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Notizie Varie

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Sanità in carcere, il 39% dei detenuti ha una diagnosi cronica

Sanita penitenziaria dati 

Malattie croniche, disturbi psichici e comportamentali, rischio sovrappeso e obesità. Sono le principali patologie dei detenuti nelle carceri dell’Emilia-Romagna. Lo dicono i dati presentati in Regione a Bologna, in Terza Torre, durante il convegno “Cure senza confini. Sfide e innovazioni in Sanità Penitenziaria”, un’occasione per i professionisti del settore di condividere esperienze, modelli e risultati, e di lanciare una sfida verso proposte innovative che possano migliorare la qualità della vita delle persone detenute. Un quadro clinico (nella scheda allegata i numeri della salute in carcere) che deve fare i conti anche con un crescente sovraffollamento, 128 detenuti ogni 100 posti disponibili. Bologna (164%), Ferrara (161%), Ravenna (159%) e Modena (153%) gli istituti penitenziari con i tassi di sovraffollamento più elevati. Tra i dati più rilevanti presentati questa mattina, quello relativo ai disturbi psichici e comportamentali: nelle carceri emiliano-romagnole ne soffre il 28,6% dei detenuti. A preoccupare anche il rischio sovrappeso e obesità: 48,3%, di cui 32,5% in sovrappeso e 15,8% obeso, contro il 43% in Italia. Inoltre, il 39,4% del totale dei detenuti in Emilia-Romagna presenta almeno una patologia cronica delle quattro individuate dall’Oms (malattie cardiovascolari, diabete mellito, malattie neoplastiche e respiratorie croniche).

Asssistenza e cura alla popolazione carceraria

“Quest’anno - sottolineano gli assessori alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, e al Welfare, Isabella Conti, intervenuti all’inizio dell’evento - la Regione Emilia-Romagna ha stanziato complessivamente oltre 18 milioni di euro per l'assistenza sanitaria in carcere: 10,8 milioni provenienti dal Fondo sanitario nazionale e 7,2 milioni di euro da quello regionale. Con un problema, non piccolo: le risorse nazionali destinate alla sanità penitenziaria sono immutate dal 2008, anno di trasferimento delle competenze, nonostante il rilevante aumento della popolazione detenute nelle carceri italiane e dell’Emilia-Romagna”.
“C’è bisogno di garantire la salute e il benessere, e quindi la dignità stessa, delle persone detenute, che scontano condizioni di sovraffollamento non degne di una società civile - proseguono gli assessori -. Occorre però superare la visione riduttiva della sanità come mera risposta al bisogno biologico del detenuto, dell’urgenza dell’intervento: c’è bisogno di strutturare un sistema che porti alla garanzia della salute, secondo una prospettiva più ampia e di lungo respiro. É necessario, insomma, un nuovo modello culturale e organizzativo. L’innovazione in sanità penitenziaria rappresenta una sfida complessa e multilivello che richiede un approccio sistemico e interistituzionale”.
Tanti gli interventi già in essere per migliorare le condizioni di vita dei detenuti: sul fronte sanità, quelli destinati a prevenzione, assistenza e cura della popolazione carceraria; per il welfare, tutte le azioni per favorire il reinserimento nella società; le attività culturali, a partire dai laboratori teatrali. E ancora: il lavoro, con tanti interventi formativi per l’inclusione socio-lavorativa degli adulti e le attività di orientamento, l’accompagnamento individuale e la formazione per i minori, fino all’istruzione, con i percorsi di alfabetizzazione ai diplomi tecnici, professionali o artistici a cura dell’Ufficio scolastico regionale per l'Emilia-Romagna.

Pubblicato l'8 giugno 2025

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«Le avventure di Pomì e Dori» di Casalasco nelle scuole

Progetto Casalasco nelle scuole

Anche quest’anno oltre 12.000 studenti delle scuole primarie hanno potuto scoprire la filiera del pomodoro e i suoi valori grazie alla terza edizione del progetto di Gruppo Casalasco realizzato in collaborazione con Neways, società specializzata in progetti educativi. Si è conclusa con grande entusiasmo la terza edizione del progetto educativo “Le avventure di Pomì e Dori: la filiera del pomodoro tra sostenibilità e sana alimentazione”, promosso da Gruppo Casalasco attraverso il suo brand Pomì e realizzato da Neways, società specializzata in progetti educativi. Nel corso dell’anno scolastico 2024/2025, l’iniziativa ha coinvolto oltre 12.000 alunni e alunne tra i 6 e i 10 anni: 550 classi di 82 scuole primarie nelle province di Bologna, Modena e Napoli, confermandosi in crescita, sia per adesioni che per gradimento degli istituti scolastici.
Il percorso educativo, che ha come protagonista il pomodoro, alimento simbolo della dieta mediterranea nonché prodotto chiave dell’eccellenza agroindustriale italiana, mira ad avvicinare i più piccoli ai temi dell’alimentazione sana, del rispetto per l’ambiente e della valorizzazione della filiera agroalimentare italiana, in modo coinvolgente. Attraverso un kit didattico completo, gli studenti hanno potuto scoprire le caratteristiche della pianta del pomodoro e delle sue varietà, i suoi benefici nutrizionali, il ruolo della filiera 100% italiana e sostenibile e le buone pratiche di riciclo degli imballaggi. Il percorso ha incluso anche una locandina didattica, un opuscolo con giochi educativi, attestati di partecipazione per ogni alunno, e la consegna di 13.500 brick di passata di pomodoro Pomì per studenti, famiglie e insegnanti.
Il contest creativo “Classi”, momento conclusivo del progetto, ha permesso poi agli studenti di esprimere quanto appreso realizzando un elaborato artistico collettivo sul viaggio di Pomì e Dori lungo la filiera produttiva del pomodoro. Tra i tantissimi lavori ricevuti, sono state selezionate due classi vincitrici, premiate con un voucher da utilizzare per l’acquisto di materiale scolastico, a riconoscimento dell’originalità, dell’impegno e della coerenza con i contenuti didattici. Inoltre, due scuole hanno ospitato incontri formativi in presenza, durante i quali esperti del settore hanno guidato i bambini in laboratori interattivi per scoprire il mondo del pomodoro attraverso il gioco e la sperimentazione.

Pubblicato il 7 giugno 2025

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Il Vescovo visita l’associazione Alice: «Tante opportunità per le persone colpite da ictus»

Vescovo Alice

L’ictus cerebrale è la prima causa di disabilità, la terza di morte. L’associazione Alice sostiene i pazienti nella fase cronica, dopo l’evento acuto, con iniziative che vanno dalla sensibilizzazione alla prevenzione fino alle attività motorie e cognitive. Nel pomeriggio di giovedì 5 giugno il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha fatto visita alla sede piacentina dell’associazione, in via Pallastrelli, dove ha incontrato una ventina di pazienti e alcuni volontari.

“Una felice scoperta”

“Ho conosciuto questa associazione in occasione della visita pastorale – ha commentato il Vescovo – quando ci siamo incontrati con tutte le realtà del volontariato. È stata una felice scoperta, perché in una maniera così semplice offre a tante persone colpite da ictus l’opportunità innanzitutto di uscire di casa e incontrarsi, e poi di svolgere, con l’aiuto di professionisti, attività che aiutano a conservare le funzioni vitali. Ho respirato un clima molto semplice, familiare, immediato. Alcuni familiari chiedono che questo servizio venga consolidato ed esteso anche ai mesi estivi. Per farlo, bisognerebbe garantire contributi in più”.

“Il tempo è cervello”

Il motto di Alice Odv – acronimo di Associazione per la lotta all’ictus cerebrale – è “Il tempo è cervello”. “La prima cosa che raccomandiamo – ha spiegato la presidente Annamaria Barbieri – è di chiamare subito il 118 e correre al pronto soccorso appena compaiono i primi sintomi, come la mancanza di forza in un arto, perdita di equilibrio, di vista o di parola. Chi arriva in tempo all’ospedale ha più probabilità di non rimanere disabile”. La sede dell’associazione Alice è aperta due giorni a settimana, lunedì e giovedì, dalle 15 alle 17. È possibile effettuare controlli del colesterolo, della glicemia e della pressione. In più, grazie all’aiuto dei professionisti, esistono attività motorie e cognitive come la logopedia. “Dopo l’evento acuto molte persone non ricevono più aiuto da nessuno – osserva Barbieri – noi diamo sostegno a loro e alle famiglie”. Per i pazienti, l’associazione è un luogo in cui non si sentono diversi, per i caregiver è un’occasione per “staccare”.

Quaranta pazienti iscritti

I pazienti arrivano all’associazione Alice “tramite la Neurologia oppure i banchetti e le altre nostre iniziative di comunicazione, ma anche attraverso i medici di base e il passaparola”, spiega Annamaria Barbieri. Nei tredici anni di vita dell’associazione a Piacenza, “sono passati di qui circa cento pazienti, oggi abbiamo quaranta iscritti che vengono con regolarità”. Ogni anno, in media, a Piacenza ci sono “circa 500 casi di ictus”, dice Barbieri. Tuttavia, “siamo la provincia emiliano-romagnola con meno casi di invalidità e morte”.

Francesco Petronzio

Pubblicato il 6 giugno 2025

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Inclusione, a Nibbiano un pomeriggio di baskin

Baskin a Nibbiano

Baskin significa sport, inclusione e divertimento. A Nibbiano il Comune di Alta Val Tidone accoglie a braccia aperte il Baskin Piacenza. Domenica 1 giugno, per il terzo anno consecutivo, si è svolta una dimostrazione di questo sport inclusivo che permette a normodotati e disabili di giocare insieme. Il pomeriggio di sport e inclusione si è svolto presso la palestra della. Scuola Secondaria di I grado “Ada Negri” . Hanno sostenuto l’iniziativa la famiglia Magistrali, parte integrante della squadra Piacebaskin da diversi anni, l’Amministrazione comunale di Alta Val Tidone con il supporto dell’Associazione Curte Neblani. L’organizzazione ha portato a vivere una piacevole giornata di sport e di condivisione. Come di consueto, la partita si è svolta nel pomeriggio fra gli atleti di Piacebaskin, divisi in due squadre miste: agonismo e sportività non sono mancati nei quattro tempi di otto minuti previsti dal regolamento. Una sfida combattuta sino all’ultimo secondo, tra canestri e azioni a profusione: il pubblico numeroso ha potuto assistere a una vera e propria sfida come accade nei campionati ufficiali. La giornata si è conclusa con atleti e famiglie ospiti a Trevozzo in occasione della Festa delle Rose a conclusione di una felice domenica sportiva.

Pubblicato il 7 giugno 2025

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Confcommercio in assemblea per gli 80 anni: «Valorizzare gli itinerari religiosi»

Raffaele Chiappa

“Piacenza ha un enorme potenziale turistico ancora inespresso. Sfruttare appieno questa opportunità significa sostenere il nostro commercio, rafforzare la nostra economia, creare nuove opportunità di lavoro e migliorare la qualità della vita per tutti i piacentini”. Così il presidente di Confcommercio Piacenza, Raffaele Chiappa, nella sua relazione in occasione dell’80esima Assemblea generale che si è tenuta al PalabancaEventi nel pomeriggio del 5 giugno. Tema dell’assemblea è stato, appunto, il turismo: nei giorni scorsi l’Istat ha pubblicato i dati provvisori dei primi quattro mesi del 2025, che vedono calare i turisti sul territorio piacentino (76.783 nel quadrimestre, lo 0,8% in meno rispetto allo stesso periodo del 2024) ma aumentare i pernottamenti (174.194, lo 0,1% in più rispetto al quadrimestre gennaio-aprile dell’anno precedente).

