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Notizie Varie

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La Fondazione ha già stanziato 3,8 milioni per progetti sul territorio

Nuove erogazioni Fondazione

Si è chiusa, con poco meno di 3,8 milioni di euro deliberati, la prima delle tre sessioni erogative annuali che caratterizzano l’attività istituzionale della Fondazione di Piacenza e Vigevano. “È una cifra particolarmente significativa, che coincide con il sostegno a iniziative importanti per l’impatto che avranno sul territorio, soprattutto in ambito sociale - sottolinea il presidente della Fondazione Roberto Reggi -. L’analisi delle richieste è stata come sempre attenta a cogliere, in tutti i settori di intervento, la capacità di dare risposta a un crescente bisogno di cura e assistenza legato al presente, e nel contempo sviluppare azioni con ricadute positive nel medio e lungo periodo. In questa prima sessione sono presenti anche alcuni progetti propri, cioè iniziative della nostra Fondazione, che contribuiscono a focalizzare su interventi strategici la nostra azione”.

I NUMERI

Gli stanziamenti della prima sessione sono pari a 3.798.383 euro e si riferiscono complessivamente a 119 progetti. C’è una netta predominanza di richieste del territorio: 103 sono state sostenute con circa 2,5 milioni di euro, rispetto alle 147 domande che erano state presentate e che avrebbero reso necessari oltre 3,8 milioni di stanziamenti. In aggiunta, nel computo della prima sessione, sono comprese anche iniziative proprie della Fondazione e alcuni progetti di sistema sviluppati nell’ambito di Acri, l’associazione delle fondazioni bancarie. Le erogazioni della prima sessione sono relative a interventi su Piacenza e provincia per 3.473.729 euro, e per altri 324.654 euro su Vigevano.

I PROGETTI A PIACENZA

Numerosi gli interventi in ambito sociale. A favore degli anziani, con Ausl di Piacenza prosegue il progetto “C.A.DE. - Centro ascolto per la demenza”, che è diventato punto di riferimento per l’intera provincia e che mette a disposizione una rete di professionisti in grado di supportare i familiari delle persone affette dalla patologia. Con Caritas si segnalano due interventi. Contro l’emergenza abitativa è “Casa tra le case”, per dare continuità al progetto avviato negli anni scorsi su impulso della Fondazione, che allevia la precarietà residenziale di famiglie e singoli. L’altra iniziativa riguarda la rete integrata di interventi di risposta a bassa soglia alle situazioni di grave marginalità, grazie all’impegno di cinquanta Caritas parrocchiali.
Analogo sostegno è stato deliberato a favore dell’attività dell’Associazione Emporio Solidale Piacenza, che gestisce la struttura piacentina finalizzata a offrire non solo un aiuto concreto nel fare la spesa, ma anche assistenza e consulenza nella ricerca del lavoro, nell'orientamento ai servizi del territorio, nel sostegno psicologico e nella gestione del budget famigliare.
Con la Fondazione Amici di Sissi è invece il progetto “Mastri Biscottai”, per favorire inserimenti lavorativi rivolti anche a soggetti fragili e sviluppare nuovi prodotti in collaborazione con l’Università Cattolica di Piacenza. Ai più piccoli e alle loro famiglie, con il Comune di Cadeo, è dedicato il progetto “Arrediamo il Nido”, finalizzato alla sistemazione di un edificio storico di proprietà comunale, per adibirlo a servizi educativi per la prima infanzia, da 0 a 3 anni. Ha una valenza anche educativa il “LabOratorio dei Talenti” ideato dalla Diocesi di Piacenza-Bobbio: in continuità con il “LabOratorio di Comunità”, punta alla prevenzione del disagio giovanile, attraverso una relazione di cura tra le persone, la co-costruzione e collaborazione costante tra sacerdoti e laici delle comunità pastorali e delle realtà del territorio.

Nell’ambito dell’istruzione, con la prima sessione erogativa la Fondazione ha rinnovato il proprio contributo a favore delle sedi piacentine del Politecnico e dell’Università Cattolica: una collaborazione che si rinsalda ogni anno per sostenere Piacenza come città universitaria. A favore dell’Associazione Rondine Cittadella della Pace è andato il contributo per il “Quarto Anno Liceale a Rondine”, un’opportunità educativa riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione come percorso di sperimentazione metodologico-didattica per la trasformazione del conflitto, in provincia di Arezzo, che viene assicurata grazie a una borsa di studio per liceali piacentini.

