Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Notizie Varie

Notizie Varie

Un monumento dedicato alle mondine

mondine

Un monumento per coniugare passato e presente, storia e memoria quello ideato da Chiara Donetti, studentessa della classe V Design del Liceo Artistico Bruno Cassinari di Piacenza che, entro l'anno, verrà realizzato dal Polo di Mantenimento Pesante di Piacenza per essere collocato nel Giardino comunale di La Verza entro il mese di gennaio.
La Provincia di Piacenza in accordo con il Comune, aveva accolto la proposta di rendere omaggio alle mondine, le storiche raccoglitrici di riso, attraverso una raccolta fondi finalizzata alla creazione di un monumento, la cui ideazione e progettazione è stata affidata agli studenti del Liceo artistico “Bruno Cassinari” e che verrà realizzato grazie alla collaborazione con il Polo di Mantenimento Pesante Nord di Piacenza. 4.035,00 euro raccolti dai cittadini, dai Comuni e dall’Associazione “Piacenza nel Mondo”, che sono stati interamente devoluti al Liceo “B. Cassinari.
Dopo la presentazione ufficiale, avvenuta ad ottobre, delle 40 idee proposte dalle classi quarta e quinta Design, coordinate dal prof. Ferruccio Carra, la scelta della Commissione è ricaduta sul bozzetto elaborato da Chiara Donetti, 17 anni.
"I bozzetti erano tutti di altissima qualità – ha spiegato l'arch. Paola Galvani, consigliere provinciale con delega all'Istruzione – la scelta è ricaduta sull'idea di Chiara perchè ci è parsa la più convincente sulla base della fattibilità tecnica, dei materiali, della collocazione del monumento e delle problematiche manutentive dell'opera. I conplimenti vanno a tuuti gli studenti, per l'impegno  e la creatività con cui hanno affrontato una tematica così complessa e lonatana da loro in così poco tempo".
Il progetto del Monumento ai mondariso della studentessa della quarta Design del liceo artistico “Cassinari” ricorda un campo di riso con le sagome di due mondine, con il tipico cappello di paglia come elemento iconografico e la schiena piegata a raccogliere il riso.
Sarà lunga 4 metri per 180 centimetri di altezza e verrà realizzata utilizzando il legno di faggio, legno tipico della dell'alta val d'aveto e della val Trebbia, le terre da cui provenivano le vittime e i  feriti della targedia del Rio Boffalora del 1956. “20 assi di legno spezzate come sono le vittime e i feriti di quella tragedia – ha specificato Chiara Donetti – con un buco al centro per ricordare la voragine a lato della strada Statale 45, dove precipitò il furgone rosso che trasportava i mondariso verso le risaie del vercellese. Ho voluto inserire ai lati del basamento un elemento in acciaio brunito che richiama il parapetto su cui verrà incisa la data della tragedia del Rio Boffalora. Non mi aspettavo davvero questa soddisfazione - continua timidamente Chiara Donetti - Mi dà forza nel proseguire i miei studi e penso a quanto siamo fortunati noi oggi rispetto alle mondine”.

