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Notizie Varie

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Epilessia, un algoritmo avanzato per mappare i casi

Un portale per mappare lepilessia

L’identificazione sempre più precisa della popolazione con epilessia, grazie all’elaborazione di un algoritmo avanzato, e la costruzione di un “cruscotto dinamico”, ossia di un portale con tutti i dati aggiornati raccolti sulla patologia e le persone che ne sono colpite, con l’obiettivo di monitorarne l’andamento e programmare al meglio interventi sanitari mirati. Prosegue e s’intensifica, in stretta collaborazione con Aice (Associazione italiana contro l’epilessia), l’impegno della Regione Emilia-Romagna nel “Percorso Epilessia”, che dal 2010 traccia le linee di indirizzo per le Aziende sanitarie, con l’obiettivo di organizzare l’assistenza integrata ai malati e alle loro famiglie. In base agli ultimi dati disponibili, relativi al 2023, sul territorio regionale sono 46.846 le persone residenti con sintomatologia epilettica. Ulteriore passo avanti, nel 2020, è stata l’istituzione dell’Osservatorio regionale percorso epilessia (Orpe) e del relativo Gruppo di lavoro per l'implementazione e il monitoraggio del percorso stesso. Oggi si possono misurare gli importanti risultati del lavoro dell’Osservatorio, grazie allo sviluppo e all’applicazione da parte dei tecnici della Regione di un algoritmo avanzato, che permette l’identificazione dei soggetti potenzialmente con epilessia in modo sempre più accurato. L’algoritmo, validato dai clinici, elabora i flussi provenienti dalle banche dati amministrative regionali (tra cui ricoveri, esenzioni, Pronto soccorso, specialistica ambulatoriale, dispensazione farmaci). Da qui, le basi per la realizzazione di un cruscotto dinamico, un portale dove mettere a regime tutti i dati relativi alla patologia, aggiornarli, analizzarli, così da programmare al meglio l’attività, a partire dagli interventi di prevenzione, percorsi diagnostico-terapeutici, presa in carico della persona, continuità dell’assistenza socio-sanitaria, fino all’inserimento a scuola, nel mondo del lavoro e per le attività di riabilitazione. La presentazione alla stampa delle due novità è stata fatta in Regione, a Bologna, dall’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, con il presidente di Aice nazionale, Giovanni Battista Pesce.

“Per la prima volta abbiamo a disposizione una visione ampia e strutturata delle condizioni ricondotte all’epilessia - commenta Fabi -. Questo risultato conferma l’impegno universalistico della nostra Regione a sostegno del Servizio sanitario e rafforza il rapporto tra istituzioni, cittadine, cittadini e associazioni, orientato alla costruzione di strumenti di conoscenza e governo utili a migliorare la qualità della vita della nostra comunità-. Ad oggi non esistono in Italia esperienze analoghe in cui una Regione abbia sviluppato un quadro epidemiologico e sociale così esteso e validato sulla patologia. È quindi un dato nuovo e una prima esperienza a livello nazionale, un modello virtuoso, potenzialmente estendibile anche ad altre condizioni croniche e disabilitanti. L’incrocio con dati di altri enti contribuirà a completare il quadro della nostra popolazione con epilessia, favorendo l’emersione da una lunga storia di discriminazione e invisibilità”. È da sottolineare che, quando si parla di epilessia, si comprende in realtà un ampio ventaglio di condizioni patologiche caratterizzate dal manifestarsi di crisi epilettiche, come rimanda l’origine greca del termine “epilessia”: un “attacco” improvviso che colpisce la persona. Definizione che ne include la natura impattante sulla vita sociale. L’epilessia è una delle malattie neurologiche croniche più diffuse al mondo, ne soffrono, secondo una stima dell’Oms, oltre 50 milioni di persone, dato da considerare sottostimato, perché spesso la patologia è tenuta nascosta, appunto, per motivi psicologici e sociali.