Per la ricerca, da segnalare a favore del Consorzio Musp - Macchine Utensili e Sistemi di Produzione, l’intervento “Soluzioni robotizzate e infrastrutturali per l’eccellenza nella Digital Industry: Ricerca, Innovazione e Formazione”, connesso al progetto di potenziamento infrastrutturale del Tecnopolo di Piacenza. Da segnalare anche, a fianco del Comune di Castelvetro, l’allestimento della nuova Biblioteca comunale, nell'immobile delle ex scuole del paese.

Tra cultura e didattica, con Piacenza Jazz Club torna "Il Jazz A Scuola”, un festival nel festival dedicato agli studenti, ai nuovi talenti, ai giovani, nel segno dell’inclusione. Una conferma anche per il “Premio Cat” di Cinemaniaci, concorso di critica cinematografica che promuove l’educazione all’audiovisivo e l’elaborazione scritta nella forma breve che caratterizza la comunicazione contemporanea. La parte dei workshop si sviluppa a livello locale e ha un forte impatto sul territorio essendo rivolta in primis agli studenti delle scuole superiori piacentine. È significativo anche il supporto alle attività artistiche. Con Sciara Progetti APS si è sostenuto il cartellone della rassegna Nuove Esplosioni - Val d’Arda Festival, quest’anno alla quinta edizione. A fianco di Manicomics Teatro la Fondazione contribuisce all’esperienza Manicomics Hub 2025, proposta unitaria che comprende "Festival Lultimaprovincia”, “Rido, Sogno e Volo”, “Stralunà" e "Limitrofie”. Altre rassegne cui si è assicurato un supporto nella prima sessione erogativa sono la XXI Edizione del Festival Dal Mississippi al Po proposto da Fedro, Val Nure e Chero Festival Schegge di Storiapresentato dal Comune di Ponte dell’Olio, Fol in Fest promosso dal Comune di Alta Val Tidone e la manifestazione culturale Pulcheria e la resistenza al femminile dedicata alla promozione delle pari opportunità e alla valorizzazione del talento femminile con il Comune di Piacenza. E ancora da segnalare per quest’anno, con il Comune di Castell’Arquato, la nuova edizione del Festival e Premio Illica dedicati al celebre librettista, quest’ultimo in occasione del Galà Lirico all’insegna del grande repertorio operistico.

Pubblicato l' 8 giugno 2025

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Sanità in carcere, il 39% dei detenuti ha una diagnosi cronica

Sanita penitenziaria dati 

Malattie croniche, disturbi psichici e comportamentali, rischio sovrappeso e obesità. Sono le principali patologie dei detenuti nelle carceri dell’Emilia-Romagna. Lo dicono i dati presentati in Regione a Bologna, in Terza Torre, durante il convegno “Cure senza confini. Sfide e innovazioni in Sanità Penitenziaria”, un’occasione per i professionisti del settore di condividere esperienze, modelli e risultati, e di lanciare una sfida verso proposte innovative che possano migliorare la qualità della vita delle persone detenute. Un quadro clinico (nella scheda allegata i numeri della salute in carcere) che deve fare i conti anche con un crescente sovraffollamento, 128 detenuti ogni 100 posti disponibili. Bologna (164%), Ferrara (161%), Ravenna (159%) e Modena (153%) gli istituti penitenziari con i tassi di sovraffollamento più elevati. Tra i dati più rilevanti presentati questa mattina, quello relativo ai disturbi psichici e comportamentali: nelle carceri emiliano-romagnole ne soffre il 28,6% dei detenuti. A preoccupare anche il rischio sovrappeso e obesità: 48,3%, di cui 32,5% in sovrappeso e 15,8% obeso, contro il 43% in Italia. Inoltre, il 39,4% del totale dei detenuti in Emilia-Romagna presenta almeno una patologia cronica delle quattro individuate dall’Oms (malattie cardiovascolari, diabete mellito, malattie neoplastiche e respiratorie croniche).