Pubblicato il 22 novembre 2019

Ascolta l'audio   

Banda ultra larga a Gragnano, si lavora per le zone non ancora coperte

 larga

Prosegue l’implementazione della banda ultralarga nel territorio Gragnanese. In attesa di poterla estendere anche nelle zone non ancora coperte entro il 2021, come previsto dai piani della Regione, il Comune di Gragnano sfruttando un’opportunità offerta dalla L.R. 14/2014 per le aree produttive due anni fa “candidò” l’area della Colombarola. A seguito di un incontro promosso dall’Amministrazione tra rappresentanti sia di Lepida che di tutte le imprese potenzialmente interessate e insediate nell’area, si è pervenuti, per il momento, alla stipula di un primo accordo tra Comune, Ulma Packaging srl, e Lepida che, come è noto, è stata incaricata dalla Regione a mettere a disposizione di operatori pubblici nazionali o locali, per fini di soluzione del digital divide, infrastrutture passive o servizi di connettività attivi. “Siamo consapevoli – spiega il sindaco di Gragnano Patrizia Calza e l’assessore ai lavori pubblici Cristiano Schiavi”. - che l’economia del territorio si promuove oggi anche attraverso azioni che mettano a disposizione delle aziende sistemi di comunicazione a banda ultra larga che mettano loro in condizione di sviluppare al meglio le proprie azioni imprenditoriali per questo ci siamo subito attivati perché le aziende interessate potessero accedere a questa infrastruttura strategica. Poiché Lepida ha ora terminato la realizzazione della dorsale dell’area Colombarola finanziata con fondi FESR e il Comune ha intenzione di fornire servizi tipici delle città intelligenti secondo lo sviluppo dell'Agenda Digitale si è pervenuto ad un accordo pubblico - privato che prevede impegni reciproci”.
Il Comune mette a disposizione, senza oneri ed a titolo di cofinanziamento, tubazioni di proprietà pubblica, siano esse legate alla pubblica illuminazione o a qualsiasi altro scopo originario che possa includere anche la posa di fibre ottiche. In tali tubazioni vengono posati cavi contenenti fibre ottiche che interconnettono la rete Lepida Lepida verso punti di distribuzione e/o verso le sedi delle aziende stesse. Le aziende coinvolte finanziano la infrastrutturazione della rete di accesso, dal punto di concentrazione al punto di terminazione posto all’interno della azienda, e acquisiscono la proprietà della relativa porzione della rete. Contestualmente a tale acquisizione le aziende coinvolte cedono al Comune, a titolo gratuito, la propria quota di infrastrutturazione sin dall’atto della sua acquisizione. Il Comune concede a titolo gratuito alle aziende, contestualmente alla cessione della proprietà delle infrastrutture da parte delle aziende, il diritto d’uso quindicennale, rinnovabile, della infrastruttura. Il costo della manutenzione ordinaria della rete di dorsale è posto in capo a Lepida. Il costo della manutenzione straordinaria della dorsale è un onere in capo alla proprietà e quindi alla Regione Emilia-Romagna.

Pubblicato il 24 novembre 2019

Ascolta l'audio   

Scoprire l’Ecobonus: una buona opportunità per il rilancio del settore immobiliare

Ponzini1

Ristrutturare o arredare la casa spendendo 100 e pagando 35 è possibile grazie all’ECOBONUS della legge di bilancio 2020.
Ne ha parlato l’arch. Carlo Ponzini nello showroom del Ponzini group di via Genova 25 a Piacenza, sottolineando come c’è bisogno di superare la logica della paura rispetto ad ogni tipo di incentivo.
Ponzini ha citato l’esperienza della sua azienda che ha saputo evolversi nel tempo.
“Mio nonno nel 1919 – ha affermato l’architetto - fondò una fabbrica di mobili con 60 falegnami, una vera e propria industria di produzione di arredamenti”.
“Negli anni 50 - ha aggiunto Ponzini - mio padre decise che non conveniva più costruire mobili, infatti c’era la Brianza dedicata a questo settore che dominava il mercato. Quindi cambiò idea e passo al commercio”.
Un commercio dei mobili che si è evoluto continuamente ed oggi vede la “Carlo Ponzini Arredamenti”, in prima linea per aiutare il cliente ad usufruire dei nuovi incentivi statali come l’Ecobonus.
Infatti oggi il gruppo Ponzini si prefigge di seguire chi acquista degli arredamenti anche nelle pratiche per ottenere agevolazioni. Pratiche che purtroppo presentano una mole di documenti da produrre che possono spaventare che si mette in opera.
Per far comprendere questo progetto Carlo Ponzini ha invitato, a conclusione delle celebrazioni dedicate al centenario della sua azienda, Giorgio Visconti, dottore commercialista e Nicola Mangiavacca titolare agenzia 1 della Banca di Piacenza.
Il dott. Visconti ha fatto luce su questa opportunità fiscale dell’ECOBONUS che è una delle detrazioni più importanti per i contribuenti che effettuano lavori di ristrutturazione volti a raggiungere determinati standard di risparmio energetico.
Lo sconto fiscale previsto dall’Ecobonus va dal 50 al 65 per cento per i lavori su edifici singoli, ed arriva fino al 75 per cento per gli interventi in condominio.
Si tratta di un’agevolazione per la riqualificazione energetica di case ed immobili, che serve a rendere uno stabile o un appartamento in condizione di rispettare l’ambiente e di ottenere un notevole risparmio energetico.
In questo discorso si inseriscono anche le banche che possono, come ha sottolineato Nicola Mangiavacca titolare agenzia 1 della Banca di Piacenza, oltre ai fornitori, ricevere le detrazioni dovute agli incentivi come cessione del credito.
Tutto ciò potrà aiutare, è quello che si auspicano i relatori dell’incontro, l’avvio della trasformazione del patrimonio immobiliare, fermo da diversi anni, e di dare una risposta seria ai problemi dello spreco di energia.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 22 novembre 2019

