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Notizie Varie

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Aumenta il materiale riciclato in regione, ora nuovi progetti anche a Piacenza

Economia circolare Pc ed Emilia

L’obiettivo è produrre meno rifiuti e riutilizzare i materiali di scarto. E poi accrescere il riciclaggio fino a una nuova quantità di materiale aggiuntivo riciclato di oltre 500 mila tonnellate ogni anno. Questo grazie all’impegno dell’imprese dell’Emilia-Romagna che si vedranno finanziati 52 progetti per migliore e soprattutto potenziare, nell’ambito delle proprie attività produttive, il riciclo e la prevenzione dei rifiuti con investimenti complessivi previsti di oltre 34 milioni di euro. Anche grazie a questi progetti si riusciranno ampiamente a raggiungere i target del Pr Fesr per il materiale riciclato al 2029. Il boom di richieste ha portato la Regione ad aumentare le risorse a disposizione passando dai 10 milioni di euro inizialmente previsti a 14,7 milioni di euro (+4,7 milioni). Si tratta, grazie ad un primo bando dedicato, di un contributo a fondo perduto stanziato dalla Regione con risorse europee del Pr Fesr 2021-2027 dedicate sia alla ricerca, innovazione e competitività sia alla sostenibilità, decarbonizzazione, biodiversità e resilienza. I progetti finanziabili- di cui 35 riguardano il riciclo dei rifiuti e 17 la riduzione dei rifiuti prodotti– propongono innovazioni di economia circolare, con caratteri di scalabilità e di simbiosi industriale, che spaziano dall’ambito delle plastiche, ai rifiuti organici, ai fanghi di depurazione, ai rifiuti ferrosi, per arrivare fino ai rifiuti della filiera edilizia, che presenta una significativa numerosità di proposte. “Questa misura sostiene concretamente le realtà produttive del territorio regionale impegnate nel raccogliere la sfida della sostenibilità. La dimostrazione di come in Emilia-Romagna vengano attuati i principi di economia circolare e si favorisca la transizione verso un nuovo modello di sviluppo, basato sul risparmio delle materie prime e il riutilizzo degli scarti” affermano la presidente facente funzioni, Irene Priolo, e l’assessore regionale allo sviluppo economico e Green economy, Vincenzo Colla.

“Un deciso passo avanti per rendere l’Emilia-Romagna sempre più sostenibile – aggiungono -, obiettivo che intendiamo perseguire assicurando un sostegno reale alle imprese impegnate al fianco delle Istituzioni in una sfida decisiva per il futuro. Già ora la raccolta differenziata supera il 77,2%, ben oltre la media nazionale del 65%, ma serve fare ancora di più per ridurre la produzione dei rifiuti e accrescere il riutilizzo degli scarti, facendone nuove risorse”. “La rilevanza del numero e della qualità di risposta delle imprese a questo primo bando regionale-concludono Priolo e Colla- nascono dal lavoro avviato dalla Regione che ha innescato un processo di trasformazione regolamentare e culturale, teso alla circolarità della produzione e alla riduzione progressiva e crescente dei rifiuti”. In Emilia-Romagna, a partire dalla la legge regionale 16 del 2015 sull’economia circolare, sono stati istituiti diversi strumenti tra cui il ‘Coordinamento permanente per i sottoprodotti’ e le ‘Linee guida per i Centri del riuso’.

IL BANDO

La misura, che ha visto la presentazione di 75 richieste di cui 52 finanziabili, era aperta a tutte le filiere produttive. Punta a fornire supporto agli interventi per la circolarità dei processi e lo sviluppo di impianti di economia circolare, per la transizione ecologica delle imprese, e ai progetti di innovazione in ottica di economia circolare e prevenzione dei rifiuti delle imprese, delle filiere e delle attività professionali. I regimi di contributo ai progetti ammessi a finanziamento sono stati differenziati a seconda della taglia dell’impresa, del regime di esenzione e delle premialità applicabili - con l’incentivazione delle candidature provenienti dalle aree interne, le aree montane e le aree interessate dall’alluvione del maggio 2023 -, oltre che della quantità aggiuntiva di rifiuti riciclati, in linea con gli obiettivi di continuo miglioramento nella gestione e prevenzione dei rifiuti previsti dalla Regione.

