La solidarietà non va in vacanza e con i mesi estivi i volontari di Anpas Piacenza si rendono protagonisti di attività presso alcune realtà del territorio che si occupano di disabilità e di fragilità. “Anpas Piacenza ha tra le sue finalità la promozione dell'inclusione sociale attraverso attività di volontariato in ambito socio-sanitario e di protezione civile”, ha affermato il coordinatore provinciale di Anpas Piacenza Paolo Rebecchi, che ha aggiunto: “l’anno scorso abbiamo avviato il progetto “Conoscere per conoscersi e farsi conoscere” che ha coinvolto Anpas, Pubblica Assistenza Croce Bianca, insieme a “Club dei piccoli Rio Torto” e “La Girandola”, due realtà che si occupano di ragazzi e di adulti anche con disabilità. Per noi sono un esempio di resilienza e di supporto ai ragazzi e alle loro famiglie ed è un onore poter dare un contributo”.
Si ricorda che il progetto menzionato è stato premiato alla Convention Anpas ‘Convers-Azioni’, conquistando il secondo posto a livello nazionale sul tema dell'integrazione. A tale proposito, nei giorni scorsi - dal 31 luglio al primo Agosto - i volontari di Protezione Civile di Anpas Croce Bianca sono stati impegnati in un laboratorio interattivo assieme ai ragazzi del centro ricreativo sociale “Club dei piccoli Rio Torto” di Borgonovo e al Gruppo Alfa di Sarmato. Anche il presidente di Croce Bianca Alessandro Miglioli ha espresso soddisfazione per l’iniziativa ed ha aggiunto: “è nel Dna di Croce Biana e Anpas l’attenzione verso tutti, specie quando si tratta di persone meno fortunate. Noi ci siamo e ci saremo grazie ai nostri volontari che quotidianamente si impegnano su più fronti”.
“A conclusione dell'esperienza educativa del Grest, la nostra squadra di Protezione Civile ha organizzato un laboratorio di montaggio e smontaggio di una tenda pneumatica che ha consentito ai ragazzi del Centro ricreativo sociale di trascorrere una notte all’ aria aperta insieme ai loro accompagnatori”, hanno affermato Oreste Guglielmetti, Coordinatore di Protezione Civile di Anpas Piacenza e Mauro Prati Responsabile Regionale di Protezione Civile Anpas Er. “Da anni - ha aggiunto Guglielmetti - i nostri volontari organizzano diverse attività insieme ai ragazzi del «Club dei piccoli Rio Torto» per renderli protagonisti di esperienze sociali, valorizzando le capacità e le sensibilità di ognuno di loro. Si tratta di un'esperienza di grande arricchimento per noi volontari che periodicamente siamo coinvolti in attività e progetti di inclusione”. Yuri Fiori di Rio Torto ha aggiunto: “periodicamente collaboriamo con Anpas che ringraziamo; quest’anno abbiamo svolto la tendata sotto alle stelle con caccia al tesoro in notturna. I ragazzi si sono divertiti e siamo molto soddisfatti”.
Archiviata la non brillante fase congiunturale dello scorso anno, sono aumentate nel primo semestre del 2025 le difficoltà delle imprese piacentine sui mercati, in particolare su quelli esteri a causa dell’incertezza legata alla politica statunitense dei dazi alle importazioni. Tali difficoltà, che si inquadrano più in generale nel contesto di un ciclo economico sostanzialmente stagnante, trovano riscontro nell’aumento delle ore autorizzate di Cassa integrazione a sostegno dei lavoratori dipendenti per fronteggiare le situazioni di crisi aziendale, che a livello provinciale hanno infatti raggiunto e superato nei primi sei mesi di quest’anno le 800mila unità, 290mila in più rispetto al primo semestre del 2024, con una variazione complessiva del 56%, superiore a quella regionale e nazionale (in entrambi i casi pari a circa +20%). Ore autorizzate per trattamenti di integrazione salariale, per tipologia. Primo semestre 2025 e variazioni percentuali su primo semestre 2024. Provincia di Piacenza, Emilia-Romagna, Italia.
