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Notizie Varie

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Il nuovo Prefetto: al lavoro con fiducia per creare rete sul territorio

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“Il mio primo lavoro è stato come educatore negli istituti minorili con il Ministero della Giustizia, poi al Ministero degli Interni mi sono occupata di personale e concorsi e per sette anni ho lavorato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Con la nomina a prefetto sono stata impegnata al Dipartimento dei Vigili del Fuoco con l’incarico di direttore dell’Ufficio Centrale Ispettivo e poi sul territorio prima a Lodi e in seguito a Monza-Brianza”: così si presenta ai giornalisti Patrizia Palmisani, il nuovo prefetto di Piacenza. Succede a Paolo Ponta destinato a Lecco. Ha al suo fianco il capo di gabinetto Claudio Giordano e passa in rassegna i problemi di Piacenza e provincia.

La sicurezza

Primo punto, la sicurezza. I reati, sia quelli verso la persona che verso il patrimonio, sono in calo - dice dopo aver incontrato al mattino le forze dell’ordine -, ma ciò che desta preoccupazione è l’insicurezza percepita dai cittadini che non va affatto sottovalutata. Le persone - aggiunge - devono poter uscire di casa serenamente.

Sempre in tema di sicurezza, l’attenzione del nuovo Prefetto è puntata anche sul tema lavoro. In questo ambito, oltre ovviamente alle aziende, occorre fare formazione partendo dalle scuole per creare tra gli studenti la cultura della sicurezza sul lavoro.

La coesione sociale

Altro punto, la coesione sociale. Dalla stagione del Covid - puntualizza - ci siamo tutti resi conto che per raggiungere un obiettivo si deve lavorare in squadra. A questo proposito, la coesione sociale si basa su quattro pilatri: la sicurezza, la sanità, la scuola e il lavoro. L’amministrazione pubblica deve fare di tutto per offrire ai cittadini risposte appropriate, coordinate e credibili.

La protezione civile

Un altro settore chiave è la protezione civile in vista di possibili eventi negativi che possono accadere. Occorre essere preparati, per questo - spiega il nuovo Prefetto - metteremo in cantiere adeguate esercitazioni in modo da capire eventuali situazioni critiche nell’organizzazione.

Il fronte minori

Anche il fronte minori è all’attenzione della Prefettura. È un problema - sottolinea - che sta emergendo a livello nazionale. Noi ci occupiamo in primo luogo di prevenzione: il rispetto dell’altro è alla base della convivenza civile. L’ambito dei minori richiede anch’esso un’azione concorde tra famiglie, scuola e istituzioni. A questo proposito andrà monitorata soprattutto la movida, all’interno della quale può accadere che si verifichino reati. La socialità è importante, ma sempre all’interno di regole chiare.

Gli anziani

Insieme ai giovani, un altro campo d’azione sono gli anziani che a volte subiscono truffe. Chi ha vissuto purtroppo questa esperienza, spesso porta con sé un senso di inadeguatezza. Anche in questo settore la parola chiave è prevenzione.

La piccola provincia italiana

Il prefetto Palmisani, che a breve incontrerà i sindaci della provincia, elogia la “piccola provincia italiana”. Ho vissuto sia nelle grandi città che in realtà più piccole, sono convinta che la provincia, ed è il caso di Piacenza, offre una grande opportunità nella costruzione di relazioni significative per la propria vita.

Il ponte sulla Via Emilia

Fra gli altri temi sul tappeto, i lavori previsti da parte di Anas al ponte sulla Via Emilia tra Piacenza e Pontenure. In base a quanto avviato dal prefetto Ponta, occorre chiudere l’accordo con Autostrade e ottenere l’esenzione del pedaggio per i mezzi che dovranno ricorrere a una viabilità alternativa e favorire l’aumento del numero di treni regionali con sosta a Pontenure.

I problemi non sono pochi, ma il nuovo Prefetto è già al lavoro. “Ci vuole sempre nella vita - conclude - un atteggiamento positivo, con la fiducia di poter risolvere i problemi creando un clima di collaborazione sul territorio. Servono sempre fiducia negli altri e nel futuro”.

D. M.

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Chi è il nuovo Prefetto

Patrizia Palmisani, 65 anni, romana, è sposata e madre di due figli. Laureata con lode in giurisprudenza alla Sapienza di Roma, ha conseguito un master di II livello in mediazione, conciliazione e negoziazione.

Vice direttore dell’Amministrazione Penitenziaria, nel 1988 ha iniziato la carriera prefettizia, prima nell’Ufficio Coordinamento del Ministero dell’Interno e in seguito in vari uffici del Dipartimento per le Politiche del Personale.

Nel 2007 è stata assegnata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri alla Conferenza Stato-Città e poi come vice capo di gabinetto del Dipartimento per gli Affari Regionali.

Prefetto dal 2012, nel Ministero dell’Interno ha ricoperto incarichi di rilievo, tra cui quello di direttore dell’Ufficio Centrale Ispettivo del Dipartimento dei Vigili del Fuoco. Nel 2015 è divenuta Prefetto di Lodi e dal 2019 di Monza e della Brianza.

Nelle foto, il nuovo Prefetto di Piacenza Patrizia Palmisani; l'incontro con i giornalisti.

Pubblicato il 28 luglio 2025

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La presidente Monica Patelli ha incontrato il nuovo prefetto di Piacenza, Patrizia Palmisani

Palmisani Patelli 2

La presidente della Provincia Monica Patelli ha ricevuto il nuovo prefetto di Piacenza Patrizia Palmisani.
In occasione del cordiale incontro istituzionale, che ha toccato diversi ambiti di interesse comune ed è stato concluso da un reciproco augurio di buon lavoro, il prefetto Palmisani e la presidente Patelli hanno concordemente evidenziato l’importanza di proseguire nel solco della vicinanza al territorio, del dialogo costruttivo e della stretta collaborazione tra le istituzioni, ribadendo la condivisione di intenti e l’impegno sinergico di Prefettura e Provincia rispetto alle incalzanti sfide da affrontare.
Patrizia Palmisani, già prefetto a Lodi dal giugno 2015 e successivamente prefetto a Monza e Brianza dal marzo 2019, è stata nominata prefetto di Piacenza il 14 luglio scorso. Si è ufficialmente insediata oggi, subentrando a Paolo Ponta che è stato destinato a svolgere le funzioni di prefetto di Lecco.

Nella foto, Monica Patelli e Patrizia Palmisani.

Pubblicato il 28 luglio 2025

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Casalasco presenta il settimo bilancio di sostenibilità del gruppo


 Gruppo Casalasco conti

Casalasco, Gruppo agroalimentare leader nella selezione, coltivazione, trasformazione del pomodoro, confezionamento e commercializzazione dei suoi derivati, presenta il bilancio di sostenibilità 2024 che consolida anche i dati delle controllate Emiliana Conserve S.p.A., Sac S.p.A, Pomì USA Inc e De Martino srl. Il Gruppo Casalasco, che rappresenta per dimensione la prima filiera agroindustriale del pomodoro in Italia, ha registrato nel 2024 un fatturato di 605 milioni di euro. I suoi 5 stabilimenti produttivi hanno una capacità massima di trasformazione di oltre 800 mila tonnellate di pomodoro fresco che viene conferito da 800 aziende agricole attraverso il Consorzio Casalasco del Pomodoro. Ambiente, Innovazione, Ricerca & Sviluppo, Persone e Filiera sono i cinque pilastri che guidano la strategia di sostenibilità del Gruppo, che si impegna a adottare un approccio trasparente nei confronti di tutti gli stakeholder, con l’obiettivo di costruire una catena del valore efficiente e responsabile. La crescita sostenibile di Casalasco è orientata a valorizzare l’intera filiera agroindustriale italiana, garantendo una distribuzione equa del valore generato, nel rispetto della natura, del territorio e della qualità della vita delle persone. In questo contesto, il Bilancio di Sostenibilità 2024 consolida l'identità, i valori e la visione del Gruppo, confermandone la posizione di realtà agroalimentare solida e innovativa, attenta all'equilibrio tra sviluppo economico, tutela ambientale e benessere sociale. Costantino Vaia, Amministratore Delegato del Gruppo Casalasco, ha commentato: «Il 2024 è stato per noi un anno di sfide, trasformazioni e importanti progressi. Abbiamo gettato le basi per una nuova fase di crescita, rafforzando al contempo il nostro impegno verso uno sviluppo ancora più sostenibile e responsabile. Ogni passo avanti – dall’ingresso di FSI nel capitale all’ampliamento del portafoglio brand – è stato accompagnato da obiettivi ambientali, sociali e di governance sempre più ambiziosi, in linea con gli impegni presi verso i nostri stakeholder, le comunità in cui operiamo – che restano al centro delle nostre scelte – e tutte le persone impegnate lungo la filiera, che con passione e dedizione contribuiscono ogni giorno alla costruzione del nostro futuro»