Ascolta l'audio

A Palazzo Galli è stato ricordato Aldo Ambrogio

Sforza Gionelli

«Ad Aldo Ambrogio, oggi dimenticato dai più, la nostra terra dovrebbe fare non un monumento, ma due. Ha dato tutto se stesso per la promozione del turismo a Piacenza, provincia che amava in modo viscerale. E non ci sono mai stati altri, dopo di lui, che si siano segnalati nella valorizzazione del territorio con risultati anche lontanamente paragonabili». Corrado Sforza Fogliani - che con Robert Gionelli ha reso omaggio a Palazzo Galli della Banca di Piacenza alla figura dell’allora (siamo negli anni ‘30-‘60 del secolo scorso) responsabile dell’Ente provinciale per il turismo - ha riportato il numeroso pubblico di Sala Panini (presenti alcuni nipoti di Ambrogio, che ha avuto quattro figli, con i famigliari) ai tempi di quando era ragazzo e in via Cavour esisteva, appunto, l’Ente provinciale per il turismo, organizzazione privatistica fucina di idee ed iniziative contraddistinte dall’entusiasmo di Aldo Ambrogio. «Veniva dalla Banca Popolare Piacentina - ha ricordato il presidente Sforza - progenitrice della nostra Banca e faceva della promozione del turismo la propria ragione di vita. Lanciò turisticamente, oltretutto con limitata disponibilità di risorse, i centri ora più rinomati della nostra provincia: Veleja (a lui si deve il recupero del foro romano utilizzato per spettacoli), Castell’Arquato, Grazzano Visconti. Suo, poi, il merito della valorizzazione del Gutturnio. Aveva fantasia e spirito d’iniziativa: ricordo di aver assistito a uno spettacolo, molto partecipato, alla Diga del Molato da dove aveva fatto scendere una specie di drago di cartapesta che aveva le sembianze del mostro di Lochness, al tempo molto popolare. Curava bellissime riviste: su una di queste scrissi il primo articolo della mia vita, facendo una ricerca, che Ambrogio mi suggerì, sul Governo provvisorio del 1848».
Robert Gionelli, dal canto suo, ha ricostruito la vita di Aldo Ambrogio proiettando belle foto dei momenti salienti della sua attività, tratte dagli album famigliari messi a disposizione dai nipoti. Nato a Piacenza nel 1890, quest’anno cade il cinquantesimo anniversario della morte. Studente al Romagnosi, si dimostrò subito eclettico e sviluppò la passione per il disegno e la grafica (disegnerà e firmerà tutte le copertine delle riviste e delle guide turistiche che realizzerà in seguito). «Uno dei suoi obiettivi - ha spiegato Gionelli, che ha riferito di aver parlato spesso di Ambrogio con il prof. Arisi - era quello di mettere su carta e divulgare». Presidente a 16 anni dell’Associazione studenti piacentini, pubblicò il giornalino studentesco, satirico, “L’ortica”. Seguirono altre pubblicazioni giovanili (“La frusta”, “Il goliardo moderno”), poi a 18 anni l’inizio della collaborazione con “Libertà”. «Aveva l’abitudine di documentarsi e approfondire gli argomenti - ha proseguito Robert Gionelli - e frequentava persone da cui poteva apprendere: artisti come Ricchetti e Bot; poeti del calibro di Faustini e Carella. Assorbiva conoscenza che trasformava in competenza». Diventò direttore dell’Ente turismo nel 1936. Grandi le sue capacità di spendersi per l’associazionismo (sempre da volontario): tra i tanti sodalizi frequentati, la Fabbriceria di Santa Maria di Campagna, gli Amici dell’arte (suo il disegno del logo ancora utilizzato), la Famiglia piasinteina. Insegnò anche alle scuole serali e al Nicolini, allora liceo musicale. Ricordate, infine, le sue pubblicazioni: “Piacenza a Tavola” (1938), le guide turistiche da lui stesso illustrate (Grazzano nei primi anni ’40, l’Abbazia di Chiaravalle della Colomba, Piacenza e la sua provincia, Santa Maria di Campagna); nel 1956 fondò “Placentia Floret”, rivista trimestrale dell’Ente provinciale per il turismo che, nel sommario, riportava sempre la riproduzione della “targa del benvegnù” del Castello di Montechiaro, ripresa poi dalla Banca per realizzare l’omaggio che spesso consegna agli ospiti non piacentini che invita a Palazzo Galli.
I nipoti Aldo e Ada (tutti in famiglia hanno i nomi di battesimo che iniziano con la lettera A) hanno portato una breve testimonianza in ricordo del nonno e ringraziato l’Istituto di credito per «la bellissima iniziativa».
Il giornalista Umberto Fava - che ha scritto un articolo dedicato ad Aldo Ambrogio pubblicato sul numero in uscita di Bancaflash - ha invece sottolineato la bravura dell’Ambrogio poeta, recitando alcuni suoi versi dedicati al carnevale.