Anche in questa occasione l’utilizzo della Cig ha riguardato per la maggior parte la cassa ordinaria, cioè quella a supporto delle crisi congiunturali, che con 589mila ore (i tre quarti del totale) cresce del 41% a livello tendenziale, mentre la cassa straordinaria (relativa a situazioni di crisi strutturali e a riconversioni aziendali) passa da 96mila a 213mila ore (+121%), rimanendo invece a zero per il terzo anno consecutivo la cassa in deroga (ampiamente utilizzata durante la pandemia da turismo e commercio). Nei confronti territoriali, Piacenza si distingue in particolare per il significativo aumento della cassa straordinaria, decisamente più elevato di quello sperimentato mediamente in Emilia-Romagna (+38%) e in Italia (+46%).
A livello settoriale, nel corso dei primi sei mesi del 2025 è stata sempre l’industria manifatturiera ad assorbire la quota più elevata di Cig, 628mila ore pari a circa l’80%, e, in quest’ambito, il comparto metalmeccanico con 400mila ore autorizzate (di queste, 124mila sono relative alla cassa straordinaria). Segue l’edilizia/costruzioni con oltre 92mila ore, poi le industrie estrattive (74mila ore, tutte in regime di cassa straordinaria) e a molta distanza il settore dei trasporti e della logistica con circa 3mila e quello dei servizi con 4mila.
Come si rileva dai dati, l’incremento della Cig nel semestre è imputabile al maggior ricorso fatto dall’industria manifatturiera da un lato, 230mila ore in più rispetto ai primi sei mesi del 2024 (+58%), delle quali 180mila riconducibili alla metalmeccanica (metallurgia e prodotti in metallo, apparecchi meccanici) e 31mila all’alimentare, e dall’industria estrattiva dall’altro (+74mila ore). Segna al contrario una riduzione della Cassa Integrazione il settore edilizio e delle costruzioni (-14%), così come quello dei trasporti e della logistica, (-58%, partendo comunque da livelli iniziali molto bassi).
Durante i mesi estivi, l’aumento delle temperature rende più frequenti i casi di intossicazioni alimentari. Il caldo favorisce infatti la crescita dei microrganismi e delle tossine da essi prodotte negli alimenti contaminati, aumentando i rischi di disturbi gastrointestinali. L’Azienda Usl di Piacenza invita tutti i cittadini a prestare la massima attenzione, adottando comportamenti responsabili e consapevoli nella gestione degli alimenti. Oggi la sicurezza della filiera alimentare è garantita da controlli rigorosi e standard produttivi elevati. Sempre più spesso le misure messe in atto lungo la linea di produzione, trasformazione e commercializzazione sono vanificate dal comportamento dei consumatori nelle fasi di acquisto, trasporto, preparazione e conservazione presso il proprio domicilio. È dunque fondamentale prestare attenzione fin dall’acquisto perché, ancora oggi, le malattie a trasmissione alimentare rappresentano un serio problema di sanità pubblica.
