei nel perfezionamento e diffusione su larga scala di una serie di innovazioni di tipo tecnologico, sociale, gestionale e organizzativo per ridurre le perdite e gli sprechi di cibo nel passaggio dal campo alla tavola, in particolare nei settori ittico, dell’ortofrutta e della panificazione. Una sfida di non poco conto: si stima infatti che gli sprechi alimentari ammontino alla stratosferica quantità di quasi 90 milioni di tonnellate all’anno in Europa, pari a circa il 20% del cibo totale prodotto. Una scommessa, la riduzione delle perdite lungo le catene di produzione e approvvigionamento alimentare, che è tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e fatti propri anche dall’Ue, che si è impegnata a dimezzare gli sprechi di cibo entro quella data. Si muove in quest’ottica il progetto Lowinfood, che ha come capofila l’Università della Tuscia, con sede a Viterbo, e che tra i partner di spicco vede coinvolta anche l’Università di Bologna, insieme ad altri atenei e centri di ricerca, start up specializzate nell’innovazione, imprese e associazioni che operano nel settore del food appartenenti a 12 Paesi europei.  

In Emilia Romagna la piattaforma Sir

La Regione Emilia-Romagna è stata selezionata come esempio all’avanguardia nella gestione dei ritiri dal mercato e distribuzione gratuita di prodotti ortofrutticoli freschi ai bisognosi attraverso la rete degli enti di beneficienza altrimenti destinati al macero. In particolare, l’innovazione made in Emilia-Romagna consiste nella messa a punto di una piattaforma – si chiama Sir (Sistema informativo dei ritiri) - che tiene traccia dei prodotti ritirati nell’ambito degli interventi Ue per la prevenzione e gestione delle crisi di mercato e che consente altresì un monitoraggio costante della quantità di alimenti donati.
“L’Emilia-Romagna- sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi- si sta distinguendo nel panorama nazionale ed europeo per la strategia adottata nel campo della sostenibilità alimentare. Negli ultimi anni abbiamo svolto un importante lavoro con le scuole per allargare lo spazio del biologico nelle mense per i nostri ragazzi. Collaboriamo poi con i mercati agroalimentari all’ingrosso in diversi progetti sulla tracciabilità del cibo, la riduzione dello spreco e il reimpiego delle eccedenze alimentari, anche fresche sulle tavole di chi ha meno possibilità”.
“Per noi - prosegue l’assessore - sostenibilità significa cura e attenzione verso l’ambiente, ma anche impegnarsi fattivamente per non lasciare indietro nessuno, soprattutto in un periodo come quello attuale che vede ampie fasce della popolazione in difficoltà economiche per le ricadute della pandemia. Se siamo partner di un progetto europeo di grande valenza è anche grazie alla collaborazione con associazioni, enti e soggetti privati del territorio. È un risultato di alto valore sociale, ottenuto grazie all’apporto di tutti”. Con la partecipazione a Lowinfood, progetto che andrà avanti per quattro anni, la Regione Emilia-Romagna può aspirare ad accreditarsi a livello europeo come modello di eccellenza nella gestione dei ritiri di mercato e distribuzione delle eccedenze alimentari ai meno fortunati. Un risultato che aprirebbe la strada alla candidatura della piattaforma informatica regionale presso la Commissione di Bruxelles come esempio di buona pratica da diffondere in ambito europeo. Grazie al sistema gestionale improntato alla massima efficienza dal 2012 al 2020 sono state ritirate dal mercato e destinate agli enti benefici che operano in Emilia-Romagna oltre 36 mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli freschi, oltre 130 mila in tutta Italia.

Pubblicato il 7 gennaio 2021


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A Paolo Rebecchi di Anpas il Premio alla Bontà 2020

rebecchi

“Per l’impegno profuso durante l’emergenza Covid nella nostra Provincia, con professionalità, competenza e spirito di abnegazione, per l’esempio che quotidianamente offre attraverso la sua dedizione agli altri, e per l’attenzione e la sensibilità che sa mettere nei suoi gesti verso i bisogni umani oltreché sanitari, soprattutto in questi momenti di emergenza sanitaria" il Premio alla Bontà 2020 è stato assegnato a Paolo Rebecchi “bandiera” dell’ ANPAS Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze.
Il premio e la motivazione ripercorrono molto bene il suo profilo; Rebecchi è da anni punto di riferimento indiscusso non solo dell’ANPAS a livello locale e Regionale per l’Emilia Romagna; da pochi mesi è anche nella Direzione Nazionale a fianco del noto virologo prof. Fabrizio Pregliasco. Nel suo percorso in divisa arancione ha preso parte a tantissimi interventi emergenziali in ambiti e luoghi diversi, così come ha spesso supportato persone in difficoltà anche fuori dall’ Associazionismo.
In riferimento all’assegnazione del premio, la presidente regionale di ANPAS Emilia Romagna Miriam Ducci evidenzia: “Sono molto contenta, ho appena appreso che il Premio della Bontà di Rustigazzo è stato conferito a Paolo Rebecchi. Paolo è un volontario speciale, sempre molto attento, attivo e con grande sensibilità. Il suo impegno durante i mesi tragici del Covid a Piacenza sono stati un esempio per tutti i Volontari di Anpas Regionale".
La Presidente dell’organizzazione che conta oggi oltre 110 Associazioni aderenti in Emilia Romagna prosegue: “Questo premio ci riempie di orgoglio e di gioia".

Pubblicato il 7 gennaio 2021

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