“Quanto presentato rientra nei frutti positivi della consolidata collaborazione tra Aice e Regione Emilia-Romagna, che da anni sta producendo risultati rilevanti e di indiscusso valore per il Paese- aggiunge il presidente Aice nazionale, Giovanni Battista Pesce-. A partire da vent’anni fa, era il 2005, quando si sono sviluppate le raccomandazioni ministeriali per la somministrazione dei farmaci in orario scolastico. E con l’illustrazione dei dati di oggi e la conferma aggiornata del gruppo di lavoro Orpe, si sta segnando un’altra tappa importante nella giusta direzione, perché il mondo dell’epilessia possa uscire dalla genericità dei numeri e acquisire sempre più un’articolata dimensione. Questi risultati- conclude Pesce- aiutano a far emergere l’epilessia anche quale condizione di disabilità e la necessità di conseguire una legge per la piena cittadinanza di chi la vive, giungendo all'approvazione del Disegno di legge n. 898, promosso da Aice, in trattazione ora in Parlamento”.

Gli ultimi dati disponibili, riferiti all’anno 2023, hanno registrato una coorte di 46.846 persone residenti in Emilia-Romagna con sintomatologia epilettica, pari ad una prevalenza stimata di circa l’1%, in linea con i dati riportati in letteratura. Nel dettaglio il 51,96% riguarda la popolazione femminile e il 48,04% quella maschile. Rispetto alle fasce d’età, gli under 18 sono il 10,26%, tra i 18 e i 65 anni la concentrazione maggiore con il 58,36%, mentre la percentuale degli over 65 è del 31,36%.

Pubblicato il 10 dicembre 2025

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Accessibilità, Piacenza tra le città migliori in Europa

 Piacenza premiata per laccessibilita

Piacenza ha ricevuto a Bruxelles la Special Mention per l’Information and Communications Technology dell’Access City Award 2026, il premio della Commissione europea che valorizza le città più impegnate sul fronte dell’accessibilità e dell’inclusione. Il riconoscimento è stato conferito alla sindaca di Piacenza Katia Tarasconi durante la Giornata europea delle Persone con Disabilità, nel corso della cerimonia ufficiale alla quale hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni provenienti da tutta Europa. La città di Piacenza era stata selezionata tra le cinque finaliste europee insieme a Rennes, Salisburgo, Valencia e Saragozza. La menzione speciale ottenuta ieri premia l’approccio digitale e innovativo sviluppato da Piacenza negli ultimi anni: dai servizi online più accessibili ai sistemi informativi inclusivi, fino alle progettualità integrate che uniscono tecnologia, urbanistica e welfare. “Per noi l’accessibilità è una visione che attraversa e coinvolge tutta la città – ha dichiarato la sindaca Tarasconi nel suo intervento – dall’urbanistica ai servizi sociali, dai nuovi spazi inclusivi ai progetti di mobilità e naturalmente ai servizi digitali che oggi più che mai, ma anche in prospettiva, rivestono un’importanza cruciale nel migliorare la vita delle persone considerando ogni esigenza. C’è un grande impegno da parte di ogni ufficio comunale coinvolto, tutti i giorni, spesso sotto traccia. Siamo consapevoli che ci sia ancora molto da fare, ma questo riconoscimento internazionale così importante ci incoraggia a proseguire con determinazione su questa strada”.

Il lavoro che ha portato Piacenza al premio è frutto di un percorso coordinato dal direttore generale del Comune Luca Canessa e dal Servizio Europa e Fundraising, con il coinvolgimento diretto degli assessorati guidati da Nicoletta Corvi, Adriana Fantini, Francesco Brianzi e Simone Fornasari, e con la collaborazione indispensabile della Garante dei diritti delle persone con disabilità Miriam Stefanoni, oltre che del Disability Working Group e delle associazioni del territorio. Con la Special Mention ICT dell’Access City Award 2026, Piacenza si conferma tra le realtà europee più innovative e impegnate nella costruzione di una città inclusiva. A ritirare il premio, ieri a Bruxelles, la sindaca Katia Tarasconi è stata accompagnata da Lorenzo Cavagna, in rappresentanza del Servizio Europa e Fundraising del Comune di Piacenza e di tutti gli uffici coinvolti. Era presente anche Francesco Errani in rappresentanza della Delegazione della Regione Emilia-Romagna in Unione Europea.

