«Bene comune» e «sussidiarietà circolare» al centro dell’azione della Rete di Trieste

Il cristianesimo si deve incarnare nella storia e a ciò è utile la politica di cui va recuperato il significato alto che è quello espresso da Paolo IV come «la forma più alta di carità». Da dove partire? Dalla presa d’atto della fragilità della democrazia”. Ha esordito così il professor Stefano Zamagni, a Bologna, qualche giorno fa all’incontro con gli amministratori emiliano-romagnoli che hanno aderito alla Rete di Trieste. Di questo gruppo faccio parte e mi fa piacere condividere alcune delle riflessioni emerse. Occorre essere consapevoli che mancano i luoghi, gli ambienti dove ci si può incontrare e dove si può trasmettere la “conoscenza tacita”, che non è quella codificata nei documenti o sui messaggi social ma si trasmette per relazionalità. L’agire politico peggiora perché molti non hanno retroterra culturale e circola così solo la conoscenza codificata. Gli aderenti alla Rete di Trieste dovrebbero avere il compito di scardinare questa situazione stagnante e pericolosa.
Un inizio un po' forte tuttavia motivante. Il pensiero, lì per lì, è andato, con riconoscenza, agli amici di “Cives” che ogni anno mettono a disposizione un luogo di incontro e discussione aperta a tutti e proprio quest’anno proporranno il tema della Democrazia e delle sfide che l’attendono.
Secondo Zamagni in tutti i settori, dalla scuola, alla sanità, al welfare ma anche nell’economia bisognerebbe recuperare i concetti di “Bene comune” - di cui si parlava già nel Codice di Camandoli ma purtroppo non nella Costituzione - e di “sussidiarietà circolare”. La realtà infatti è ben altro! come dimostra il “desolante fenomeno messo in luce dai giornali, di gente che lavora ma vive sotto ai ponti” denuncia Zamagni o come “La città degli invisibili, all’ombra della lupa “a Piacenza aggiungo io. Nelle situazioni di emergenza, come già scriveva Keynes nel 1939 a proposito di Welfare e democrazia, è ovvio che deve essere lo Stato a sostituirsi ai privati ma a emergenza finita, bisogna restituire alla società civile il compito di farsi carico del benessere dei cittadini. La Civitas - città delle anime - deve prevalere sull’Urbs - la città delle pietre. D'altronde applicare il welfare civile significa applicare il principio di sussidiarietà circolare sancita dalla stessa Corte Costituzionale nella sentenza n. 131 del 26 giugno 2020 , tanto importante quando sconosciuta ai più, secondo la quale, nell’area del welfare, va applicato il principio di sussidiarietà circolare che si esprime con la coprogettazione e la coprogrammazione triangolando tra Comune, società civile e terzo settore sia per individuare gli obiettivi, che le priorità che gli interventi. L’invito di Zamagni agli aderenti alla Rete è dunque quello di farsi carico di chiedere e ottenere per il Welfare civile un riconoscimento normativo che dia applicazione alla citata sentenza. E poi…Vogliamo cambiare il mondo? Esistono il potere come potenza (il potere di Nietzsche, la potenza bellica) ma anche il potere come influenza che agisce sugli stili di vita delle persone. Gesù non aveva eserciti ma non si può dire che non fu potente. La rete può avere questa influenza arrivando nelle Istituzioni. Le esperienze di gruppi di persone che condividono gli stessi valori e li mettono in pratica, per non morire e per essere fecondi devono arrivare alle Istituzioni perché solo così cioè si possono cambiare le regole del gioco. Se le cose vanno male è responsabilità delle Istituzioni perché significa che esistono regole orientate al male come già diceva Giovanni Paolo II. Oggi, sostiene Zamagni, le regole che vanno cambiate sono sicuramente quelle economiche e finanziarie. Si pensi al divario di remunerazioni tra stipendi di lavoratori e dirigenti, oggetto anche di denuncia recente da parte del presidente Mattarella. “Dunque coraggio - è sembrato dire il professore - l’iniziativa della Rete è importante perché può cambiare le regole del gioco”. Non so davvero se così sarà. Ma ne sarà valsa la pena. “Se senti dolore sei vivo ma se senti il dolore degli altri sei umano”, ci ha ricordato Zamagni citando Lev Tolstoj. Se non avremo ottenuto grandi risultati almeno avremo coltivato la nostra umanità.
Patrizia Calza, sindaco di Gragnano,
aderente alla “Rete di Trieste
Pubblicato il 10 novembre 2025
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