GOVERNANCE E STRATEGIA

Il gruppo adotta un modello di governance solido e trasparente, in linea con i più elevati standard etici e organizzativi, supportato da strumenti avanzati di monitoraggio e rendicontazione. Questo approccio mira a tutelare il personale e garantire l'integrità di tutte le operazioni. A conferma di questo impegno, Casalasco Società Agricola S.p.A. ed Emiliana Conserve S.p.A. hanno ottenuto la certificazione Ecovadis, una valutazione indipendente e riconosciuta a livello internazionale che analizza le performance di sostenibilità aziendale in ambito ambientale, diritti umani, etica e approvvigionamento responsabile. Parallelamente, il Gruppo applica i criteri ESG sia alle attività interne sia alla valutazione dei fornitori, attraverso la piattaforma Synesgy. L’impegno per una gestione responsabile si estende anche all’adesione ai principi del Global Compact delle Nazioni Unite e alla partecipazione alla piattaforma Sedex, mentre la trasparenza sul fronte finanziario è garantita dall’adozione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS. In questo contesto di innovazione e crescita, si inserisce il progetto “Evolution”, che include l’iniziativa di Cyber Security Awareness. Coinvolgendo tutti i dipendenti, il progetto rafforza il percorso di trasformazione digitale e organizzativa del Gruppo.

AMBIENTE

Nel 2024 è proseguito con determinazione il piano “Road to Net Zero Emission”, avviato nel 2023, con l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto ambientale lungo l’intera filiera. Tra i principali risultati conseguiti: l’utilizzo del 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili in tutti i siti produttivi e magazzini del Gruppo, e la destinazione al recupero del 98% dei rifiuti. Gli investimenti in efficienza energetica e trattamento delle acque sono continuati, con l’avvio del nuovo impianto di depurazione da 420.000 AE presso il sito di Rivarolo del Re. Per quanto riguarda il packaging, gli imballi per la passata Pomì destinata al mercato italiano sono plant based, cioè costituiti dal 78 % di materiale vegetale certificato secondo standard ambientali, etici e sociali. Per quel che riguarda il sistema di gestione ambientale dei siti produttivi, l’80% degli stabilimenti è già certificato Uni En Iso 14001:2015 l’obiettivo è di arrivare al 100% entro il 2026.

