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Il meteorologo Mercalli: «Adesso è il momento di agire, altrimenti le conseguenze saranno catastrofiche»

mercalli

“Laudato si’, mi Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa”. Cita più volte il Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi, Luca Mercalli, quando parla di futuro del pianeta e di emergenza climatica. Meteorologo e volto noto della televisione, è stato ospite nella serata del 20 novembre alla Galleria Alberoni di Piacenza, in un incontro partecipatissimo e che rientra nel ricco calendario di appuntamenti della mostra “L’ultimo Albero”, percorso artistico-culturale alla scoperta dei segreti della natura, dei cambiamenti climatici e delle responsabilità dell’uomo, promosso dall’Opera Pia Alberoni insieme a Biffi Arte, Comune di Piacenza, Musei in Rete di Piacenza e Società Meteorologica Italiana, con il sostegno e la collaborazione di numerosi partner del territorio. “San Francesco fu in un certo senso il padre dell’ecologia - ha evidenziato il meteorologo, per l’occasione introdotto al pubblico da Giorgio Braghieri, presidente dell’Opera Pia Alberoni e dal professore Adriano Marocco, della facoltà di Scienze Agrarie dell’Università Cattolica di Piacenza -: nonostante non avesse infatti nessuno strumento per comprendere le leggi fisiche, disse che l’uomo è governato dalla natura. Un’intuizione simile la ebbero anche i greci antichi, un popolo per cui il senso della misura era un concetto fondamentale. Dobbiamo - ha proseguito Mercalli - renderci conto che noi viviamo su un pianeta che ha una dimensione limitata. Si parla spesso della necessità di avere più crescita, ma questo non è possibile; continuando in questa direzione si va verso un’inevitabile debacle, in cui a farne le maggiori spese sarà la specie umana. Al contrario – ha spiegato -, la terra si riprenderà, dato che davanti a sé ha ancora 5 miliardi di anni di vita. La grande scelta che possiamo fare è quindi il riconoscimento del limite”.

EMERGENZA CLIMATICA, UNA RESPONSABILITÀ MORALE - Supportato da dati e report prodotti negli anni dalla comunità scientifica, Mercalli ha quindi illustrato ai presenti i danni tangibili compiuti dall’uomo sulla Terra, a cui si accompagnano previsioni tutt’altro che rosee per il futuro del pianeta. “In un solo secolo – ha sottolineato – siamo arrivati a mettere sotto stress tutti i meccanismi planetari, i numeri ci dicono che non ha mai fatto così caldo come nel ‘900. I mesi di giugno, luglio, settembre e ottobre del 2019 sono stati i più caldi di sempre, i ghiacciai si sciolgono, il livello dei mari si alza. In virtù di ciò ci si presentano due scenari per i prossimi cento anni: se non facciamo niente, le temperature aumenteranno di cinque gradi entro fine secolo, con conseguenze catastrofiche e non completamente immaginabili. Se invece iniziamo ad agire, rispettando l’Accordo di Parigi del 2015 sul clima, si verificherà comunque un aumento, ma in questo caso accettabile e stimato entro i due gradi. Bisogna però muoversi adesso, al massimo nei prossimi 10-15 anni, solo così potremo consegnare ai giovani un mondo vivibile”. Il nome di Mercalli compare tra gli oltre undicimila firmatari – provenienti da tutto il mondo – del recente articolo World Scientists’ Warning of a Climate Emergency, pubblicato il 5 novembre scorso sulla rivista BioScience. “In questo documento – ha spiegato - viene detto che noi scienziati abbiamo un obbligo morale, quasi militare, di far conoscere alla società le minacce che questa emergenza climatica comporta per la società. Adesso è il momento di iniziare la cura – ha ribadito – andando oltre a qualsiasi negazionismo, una piaga che attecchisce perché ci toglie un’ansia, ci sgrava di una responsabilità. Ognuno di noi – il suo appello finale -, ce lo ricorda anche Papa Francesco nell’enciclica “Laudato si’”, ha il dovere di prendersi cura della nostra casa, del nostro pianeta”.

Federico Tanzi

Pubblicato il 21 novembre 2019

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