“Fare la spesa nelle ore più fresche della giornata rappresenta una prima buona abitudine, così come acquistare per ultimi i prodotti freschi, surgelati o pronti al consumo” afferma Laura Stinga, Dirigente veterinario di Igiene degli alimenti di origine animale dell’Ausl di Piacenza. “È consigliato posteggiare l'auto nei parcheggi sotterranei che tendono a essere più freschi rispetto a quelli all'aperto, soprattutto durante le giornate e le ore più calde. Riporre la spesa nell'abitacolo per limitare il riscaldamento degli alimenti durante il tragitto verso casa, non nel baule che tende a surriscaldare maggiormente se esposto al sole a meno che non sia dotato di un sistema di refrigerazione apposito. Utilizzare buste o borse termiche aiuta a mantenere la catena del freddo fino al momento della sistemazione in frigorifero, così come affiancare all’interno della busta i cibi refrigerati con i surgelati. Inoltre è consigliato separare i prodotti cotti o precotti da quelli freddi. Mai lasciare gli alimenti sull’auto esposta al sole”. “Una volta a casa, occorre riporre immediatamente i cibi deperibili nel frigorifero o nel freezer. Lasciare gli alimenti freschi a temperatura ambiente anche per breve tempo può favorire la crescita batterica. È bene ricordare che l’apertura frequente dell’elettrodomestico va limitata, perché può compromettere l’efficacia del raffreddamento. Non va riempito troppo. Se l’aria non circola, il raffreddamento può non essere sufficiente” prosegue la professionista “Per una corretta conservazione degli alimenti è essenziale conoscere le diverse aree del frigo e le relative temperature. La parte più fredda, che di solito si trova in basso o in un cassetto specifico, è adatta per carne e pesce, con una temperatura ideale compresa tra zero e tre gradi. In questa zona gli alimenti vanno conservati in contenitori chiusi, evitando che i liquidi prodotti dalla carne o dal pesce contaminino gli altri cibi. I ripiani centrali, con temperature che si aggirano intorno ai cinque o sei gradi, sono adatti a prodotti come latticini, uova, avanzi e dolci, oltre agli alimenti che riportano in etichetta l’indicazione di refrigerazione dopo l’apertura. La zona dedicata alla frutta e alla verdura, generalmente situata nei cassetti inferiori, mantiene temperature tra l’uno e i tre gradi, ideali per ortaggi. Il principio da seguire è semplice: i cibi più deperibili vanno posti nelle aree più fredde, mentre quelli che resistono meglio alle variazioni termiche possono essere conservati nelle zone meno fredde”.
È importante rispettare la data di scadenza (da consumare entro) degli alimenti deperibili, si può essere più flessibili con il termine minimo di conservazione (da consumare preferibilmente entro). È buona norma sistemare gli alimenti più vecchi davanti a quelli appena acquistati, in modo da consumarli prima e ridurre lo spreco alimentare. Inoltre, è opportuno eliminare periodicamente dal frigorifero i cibi deteriorati, per evitare contaminazioni e diffusione di muffe. Un altro aspetto fondamentale è la pulizia periodica dell’elettrodomestico, che deve essere sanificato con regolarità per evitare la proliferazione di batteri, anche a basse temperature. Oltre alla sicurezza, è essenziale riflettere sul valore del cibo e sull’impatto dello spreco alimentare. Un acquisto consapevole aiuta a evitare sprechi, specialmente per i prodotti più deperibili. Acquistare solo il necessario, pianificando i pasti e controllando la reale necessità dei prodotti, consente non solo di tutelare la salute ma anche di ridurre il numero di alimenti buttati inutilmente. “Infine, la preparazione in cucina richiede altrettanta attenzione. È indispensabile cuocere i cibi in modo adeguato, raggiungendo almeno 70° C anche al cuore degli alimenti, conservare i cibi pronti in contenitori chiusi (di piccole dimensioni a favore del freddo) per evitare contaminazioni, i cibi precedentemente cotti vanno riscaldati rapidamente e ad alta temperatura prima del loro consumo. I prodotti congelati devono essere scongelati in frigorifero o nel forno a microonde, mai a temperatura ambiente” conclude la veterinaria. L’igiene personale e degli ambienti resta un pilastro fondamentale: è necessario lavarsi accuratamente le mani prima e durante la preparazione degli alimenti, mantenere puliti utensili e superfici di lavoro e separare sempre i cibi crudi da quelli cotti. Si ricorda a tutti i cittadini che il rispetto di queste semplici ma fondamentali regole permette di proteggere la salute di tutta la famiglia, prevenendo intossicazioni e infezioni alimentari e al tempo stesso di combattere lo spreco alimentare domestico, per un consumo più responsabile e sostenibile anche nei mesi estivi.