Pubblicato il 22 novembre 2019

Ascolta l'audio   

Nek a Piacenza lancia un messaggio d’amore

nek3


“Fatti avanti amore” una delle canzoni più significative di Nek, cantate al Politeama di Piacenza il 15 novembre, ha scaldato i cuori dei presenti mettendo in evidenza l’animo dell’artista di Sassuolo che vuole descrivere l’amore come fondamento della vita.

Nel pezzo presentato all’ultimo Festival di Sanremo “Mi farò trovare pronto”, cantato a Piacenza, Nek ha raccontato l’ispirazione del testo che proviene dal poeta argentino Jorge Luìs Borges che, nei suoi versi, descrive come all’arrivo dell’amore siamo sempre disarmati.

nek4“Davanti all’amore siamo tutti uguali - ha affermato Nek al Politeama -, siamo nudi, perché di fronte ad un sentimento così grande perdiamo completamente preconcetti, sovrastrutture, rientriamo in noi stessi, cominciamo a condividere, diamo una mano e nascono situazioni meravigliose”.
“È l’amore”, stupenda poesia di Borges, uno dei più grandi autori di tutti i tempi, ispiratrice del testo di Nek, è un componimento in cui emerge come l'amore è misura del tempo e che, al suo cospetto, è impossibile farsi trovare pronto perché la sua forza è talmente invasiva che non lascia spazio a nessuna previsione. “Questa canzone - ha aggiunto il cantante - dice che non siamo mai pronti ad un sentimento così. È un modo per caricarsi, per trovare sempre nuova linfa che ci faccia vivere l’amore”.

