Una Chiesa in cammino tra le meraviglie del creato

Sulle colline di Albareto in val Tidone al Centro di vita “La Vite e i Tralci” è attivo il circolo Laudato si’.
Don Mauro Stabellini: “L’enciclica di papa Francesco mi ha risvegliato, ho riscoperto l’acqua, l’aria.
Siamo anche noi fatti di questa terra, non possiamo trattarla come se non ci appartenesse”
È sulle colline di Albareto nella val Tidone, che da alcuni anni la Chiesa piacentina-bobbiese accompagna uomini e donne in un cammino nuovo - o forse antichissimo - fatto di stupore, ascolto e responsabilità verso la casa comune.
Molti di loro arrivano al Centro di vita “La Vite e i Tralci” portando domande, inquietudini, desiderio di aria pulita non solo per i polmoni, ma per l’anima. Trovano persone che non “insegnano dall’alto”, ma che camminano accanto. Trovano la Comunità delle Operaie della Grazia, associazione privata di fedeli, che, con il loro assistente spirituale, don Mauro Stabellini, esprimono una Chiesa che non parla soltanto di creazione: la vive, la studia, la custodisce.
Un risveglio iniziato nel 2015
Quando papa Francesco, nel 2015, ha consegnato al mondo l’enciclica Laudato si’ secondo don Stabellini, che è anche animatore Laudato si’ per la diocesi, molti hanno percepito un cambio di passo. Non era una semplice esortazione ecologica: era una dichiarazione di amore e un appello urgente. Il suo sottotitolo - Sulla cura della casa comune - è diventato una chiave interpretativa, un invito a riscoprire ciò che avevamo sotto gli occhi: l’acqua che ci disseta, l’aria che respiriamo, il cibo che ci sostiene, la terra che ci ospita. Tutto connesso, tutto dono.
“Sono stato come risvegliato - racconta don Mauro -, ho riscoperto l’acqua, l’aria, persino il corpo: siamo fatti di questa terra, non possiamo trattarla come se non ci appartenesse”.
È un messaggio che interpella tutti, credenti e non: il clima è un bene comune, una realtà fragile che chiede cura. È qui che la Chiesa italiana ha scelto di non rimanere spettatrice.
Una cattedrale nella natura
Dalla Laudato si’ è nato un movimento internazionale che ha preso forma concreta nei circoli locali. Anche in diocesi, il primo Circolo Laudato si’, sorto proprio ad Albareto, ha dato vita a un’esperienza singolare: un ritiro mensile che unisce spiritualità e formazione.
La mattina si prega tra i vigneti, lasciando che la natura diventi una sorta di cattedrale fatta di vento e foglie. Il pomeriggio, invece, si riflette: studiosi, agronomi, educatori ambientali, teologi si alternano per offrire strumenti concreti. Si parla di cambiamento climatico, agricoltura sostenibile, biodiversità, ma anche di teologia del creato e di stili di vita responsabili.
La fede, qui, non è fuga dal mondo: è studio, analisi, coinvolgimento. È una comunità che si forma per formare.
Una rete di comunità
Il Circolo non è un gruppo chiuso, ma un ponte. Le persone che lo frequentano provengono da parrocchie, associazioni, movimenti, gruppi spontanei della diocesi. E ognuna riporta a casa delle scintille da trasformare in azione che possono diventare: incontri sul risparmio energetico nelle parrocchie; progetti didattici con i bambini; percorsi di agricoltura di prossimità; sensibilizzazione sugli sprechi alimentari; cammini spirituali nella natura.
La Chiesa, così, non appare più come un’istituzione distante, ma come un tessuto di comunità vive che cercano nuove vie, come chiedeva papa Francesco: “riorientare la propria rotta”.
Non solo ecologia
Raccontare la Laudato si’ come un testo “ecologista” sarebbe riduttivo. Il cuore del messaggio - afferma don Stabellini - è teologico: la creazione non è un semplice scenario, ma una relazione viva che rivela la presenza di Dio.
Le Chiese d’Oriente ci hanno insegnato che la bellezza è un linguaggio divino. Ecco perché ogni anno, il 1° settembre, si celebra la Giornata del Creato, estesa poi al Tempo del Creato, un mese intero dedicato alla lode e alla custodia. Nelle parole della preghiera finale della Laudato si’, - ricorda don Mauro - la bellezza non è solo da ammirare, ma da seminare. Contemplarla è già un atto etico; custodirla, un gesto di fede; condividerla, un compito comunitario.
Scoprire Dio nel mondo che ci circonda
Oggi più che mai, la Chiesa italiana prova a mostrare che la spiritualità non è estranea alla scienza, anzi: la scienza è un alleato prezioso per leggere il libro della creazione. Per questo nascono spazi di studio, osservazione, confronto come quello di Albareto.
Chi partecipa a questi incontri, animati da don Stabellini e dalle Operaie della Grazia, lo comprende subito: esplorare un bosco, osservare un cielo stellato, comprendere il ciclo dell’acqua o il funzionamento di un ecosistema non è un esercizio accademico. È un modo per dire, con San Francesco, che tutto è fratello, tutto è sorella, tutto parla. E nella voce del Creato - fragile, potente, ferita e bellissima - molti riscoprono la voce di Dio.
Riccardo Tonna
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Pubblicato il 5 dicembre 2025
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