Messa di Pasqua. Il messaggio del Vescovo
È un invito a guardare al futuro quello che il Vescovo ha lanciato dal pulpito della Cattedrale nella mattina di Pasqua. A non tornare al sepolcro, a lasciare indietro il passato. Vale anche per il mondo della scuola, a cui mons. Adriano Cevolotto ha voluto dedicare un pensiero chiaro: abbandonare l’anacronismo e pensare “chi arriva”, ossia i bambini stranieri, come “un’opportunità” e non come un problema. Una posizione espressa all’indomani di alcune considerazioni da parte di esponenti del governo che vorrebbero porre un “tetto massimo” al 20% per gli stranieri nelle classi. Quella di mons. Cevolotto è una risposta di accoglienza, una risposta cristiana che vede occasioni laddove altri vedono difficoltà.
Riordinare il passato e guardare al futuro
“Il sepolcro è un luogo che sa di morte – ha detto il Vescovo nell’omelia – eppure attira la nostra attenzione. Il passato produce nostalgia nella nostra vita, e così torniamo a rifugiarsi nei ricordi. Basta pensare, ad esempio, a chi guarda la scuola con anacronismo, senza guardarne i cambiamenti: chi arriva non è un problema ma un’opportunità. E forse dovremmo cambiare anche il modello, perché la scuola non è più quella di trent’anni fa”. Il messaggio di mons. Cevolotto invita a “superare” il passato, non a cancellarlo. “Ci viene detto che il sepolcro è stato messo in ordine. È necessario fare quest’opera di riordino anche nel nostro passato, mettere ogni cosa al suo posto, senza farci travolgere dagli stati emotivi. Non c’è bisogno di tornare al sepolcro perché c’è una nuova storia da avviare. Gesù ci regala un futuro nuovo, questa è la Pasqua”.
La lettera dei bambini per i carcerati
Dal pulpito il Vescovo ha letto le parole che alcuni bambini del catechismo hanno indirizzato ai carcerati. Una situazione, quella della detenzione, che è molto cara a mons. Cevolotto, che si reca periodicamente nella casa circondariale di Piacenza per far sentire la vicinanza propria e della Diocesi tutta. E anche nel giorno di Pasqua, il Vescovo ha presieduto la messa delle 9.30 nel penitenziario delle Novate, recapitando la lettera dei bambini, che recita: “Sappiamo che qualcuno di voi sta vivendo un tempo di attesa. Per qualcuno è un tempo di lontananza dalla propria famiglia, qualcuno magari è triste o annoiato perché vorrebbe tornare indietro e cambiare le scelte che ha fatto. Ma oggi è Pasqua e le nostre catechiste ci hanno detto che a Pasqua Gesù ci libera tutti dalla morte, perché lui l’ha combattuta e l’ha vinta. Non abbiamo capito bene cosa vuol dire, ma sappiamo che se c’entra Gesù possiamo sentirci al sicuro. Auguriamo anche a voi di sentirvi al sicuro con Gesù, anche se a volte le situazioni da affrontare sono molto difficili. Vi mandiamo un saluto”. Parole in cui, ha detto mons. Cevolotto, “possiamo intravedere cosa vuol dire davvero vivere la Pasqua, ovvero viverla con Gesù”.
Francesco Petronzio
Pubblicato il 1° aprile
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