Asssistenza e cura alla popolazione carceraria

“Quest’anno - sottolineano gli assessori alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, e al Welfare, Isabella Conti, intervenuti all’inizio dell’evento - la Regione Emilia-Romagna ha stanziato complessivamente oltre 18 milioni di euro per l'assistenza sanitaria in carcere: 10,8 milioni provenienti dal Fondo sanitario nazionale e 7,2 milioni di euro da quello regionale. Con un problema, non piccolo: le risorse nazionali destinate alla sanità penitenziaria sono immutate dal 2008, anno di trasferimento delle competenze, nonostante il rilevante aumento della popolazione detenute nelle carceri italiane e dell’Emilia-Romagna”.
“C’è bisogno di garantire la salute e il benessere, e quindi la dignità stessa, delle persone detenute, che scontano condizioni di sovraffollamento non degne di una società civile - proseguono gli assessori -. Occorre però superare la visione riduttiva della sanità come mera risposta al bisogno biologico del detenuto, dell’urgenza dell’intervento: c’è bisogno di strutturare un sistema che porti alla garanzia della salute, secondo una prospettiva più ampia e di lungo respiro. É necessario, insomma, un nuovo modello culturale e organizzativo. L’innovazione in sanità penitenziaria rappresenta una sfida complessa e multilivello che richiede un approccio sistemico e interistituzionale”.
Tanti gli interventi già in essere per migliorare le condizioni di vita dei detenuti: sul fronte sanità, quelli destinati a prevenzione, assistenza e cura della popolazione carceraria; per il welfare, tutte le azioni per favorire il reinserimento nella società; le attività culturali, a partire dai laboratori teatrali. E ancora: il lavoro, con tanti interventi formativi per l’inclusione socio-lavorativa degli adulti e le attività di orientamento, l’accompagnamento individuale e la formazione per i minori, fino all’istruzione, con i percorsi di alfabetizzazione ai diplomi tecnici, professionali o artistici a cura dell’Ufficio scolastico regionale per l'Emilia-Romagna.

Pubblicato l'8 giugno 2025

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Inclusione, a Nibbiano un pomeriggio di baskin

Baskin a Nibbiano

Baskin significa sport, inclusione e divertimento. A Nibbiano il Comune di Alta Val Tidone accoglie a braccia aperte il Baskin Piacenza. Domenica 1 giugno, per il terzo anno consecutivo, si è svolta una dimostrazione di questo sport inclusivo che permette a normodotati e disabili di giocare insieme. Il pomeriggio di sport e inclusione si è svolto presso la palestra della. Scuola Secondaria di I grado “Ada Negri” . Hanno sostenuto l’iniziativa la famiglia Magistrali, parte integrante della squadra Piacebaskin da diversi anni, l’Amministrazione comunale di Alta Val Tidone con il supporto dell’Associazione Curte Neblani. L’organizzazione ha portato a vivere una piacevole giornata di sport e di condivisione. Come di consueto, la partita si è svolta nel pomeriggio fra gli atleti di Piacebaskin, divisi in due squadre miste: agonismo e sportività non sono mancati nei quattro tempi di otto minuti previsti dal regolamento. Una sfida combattuta sino all’ultimo secondo, tra canestri e azioni a profusione: il pubblico numeroso ha potuto assistere a una vera e propria sfida come accade nei campionati ufficiali. La giornata si è conclusa con atleti e famiglie ospiti a Trevozzo in occasione della Festa delle Rose a conclusione di una felice domenica sportiva.

Pubblicato il 7 giugno 2025

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«Le avventure di Pomì e Dori» di Casalasco nelle scuole