Generatori moderni, stufe a pellet a 5 stelle, ma anche pompe di calore e sistemi ibridi a basso impatto ambientale al posto di camini e vecchie caldaie. Il bando regionale 2024 per la sostituzione degli impianti di riscaldamento a biomassa, promosso dalla Regione Emilia-Romagna e finanziato dal Ministero dell’Ambiente, ha registrato una grande partecipazione da parte dei cittadini, che hanno risposto in massa alla possibilità di migliorare l’efficienza energetica delle proprie abitazioni contribuendo al tempo stesso alla riduzione dell’inquinamento atmosferico. Il bando si è chiuso ufficialmente il 31 luglio scorso, avendo raggiunto la capienza prevista. “Il bando ha avuto un ruolo chiave nel rinnovare il parco degli impianti domestici in regione - sottolinea l’assessora regionale all’Ambiente Irene Priolo -. Un risultato che ci dice chiaramente quanto questa misura sia stata apprezzata dai cittadini e quanto possa incidere concretamente sulla qualità dell’aria e sull’efficienza degli edifici”. Secondo il Report effettuato per la chiusura del bando, sono 9.221 domande presentate alla Regione, di cui 5.459 già ammesse e impegnate (comprese quelle dell’ultimo provvedimento in corso), 3.578 ancora in fase di istruttoria (in attesa di documentazione da parte dei richiedenti) e 184 escluse. I contributi già liquidati o in fase di liquidazione ammontano a circa 17,9 milioni di euro. “Siamo già al lavoro su una nuova proposta progettuale attualmente in fase di presentazione al Ministero dell’Ambiente- aggiunge l’assessora-, con l’obiettivo di incentivare la sostituzione degli impianti a biomassa legnosa con pompe di calore ad alta efficienza. Un intervento che si inserisce nel quadro più ampio del Piano Regionale per la Qualità dell’Aria, che punta a ridurre le emissioni di polveri sottili (PM10 e PM2.5) e di altri inquinanti legati alla combustione di biomassa nei centri abitati”. Le tipologie più frequentemente sostituite sono state stufe a legna, camini non certificati e caldaie a biomassa datate, tutte fonti di emissioni nocive soprattutto nei mesi invernali. Al loro posto, i cittadini hanno optato per generatori moderni, tra cui stufe e caldaie a pellet a 5 stelle, ma anche pompe di calore e sistemi ibridi a basso impatto ambientale, in linea con le tecnologie previste dai più recenti standard europei.
LA SUDDIVISIONE PER PROVINCE
Nel contesto del bando regionale per la sostituzione degli impianti di riscaldamento a biomassa 2024, il report a chiusura anticipata del 31 luglio 2025 fornisce una chiara ripartizione delle domande valide per ciascuna provincia. Le province con il maggior numero di domande valide sono Reggio Emilia e Forlì-Cesena. Rispettivamente con 1.445 e 1.405 domande. Per quanto riguarda la provincia di Bologna, il totale è stato di 1.053, a Modena di 947; a Piacenza di 928, a Ravenna di 910 domande. A seguire Ferrara che ha raccolto 840 domande valide, poi Parma con 771, e infine la provincia di Rimini con 738.
E' firmata "Comune di Piacenza", la lettera condivisa da tutti i capigruppo consiliari, dalla presidente dell'assise cittadina Paola Gazzolo, dalla sindaca Katia Tarasconi e dalla Giunta comunale, indirizzata al vescovo monsignor Adriano Cevolotto in seguito all'impegno assunto in tal senso, in occasione della visita pastorale del 20 gennaio scorso in Municipio. La nota, la cui stesura è stata affidata alla presidente della Commissione 3 Tiziana Albasi, esprime la condivisione delle sfide che monsignor Cevolotto aveva evidenziato nel suo intervento, con particolare attenzione all'emergenza abitativa che riguarda innanzitutto le fasce più fragili della popolazione e le nuove povertà, richiedendo una risposta corale e coesa della comunità. In primo piano anche la centralità dei giovani e dell'equità intergenerazionale, così come il valore della continuità amministrativa e dell'impegno per un costante miglioramento nell'accompagnare i cambiamenti sociali che caratterizzano il nostro tempo. Nel corso della visita pastorale presso il Comune, la presidente Gazzolo aveva annunciato, a nome della Conferenza dei Capigruppo, l'intenzione di valorizzare un momento di incontro altamente significativo, affidando ai lavori di una Commissione consiliare - poi individuata nella n. 3, competente in materia di Servizi Sociali - una riflessione da cui potesse scaturire un costruttivo contributo di idee e sensibilità, con un approccio il più possibile unitario e teso agli obiettivi della solidarietà, della pace e di uno sviluppo mai disgiunto dai valori della condivisione e dell'inclusione sociale.