Nek, oggi a 49 anni, parla nei suoi testi anche del suo vissuto personale ispirato alla fede cristiana, riscoperta grazie all’incontro con Nuovi Orizzonti, un’associazione fondata da Chiara Amirante che ha l'obiettivo di intervenire in tutti gli ambiti del disagio sociale, realizzando azioni di solidarietà a sostegno di chi vive situazioni di grave difficoltà. L’obiettivo primario del movimento, con approvazione pontificia, è testimoniare la gioia di Cristo Risorto.
Da questo incontro Nek ha riconosciuto, come afferma in un’intervista, “Che Dio c’entra con la vita di ognuno, ho riconosciuto un Padre e il mio approccio con il mondo è cambiato completamente”.

Avere la consapevolezza di Dio per Nek significa che: “Non punto sul successo a tutti i costi, domani potrei non avere più la voce o fallire un progetto, comunque vada io so che devo sempre essere riconoscente perché la vita, la mia vita non è qualche cosa di scontato. La nostra vita potrebbe cambiare all’istante: è questo che ci rende uguali di fronte a Dio. È un pensiero grande e bello”.
Anche in altre canzoni di Nek si percepisce la sua spiritualità, tra le quali si può ricordare “Se non ami”, ispirata alla prima lettera di san Paolo ai Corinzi, “Unici” un cui si sottolinea che l’essere umano è fatto da Dio come un’opera d’arte.
Anche il concerto di Piacenza ha veicolato questi messaggi d’amore mandando in visibilio i numerosissimi fan di Nek presenti al Politeama.

La performance del cantante emiliano, che ha ricordato anche il musicista piacentino Daniele Ronda autore di alcuni suoi pezzi, non poteva non finire che con “E da qui”, un vero inno alla vita, un brano, cantato solo con la chitarra, con un testo autentico e semplice che dice:
“Non c'è niente di più naturale che

fermarsi un momento a pensare

che le piccole cose son quelle più vere

e restano dentro di te

e ti fanno sentire il calore...

e con questa canzone dico quello che da sempre so

che la vita rimane la cosa più bella che ho”.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 22 novembre 2019

Ascolta l'audio

Altri articoli...

  1. Ogni sabato e domenica, dall’1 al 29 dicembre, l’Atelier delle candele al Castello di Gropparello
  2. Il meteorologo Mercalli: «Adesso è il momento di agire, altrimenti le conseguenze saranno catastrofiche»
  3. A Cerignale il primo nuovo Atm Postamat per i piccoli Comuni
  4. A Ottone anche una panchina rossa per dire “basta” alla violenza contro le donne
  5. In un “quaderno” della Scuola Primaria di Ferriere aspetti anche inediti della storia e del paesaggio locale
  6. Sulle orme di Giuseppe Verdi: gita a S. Agata e a Soarza con il Fai
  7. Lella Costa a Roveleto: L'utopia è femmina
  8. Il sindaco di Bedonia ai giovani: “Acquistate dai nostri commercianti”
  9. Si concludono le celebrazioni del centenario della Carlo Ponzini Arredamenti
  10. Career Day, grande coinvolgimento dei giovani all’Università Cattolica
  11. I 100 anni di Confagricoltura. Il presidente Gasparini «La nostra una storia che non può finire»
  12. Gragnano rievoca con i suoi studenti la Caduta del Muro
  13. Solidarietà, cultura e buon vino; il Picchio Rosso di Cantina Valtidone è un successo
  14. «Francesco Daveri non fu tradito, il suo arresto da parte dei tedeschi dovuto a un caso fortuito»
  15. Provincia, nel 2019 investiti 11 milioni di euro per strade e ponti
  16. Dal 22 novembre il Concorso internazionale San Colombano
  17. Un bus festivo collegherà Gropparello a Piacenza
  18. Gelinaz, tra i 148 chef c’è anche Isa Mazzocchi de La Palta
  19. Fiorenzuola, dalla fotografia analogica alla "phone photography"
  20. Castagnata benefica a Carpaneto Piacentino

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente