«Permettetemi di ricordare con forte emozione un amico che era il nostro decano fino a un anno e mezzo fa», ha affermato Antonio Patuelli ai banchieri riuniti al Consiglio dell’Associazione bancaria italiana nella giornata di martedì 9 luglio, che lo ha rieletto presidente per acclamazione, accogliendo l’indicazione unanime formulata dal Comitato esecutivo. «Ci ha lasciati - ha aggiunto il presidente dell’Abi Patuelli - nella persona ma non nello spirito, nell’esperienza, nell’amicizia e nei consigli. Ricordo Corrado Sforza Fogliani con emozione e con commozione, fonte di grandi ispirazioni ideali. Quando oggi ho concluso la Relazione citando il centocinquantenario di Luigi Einaudi, Corrado Sforza Fogliani avrà certo sorriso, avendo avuto lui il privilegio, da ventenne, di conoscerlo di persona e ne ha interpretato per tutta la vita, con rigore, i princìpi ideali».
Corrado Sforza Fogliani, presidente esecutivo della Banca di Piacenza, è mancato dopo breve malattia nel dicembre del 2022 lasciando un grande vuoto non solo nell’Istituto di credito che per tanti anni aveva guidato, ma anche nelle tante associazioni che ha presieduto (dalla Confedilizia, all’Assopopolari) e nella stessa Abi, di cui è stato più volte vicepresidente.
In Emilia-Romagna, da gennaio a maggio 2024, i 42 Centri di assistenza urgenza attivi hanno ridotto la pressione degli accessi in Pronto soccorso del 15,5% per i codici bianchi e del 9% per i codici verdi. Una costante riduzione della pressione sui Ps, dato che solo due mesi fa le stesse percentuali, con un numero inferiore di Cau sul territorio, erano di circa la metà. E ancora: per il 2024 si prevedono 400mila accessi ai Cau, su un totale di 1,8/2 milioni al Pronto soccorso + Cau. Se si confrontano i dati gennaio-maggio di quest’anno con quelli dello stesso periodo del 2019 (ultimo anno utile considerato che dal 2020 fino ai primi mesi del 2023 i Ps hanno affrontato l’emergenza Covid), il calo è ancora più consistente: gli accessi di codici bianchi e verdi in Pronto soccorso sono passati, infatti, da 142 a 97 per 1.000 abitanti (-32%). Complessivamente, considerando tutti i codici, gli accessi in Ps da gennaio a maggio 2019 erano stati 180 per 1.000 abitanti, contro i 159 dello stesso periodo 2024 (-21%). E le previsioni sono altrettanto buone, considerando che stanno aumentando i Cau attivi su tutto il territorio regionale: ad oggi sono 42 e saliranno a 50 entro il 2024. Questo il quadro che emerge dai dati elaborati dalla Regione per valutare l’andamento dell’attività dei Cau, pensati e realizzati per rispondere alla gran parte dei bisogni e delle urgenze a bassa complessità clinica e assistenziale dei cittadini. Il bilancio è stato presentato oggi in conferenza stampa a Bologna dall’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini. “La riorganizzazione dell’emergenza urgenza - sottolinea Donini - sta dando i suoi frutti. Nei primi cinque mesi di quest’anno è evidente il calo di accessi in Pronto soccorso a favore, invece, dei Cau, che capillarmente coprono il territorio regionale. Il sistema sta funzionando, grazie anche al lavoro del personale sanitario e ai cittadini che hanno compreso quanto sia importante accedervi in modo appropriato. Per l’Emilia-Romagna è una sfida, un modello innovativo di sanità che vuole continuare a erogare cure e servizi di qualità e ad essere pubblica ed universalistica. Un modello che può diventare punto di riferimento a livello nazionale”.
L’EFFETTO CAU SUGLI ACCESSI IN PRONTO SOCCORSO
Secondo i dati elaborati dalla Regione che ha messo a confronto il periodo gennaio-maggio 2024 con lo stesso periodo del 2019, grazie ai Centri assistenza urgenza gli accessi di codici bianchi e verdi in Pronto soccorso sono diminuiti in tutta l’Emilia-Romagna, in particolare: in provincia di Piacenza sono calati del 45% (da 149 accessi per 1.000 abitanti nel periodo gennaio-maggio 2019 a 82 nello stesso periodo del 2024), in quella di Parma del 52% (da 111 a 53), in quella di Bologna del 33% (da 168 a 113). E ancora in provincia di Ferrara del 37% (da 140 a 88), a Imola del 34% (da 119 a 78), in Romagna del 27% (da 139 a 102), in provincia di Reggio Emilia del 29% (da 117 a 83) e in quella Modena del 19% (da 153 a 124).
I DATI
Da novembre 2023 a giugno 2024, sono stati rilevati 230mila accessi nei 42 Cau attivi in Emilia-Romagna. Nei primi sei mesi di quest’anno, anche per effetto del costante aumento dell’offerta di strutture, l’incremento di accessi tra un mese e l’altro è stato mediamente pari al 23%. Stabile all’83% la percentuale di persone che trovano assistenza e cura direttamente all’interno della struttura. I tempi di attesa sono mediamente pari a 45 minuti, con accessi prevalentemente in orario diurno (82%). Nel 68% dei casi sono persone tra i 18 e i 64 anni. Per quanto riguarda il personale medico impiegato nelle strutture, nei Centri di assistenza urgenza lavorano circa 480 medici, dei quali il 61% ha meno di 35 anni e il 50% è specializzando.
LE PRIME OTTO CAUSE DI ACCESSO AI CAU
I Cau sono stati istituiti dalla Regione per gestire le urgenze a bassa complessità, continuando a mantenere in capo ai Pronto soccorso le emergenze. Queste le prime otto cause per cui i cittadini in questi primi cinque mesi del 2024 si sono rivolti ai Centri di assistenza urgenza: 22,18% lesione o dolore agli arti e contusioni; 10,96% tosse, congestione, mal di gola o febbre; 5,71% dolore addominale; 4,6% eritema/problemi cutanei; 3,7% lombalgia; 3,05% otalgia; 2,22% richiesta di prescrizione; 1,52% cefalea/emicrania.
Dal 22 al 24 giugno, il Seminario di Bedonia ha fatto da cornice all’incontro degli insegnanti di religione, organizzato dagli Uffici Scuola delle diocesi di Piacenza e Parma. Trovarsi insieme è stata l’occasione per rivedersi, pregare e mettersi in ascolto, condividendo le bellezze e le fatiche dell’anno scolastico trascorso. La Parola è stata il filo conduttore: la tecnica del bibliodramma e i momenti di preghiera hanno scandito la quotidianità.
In quei giorni, lodi, vespri e la celebrazione eucaristica sono stati guidati da don Gigi Bavagnoli. Con lui sono state lette e meditate alcune parabole, racconti che, per quanto conosciuti, hanno saputo stupire ancora una volta i partecipanti con i loro elementi paradossali e la ricchezza di colpi di scena, che spronano ogni lettore, anche il più fedele, a diventare discepolo di Gesù, se davvero vuole comprenderne il significato profondo. Con Aurelia ed Anna abbiamo sperimentato il bibliodramma, riscoprendo il legame fortissimo fra la Parola e le diverse emozioni della vita e come queste si possano leggere alla luce della Parola stessa. Dalla Parola con la "P" maiuscola sono nate tante parole e racconti che in un clima di gratitudine ed accoglienza ci siamo scambiati dando nuovo significato al termine abbondanza. I momenti di convivialità, i viaggi in macchina e i dopocena condivisi, sorseggiando tisane o giocando a biliardino, sono stati preziosi. Al termine di queste giornate, molti dei partecipanti hanno constatato la bellezza dell’esperienza al punto che, anche solo dopo il primo giorno, sembrava di conoscersi ed essere insieme da più tempo.
Francesca Gualtieri
Nella foto, il gruppo di insegnanti di religione piacentini, parmensi e reggiani a Bedonia insieme al prof. Claudio Ferrari e a don Gigi Bavagnoli.