L'importanza del dialogo
Di seguito il testo integrale della nota, trasmessa nei giorni scorsi a monsignor Cevolotto, in cui si richiamano - declinandoli anche attraverso i progetti concreti già in essere - i temi della centralità di "relazione, incontro e cura", come punto di partenza per un confronto che, dalla prospettiva laica degli amministratori comunali, trovi il denominatore comune "nel rispetto della persona in quanto essere umano", riaffermando l'importanza del dialogo e delle sinergie tra tutte le componenti della collettività che sono partecipi di una corresponsabilità educativa e di un ruolo attivo nel tutelare e garantire la qualità di vita di tutti i cittadini.
Monsignor Adriano,
con questa lettera, innanzitutto, Le rivolgiamo un ringraziamento per l’opportunità di condividere riflessioni su questioni sociali e morali che caratterizzano questo nostro tempo, e quindi anche la comunità piacentina, opportunità scaturita dal discorso da Lei rivolto ai Consiglieri ed alle Consigliere Comunali, alla Sindaca e alla Giunta, nell’ambito della sua visita il 20 gennaio scorso. Un ripensamento “dell’umano”, alla luce di una mentalità sempre più diffusa che ha elevato il materialismo e l’individualismo a indicatori di vita, richiama un’urgenza intellettuale, quella di un movimento armonioso con gli altri, una rigenerazione esistenziale che ponga al centro la relazione, l’incontro, la cura, superando la solitaria nicchia dell’ego, incapsulato in una visione talvolta fantasiosa degli affanni del vivere e del morire.
Crediamo sia questo il punto di partenza per un confronto che, da un’ottica laica come quella assunta dal ruolo di amministratori nello svolgimento del proprio mandato, elabori un programma di intenti da tradursi in azioni concrete. Il denominatore comune che potrà unire credenti di ogni fede e non credenti è il rispetto della persona in quanto essere umano, il medesimo denominatore che anima il nostro agire quotidiano nel confronto costruttivo al nostro interno, talvolta critico, talvolta assertivo. Sono diversi gli ambiti in cui si può e si deve operare per migliorare la qualità della vita alle persone, a partire dai residenti nel Comune di Piacenza e da quelli in Provincia, in un’ottica di collaborazione e sostegno che oltrepassi i confini amministrativi e i campanilismi.
L’analisi dei bisogni rivela problematiche e fragilità sempre più diffuse, che attraversano trasversalmente le fasce sociali, le diverse etnie, le differenti età... Non è retorica ma emergenza reale, una revisione della dimensione educativa. In questo il nostro impegno, a vario titolo, affinché famiglia, scuola, sport, oratorio, mondo dell’associazionismo et alii siano chiamati a sinergie progettuali per un senso civico dell’agire, sulla base di valori che mettano in evidenza l’humanitas nel senso più ampio del termine. Rispetto e solidarietà profusi nel volontariato che coinvolga i giovani, come le scelte per le politiche giovanili e le pari opportunità stanno esemplificando. Percorsi formativi inclusivi per promuovere il senso di appartenenza alla comunità, al cui interno le differenze etniche e religiose siano un valore e non un pretesto di esclusione o peggio ancora di scontro. Il sistema del welfare, della formazione, della cultura, proprio in quanto sinergie di azioni, rappresenta per noi amministratori un grimaldello di crescita per la comunità piacentina, con uno sguardo sempre vigile e propositivo.