Pubblicato il 4 agosto 2024

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Varata una riforma dei servizi per la salute mentale

sanit

Ripensare la rete di cura, assistenza e tutela della Salute mentale dell’Emilia-Romagna a partire da una diversa pianificazione della residenzialità dei pazienti adulti e potenziando i posti letto dedicati alle situazioni di emergenza in età evolutiva, con l’apertura di due nuovi hub riservati, a Parma e Bologna, che si aggiungono a quello già presente in Romagna. Con un investimento complessivo di 504 milioni di euro, di cui 225 per la residenzialità. Sono i due pilastri della riorganizzazione del settore che la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha approvato, con l’obiettivo di affrontare efficacemente l’aumento considerevole delle diagnosi di disturbi mentali e delle situazioni cliniche registrato negli ultimi anni, soprattutto sugli adolescenti anche a causa dell’impatto della pandemia. Un’emergenza nazionale e internazionale, riconosciuta anche dall’Organizzazione mondiale della sanità e da diversi studi scientifici nel settore. In Emilia-Romagna nel 2023 gli assistiti dai Servizi di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza sono stati 64.895, di cui oltre 14 mila nuovi utenti (23%); i pazienti trattati dai Centri di salute mentale adulti sono stati 80.740, di cui oltre 17 mila nuovi utenti (21,6%); mentre le persone che hanno seguito un percorso di cura presso i Servizi per le dipendenze patologiche, limitatamente al primo semestre del 2023, sono state 21.563, di cui 4.617 nuovi utenti (2,9%).

“Il considerevole aumento di situazioni cliniche, anche gravi, ha imposto una riflessione su come riorganizzare i Servizi di Salute mentale - spiega Donini -. Negli ultimi 13 anni il numero degli utenti seguiti nei servizi di neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza è molto aumentato, assumendo proporzioni inedite che queste due nuove strutture ci aiuteranno ad affrontare. Anche se in misura diversa, l’aumento di pazienti ha riguardato pure i Servizi dedicati agli adulti, in particolare la residenzialità, dove abbiamo intenzione di intervenire con strumenti di gestione innovativi come il Budget di salute finalizzato alla recovery e le soluzioni abitative supportate, che mettono al centro i pazienti e favoriscono la personalizzazione dei percorsi di cura, il recupero dell’autonomia personale e l'inclusione sociale, che restano i principali obiettivi delle terapie”. “L’Emilia-Romagna- aggiunge l’assessore- continua ad investire nella rete pubblica di tutela della salute mentale, adeguandola a queste nuove sfide e mantenendo l’appropriatezza degli interventi e un supporto efficace e personalizzato agli assistiti. Una trasformazione alla quale lavoreremo collaborando con tutti gli attori coinvolti: a partire dai professionisti che lavorano nei servizi, che ringrazio per il loro prezioso impegno, fino alle famiglie e agli enti del Terzo settore”.

La Regione Emilia-Romagna è tra le poche in Italia che nel corso degli anni si è dotata di diversi flussi informativi per analizzare gli andamenti epidemiologici dei ricoveri e dei trattamenti territoriali erogati agli assistiti minorenni in situazione di emergenza, soprattutto di tipo psicopatologico. L’analisi è effettuata attraverso la raccolta di dati provenienti dalle schede di dimissione ospedaliere, dai Servizi di Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza territoriali e dall’Emergenza urgenza. I casi di ricoveri riconducibili ad emergenze-urgenze psichiatriche in età evolutiva negli ultimi anni sono aumentati in modo vertiginoso. Si è passati dai 289 del 2010 ai 745 del 2023, con un aumento del 157,8% rispetto al 2010. In questo quadro è emersa l’esigenza di una risposta omogenea su tutti i territori per la presa in carico dei pazienti acuti che favorisca la prossimità presso la propria residenza.

Per rispondere a questa situazione la Regione ha deciso di attivare due nuovi reparti hub di area vasta dedicati alle situazioni di emergenza psicopatologica dei minori: uno verrà collocato presso l’Ausl di Parma e avrà 12 posti letto, l’altro presso l’Ausl di Bologna, con 7 posti letto. Questi due reparti andranno ad aggiungersi a quello già attivo, fin dal 2000, nell’Area vasta Romagna con 6 posti letto. In totale su tutto il territorio regionale, quindi, saranno 25 i posti letto riservati esclusivamente alle emergenze psicopatologiche in età evolutiva, 1 ogni 26 mila residenti in età evolutiva. Entrambi i nuovi reparti saranno dotati di un’equipe formata da medici neuropsichiatri, dirigenti psicologi, infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici della riabilitazione psichiatrica, educatori e assistenti sociali. Per realizzare il progetto, è previsto da parte della Regione un investimento di 4 milioni e 912mila euro, dei quali 2 milioni e 955mila euro nell’Area Nord (Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena) e 1 milione e 956mila euro per l’Area Centro (Bologna, Imola e Ferrara). Ausl Romagna ha inaugurato il nuovo reparto già dal 2022 con la struttura hub per il proprio territorio. Si tenga presente che ad oggi in tutta Italia, dove è fortemente avvertita la problematicità della psicopatologia dell’infanzia e adolescenza, in reparti specificatamente dedicati alla psicopatologia sono solo sei, ai quali vanno associati i tre reparti della Regione Emilia-Romagna. Per ottimizzare e facilitare il percorso in regione sarà attivata una cabina di regia per i ricoveri dei pazienti in età evolutiva, che definirà le procedure e le modalità per l’invio, monitorerà l’occupazione dei posti letto, esaminerà eventuali criticità, modifiche dei percorsi terapeutici e faciliterà l’inserimento delle persone nei setting più adeguati, in primo luogo la famiglia.