FILIERA E CONTROLLO DI QUALITÀ

Nel 2024, il Consorzio Casalasco ha rafforzato ulteriormente il proprio modello di filiera integrata, promuovendo pratiche agricole rigenerative e a basso impatto ambientale grazie all’adesione al programma Carbon Farming, sviluppato con la Facoltà di Agraria dell’Università di Piacenza. Nel secondo semestre dello stesso anno è stata inaugurata una nuova filiera dedicata al basilico, basata su un modello controllato che assicura elevati standard di qualità e sostenibilità. Questi sforzi si inseriscono in un quadro più ampio di investimenti, con il progetto "Filiera Sostenibile Casalasco" nell'ambito del Pnrr, di cui Casalasco è capofila, che prevede oltre 40 milioni di euro per ridurre l'impatto ambientale e migliorare la sostenibilità dell'intera catena produttiva. Nel settore del pomodoro, Casalasco si conferma leader a livello nazionale, con una produzione di 549.978 tonnellate di materia prima, per un valore economico di 82,7 milioni di euro. Tutto il prodotto è 100% italiano, proveniente da una filiera controllata, con sementi non Ogm e il marchio QC – Qualità Controllata. L'impegno per la sicurezza alimentare è dimostrato da rigorosi controlli lungo l'intera catena produttiva. Questi includono 1.463 analisi multiresiduali sulle bacche di pomodoro, 417.930 analisi chimico-fisiche, 95.140 microbiologiche e 483 multiresiduali sui semilavorati, oltre a 117 test specifici per tossine dell’Alternaria. In termini di sostenibilità ambientale e innovazione, il Consorzio continua a implementare la tecnologia Mvr (Mechanical Vapour Recompression) per ridurre il consumo di gas metano e le emissioni climalteranti. È stato anche aumentato l'uso di seminiere riutilizzabili in polipropilene, con 9.500 unità già in uso e un obiettivo di 70.000 pezzi entro il 2025, che permettono attualmente un risparmio del 66% di COeq rispetto alle versioni tradizionali in polistirolo. Inoltre, sono stati piantati 3.125 alberi, con l'obiettivo di raggiungere i 3.500 entro il prossimo anno.

PERSONE, SALUTE E INCLUSIONE

Grande attenzione continua a essere dedicata alle persone, vero motore della crescita sostenibile del Gruppo. Nel 2024, il numero complessivo dei dipendenti ha raggiunto 2.037 unità, includendo anche i lavoratori stagionali impiegati durante la campagna di raccolta, pari a 1.200 ULA (Unità Lavorative Annue). La forza lavoro si conferma equamente distribuita per genere con il 45% di donne e il 55% di uomini e una presenza multietnica rappresentata dal 32% dei dipendenti proveniente da 66 nazionalità diverse. Casalasco ha rafforzato gli investimenti in formazione e benessere, portando le ore pro capite dedicate alla salute e sicurezza sul lavoro a 13,8 in forte crescita rispetto alle 9,4 ore del 2023. Nell’ambito dei programmi di welfare aziendale, il Gruppo ha promosso numerose iniziative gratuite per supportare il benessere dei dipendenti con corsi e visite gratuite per la promozione di stili di vita salutari, la prevenzione delle malattie oncologiche e l’incentivazione della mobilità sostenibile. Tra queste, spicca in particolare il programma di screening oncologico, che ha consentito lo svolgimento di 782 esami diagnostici.

Pubblicato il 27 luglio 2025

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Nella fredda Copenaghen, un calore inaspettato

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L’esperienza di Andrea Buraschi, 24 anni, al lavoro nel settore della robotica: “Volevo uscire dalla mia zona di comfort, mettermi in gioco, aprirmi a una cultura che non era la mia”



È partito per Copenaghen per una sfida, per uscire dalla sua bolla, per aprirsi a nuove esperienze, sia dal punto di vista professionale che personale. Andrea Buraschi - gli amici lo chiamano Ea - ha 24 anni. Dopo aver vissuto per alcuni mesi in Danimarca, può dire che quella è stata una delle sfide più formative della sua vita. “Sono andato a Copenaghen per aumentare le mie competenze lavorative nella robotica - racconta - perché in Danimarca le opportunità per il mio settore non mancano. Volevo uscire dalla mia zona di comfort, mettermi in gioco, aprirmi a una cultura che non era la mia. Viaggiando s’imparano molte più cose che restando fermi a casa: entri in contatto con persone che non avresti mai potuto conoscere, con stili di vita che non immaginavi nemmeno”.

“Mi sono sentito accolto”

A Copenaghen ha vissuto per alcuni mesi a casa di un sacerdote, don Fabrizio Milazzo, cresciuto a Piacenza nella parrocchia della SS. Trinità, che per lui è diventato un punto di riferimento importante. “Mi ha accolto senza impormi nulla - ricorda - ma era sempre presente per ogni necessità, per integrare le persone che quella comunità raccoglie, per lo più ragazzi come me, che si trovavano lontano da casa per motivi di studio o di lavoro”.