La proposta: un Tavolo permanente sul turismo

Chiappa è convinto che per far crescere il turismo sul territorio “è indispensabile una stretta collaborazione tra tutti i soggetti protagonisti: le istituzioni pubbliche, le associazioni di categoria, gli operatori turistici, il mondo della cultura e dell’università e Piacenza Expo. Come Confcommercio, siamo pronti a fare la nostra parte, ad essere «aggregatore» e «facilitatore» tra territorio e il lavoro delle piccole e medie imprese”. L’invito del presidente dei commercianti piacentini è a “gettare le basi per la costituzione di un Tavolo permanente sul turismo, che coinvolga tutti i portatori di interesse, dalle istituzioni agli enti locali alle associazioni di categoria, dai consorzi di promozione turistica agli operatori del settore, a Piacenza Expo, alla diocesi, agli enti culturali, alle associazioni sportive, al mondo universitario e della formazione. Con l’obiettivo di giungere ad una pianificazione strategica condivisa, rispettosa delle competenze di ognuno”.

Piacenza, un grande potenziale

“Crediamo in un approccio strategico al turismo che riesca a valorizzare le bellezze naturali del nostro territorio, con le sue valli, il fiume Po, i castelli, i percorsi ciclistici, quelli religiosi, l’enogastronomia oltre a segmenti con enormi potenzialità, quali il turismo congressuale e convegnistico e quello sportivo”, ha detto Raffaele Chiappa, che ha sottolineato come Piacenza, per la sua posizione geografica strategica, sia un crocevia di culture e di traffici commerciali, che nei secoli l’ha resa un punto di riferimento. Il presidente di Confcommercio Piacenza ha ricordato il patrimonio artistico della città e della provincia di Piacenza, le strutture museali, le botteghe storiche e i borghi. E poi il potenziale derivante dall’enogastronomia, dallo sport e dagli eventi fieristici di Piacenza Expo.

Gli itinerari religiosi

“Ricordiamo anche come la nostra storia è stata plasmata con una forte impronta religiosa. Piacenza si trovava lungo importanti vie di pellegrinaggio come le Vie Romee e in particolare la Via Francigena, e la variante di montagna detta “la via degli Abati”: itinerari millenari, che ancora oggi richiamano un flusso di visitatori interessati a riscoprire la spiritualità e la storia del nostro territorio. Questo legame con la fede rappresenta un’opportunità unica per sviluppare un turismo religioso che affianchi le mete devozionali tradizionali, con la scoperta del nostro patrimonio culturale e paesaggistico”, ha detto Chiappa.

Foti: “Via Francigena un biglietto da visita importante”

“Oggi la competizione non è più tra i territori dello stesso Paese, ma è a livello europeo ed extraeuropeo”, ha sottolineato il ministro per gli affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti, che ha messo in evidenza due aspetti critici del turismo: gli alloggi e la digitalizzazione. “Non possiamo pensare che ci sia turismo in zone in cui i telefoni non funzionano. In un mondo che è cambiato, questi sono strumenti indispensabili che accompagnano la vita dell’uomo. Mi auguro che i fondi stanziati dal Pnrr possano trovare una completa attuazione nei prossimi anni”. Secondo Foti, se la provincia di Piacenza vuole un “turismo diffuso”, non può dimenticare i cammini religiosi, in particolare la Via Francigena, “uno dei biglietti da visita più importanti agli occhi dell’Europa e del mondo”.

Il programma dell’assemblea

L’assemblea è stata aperta dai saluti istituzionali. Sono intervenuti il prefetto di Piacenza Paolo Ponta, la sindaca Katia Tarasconi, l’assessora regionale al turismo, al commercio e allo sport Roberta Frisoni, il vicepresidente della Provincia Franco Albertini, il vicepresidente della Camera di Commercio dell’Emilia Filippo Cella e il vicepresidente della Banca di Piacenza Domenico Capra. A seguire, gli interventi del presidente nazionale di Confcommercio Carlo Sangalli e del ministro per gli affari europei, Pnrr e politiche di coesione Tommaso Foti. Alla tavola rotonda, condotta dal giornalista Carlandrea Triscornia, hanno preso parte Ludovica Cella, presidente di Federalberghi Piacenza, Manuel Ferrari, direttore dell’ufficio dei Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi, Christian Fiazza, assessore alla cultura e turismo del Comune di Piacenza, Simone Fornasari, presidente di Destinazione Turistica Emilia (e assessore comunale al commercio), Anna Gianfreda, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Francesco Petronzio

Nella foto, Raffaele Chiappa presidente di Confcommercio.

Pubblicato il 6 giugno 2025

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