LA RIORGANIZZAZIONE DELLA RESIDENZIALITÀ DEGLI ADULTI

Per far fronte a un elevato aumento degli accessi anche nell’ambito della Salute mentale degli adulti, vanno ripensati i programmi riabilitativi delle strutture residenziali e semiresidenziali. Queste strutture in Emilia-Romagna assorbono il 55% delle risorse dei servizi di Salute mentale, circa 157 milioni di euro nel 2023, ma interessano solo l’8% degli utenti che entrano in contatto con i servizi. Inoltre, la durata della permanenza nelle residenze è elevata: il 37,6% dei pazienti va oltre i 2 anni, mentre il 19,3% supera i 5 anni di soggiorno. In molti casi le degenze evolvono in un’istituzionalizzazione dei pazienti, e le residenze diventano “case per la vita”. La riorganizzazione intende intervenire su questo aspetto mettendo al centro il concetto di recovery dei pazienti, che non significa guarigione o assenza di sintomi, ma raggiungere un livello di benessere e funzionalità che consenta alle persone di vivere una vita piena e significativa al di fuori delle soluzioni residenziali. Per migliorare efficacia ed efficienza del circuito residenziale viene proposta una serie di strumenti innovativi. Innanzitutto, l’istituzione in ogni Dipartimento di Salute mentale e Dipendenze patologiche di una cabina di regia residenzialità-abitare, con il compito di monitorare e valutare i programmi residenziali dei dipartimenti; a questa si affiancheranno piani regionali e aziendali di formazione del personale, una maggiore integrazione degli strumenti di telemedicina, nuovi criteri di accreditamento delle strutture residenziali, il ricorso a strumenti innovativi di gestione come il “Budget di salute” finalizzato alla recovery - un modello organizzativo che mette le persone e non la patologia al centro dei processi di intervento - e l’incremento di nuove soluzioni abitative come il cluster housing, la coabitazione e l’inserimento etero familiare di adulti.

Tra gli obiettivi attesi, la definizione di una residenzialità che abbia come finalità principale la riabilitazione orientata a collocare le persone nel proprio contesto di vita sociale. Con le strutture residenziali che diventano parti attive in questo percorso di transizione - quando consentito dalle condizioni cliniche dei pazienti - dalla condizione di residenzialità a quella di vita autonoma. Altri risultati previsti sono: la riduzione dei tempi di permanenza nelle strutture e dei tempi di attesa per accedere ad un programma residenziale, la deistituzionalizzazione dei pazienti e un minore ricorso a nuove istituzionalizzazioni, il monitoraggio costante dei programmi avviati e il miglioramento della qualità delle strutture residenziali. Tra i fronti più delicati, quello dell’autismo, che nel periodo tra il 2019 e il 2023 ha fatto registrare un aumento delle diagnosi di quasi il 56%. Entro settembre 2024 sarà pronto il progetto per la definizione di nuove strutture hub regionali per i gravi «comportamenti-problema», cioè tutti quei comportamenti distruttivi e/o pericolosi per il soggetto, per le persone che lo circondano e per l’ambiente, o che ostacoli l’apprendimento o l’interazione sociale, dando quindi una risposta strutturale a pazienti a famiglie. La riforma arriva a compimento sulla scia di diverse azioni innovative che l’hanno preceduta durante il periodo post-covid. Su tutte, l’approvazione delle “Linee di indirizzo della salute e del benessere nelle persone alla prima manifestazione psicotica e ad alto rischio di psicosi”, delle “Linee di indirizzo per il trattamento del Disturbo di personalità nei dipartimenti di salute mentale e dipendenze patologiche (giugno 2023) e dell’attivazione, nel 2022, della Rems (Residenza per le misure di sicurezza detentiva) a Reggio Emilia, che ha permesso di azzerare le liste d’attesa per la struttura.

Pubblicato il 3 agosto 2024

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Nel parco del Monte Moria l'incontro provinciale delle Comunità Piacentine nel mondo

 

mondo



Un incontro per celebrare il legame profondo e radicato che lega la provincia di Piacenza alle sue comunità sparse in tutto il mondo. È questo il messaggio che è emerso durante la presentazione, in sala giunta della Provincia di Piacenza, il 31 luglio, del 28° Incontro Provinciale delle Comunità Piacentine nel Mondo che avrà luogo venerdì 16 agosto, festa di San Rocco, nel Parco del Monte Moria.
Alla conferenza stampa hanno preso parte la presidente della Provincia di Piacenza, Monica Patelli, il consigliere nel direttivo di Piacenza nel Mondo, Maurizio Sesenna - che ha partecipato in rappresentanza della presidente dell'associazione, Patrizia Bernelich - e il sindaco di Morfasso, Paolo Calestani, accompagnato dal consigliere comunale Andrea Martini. Tutti gli intervenuti hanno evidenziato l'importanza e il prestigio della manifestazione che si appresta a coinvolgere i piacentini in una festa di condivisione, cultura e tradizioni.

Rinsaldare i legami

L'incontro provinciale rappresenta un momento di grande significato per rinsaldare i legami tra la provincia di Piacenza e le sue comunità nel mondo, mantenendo viva la memoria delle origini e delle radici che uniscono i piacentini ovunque si trovino. Sarà un'opportunità unica per coloro che vivono lontano dalla propria terra di riunirsi, condividere esperienze e ricordi, e rafforzare quel senso di appartenenza e di identità che li lega alla provincia di Piacenza.

Il programma della giornata prevede alle ore 11 la messa nella chiesa della Beata Vergine Assunta e San Rocco sul monte Moria, alle ore 12 la cerimonia di conferimento dei premi “Piacentino benemerito”, e alle 13,30 il pranzo a cui seguirà il pomeriggio danzante. I premi “Piacentino benemerito”, quest’anno, saranno devoluti all’Arma dei Carabinieri, al 3° Circolo Didattico di Piacenza, a Renzo Inzani di Monastero di Morfasso, emigrato a Londra e Gianfranco Gazzola di Travo, emigrato a New York.

Uno spazio naturale suggestivo

Il Parco del Monte Moria si preannuncia come lo scenario perfetto per accogliere questo importante evento, offrendo uno spazio naturale e suggestivo dove la comunità piacentina potrà riunirsi in un clima di festa e di gioia. L'attesa per il XXVIII incontro provinciale con le Comunità Piacentine nel Mondo è palpabile, e l'impegno e la passione degli enti coinvolti promettono un evento indimenticabile.
Venerdì 16 agosto sarà una giornata speciale, dedicata alla celebrazione dell'unità, della solidarietà e dell'orgoglio di far parte della grande famiglia piacentina, ovunque essa si trovi nel mondo.

Riccardo Tonna

Nella foto, la presentazione in Provincia con Maurizio Sesenna, Monica Patelli, Paolo Calestani e Andrea Martini.

Pubblicato il 1° agosto 2024

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Bando Anziani: oltre 830mila euro stanziati per 17 progetti

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Strumento innovativo per dare vita a nuove strategie d’azione nell’ambito dei servizi socio-sanitari per la terza età, il Bando è pensato come risposta al crescente bisogno legato a patologie croniche, non autosufficienza e isolamento sociale. Le domande di partecipazione si erano chiuse il 14 giugno: archiviata la fase di analisi dei progetti presentati (venti in tutto), si è arrivati alla delibera dei contributi e alla diffusione dei risultati, illustrati a Palazzo Rota Pisaroni. Erano presenti il presidente della Fondazione Roberto Reggi, con la consigliera d’amministrazione Elena Uber che coordina la Commissione welfare dell’ente, il presidente di Upa-Federimpresa Piacenza Pietro Bragalini e la direttrice regionale Piacenza e Lombardia Sud di Crédit Agricole Italia Federica Sottanella.

«All’apertura del Bando ci attendevamo una partecipazione importante, e possiamo dire che la risposta è andata anche oltre le nostre aspettative - sottolinea il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi -. In considerazione di questo, abbiamo valutato e accolto l’idea di compiere uno sforzo ancora maggiore, aumentando le risorse a disposizione del bando di oltre 230mila euro rispetto alle previsioni, grazie anche al contributo del gruppo Crédit Agricole e di Upa-Federimpresa Piacenza, cui vanno i miei personali ringraziamenti. Sono convinto che i progetti che abbiamo deciso di sostenere potranno davvero fare la differenza, anche sul medio e lungo periodo. Agli interventi a favore della terza età stiamo dedicando grandi sforzi, come è stato nei giorni scorsi anche con la firma del protocollo Custode Solidale riservato agli anziani delle aree montane: ce lo impongono la nostra attività istituzionale, che ha nel welfare l’area di intervento prioritario e che assegna grande rilievo alle progettualità a favore della terza età, ma soprattutto le richieste dal territorio, con una sempre crescente domanda di assistenza domiciliare, residenzialità e servizi innovativi che rendono necessari interventi mirati e tempestivi».

«Con i progetti sostenuti grazie a questo bando abbiamo l’opportunità di fare la nostra parte contribuendo al bisogno urgente di assistenza e di cura dei nostri anziani - commenta il presidente di Upa-Federimpresa Piacenza Pietro Bragalini -. Lofferta sociosanitaria merita un sostegno importante, poiché la richiesta è sempre maggiore. Alla nostra organizzazione aderiscono tante imprese, ma anche oltre 1100 pensionati: anche per questo siamo da sempre molto attenti alle criticità in ambito welfare; crediamo sia importante sostenere l’azione delle strutture residenziali sul territorio, e la rete di servizi anche innovativi che si possono attivare a domicilio, a favore della terza età».

«Crédit Agricole Italia ha voluto offrire anche il proprio contributo per poter far crescere il numero e il valore dei progetti da sostenere del Bando Anziani”, a conferma dellimpegno a sostegno del territorio - è il commento di Federica Sottanella, responsabile Direzione Regionale Piacenza e Lombardia Sud di Crédit Agricole Italia -. Inclusione e Innovazione sono le parole chiave che spiegano il perché del nostro intervento. Sul primo fronte, le tutele per la Terza Età stanno diventando un tema sempre più impellente ed è importante attivare iniziative che permettano di coinvolgere e affiancare tutte le fasce della popolazione. Parlando invece di innovazione, siamo lieti che gli esiti di questo bando dimostrino come la tecnologia e le nuove idee possano intervenire a supporto dei momenti più faticosi della vita. Crédit Agricole investe nellopen innovation da tempo ed è attiva in Italia con una rete di 4 Village: acceleratori dimpresa nei quali si progetta il futuro di tanti settori economici italiani».

I PROGETTI AMMESSI

Il Bando era aperto a Enti del Terzo Settore con scopi di utilità sociale, Aziende Sanitarie Locali e Aziende Ospedaliere, Aziende Pubbliche e Aziende Speciali di servizi alla persona. Nella valutazione dei progetti sono stati tenuti in considerazione il valore di innovazione, la capacità di coinvolgimento del territorio e la creazione di partnership e reti, così come la disponibilità di altre risorse finanziarie, sia in termini di contributi da altri soggetti che di autofinanziamento.

All’origine, il plafond a disposizione era di 600mila euro, portati a 831mila euro a copertura dei diciassette interventi approvati.

Dal territorio di Vigevano si segnalano tre interventi.

IRCCS Fondazione Mondino di Pavia - “Demi-care-home”

Il progetto punta a realizzare un intervento domiciliare multidisciplinare con neurologi, psicologi, educatori/terapisti occupazionali per assistere i pazienti con demenza e le loro famiglie. Nello specifico, l'obiettivo primario è quello di gestire disturbi del comportamento (aggressività, agitazione, vagabondaggio), dell'umore (depressione, apatia) e sintomi psicotici (allucinazioni, deliri) tramite un intervento innovativo domiciliare, migliorando la qualità della vita dei pazienti e alleviando il carico psico-emozionale sui caregiver. Ulteriore obiettivo sarà quello di analizzare dettagliatamente l'impatto socio-assistenziale e l’efficacia dell’intervento e di tutte le progettualità presenti sul territorio vigevanese, inclusi i servizi del CDCD di Vigevano, con il supporto dell'Osservatorio Demenze dell'Istituto Superiore di Sanità.

Fondazione Caritas di Vigevano - Age – friendly comunity”

L’obiettivo è promuovere la dignità e l’autonomia, l’inclusione sociale e l'invecchiamento attivo, nonché il contrasto all’isolamento sociale e la deprivazione relazionale e affettiva della popolazione anziana, da attuare tramite la sperimentazione di modelli di servizi innovativi capaci di costruire una visione di sviluppo delle politiche dell'invecchiamento attivo nel quadro di un patto di scambio tra giovani e anziani (patto transgenerazionale).

Teatro Incontro di Vigevano - “Teatro partecipato al De Rodolfi”

Il progetto si inserisce nelle attività di teatro partecipato che Teatroincontro realizza a beneficio di fasce di popolazione fragili, allo scopo di integrarle nella vita culturale e partecipativa locale. In questo caso, l’intervento si rivolge agli anziani dell'Istituto De Rodolfi, affinché tale struttura divenga un luogo di cultura partecipata, offrendo agli anziani la possibilità di esprimersi e, allo stesso tempo, favorendo a Vigevano la diffusione di una informazione preventiva sulle patologie della terza età.

I restanti progetti sono relativi al territorio della provincia di Piacenza.

SERVIZI RESIDENZIALI

Particolarmente importante l’offerta di servizi residenziali, che va a mitigare una carenza di posti purtroppo elevata.

Cooperativa sociale Santa Franca di Morfasso - “Benessere in comune”

La Cooperativa Santa Franca gestisce a Morfasso la casa di riposo "Soggiorno Santa Franca”, una struttura che ospita 24 anziani parzialmente non autosufficienti di grado lieve. Il progetto ne intende potenziare i servizi, dando anche un supporto al territorio, attraverso una figura infermieristica a disposizione sia degli ospiti che della popolazione fragile del paese, che operi in sinergia con le realtà già presenti. Inoltre, sarà implementata la formazione degli operatori e acquistato un defibrillatore a disposizione della cittadinanza.

