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Rizzolo, la processione chiude il mese mariano

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E’ una tradizione la chiusura del mese mariano a Rizzolo con la caratteristica processione che partendo dalla chiesa, nella parte alta della frazione - arriva sino alla parte bassa, dove i fratelli Romani mettono a disposizione il piazzale aziendale, illuminato e corredato da sedie per una migliore partecipazione di tutti. Dopo la recita del rosario e la benedizione ai bambini e a tutti i presenti, la processione guidata dal parroco mons. Celso Dosi, ha fatto “sosta” al cimitero per un doveroso ricordo delle vittime della guerra e con un particolare ricordo, a mons. Antonio Malvicini che - per tanti anni in vita - ha portato avanti l’iniziativa quale gesto di fede e di particolare affezione della frazione alla Madonna.
Al suono della banda degli Alpini, i presenti hanno così raggiunto il luogo finale di incontro per una riflessione sul significato della festa. Rivolgendosi ai presenti, mons. Dosi ha sottolineato il significato della preghiera. Tante volte ci capita di pregare: presentiamo al Signore, per mezzo di Maria e di tutti i santi, tante nostre richieste, e fragili creature, da “piccoli bisognosi” tutto ci è lecito. La preghiera, ha continuato, ci mette in relazione con il Signore, anzi genera comunione fra noi e lui, sintonia di cuori e di affetti, proprio come una madre per il proprio figlio.
Maria, ha creduto ed ha accolto il messaggio dell'angelo e ha creduto nel Signore che le parlava attraverso questa specialissima figura, questo messaggero. Maria è il modello di una donna, di una persona di fede, di una comunità che ha creduto; ad esempio, nel racconto delle nozze di Cana, ella invita i partecipanti a "fare quello vi dirà", cioè ad accogliere nella fede il comando del Signore. La preghiera, pertanto si configura come un'occasione significativa per alimentare la nostra fede, soprattutto in un tempo - come il nostro - ha terminato, in cui tutto sembra svanire dal punto di vista dell'esperienza religiosa. Riscopriamo la preghiera grazie a Maria.
Mons. Dosi ha pure ricordato ai presenti un significati e importante momento per la chiesa piacentina: la beatificazione di Suor Leonella Sgorbati. A lei, ha affermato le è stata riconosciuta l'eroicità del martirio. Uccisa per la fede, per la fede in Cristo. Le sue ultime parole furono: "perdono, perdono, perdono", ha voluto esprime il perdono verso che l'aveva aggredita e condannata a morte. Un gesto che assomiglia e sottolinea il modello di Gesù che sulla croce, ha invocato il perdono per i suoi persecutori. La benedizione finale e un rinfresco offerto dalla frazione ai presenti ha chiuso la serata.
La festa alla Madonna è stata anche l’occasione per il vicesindaco Donatella Alberoni di affidare alla mamma celeste la protezione per lei, per tutti gli amministratori e per l’intera comunità di San Giorgio.

Paolo Labati

Pubblicato il 30 maggio 2018

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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