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Notizie Varie

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Contratto di fiume della Media Valle del Po, c’è l’accordo di programma

Accordo contratto fiume Piacenza

Riqualificazione del lungo fiume e delle sue lanche, nuovi percorsi ciclabili, valorizzazione dei cammini storico-religiosi, fruizione turistico fluviale. Sono alcuni dei progetti selezionati a partire dal Piano di Azione del Contratto di Fiume della Media Valle del Po nel corso del percorso partecipato, voluto e ideato dalla Regione per definire insieme al territorio gli scenari possibili di attuazione del Contratto nel tratto che bagna le province di Piacenza, Cremona e Lodi. A dare impulso all’avvio dei progetti saranno circa 4 milioni di euro messi a disposizione grazie all’accordo di programma sottoscritto dalla Regione con Sogin, che utilizzerà risorse riservate alle misure di compensazione e riequilibrio ambientale legate alla dismissione della centrale di Caorso, per realizzare gli interventi proposti dai 10 Comuni piacentini che si affacciano sul Grande Fiume. L’accordo prevede infatti che l’impegno finanziario dovrà essere ricompreso nella soglia del 2% dell’intero costo dell’opera di dismissione della centrale di Caorso, il finanziamento di circa 4 milioni di euro (che rappresenta il 2% dei lavori già realizzati e rendicontati ad oggi per il decommissioning), sarà integrato alla luce dell’adeguamento dei valori del Piano a vita intera dell’opera.

Da undici a diciassette interventi saranno realizzati nei dieci Comuni rivieraschi del piacentino che partecipano al Contratto: Calendasco, Caorso, Castel San Giovanni, Castelvetro Piacentino, Monticelli d’Ongina, Piacenza, Rottofreno, Sarmato, San Pietro in Cerro e Villanova sull’Arda. I progetti si articolano intorno a 5 direttrici tematiche e strategiche: la valorizzazione dei cammini religiosi della via Francigena, la riqualificazione ambientale, i sistemi di mobilità, la valorizzazione del patrimonio storico e culturale e la navigazione e fruizione fluviale. Le direttrici individuate rappresentano un elemento decisivo per lavorare in modo strategico nella progettazione delle azioni, mantenendo la coerenza delle progettualità rispetto ad obiettivi sovra-comunali sia nella fase di progettazione che di realizzazione. Il punto sul progetto è stato al centro di un incontro oggi a Piacenza, un’occasione anche per valorizzare e fare sintesi sui risultati finora raggiunti e delineare il percorso futuro dell’iniziativa. Presenti l’assessora regionale all’Ambiente e alla Programmazione territoriale, Irene Priolo, la presidente della Provincia di Piacenza, Monica Patelli, la sindaca di Piacenza, Katia Tarasconi, dirigenti e rappresentanti degli enti locali coinvolti. “La conclusione di questa fase del Contratto di Fiume della Media Valle Padana è una tappa importante nella strategia regionale per il fiume Po e rappresenta un modello di collaborazione tra istituzioni, comunità locali, associazioni e mondo produttivo, tutti uniti nell’obiettivo comune di garantire un futuro sostenibile al nostro Grande Fiume – ha sottolineato Priolo -. I risultati raggiunti dimostrano l’efficacia di una pianificazione condivisa per costruire un percorso di sviluppo che sia inclusivo e lungimirante”. “Si tratta - ha aggiunto l’assessora - di un punto di partenza fondamentale per restituire al Po il ruolo centrale che merita nella strategia territoriale, ambientale e turistica del nostro Paese. Ringrazio tutti i soggetti coinvolti in questo percorso che hanno contribuito all’interno del Contratto di Fiume dando efficacia a questo strumento”.