“Ogni certezza stava svanendo”

È stata un’esperienza che ha riacceso in lui la fiamma della fede che si stava riducendo al lumicino, asfissiata da tante difficoltà. “Venivo da un periodo difficile - spiega - in cui non sapevo dove collocarmi, come se ogni certezza stesse svanendo. A Copenaghen, senza che nessuno me l’imponesse, con l’amicizia di persone che condividevano le mie stesse domande, quella fiamma si è riaccesa. Mi sono sentito amato per come sono, senza dover dimostrare nulla, senza che nessuno chiedesse in cambio qualcosa”.


Il porridge a colazione

Il suo impatto con quella cultura, con quella terra fredda dal sapore nordico, non è stato semplice: dal porridge a colazione (un piatto con avena, frutta fresca e miele), dal cappuccino con la pizza - per lui quasi inconcepibile - a uno stile di vita completamente diverso dal suo. Eppure ogni difficoltà è diventata un’opportunità per aprirsi, per riflettere sulle sue scelte, per entrare in contatto con se stesso. Oggi si sente una versione più matura di sé, più pronta ad affrontare le sfide che la vita potrà presentargli.

“Buttatevi!“

“È come se quella situazione difficile si fosse trasformata in un’occasione per conoscermi a fondo. Se potete, buttatevi: un’esperienza del genere può solo farvi crescere. E se le cose non dovessero andare come sperate, potete sempre tornare a casa - perché quella porta sarà sempre aperta - ma con un bagaglio che porterete per sempre con voi”.

Elisa Costellini


Nella foto, Andrea Buraschi con don Fabrizio Milazzo.

Pubblicato il 27 luglio 2025

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Visita a Palazzo Farnese per la delegazione ugandese ospite di Africa Mission

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“Alakaranooi”, il tradizionale saluto Karimojong, in questi giorni è risuonato anche tra le antiche mura di Palazzo Farnese, dove l’assessore a Cultura e Turismo Christian Fiazza ha accolto una delegazione ugandese ospite di Africa Mission, guidando i rappresentanti della Pastorale giovanile della Diocesi di Moroto – accompagnati dal direttore Carlo Ruspantini, da padre Justine Losike e don Sandro De Angeli – alla scoperta della Sezione Archeologica e della collezione delle carrozze dei Musei Civici.
Particolarmente colpiti dal fegato etrusco, dalle decorazioni a mosaico delle pavimentazioni che raccontano frammenti di storia romana e dai mezzi d’epoca ottocentesca, Penninah Jojo, Virginia Constance Nakut, Emmy Oryema e Tito Pulukol hanno ascoltato con interesse cenni sulla dinastia Farnese e sui reperti di un remoto passato, ma anche le novità tecnologiche come il codice QR di “Piacenza 360” che permette di ammirare virtualmente la città dall’alto.

“E’ sempre preziosa – sottolinea l’assessore Fiazza – l’opportunità di far conoscere a chi viene da lontano il nostro patrimonio di bellezza, aprendo al tempo stesso i nostri orizzonti. Mi fa piacere sottolineare che abbiamo potuto offrire l’ingresso al gruppo di Africa Mission grazie alla formula del biglietto sospeso, che con un piccolo gesto di generosità nei confronti degli altri consente di far visitare i Musei Civici a chi, diversamente, potrebbe non avere così facilmente accesso all’offerta culturale del territorio. Colgo l’occasione per ricordare che chiunque può contribuire a questa iniziativa, introdotta dal direttore Antonio Iommelli sul modello del celebre caffè sospeso di Napoli: basta rivolgersi alla biglietteria di Palazzo Farnese per far diventare l’arte e la cultura un dono di solidarietà, che distribuiamo anche in sinergia con i Servizi Sociali comunali”.

Pubblicato il 27 luglio 2025

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