Spazi di incontro, di frequentazione, di dialogo sono oggi necessari per migliorare il modo di vivere le relazioni, fortemente minate dalla pandemia e sempre più trasformate in incontri virtuali. I giovani, oggi, hanno bisogno di sostegno per valorizzare con lo studio e il lavoro progetti di vita, il loro avvenire è più incerto che nel passato, le professioni del domani sono in progress costante, la promozione socio-economica attraverso le proprie forze è complessa e talvolta problematica: di fronte a questo quadro realistico la risposta deve arrivare proprio dalle Istituzioni, dai settori produttivi, dalle aziende.
I progetti per rendere Piacenza città universitaria stanno emergendo, la Fondazione ITS Academy della nostra città unisce formazione e lavoro in una prospettiva professionalizzante di largo respiro. Conoscenza e lavoro sono i grimaldelli con cui ogni persona può vivere in pienezza la propria vita, sapendo di essere parte di una comunità a cui non solo può chiedere – servizi, assistenza, sostegno, solidarietà...-, ma anche dare, in termini civici e umani. I principi di equità, giustizia e uguaglianza si consolidano nel valore positivo della continuità amministrativa e nel miglioramento continuo che accompagna il cambiamento sociale. Ma equità, giustizia e uguaglianza sono anche alla base dei sistemi di tassazione, di assistenza alla famiglia, di assegnazione di abitazioni con contratti di locazione agevolati... La casa oggi, purtroppo, è ancora un’emergenza per molte persone, di questo siamo consapevoli, ma abbiamo anche alcune risposte a breve e lungo termine: è il progetto Pinqua alla Farnesiana, le ristrutturazioni di Acer, la progettazione di studentati, i progetti PNRR che sono l’esempio di come l’azione amministrativa può e deve dare continuità a progetti strategici per il bene comune.
Essere cittadino responsabile è un imperativo da cui è impossibile prescindere per migliorare nella vita privata e pubblica, nei luoghi dove si è chiamati a svolgere i propri compiti, pensando al bene comune che temporaneamente abbiamo in affido. Il bene pubblico non è un sintagma suggestivo di comune evocazione: è quello spazio di bellezza da tutelare, dal verde alle emergenze storico- artistiche, dalle strade alle piste ciclabili, dai Parchi ai Campi – Gioco, un bene da valorizzare con la costruzione di reti di collaborazione tra Istituzioni laiche e religiose, Fondazioni bancarie, Istituti di credito, Aziende, Università, in continua sinergia con il territorio provinciale, e non solo.
Queste e tante altre tematiche sono alla base di confronti e discussioni per la stesura del Piano urbanistico generale (PUG). Piacenza è collocata in un contesto geografico e socio - economico che ne caratterizza la vocazione di città snodo a livello infrastrutturale, favorendo nel corso dei decenni l’attrattività del nostro territorio in termini di hub di logistica, trasporti e produzione di energia. Questa vocazione però da tempo deve confrontarsi con condizionamenti evidenti sul piano tecnologico, demografico e ambientale, con tassi di inquinamento particolarmente elevati e con fenomeni climatici estremi e sempre più frequenti. In prospettiva pensare Piacenza come città ecologica, attraente, innovativa, affidabile significa declinare in progetti una serie di interventi interconnessi, per ogni persona che vive nel nostro Comune, senza lasciare indietro nessuno. Come indica l’Agenda 2030 dell’ONU “Il futuro dell’umanità e del nostro pianeta è nelle nostre mani. Si trova anche nelle mani delle nuove generazioni, che passeranno il testimone alle generazioni future” (A/RES/70/1 Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile). Insieme, stimolando il protagonismo dell’ìntera comunità, possiamo contribuire a tracciare la strada dello sviluppo sostenibile e dell’equità intergenerazionale. Desideriamo dunque farLe pervenire la nostra più sincera gratitudine per le sue parole, parole che ci hanno richiamato al significato più autentico del nostro “lavoro”, ricordandoci l’orizzonte impegnativo e stimolante su cui misurarci quotidianamente, quel “bene comune” che deve rimanere sempre il nostro unico ed esclusivo obiettivo.
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