Doppia serata a Bettola a cura del Circolo Anspi Don Vincenzo Calda che grazie alla collaborazione e al contributo del Comune di Bettola, farà divertire e ballare nella bella cornice di piazza Colombo. Il primo appuntamento in programma è con la Filodrammatica di San Bernardino di Bettola, che chiuderà così la stagione della riuscita commedia "Mei es invidié che cumpatì", tre atti brillanti che andranno in scena il 12 luglio, venerdì, nel Borgo Sant’Ambrogio, anfiteatro naturale limitrofo a piazza Colombo, alle ore 21 e che vedrà impegnati sul palco Massimo Calamari, autore e regista della commedia, Marco Marcotti, Cristina Bertinetti, Alessandra Trombetta, Claudio Carini, Stefano Chiappa, Gabriele Montanari, Samantha Guarnieri, Ramona Bosco e Susanna Brizzolesi. Tre divertenti atti ambientati in casa di un ex presidente del Consiglio dei ministri, in preda a momenti di profonda confusione e depressione, che porteranno il pubblico a momenti di demenziale e ironica follia come consuetudine dei testi di Calamari. Si tornerà ai piedi di Cristoforo Colombo invece sabato 13, per danzare, sempre alle ore 21, con l’Orchestra Spettacolo "Paolo Bertoli", immancabile appuntamento per gli amanti del liscio e della musica da balera. Entrambe le serate hanno uno scopo benefico, quello di raccogliere fondi a sostegno della parrocchia di Bettola, impegnata a sostenere spese importanti per entrambe le chiese del paese: alla chiesa di San Bernardino e al Santuario della Beata Vergine della Quercia per l’esecuzione di lavori di ripristino delle campane e relativamente alla sola chiesa di San Bernardino lavori per l’ammodernamento dell’impianto interno (relativo a campane e orologio) recentemente danneggiato dalla scarica di un fulmine.
Antonio Agosti è il nuovo responsabile diMedicina penitenziaria. L’incarico gli è stato affidato qualche mese fa dal direttore generale Paola Bardasi dopo un concorso per l’assegnazione del ruolo. “Il dottor Agosti è un professionista di grande spessore che porta la sua lunga esperienza come medico di Pronto soccorso e medicina d’urgenza nel contesto di questo nuovo ruolo alla guida della Medicina penitenziaria – sottolinea la dottoressa Bardasi – settore che per l’Azienda gioca un ruolo importante poiché garantisce, all'interno del carcere, l’assistenza primaria di base e la specialistica, assicurando le prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione delle persone detenute”.
Piacentino di nascita e formatosi professionalmente a Pavia, Antonio Agosti lavora all’Azienda Usl di Piacenza dal 2004. Accanto al suo impegno nel campo della medicina d’urgenza in Pronto soccorso e con il 118, il professionista perfeziona la sua formazione nell’ambito della tossicologia d’urgenza. Referente per il centro di riferimento regionale antidoti Emilia-Romagna dal 2011, è stato direttore sanitario della Croce Rossa Italiana Comitato di Piacenza dal 2016 fino al mese scorso, dal 2022 fa parte del registro nazionale dei tossicologi italiani certificati (RENTIC) e dallo scorso anno certificato ERT (European Register of Toxicologists). Dal 2021 ricopre il ruolo di professore a contratto del corso di dipendenze patologiche al corso di laurea in infermieristica dell'Università di Parma.
“La Medicina penitenziaria è una nuova grande sfida che sono entusiasta di affrontare con colleghi motivati e collaborativi – sottolinea il dottor Agosti - dai medici di assistenza primaria, al team di psichiatri e psicologi, fino al personale infermieristico. Si tratta di un lavoro di assistenza e mediazione complesso in cui convivono l’assistenza in carcere e gli eventuali accertamenti in ospedale, quando si rendono necessari con interventi di consulenza specialistica, nel caso il paziente abbia una diagnosi di malattia. Abbiamo impostato un programma di revisione dei percorsi intenso che stiamo portando avanti con successo. Sarà un lavoro con ampie prospettive che affronteremo in stretta sinergia con la direzione del carcere”.
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