Pubblicato il 10 dicembre 2025

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A Bobbio organizzato e disciplinato il controllo di vicinato

 Controllo di vicinato a Bobbio

Anche a Bobbio nasce il controllo di vicinato. Il protocollo è stato formalizzato nei giorni scorsi dal prefetto Patrizia Palmisani e dal sindaco Roberto Pasquali al termine di una seduta del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica itinerante. “L’intesa - fa sapere la prefettura - mira a fornire un ulteriore contributo all’attività di prevenzione generale, istituzionalmente svolta dalle forze di polizia, mediante la valorizzazione di forme di cittadinanza attiva in relazione alla specificità dei contesti comunali, al fine di ottenere il miglioramento dei livelli di sicurezza anche percepita attraverso la definizione di linee comuni di azione riguardanti la prevenzione dei reati”.

“Il protocollo – prosegue - delinea, infatti, un modello di sicurezza integrata e partecipata che valorizza la collaborazione tra i cittadini, le amministrazioni locali e le forze dell’ordine, con l’obiettivo di prevenire reati attraverso lo scambio di informazioni tempestive e il monitoraggio del territorio. Nello specifico, il protocollo d’intesa, sottoscritto tra la Prefettura e il Comune di Bobbio disciplina l’attività dei «gruppi di vicinato», nel caso di specie già attivi, attraverso l’individuazione di qualificati coordinatori formati da referenti delle forze dell’ordine alla gestione delle segnalazioni provenienti dagli appartenenti al gruppo”. I coordinatori cureranno la comunicazione delle situazioni sospette relative a eventuali episodi di illegalità al referente di progetto della Polizia Locale, favorendo pertanto la partecipazione attiva dei cittadini, i quali, in un’ottica di sicurezza integrata e partecipata, affiancheranno le Forze di Polizia, senza sostituirsi alle medesime e senza intervenire in alcun modo. Con la sottoscrizione di Bobbio sono quattro i che hanno già aderito a tale forma di collaborazione: Piacenza, Cadeo, Lugagnano e Bobbio.

Pubblicato l'8 dicembre 2025

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Bando da 700mila euro per l’inclusione di minori sottoposti a procedimento penale

Fondi per inserimenti detenuti lavoro

Favorire l’inclusione socio-lavorativa di minori e di giovani-adulti, dai 14 ai 25 anni, sottoposti a procedimento penale dall’Autorità giudiziaria minorile ed in carico al Centro per la giustizia minorile dell’Emilia-Romagna attraverso attività di orientamento e formazione. Questo l’obiettivo del nuovo bando regionale approvato dalla Giunta, che prevede uno stanziamento di 700mila euro di risorse europee del fondo Fse Plus per finanziare interventi che abbiano come obiettivo generale il recupero delle abilità e delle competenze individuali, così da favorire le opportunità di inserimento nel mondo del lavoro, sostenendo opportunità di crescita, autorealizzazione e inserimento attivo nella società. Per assicurare la massima efficacia gli interventi proposti dovranno anche prevedere interventi mirati e personalizzati per dare risposte in funzione delle caratteristiche individuali. “Prosegue il nostro impegno a sostegno di interventi capaci di offrire ai ragazzi coinvolti in procedimenti penali un’occasione di crescita concreta e una vera prospettiva di futuro - commentano il vicepresidente con delega alla Formazione, Vincenzo Colla, e l’assessore al Welfare e Politiche per l’infanzia, Isabella Conti -. L’obiettivo è mettere a disposizione opportunità che permettano loro di partecipare attivamente alla vita della comunità. Si tratta di percorsi essenziali per sviluppare e recuperare abilità e competenze personali, favorendo così il loro inserimento nel mondo del lavoro”. Particolare attenzione dovrà essere data alla capacità di formare competenze utili a sostenere processi di innovazione sociale, oltre che a interventi che valorizzino la capacità di contrastare disparità di accesso, garantire modelli e modalità di erogazione inclusivi e un approccio interculturale.

IL BANDO

Gli interventi che saranno selezionati dovranno concorrere a sostenere l’inclusione, promuovere le pari opportunità, la non discriminazione e la partecipazione attiva, e migliorare l'occupabilità, in particolare dei gruppi svantaggiati. Le azioni candidate dovranno rispondere alle esigenze dei giovani e sostenerne il reinserimento sociale e lavorativo anche accompagnandoli, attraverso adeguate misure orientative, nel rientro nei percorsi educativi e formativi. In particolare, il soggetto attuatore dovrà rendere disponibili ai giovani interventi mirati e personalizzati che costituiscano risposte differenziate in funzione delle caratteristiche individuali. Potranno essere proposte misure di orientamento specialistico e percorsi di formazione laboratoriali per i giovani ristretti nell’Istituto penale minorenni di Bologna, oltre a misure di orientamento specialistico e di accompagnamento individuale, percorsi formativi brevi, tirocini per ragazzi in area penale esterna. Potranno candidare interventi gli enti e soggetti emiliano-romagnoli accreditati alla “formazione per l’accesso all’occupazione, continua e permanente” e in possesso dei “requisiti aggiuntivi per la realizzazione di attività rivolte specificamente a persone in condizione di svantaggio, fragili e vulnerabili o con disabilità”. Le domande dovranno essere compilate esclusivamente attraverso l’apposita procedura applicativa web, disponibile all’indirizzo https://sifer.regione.emilia-romagna.it e dovranno essere inviate entro, e non oltre, le ore 12 del 20 gennaio 2026.

Pubblicato l'8 dicembre 2025

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Casalasco prosegue il sostegno al Banco Alimentare

Casalasco per banco alimentare 

Casalasco rinnova la sua tradizione di responsabilità sociale e, anche quest’anno, sceglie di essere al fianco della Fondazione Banco Alimentare Ets con una erogazione liberale dedicata al supporto delle famiglie e delle persone in difficoltà. Il contributo consentirà all’organizzazione di continuare il proprio lavoro di recupero e distribuzione degli alimenti attraverso la vasta rete di associazioni partner attive in tutta Italia, garantendo un sostegno capillare e tempestivo a chi vive situazioni di vulnerabilità. Attento ai bisogni delle comunità in cui opera, il gruppo ha esteso anche per il 2025 il proprio sostegno a livello nazionale, con l’obiettivo di ampliare l’impatto sociale dell’iniziativa. Il contributo economico rappresenta un tassello di un impegno costante: da anni, infatti, Casalasco collabora con Banco Alimentare donando i propri prodotti e contribuendo alla riduzione dello spreco alimentare attraverso un rapporto continuativo e strutturato.

“Essere utili alle persone attraverso ciò che produciamo è parte integrante del nostro modo di fare impresa - afferma Costantino Vaia, amministratore delegato di Gruppo Casalasco -. Per questo anche quest’anno abbiamo scelto di sostenere Banco Alimentare, una realtà che svolge un ruolo essenziale per l’intero Paese e che incarna valori a cui siamo profondamente legati. Con questa collaborazione rinnoviamo il nostro impegno verso la comunità, attribuendo anche ulteriore significato al cibo che trasformiamo e alla materia prima che i nostri agricoltori coltivano con cura”.

“Siamo grati a Casalasco che ha scelto di nuovo di stare al fianco di Banco Alimentare per questo Natale. Per noi è importante poter contare sul sostegno di aziende partner per la nostra opera quotidiana. Siamo certi che il nostro percorso con Casalasco potrà proseguire con sempre maggior coinvolgimento a vantaggio di tante persone e famiglie in difficoltà che chiedono un aiuto alimentare”, commenta Marco Piuri presidente Fondazione Banco Alimentare Ets.

Pubblicato il 7 dicembre 2025

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