IL CONTRATTO DI FIUME DELLA MEDIA VALLE DEL PO

Si tratta del primo in Italia che coinvolge due Regioni, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, e interessa 34 comuni tra le province di Piacenza, Cremona e Lodi; l’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po; Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po); tre Consorzi di Bonifica (Consorzio di Bonifica Dugali Naviglio Adda Serio, Consorzio di Bonifica di Piacenza, Consorzio di Bonifica Navarolo) e due Società di gestione dell'acqua (Padania Acque S.p.A., S.A.L. S.r.l. Società Acqua Lodigiana). Al centro del Contratto il Piano d’azione, sottoscritto nel 2022, frutto di un percorso partecipato con gli enti locali del territorio, dal quale sono emerse 94 proposte territoriali riconducibili a tre ambiti specifici: qualità e sicurezza delle acque del Po, tutela e uso sostenibile del territorio fluviale, promozione e valorizzazione turistica. Il Contratto di Fiume della Media Valle del Po è inserito nel contesto di una più ampia strategia sul fiume Po, nella quale far confluire le istanze e i progetti che investono i territori del Po, che grazie alla presenza del fiume possono accrescere i valori ambientali, sociali, culturali, economici, turistici che li contraddistinguono. Una strategia che punta a valorizzare tutta l’asta del fiume con centinaia di interventi progettati e condivisi con il territorio, che riguardano opere di sicurezza idraulica, il settore agricolo, la valorizzazione turistica, la viabilità fluviale e altre infrastrutture, la rinaturalizzazione e la riforestazione lungo tutto il corso del fiume per i quali sono stati messi a disposizione 896 milioni di euro, 200 dei quali impiegati in progetti già in corso.

Pubblicato il 6 aprile 2025

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Cau, i contratti dei medici prorogati fino al 31 dicembre

 Contratto medici Cau

“Come preannunciato nel corso dell’ultimo incontro del tavolo con le organizzazioni sindacali della medicina generale, abbiamo deciso di prenderci la responsabilità unilaterale di prorogare tutti i contratti dei medici occupati nei Cau dell’Emilia-Romagna per non interrompere un servizio che sta funzionando e che, solo lo scorso anno, ha risposto alle richieste e ai bisogni di oltre 540mila cittadine e cittadini. Con l’obiettivo di lavorare più sereni insieme alle organizzazioni sindacali di categoria all’accordo integrativo dei medici di medicina generale di cui stiamo discutendo in questi giorni”. Così l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, spiega la delibera approvata dalla Giunta che proroga fino al 31 dicembre 2025 i contratti dei medici impiegati nei Cau, che scadevano il 31 marzo.
“Questa decisione della Regione permetterà infatti di raggiungere un duplice obiettivo - aggiunge Fabi -. Da un lato, come dicevo prima, di non chiudere un servizio che sta funzionando e rispondendo in maniera adeguata ai bisogni della cittadinanza. Dall’altro di lavorare, avendo davanti un tempo congruo e mentre definiamo l’accordo integrativo regionale con i medici di medicina generale, a una valutazione puntuale dei Cau attivi in Emilia-Romagna con lo scopo di migliorarne l’attività e il bilanciamento costi/benefici”.

“Come abbiamo avuto più volte occasione di ribadire- prosegue Fabi- sono tre le tipologie di Cau su cui ci stiamo concentrando. Quelli che hanno sostituito Punti di primo intervento o Pronto soccorso che avevano un elevato livello di inappropriatezza perché erogavano prestazioni di bassa complessità con personale medico specialista che deve invece essere utilizzato per le prestazioni di emergenza urgenza e che hanno dato sicuramente i risultati migliori e andranno verso una conferma nell’attuale configurazione. I Cau aperti in prossimità dei Pronto Soccorso Dea (Dipartimento Emergenza e Accettazione) di primo e secondo livello degli ospedali provinciali o distrettuali, con l’obiettivo di sgravarli dei codici bianchi e verdi, che non hanno avuto un risultato positivo univoco su tutto il territorio regionale e che andranno quindi rivalutati per rafforzarne la risposta. Infine, i Cau introdotti in luoghi dove precedentemente non c'erano né Punti di primo intervento, né Pronto soccorso che sono destinati ad andare verso la riorganizzazione in Aggregazioni funzionali territoriali all’interno delle Case di comunità, come previsto dal decreto ministeriale 77, per ricondurre tutto a una gestione univoca nelle cure primarie”.
“L’obiettivo - chiude Fabi - cui tutti concorriamo è avere nella nostra regione una sanità pubblica e universalistica capace di garantire cure e assistenza adeguate. Con questo provvedimento assicuriamo la continuità e la presenza di medici che, senza il rinnovo, da lunedì non sarebbero stati più operativi in un momento nel quale abbiamo invece bisogno di rafforzare la loro presenza”.