Fondazione Pio Cerati di Piacenza - “Mi ritorni in mente”

L’intervento offrirà nuovi posti residenziali per anziani non autosufficienti al territorio piacentino, assicurando uno spazio attrezzato e arredato per rispondere agli specifici bisogni di utenti affetti da demenza. Attraverso il reelooking di due camere singole, trasformate in camere doppie, si propone una specifica attenzione alla personalizzazione degli ambienti riservati agli utenti.

Fondazione Breviglieri di Carpaneto - “Servizio di pronta accoglienza”

Il progetto di rivolge a utenti afferenti al Centro Diurno che necessitano di un ricovero immediato per l’improvvisa assenza del caregiver, per l’insorgere di un peggioramento della situazione assistenziale-sanitaria o per supplire al caregiver, spesso sfinito dall’accudimento. Gli utenti sono segnalati dai servizi territoriali, al fine di reperire una sistemazione urgente in attesa di trovare un’alternativa adeguata. La soluzione proposta prevede di implementare la struttura esistente con ulteriori 8 posti letto di cui 4 nell’area di emergenza sociale.

Istituto Biazzi di Castelvetro - “Potenziamento della casa residenza per anziani”

È diretto ad ampliare il servizio di CRA attraverso la riorganizzazione degli ambienti e dei locali, affinché l’Istituto disponga di 87 (anziché 80) posti letto distribuiti su 4 piani, dei quali 17 in camera singola e i rimanenti 70 in camera doppia. L’obiettivo è offrire nuovi posti letto residenziali per anziani non autosufficienti in regime di solvenza, per dare una risposta, anche temporanea e di sollievo alle famiglie che hanno in carico presso il domicilio persone con disabilità gravi per le quali è indispensabile un’assistenza continua, anche infermieristica e sanitaria.

Fondazione Verani Lucca di Fiorenzuola - “Centro diurno Diamante”

Il progetto è rivolto al miglioramento della qualità di vita e del benessere psicologico della persona con demenza e della sua famiglia, attraverso la riduzione dei momenti di inattività e deprivazione sensoriale e sociale. Lo scopo è prevenire, gestire e ridurre i disturbi del comportamento, fornendo una chiave di lettura al familiare. L’intervento riabilitativo non si baserà sull’obiettivo di ripristinare la funzione persa, bensì punterà a compensare tale funzione, rafforzando e stimolando le capacità conservate, permettendo ai pazienti una migliore qualità di vita e una più facile gestione da parte dei caregiver.

Fondazione Madonna della Bomba di Piacenza - “Enea. Accompagnare a casa”

L’intervento consente di mettere a disposizione giornate di degenza per accogliere temporaneamente (fino a 20 giorni) anziani, specie con demenza, che accedono al Pronto soccorso e per i quali il ricovero in un reparto per acuti – oggi inevitabile – è improprio e pazienti degenti in Geriatria che hanno raggiunto la stabilità clinica, ma necessitano di essere inseriti in un setting a minor intensità di cure. Il fine è il loro rientro a domicilio, agendo sul benessere dellanziano e dei famigliari in un ambiente attento alla sua qualità di vita.

Coop. Proges di Parma - “Senior smart care”

La proposta si configura come una sperimentazione, inedita nei distretti di Piacenza, di tecnologie assistive di ultima generazione, alle persone con demenza ed elevati bisogni di cura. Il progetto si propone di attuare un pilot sperimentale che coinvolga servizi residenziali per anziani a diverso livello assistenziale (appartamenti protetti, casa albergo, comunità alloggio per autosufficienti o lievemente non autosufficienti, casa residenze anziani per non autosufficienti) su tutti i Distretti dell’Ausl di Piacenza. La sperimentazione vuole testare in maniera organica l’adozione di nuove tecnologie, sia per migliorare la qualità assistenziale dei servizi, sia per rendere la CRA un centro servizi aperto al territorio. Tra i principali elementi innovativi del progetto sono anche le proposte di affiancamento del caregiver della persona con demenza al domicilio, con modalità ibride (in presenza e in remoto), flessibili e immediate, e l’attivazione di gruppi di stimolazione cognitiva per utenza al domicilio.

CURA DOMICILIARE

Dedicati in maniera più specifica alla cura domiciliare e ai Centri diurni sono altri due progetti.

Consorzio Sol.co di Piacenza - “Irma”

Il progetto prevede la sensorizzazione di appartamenti di edilizia residenziale pubblica abitati da anziani over 75 fragili: l’idea è quella di utilizzare sistemi evoluti per la sicurezza passiva, che vadano oltre alla tecnologia standard, cosiddetta "attiva", tipica del telesoccorso. L'intervento prevede l'individuazione del target di

anziani da coinvolgere, la progettazione e la configurazione del kit per ogni appartamento, l'installazione dei sensori e la sperimentazione con l’attivazione di una centrale di monitoraggio.

