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Un monumento dedicato alle mondine

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Un monumento per coniugare passato e presente, storia e memoria quello ideato da Chiara Donetti, studentessa della classe V Design del Liceo Artistico Bruno Cassinari di Piacenza che, entro l'anno, verrà realizzato dal Polo di Mantenimento Pesante di Piacenza per essere collocato nel Giardino comunale di La Verza entro il mese di gennaio.
La Provincia di Piacenza in accordo con il Comune, aveva accolto la proposta di rendere omaggio alle mondine, le storiche raccoglitrici di riso, attraverso una raccolta fondi finalizzata alla creazione di un monumento, la cui ideazione e progettazione è stata affidata agli studenti del Liceo artistico “Bruno Cassinari” e che verrà realizzato grazie alla collaborazione con il Polo di Mantenimento Pesante Nord di Piacenza. 4.035,00 euro raccolti dai cittadini, dai Comuni e dall’Associazione “Piacenza nel Mondo”, che sono stati interamente devoluti al Liceo “B. Cassinari.
Dopo la presentazione ufficiale, avvenuta ad ottobre, delle 40 idee proposte dalle classi quarta e quinta Design, coordinate dal prof. Ferruccio Carra, la scelta della Commissione è ricaduta sul bozzetto elaborato da Chiara Donetti, 17 anni.
"I bozzetti erano tutti di altissima qualità – ha spiegato l'arch. Paola Galvani, consigliere provinciale con delega all'Istruzione – la scelta è ricaduta sull'idea di Chiara perchè ci è parsa la più convincente sulla base della fattibilità tecnica, dei materiali, della collocazione del monumento e delle problematiche manutentive dell'opera. I conplimenti vanno a tuuti gli studenti, per l'impegno  e la creatività con cui hanno affrontato una tematica così complessa e lonatana da loro in così poco tempo".
Il progetto del Monumento ai mondariso della studentessa della quarta Design del liceo artistico “Cassinari” ricorda un campo di riso con le sagome di due mondine, con il tipico cappello di paglia come elemento iconografico e la schiena piegata a raccogliere il riso.
Sarà lunga 4 metri per 180 centimetri di altezza e verrà realizzata utilizzando il legno di faggio, legno tipico della dell'alta val d'aveto e della val Trebbia, le terre da cui provenivano le vittime e i  feriti della targedia del Rio Boffalora del 1956. “20 assi di legno spezzate come sono le vittime e i feriti di quella tragedia – ha specificato Chiara Donetti – con un buco al centro per ricordare la voragine a lato della strada Statale 45, dove precipitò il furgone rosso che trasportava i mondariso verso le risaie del vercellese. Ho voluto inserire ai lati del basamento un elemento in acciaio brunito che richiama il parapetto su cui verrà incisa la data della tragedia del Rio Boffalora. Non mi aspettavo davvero questa soddisfazione - continua timidamente Chiara Donetti - Mi dà forza nel proseguire i miei studi e penso a quanto siamo fortunati noi oggi rispetto alle mondine”.

Pubblicato il 22 novembre 2019

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