Pubblicato il 6 aprile 2025

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Al via il dopo scuola gratuito a Trevozzo e Nibbiano

 

Dopo scuola Alta Val Tidone

È partito il 2 aprile nelle scuole primarie di Trevozzo e Nibbiano il servizio gratuito di dopo scuola attivato dal Comune di Alta Val Tidone grazie al finanziamento ottenuto nell’ambito del progetto Stami “L’appennino c’è e cammina insieme a noi”. Fino al 28 maggio, con ripresa dal mese di settembre, i bambini delle due scuole – attualmente 16 a Trevozzo e 29 a Nibbiano - potranno rimanere in orario pomeridiano (fino alle ore 16) per due giorni alla settimana (lunedì e mercoledì) all’interno dell’istituto, dove verranno seguiti nell’esecuzione dei compiti. Il servizio mensa (dalle 12.30 alle 13.30) e il servizio di traporto pubblico relativi al progetto sono gratuiti. E’ possibile aderire anche a uno solo dei due giorni (in questo caso il servizio di trasporto pubblico non viene erogato).

“È un’opportunità fondamentale per le famiglie di Alta Val Tidone – sottolinea il sindaco Franco Albertini – a cui grazie a questo servizio andiamo incontro nella sempre complicata conciliazione dei tempi casa-lavoro. Dopo la pausa estiva il progetto proseguirà fino a dicembre e, in base ai fondi e alle adesioni, puntiamo a confermarlo anche per il 2026. Come Amministrazione abbiamo sempre puntato ad implementare i servizi per le famiglie, rendendoli ove possibili gratuiti, in modo che si possa considerare sempre di più l’Alta Val Tidone come luogo ideale per costruire il proprio progetto di vita e riteniamo che anche questo servizio gratuito sia un passo in questa direzione”. Il progetto Iti-Stami - "L'Appennino c'è e cammina" è approvato con DGR. n. 1566/2024 e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna grazie al Fondo Sociale Europeo+. Per ogni informazione è possibile contattare il Comune di Alta Val Tidone (Antonella Croci – telefono 0523993712).

Pubblicato il 5 aprile 2025

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Presente e futuro del centro storico analizzato dal Pug

Pug in centro storico

Ha preso il via nella serata del 1° aprile in Sant’Ilario il ciclo di incontri pubblici “Il Pug incontra i Quartieri”, parte del palinsesto Piacenza Partecipa, pensato per condividere con i cittadini i contenuti della proposta del nuovo Piano Urbanistico Generale. Ad aprire la serata sono state le assessore Serena Groppelli (Partecipazione) e Adriana Fantini (Urbanistica), che hanno ribadito l’importanza del coinvolgimento attivo della comunità nel percorso di costruzione del piano. I contenuti tecnici sono stati illustrati da Elisa Brigati e dal dirigente Massimo Sandoni del Servizio Pianificazione Strategica del Comune di Piacenza. Il focus dell’incontro è stato il centro storico, cuore pulsante della città e ambito urbano dalla grande complessità e potenzialità.

LA POPOLAZIONE CHE ABITA IN CENTRO

Un dialogo attivo, fondamentale in questa fase di raccolta delle osservazioni al Pug: cittadini, e stakeholder infatti, hanno 120 giorni – dal 26 marzo al 24 luglio – per inviare al Comune proposte e osservazioni, contribuendo in modo diretto alla definizione del piano. La presentazione è partita dalla diagnosi conoscitiva, che restituisce un’immagine complessa e articolata del centro: un’area che si conferma vitale, resiliente e dotata di una buona capacità di tenuta sotto il profilo demografico e sociale, ma anche segnata da alcune fragilità che richiedono attenzione. La diagnosi del Pug restituisce l’immagine di un centro storico vitale e culturalmente ricco, vero cuore pulsante della città. Con 24.039 residenti (il 23% della popolazione comunale), mostra una buona tenuta demografica (+0,7% dal 2018 al 2023), una presenza elevata di residenti stranieri (26,2%) e un equilibrio tra le diverse fasce d’età. Aumentano le famiglie e prevalgono i nuclei monocomponente – oltre il 50% – spesso giovani o anziani, segno di una vivibilità che attrae e accoglie. Dal punto di vista qualitativo e ambientale, il centro conserva un tessuto storico compatto, ben servito e con funzioni urbane diversificate. Tuttavia, la diagnosi mette in luce anche criticità e vulnerabilità: eccessiva pressione del traffico, necessità di migliorare l’accessibilità , carenza di parcheggi in prossimità del limite del centro storico oltre a una certa disomogeneità nella qualità dello spazio pubblico che va da angoli di straordinaria bellezza a luoghi di degrado edilizio.

LA SITUAZIONE DEL COMMERCIO

A partire da questa lettura, il Pug propone una strategia urbana ed ecologico-ambientale articolata e ambiziosa. Il centro storico viene considerato come uno dei luoghi chiave per attivare processi di rigenerazione capaci di valorizzare il patrimonio esistente, migliorare la vivibilità e rafforzare le funzioni urbane. Il sistema delle centralità e dei luoghi del commercio viene valorizzato individuando assi portanti già consolidati, con l’obiettivo di rilanciare i fronti commerciali e ridare vita a edifici e aree oggi dismessi. In particolare si è parlato del tema spinoso di dove consentire la trasformazione di negozi sfitti in garage e dove vietarlo e della utilità, prevista dal piano di consentire l’insediamento di medie strutture di vendita, in un’ottica di equilibrio tra nuove funzioni e tutela del tessuto esistente. Gli studi dimostrano infatti che il “taglio” efficace per i negozi di prossimità, oggi limitati entro i 250 mq, sarebbe di 400 mq e la presenza di edifici svuotati da cielo a terra, a causa della chiusura di attività terziarie potrebbe essere risolta con medie strutture di vendita sviluppate sui vari piani con forte attrattività per il comparto. Su questo tema ha espresso dubbi Gian Luca Barbieri direttore territoriale di Confcommercio Piacenza.

LE STRATEGIE PER IL FUTURO

Le strategie della rigenerazione del centro storico si concentrano su numerosi altri ambiti: dalla riqualificazione dell’area della stazione e degli spazi di pertinenza delle Ferrovie dello Stato, con la previsione della Stazione Ponte, alla realizzazione di connessioni più forti con il fiume Po, anche attraverso il nuovo progetto del waterfront. Importanti anche le connessioni tra i luoghi significativi del centro attraverso il recepimento delle previsioni del Biciplan. Necessari anche interventi di mitigazione ambientale e paesaggistica anche se la rilevazione delle isole di calore da un buon giudizio al nostro centro storico per presenza di verde privato e pubblico (i tratti verdi del parco delle mura). La strategia evidenzia comunque la necessità dove consentito dai vincoli della Soprintendenza di introdurre verde spazi ombreggiati come ad esempio prevede l’intervento di piazza Casali definito dal piano “Parco della cultura”. Il parco infatti metterà in relazione a quella che il piano chiama l’“isola dei musei” con l’ambizione di ricucire tutto quel comparto urbano di fortissima attrattività culturale da palazzo Farnese, le ex Scuderie di Maria Luigia, l’ex Chiesa del Carmine sino alla Chiesa di San Sisto coinvolgendo la riqualificazione dell’area ex Pontieri che racchiude un altro gioiello il padiglione Palmanova.