Unicoop di Piacenza - “Restare in rete”

Il progetto intende contrastare le situazioni di solitudine e isolamento e sostenere le famiglie attraverso azioni di monitoraggio e prevenzione in ambito sociale, intercettando precocemente gli eventi acuti e contrastando il decadimento psicofisico. Obiettivi che si potranno realizzare sia con interventi a domicilio che con servizi di prossimità quali i Centri Diurni, dove vengono proposte attività sanitarie e riabilitative, occupazionali, di animazione, ricreative e culturali. È prevista inoltre una formazione per gli operatori tesa a maturare uno stile professionale adeguato al setting dell’assistenza, con l’obiettivo di rapportarsi in modo personalizzato attraverso una relazione d'aiuto corretta con l'utenza, anche per assistere in modo diretto gli utenti non autosufficienti, comprendere in anticipo il disagio riconducibile alle dinamiche famigliari, individuando soluzioni e aiutando i caregiver ad affrontare le difficoltà connesse a un disagio fisico e all’età.

INNOVAZIONE E TELEMEDICINA

Nell’ambito di innovazione e telemedicina, il Bando sosterrà un progetto dell’Azienda sanitaria locale di Piacenza.

Ausl di Piacenza - “Radiologia domiciliare”

L’intervento è diretto ad assicurare un sistema di welfare inclusivo, integrato e accessibile, che metta al centro le persone, le famiglie e i loro diritti, riaffermando i principi fondamentali di universalismo ed equità. L’obiettivo specifico è garantire che tutti i pazienti fragili della città di Piacenza e della sua provincia possano eseguire radiografie a casa propria, quando il medico di medicina generale non ritiene indispensabile il trasferimento in ospedale. Questo modello innovativo di assistenza domiciliare ha il potenziale di migliorare notevolmente la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie, promuovendo al contempo un utilizzo più sostenibile delle risorse sanitarie.

ALTRI SERVIZI

Infine, altri quattro interventi propongono nuovi servizi a favore della terza età.

Croce rossa italiana sede di Piacenza - “Piacenza si muove”

Il progetto mira a creare un sistema di trasporto semplice e versatile, che non utilizza esclusivamente ambulanze, permettendo agli anziani di prenotare un servizio a bordo di veicoli specificatamente attrezzati per le loro necessità. Questo consentirà loro di recarsi non solo presso strutture sanitarie, ma anche in uffici pubblici, poste, supermercati e banche, recuperando così l'autonomia spesso limitata dalla difficoltà di accesso ai trasporti per l’eccessivo costo o per la mancanza di allestimenti specifici a bordo. Il servizio sarà offerto agli anziani autosufficienti o con ridotta capacità motoria, over 70, residenti nei comuni della Provincia di Piacenza, con condizioni economiche svantaggiate. Le tariffe saranno differenziate in base all'ISEE.

Associazione Muse Lunghe di Piacenza - “Connessi senza confini, introduzione agli strumento on line per la terza età”

Questo intervento propone agli anziani corsi per la gestione autonoma delle pratiche burocratiche online, come i servizi comunali o il fascicolo elettronico sanitario, acquisti e spesa a domicilio, uso delle applicazioni (WhatsApp e social media) per rimanere in contatto con familiari e amici, arricchendo la loro vita sociale e l’autonomia. Inoltre, attraverso questa proposta si vuole educare gli anziani sui rischi delle truffe online fornendo loro le conoscenze per navigare su Internet in modo sicuro.

Associazione La forma del cuore di Castelsangiovanni - “Longevity club”

È diretto a promuovere l'uso delle tecnologie digitali tra gli anziani, a creare consapevolezza e competenze per migliorarne la qualità della vita, a stimolare il benessere cognitivo e fisico, a migliorare le capacità con attività ludiche e formative, riducendo la diffidenza verso la tecnologia. Inoltre, si intende creare una rete territoriale sviluppando una comunità di anziani curiosi, animatori dei Longevity Club, per supporto e condivisione.

Epikurea di Piacenza - “Anziani al centro”

Il progetto prevede la creazione di centri di socialità dedicati alla terza età, incentrati sulla figura dell'anziano attivo, una vasta gamma di servizi e attività finalizzate a promuovere il benessere fisico, mentale e sociale. Questo luogo ospiterà corsi di teatro, spettacoli dal vivo, arte, audiovisivo, meditazione, allenamento mentale e formazione sull'uso di tecnologie di base, al fine di favorire l'autonomia gestionale. Saranno strutturati corsi specifici per l'utilizzo del fascicolo sanitario elettronico e dello SPID, al fine di favorire l'accesso a servizi digitali essenziali. L'Ostello del Teatro e il Teatro Trieste 34 diventeranno centri di aggregazione, per lo sviluppo dei talenti teatrali.

Sul sito della Fondazione www.fondazionepiacenzavigevano.it è possibile consultare l’elenco completo dei progetti ammessi e dei contributi deliberati.