Progetto Casalasco nelle scuole

Anche quest’anno oltre 12.000 studenti delle scuole primarie hanno potuto scoprire la filiera del pomodoro e i suoi valori grazie alla terza edizione del progetto di Gruppo Casalasco realizzato in collaborazione con Neways, società specializzata in progetti educativi. Si è conclusa con grande entusiasmo la terza edizione del progetto educativo “Le avventure di Pomì e Dori: la filiera del pomodoro tra sostenibilità e sana alimentazione”, promosso da Gruppo Casalasco attraverso il suo brand Pomì e realizzato da Neways, società specializzata in progetti educativi. Nel corso dell’anno scolastico 2024/2025, l’iniziativa ha coinvolto oltre 12.000 alunni e alunne tra i 6 e i 10 anni: 550 classi di 82 scuole primarie nelle province di Bologna, Modena e Napoli, confermandosi in crescita, sia per adesioni che per gradimento degli istituti scolastici.
Il percorso educativo, che ha come protagonista il pomodoro, alimento simbolo della dieta mediterranea nonché prodotto chiave dell’eccellenza agroindustriale italiana, mira ad avvicinare i più piccoli ai temi dell’alimentazione sana, del rispetto per l’ambiente e della valorizzazione della filiera agroalimentare italiana, in modo coinvolgente. Attraverso un kit didattico completo, gli studenti hanno potuto scoprire le caratteristiche della pianta del pomodoro e delle sue varietà, i suoi benefici nutrizionali, il ruolo della filiera 100% italiana e sostenibile e le buone pratiche di riciclo degli imballaggi. Il percorso ha incluso anche una locandina didattica, un opuscolo con giochi educativi, attestati di partecipazione per ogni alunno, e la consegna di 13.500 brick di passata di pomodoro Pomì per studenti, famiglie e insegnanti.
Il contest creativo “Classi”, momento conclusivo del progetto, ha permesso poi agli studenti di esprimere quanto appreso realizzando un elaborato artistico collettivo sul viaggio di Pomì e Dori lungo la filiera produttiva del pomodoro. Tra i tantissimi lavori ricevuti, sono state selezionate due classi vincitrici, premiate con un voucher da utilizzare per l’acquisto di materiale scolastico, a riconoscimento dell’originalità, dell’impegno e della coerenza con i contenuti didattici. Inoltre, due scuole hanno ospitato incontri formativi in presenza, durante i quali esperti del settore hanno guidato i bambini in laboratori interattivi per scoprire il mondo del pomodoro attraverso il gioco e la sperimentazione.

Pubblicato il 7 giugno 2025

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Il Vescovo visita l’associazione Alice: «Tante opportunità per le persone colpite da ictus»

Vescovo Alice

L’ictus cerebrale è la prima causa di disabilità, la terza di morte. L’associazione Alice sostiene i pazienti nella fase cronica, dopo l’evento acuto, con iniziative che vanno dalla sensibilizzazione alla prevenzione fino alle attività motorie e cognitive. Nel pomeriggio di giovedì 5 giugno il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha fatto visita alla sede piacentina dell’associazione, in via Pallastrelli, dove ha incontrato una ventina di pazienti e alcuni volontari.

“Una felice scoperta”

“Ho conosciuto questa associazione in occasione della visita pastorale – ha commentato il Vescovo – quando ci siamo incontrati con tutte le realtà del volontariato. È stata una felice scoperta, perché in una maniera così semplice offre a tante persone colpite da ictus l’opportunità innanzitutto di uscire di casa e incontrarsi, e poi di svolgere, con l’aiuto di professionisti, attività che aiutano a conservare le funzioni vitali. Ho respirato un clima molto semplice, familiare, immediato. Alcuni familiari chiedono che questo servizio venga consolidato ed esteso anche ai mesi estivi. Per farlo, bisognerebbe garantire contributi in più”.

“Il tempo è cervello”

Il motto di Alice Odv – acronimo di Associazione per la lotta all’ictus cerebrale – è “Il tempo è cervello”. “La prima cosa che raccomandiamo – ha spiegato la presidente Annamaria Barbieri – è di chiamare subito il 118 e correre al pronto soccorso appena compaiono i primi sintomi, come la mancanza di forza in un arto, perdita di equilibrio, di vista o di parola. Chi arriva in tempo all’ospedale ha più probabilità di non rimanere disabile”. La sede dell’associazione Alice è aperta due giorni a settimana, lunedì e giovedì, dalle 15 alle 17. È possibile effettuare controlli del colesterolo, della glicemia e della pressione. In più, grazie all’aiuto dei professionisti, esistono attività motorie e cognitive come la logopedia. “Dopo l’evento acuto molte persone non ricevono più aiuto da nessuno – osserva Barbieri – noi diamo sostegno a loro e alle famiglie”. Per i pazienti, l’associazione è un luogo in cui non si sentono diversi, per i caregiver è un’occasione per “staccare”.

Quaranta pazienti iscritti

I pazienti arrivano all’associazione Alice “tramite la Neurologia oppure i banchetti e le altre nostre iniziative di comunicazione, ma anche attraverso i medici di base e il passaparola”, spiega Annamaria Barbieri. Nei tredici anni di vita dell’associazione a Piacenza, “sono passati di qui circa cento pazienti, oggi abbiamo quaranta iscritti che vengono con regolarità”. Ogni anno, in media, a Piacenza ci sono “circa 500 casi di ictus”, dice Barbieri. Tuttavia, “siamo la provincia emiliano-romagnola con meno casi di invalidità e morte”.

Francesco Petronzio

Pubblicato il 6 giugno 2025

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