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Diocesi a convegno: ritrovare la fede come a Emmaus

convegno pastorale diocesano Piacenza

Ha preso avvio il convegno pastorale diocesano sul tema “Camminava con loro” nella chiesa di San Giovanni in Canale a Piacenza (nella foto sopra, un momento dell'incontro). L’apertura è dedicata al Vangelo di Luca, capitolo 24, con il racconto dei discepoli di Emmaus, scelto dalla Chiesa italiana alle diocesi per il Cammino sinodale di quest’anno che coincide con la “fase sapienziale”.
A parlarne è stato il biblista milanese don Matteo Crimella, docente di sacra Scrittura alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale a Milano e al Seminario del Pontificio Istituto Missioni Estere. Da ottobre insegnerà anche al Collegio Alberoni di Piacenza raccogliendo il testimone di padre Giuseppe Testa, morto improvvisamente nel maggio scorso.

I verbi-chiave del racconto

Camminare e parlare - ha spiegato il sacerdote - sono i verbi-chiave di questo episodio che riassume la visione del Vangelo che Luca scrive per la terza generazione di cristiani. L’evangelista dice al suo lettore che è Gesù il misterioso pellegrino che si affianca ai due discepoli in cammino; loro due dovevano scoprirlo, non lo sapevano ancora.
Il Vangelo di Luca è organizzato come un viaggio da parte di Gesù verso Gerusalemme; in quella città accade tutto, compresa la passione, la morte e la risurrezione di Cristo. I due discepoli però abbandonano la città santa, cioè fanno il cammino contrario rispetto a Gesù: Gesù sale a Gerusalemme, mentre loro se ne vanno. Il loro andarsene nega tutto quello che Gesù ha fatto; il loro è un anti-discepolato.

Dove si trova Emmaus

Luca, come molti scrittori dell’antichità, non aveva un’estrema precisione nel riportare i dati geografici e commette errori enormi nella collocazione dei luoghi. La maggioranza degli studiosi oggi fa coincidere Emmaus con l’attuale Nicopolis, nell’area della città di Tel Aviv, il luogo della gloriosa vittoria di Giuda Maccabeo sullo strapotente esercito di Gorgia, generale di Antioco IV Epifane nella battaglia del 167 avanti Cristo.
Il suo ragionamento di Luca è questo: i due discepoli - sottolinea il relatore - camminano verso Emmaus e non verso la città santa, Gerusalemme, fanno cioè il cammino contrario rispetto a quello vissuto da Gesù nella sua vita. Hanno infatti un’idea di messia che non è il Crocifisso Risorto, ma è il messia politico, la stessa idea che aveva in testa Giuda Maccabeo. Emmaus rappresenta quell’ideale di messia come liberatore politico. Nel Vangelo questa logica è ribaltata: grazie all’incontro col Signore risorto, i due discepoli cambiano dentro e non procedono più verso Emmaus, ma tornano a Gerusalemme.

Al passo di questi due “zucconi”

Gesù mentre cammina si mette al passo di questi due “zucconi” che dei discorsi di Gesù non avevano capito assolutamente niente. Li fa parlare per tirar fuori da loro la delusione e il risentimento che avevano dentro; essi riescono così a dare un nome agli eventi che sono accaduti e a quanto hanno provato interiormente. Sanno benissimo i fatti che si sono verificati, conoscono tutto, ma non credono; le loro convinzioni sono quasi un “requiem aeternam”, Gesù appare loro come un trapassato remoto; è un morto, è il Crocifisso, e tutto è finito su quella Croce.

Il miracolo della fede

Gesù, dopo averli ascoltato, annuncia il mistero della sua morte e della risurrezione; la morte non è semplicemente un incidente di percorso, la Croce appartiene al disegno di Dio.
Quando ormai è sera e i discepoli si fermano ed egli, come essi gli richiedono, si ferma con loro. A tavola compie il gesto di rendere grazie e di spezzare il pane. L’eucaristia è ciò che permette ai due discepoli di passare dal mancato all’effettivo riconoscimento di Gesù.
A quel punto Gesù scompare dallo loro vista. Accade il miracolo della fede. Quando spezza il pane, i loro occhi si aprono.
L’unico modo per noi per incontrare oggi Gesù è la fede. Non riconosciamo Gesù nella forma della visione, perché non sarebbe più fede, ma si crede alla Parola che si ascolta. Per questo il Risorto a quel punto del loro incontro sparisce. Luca sta parlando a noi.
I due completamente trasformati tornano a Gerusalemme per raccontare l’accaduto, ma trovano gli Undici che sono già passati alla fede. L’esperienza del giungere alla fede è il cammino della Chiesa di ogni tempo.
Nessuno di noi - sottolinea don Crimella - può più fare l’esperienza di toccare fisicamente Gesù come fecero i discepoli di Emmaus; possiamo vivere l’incontro con lui solo attraverso l’esperienza della fede che non è certezza, ma un affidamento continuo. Tutto ciò, però, non toglie nulla a un incontro che può dare senso a tutta la vita.
Dei due discepoli descritti da Luca noi conosciamo il nome solo di uno di loro, Cleopa. L’altro, per Luca, resta anonimo perché ciascun lettore vi si riconosca credendo anche lui in Gesù.


D. M.

Pubblicato il 29 settembre 2023

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