IL PUG

Un’attenzione particolare è rivolta quindi in maniera mirata al miglioramento dello spazio pubblico, ribaltando il punto di vista del Piano che se in passato con la logica dello zoning si è molto concentrato sulla definizione d’uso degli spazi privati, oggi torna, grazie alla definizione della strategia a interrogarsi sulla città pubblica. Tra i comparti della città storica da ricucire c’è certamente il sistema delle Mura e della Città Farnesiana che per la prima volta viene messa a sistema con le mura coeve ponendo una riflessione sulla valorizzazione dell’area delle ex benedettine in relazione al parco delle mura. Proseguendo, il piano affronta la sfida della coesistenza con i ambiti urbani in trasformazione, come l’attuale ospedale che una volta trasferito lascerà spazio ad una nuova Casa di Comunità elemento trainante di altre funzioni compatibili non ancora definite nello specifico. Le strategie del piano sono state individuati e messe in relazione attraverso un linguaggio grafico innovativo, fatto di ideogrammi che traducono visivamente gli obiettivi del piano e rendono immediato il significato delle azioni previste. La serata si è rivelata costruttiva e ricca di spunti. Numerosi cittadini hanno preso la parola ponendo domande puntuali e offrendo osservazioni di merito, segno di un’attenzione autentica per il futuro della città e per il destino del suo centro storico. In un clima sereno di ascolto e dialogo, che può trovare momenti anche più diretti presso l’ufficio Urbanistica che si è reso disponibile su appuntamento ogni martedì mattina. Un’occasione concreta per partecipare alla costruzione della Piacenza di domani, nel segno della condivisione e della responsabilità collettiva.

Pubblicato il 5 aprile 2025

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Maltempo, al via cantieri su strade, infrastrutture e corsi d’acqua

Lavori nei fiumi e nelle strade

Via libera a 110 nuovi interventi per completare e integrare i lavori di recupero, consolidamento e messa in sicurezza di strade, corsi d’acqua, versanti. La Regione ha approvato il secondo stralcio da 16,5 milioni di euro del Piano per interventi urgenti da realizzare nei territori danneggiati dalle intense precipitazioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna tra il 23 ottobre e i primi giorni di novembre 2023. Le opere appena approvate rientrano dunque nella programmazione dei lavori necessari per risolvere le criticità causate dal maltempo che aveva interessato le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ravenna con allagamenti e dissesti, interruzioni della viabilità, danni alle arginature e a muri di contenimento, ponti e infrastrutture pubbliche. “Questo secondo stralcio completa e il Piano degli interventi urgenti per i danni dell’ondata di maltempo dell’autunno 2023, per il quale la Regione aveva immediatamente chiesto e ottenuto il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale- ha evidenziato la sottosegretaria alla Presidenza con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini-. Con il nuovo pacchetto di lavori salgono a oltre 28 milioni di euro le risorse messe in campo dopo l’emergenza, 11,8 milioni di euro nel primo stralcio deliberato lo scorso anno, per circa 286 interventi complessivi. Prosegue così senza sosta il lavoro per rendere l'Emilia-Romagna più sicura e resiliente agli effetti prodotti dal cambiamento climatico”. Anche queste opere, già approvate dal Dipartimento nazionale di Protezione civile, sono finanziate con le risorse assegnate dal Governo in seguito alla dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, prorogata per tutto il 2025. Questa la programmazione nelle sei province: 12 interventi nel bolognese con un investimento di oltre un milione di euro; 8 nel modenese con un investimento di un milione e 210mila euro; 29 nel parmense per 5 milioni e 880mila euro; 35 nel piacentino per oltre 5,5 milioni di euro; 18 nel reggiano con un investimento di più di 2milioni e 700mila euro; 18 nel ravennate per un investimento di 266mila euro. Il piano di interventi, disponibile online, è stato predisposto dall’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, in collaborazione con tutti i soggetti attuatori. Gli interventi dovranno essere affidati entro 90 giorni e completati nell’arco di 18 mesi.