Nella foto di Del Papa la presentazione a Palazzo Pisaroni.

Pubblicato il 1° agosto 2024

Ostruzione della valvola aortica, procedura Tavi eseguita per la prima volta a Piacenza

Ostruzione aortica interventi

La Cardiologia di Piacenza continua a sviluppare la propria attività a favore dei pazienti: a luglio sono state eseguite per la prima volta, con successo e senza complicanze, due procedure di sostituzione valvolare aortica transcatetere (più note con la sigla Tavi). Per il nostro ospedale si tratta di traguardo importante. “Siamo molto orgogliosi di questa opportunità che viene data ai Piacentini. Fino a oggi i pazienti con ostruzione della valvola aortica – evidenzia il direttore generale Paola Bardasi – dovevano essere trattati a Parma, anche se in quella sede erano di fatto operati da specialisti della Cardiologia di Piacenza. L’Azienda è quindi riuscita ad aderire a TRACS, uno studio che ha lo scopo di valutare l'efficacia e la sicurezza nell'eseguire una procedura Tavi in un centro nel quale non sia presente una Cardiochiururgia, proprio com’è in effetti Piacenza. Trattare questi pazienti qui, senza farli spostare, è un brillante risultato di squadra. Naturalmente in prima linea c’è il team della Cardiologia, diretto da Daniela Aschieri, che ha collaborato strettamente con i colleghi di Anestesia e Rianimazione, guidati da Ruggero Massimo Corso. Fondamentale è stato anche l’apporto dell’Innovazione e ricerca, processi clinici e strutture accreditate, guidata da Evelina Cattadori, e di tutte le altre componenti del gruppo multidisciplinare che ha permesso di avviare l’attività”.

La squadra di lavoro è infatti composta da due specialisti cardiologi, un clinico e un interventista, un cardiochirurgo, un anestesista e un geriatra. “È il team che valuta il caso – evidenzia la dottoressa Aschieri - e, quando sussistono i criteri, seleziona i pazienti idonei per fare il trattamento nel nostro ospedale”. La procedura prevede l’inserimento di una protesi valvolare aortica (Tavi) attraverso l'arteria femorale. “Questa tecnica – evidenzia la specialista - permette indubbi vantaggi rispetto alla cardiochirurgia tradizionale”. Si tratta di un approccio mininvasivo,che attraverso la arteria femorale consente di inserire la nuova valvola aortica all'interno di quella calcificata, determinando così una corretta apertura e una regolare ripresa del flusso sanguineo".

“Dietro a questo successo c’è una bella sinergia con altri reparti dell’ospedale: abbiamo lavorato in stretta collaborazione con lo staff di Anestesia e Rianimazione (sulla tecnica si stanno formando le specializzande Giulia Stefanoni e Marika Ghiselli), con la Chirurgia vascolare, diretta da Patrizio Capelli e con la Farmacia ospedaliera guidata da Francesca Carini. Abbiamo potuto contare sul collega Vincenzo Guiducci, dell’Ausl di Reggio Emilia, con il quale si costituisce l'equipe cardiologia interventistica capitanata da Luciano Losi, il nostro primo operatore esperto. La nostra Cardiologia, appoggiata dalla Direzione aziendale, negli anni scorsi ha infatti avuto la lungimiranza di formare un professionista per questa procedura all’ospedale di Parma. Alle attività collaborano i medici dell'equipe di Emodinamica: Alberto Monello, Gioacchino Valenti e Francesco Passerini. Del gruppo fa parte anche Guido Rusticali, che dirige la Cardiologia riabilitativa di Castel San Giovanni, dove i pazienti proseguono un breve percorso di riabilitazione cardiologica”.

La stenosi della valvola aortica è la patologia valvolare più comune nella popolazione anziana. Si stima che in Europa il 2-7% della popolazione al di sopra dei 65 anni di età presenti una chiusura dovuta al deposito di calcio. “Questa condizione tende a ridurre l’apertura valvolare e riduce il flusso del sangue verso il corpo, in particolare cervello e cuore stesso. La stenosi aortica sintomatica di grado severo è presente in oltre il 40% dei pazienti anziani e, se non trattata, porta inevitabilmente a uno stato di completa disabilità e a una sensibile riduzione della sopravvivenza”.

Quando la patologia diventa sintomatica, può portare con sé dolore al petto (angina), affaticamento nel respiro (dispnea) o svenimento (sincope). Il peggioramento può essere rapido, in pochi mesi e la terapia medica è di scarsa utilità. Per decenni la sostituzione valvolare aortica chirurgica ha rappresentato l’opzione migliore per questi pazienti. Oggi però la Tavi ha dimostrato, nei casi selezionati dall’equipe, un recupero più rapido delle normali attività quotidiane e soprattutto una degenza ospedaliera più breve.

Pubblicato il 31 luglio 2024

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