GLI INTERVENTI NEL PIACENTINO

Nel comune di Bettola sono programmati tre interventi: sul torrente Perino i lavori di somma urgenza di recupero e integrazione delle opere di difesa idraulica danneggiate (90mila euro); la pulizia di tombinature e cunette in località Villanova (20mila euro); l’urgente ripristino di strada comunale, tombinature e cunette in località Padri (20mila euro). A Cerignale sono finanziati lavori sulla strada provinciale 52 di Cariseto per la realizzazione di un’opera di sostegno e la ricostruzione della sede stradale alla progressiva km 1+200 (250mila euro). Nel comune di Corte Brugnatella si lavora sul torrente Cordarezza nel tratto a monte della strada comunale per Roncoli per inalveare le acque fuoriuscite dalla sezione di deflusso a causa dell’ingente portata solida (30mila euro). Due interventi anche a Marsaglia dove si interviene per ripristino e integrazione delle opere idrauliche danneggiate, rimozione della vegetazione di ostacolo e ricalibratura del fiume Trebbia (400mila euro) e del torrente Cordarezza (350mila euro). A Farini sono previsti diversi interventi sui corsi d’acqua: in località Crocelobbia e Sassi Neri lavori di ripristino e integrazione delle opere idrauliche danneggiate e ricalibratura dell’alveo del torrente (280mila euro) oltre alla risistemazione della briglia di valle soggetta a sifonamento (80mila euro). In località Colla le opere riguardano il tratto dissestato della strada comunale Colla-Fra i Rivi (40mila euro) mentre in località Rio Ribà si realizza una difesa a protezione della tubazione adduttrice (140mila euro). In località Bolderoni è finanziato il recupero di opera di presa, tubazioni e serbatoio (75mila euro) e a Molinati quello dell’opera di presa della sorgente (60mila euro). Nel comune di Ferriere sono programmati numerosi interventi: nel capoluogo e in località Perotti si prevede il ripristino delle opere idrauliche danneggiate del torrente Nure (280mila euro). Lavori di integrazione delle opere idrauliche, rimozione della vegetazione di ostacolo e ricalibratura dei corsi d'acqua anche nel bacino del torrente Aveto (400mila euro) mentre sul torrente Grondana saranno recuperate le difese spondali a monte e a valle del ponte del Mercatello distrutte dalla piena (80mila euro). Sempre a Ferriere, tra la Strada statale 654 e viale Circonvallazione, sarà risistemato e messo in sicurezza il campo sportivo, punto di atterraggio dell'elisoccorso (150mila euro) e la strada comunale Ferriere-Boeri (260mila euro). In località Pomarolo è finanziata la messa in sicurezza del ponte sul rio Riccò oltre a interventi strutturali di sostegno della strada comunale (400mila euro). Tra località Curletti e Cattaragna è prevista la messa in sicurezza della strada comunale (460mila euro).

Nel territorio comunale sono previsti anche tre importanti interventi per la viabilità: la delocalizzazione della strada comunale Colla-Valle di Gambaro e la realizzazione della nuova strada (360mila euro); il ripristino della strada comunale Colla di Brugneto (110mila euro) e i lavori sulla carreggiata della strada comunale Noce di Brugneto (60mila euro). In località Selva saranno realizzate gabbionate di sostegno e la pulizia cunette e tombini (70mila euro) e in località Casa delle Sese il recupero dell’opera di presa e delle tubazioni delle sorgenti del Lardana (50mila euro). Infine, sulla Strada provinciale 586R di Val d'Aveto è in programma il secondo stralcio dei lavori per l’opera di protezione del corpo stradale. A Gropparello è urgente l’intervento per la viabilità della strada comunale Boveri-Grondesso (40mila euro). A Ottone sono finanziati gli interventi sulla strada comunale denominata via La Pà (30mila euro) e sulla provinciale 18 di Zerba dove è prevista una struttura di sostegno e la ricostruzione della sede stradale alla progressiva km 1+700 nel territorio comunale (200mila euro). A Capanne di Cosola sarà messo in sicurezza il corpo stradale (20mila euro).   A Pianello Val Tidone sono urgenti il ripristino della rete paramassi con disgaggio preventivo, la carreggiata stradale e la regimazione delle acque (60mila euro). A Piozzano si procede al ripristino di copertura, tubazioni e sistemazione della strada di accesso al serbatoio Battilana (36mila euro). A Ponte dell’Olio, in località Morelli, sono finanziati lavori sulla strada comunale 9 di Tollara e per la regimazione delle acque (35mila euro). A Rivergaro occorre pulire e sistemare l’alveo a protezione del pozzo Fontanamore (40mila euro). Infine, a Travo, verrà messa in sicurezza la sede stradale della strada comunale di Fellino, in località Castellaro (120mila euro).

Pubblicato il 5 aprile 2025

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