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Notizie Varie

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Borse di studio alla "Cattolica" di Piacenza: la "Fondazione" stanzia 100.000 euro

sacro

Impegnato nella gestione di questa difficile fase, il mondo dell’istruzione non si ferma e predispone l’attività per i prossimi mesi. Così, tenendo fede ad un rapporto di collaborazione che ha ormai una tradizione ventennale, la Fondazione di Piacenza e Vigevano assicura il suo sostegno alle attività dell’Università Cattolica di Piacenza, con uno stanziamento di 100.000 euro per le attività future. «Guardiamo avanti. Nulla si ferma e la formazione, che è alla base della crescita del territorio, deve poter continuare a programmare la sua attività sapendo che ha il nostro sostegno» sottolinea il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Massimo Toscani, dopo l’approvazione dell’intervento da parte del Cda e su suggerimento della Commissione “Educazione, istruzione e formazione” dell’ente.

In particolare, il contributo prevede aiuti economici indirizzati a neo dottorandi iscritti al primo anno del prossimo ciclo di dottorato Agrisystem e studenti della Facoltà di Economia e Giurisprudenza che intendono partecipare al Programma internazionale "Double Degree". Il progetto prevede anche 16 borse di studio per matricole delle lauree triennali e magistrali della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali.

Gli aiuti economici intendono incentivare la partecipazione a due programmi di eccellenza di rilievo internazionale, quali la Scuola di dottorato Agrisystem e il Programma di Doppio Diploma (Double Degree) - Laurea triennale in International Management - Master M-Mint. Le borse di studio, inoltre, hanno l’obiettivo di favorire le iscrizioni ai corsi di laurea di una facoltà scientifica, come Scienze agrarie, alimentari e ambientali. È noto che in Italia le facoltà scientifiche non intercettano tanti iscritti e quindi è opportuno promuoverle sul territorio. La Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell'Università Cattolica, peraltro, in questi anni ha registrato un ottimo trend di iscrizioni, anche grazie ai sostegni economici per i propri studenti, concessi anche dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Il progetto riguarda dunque iniziative all'avanguardia a livello accademico. Dalla Scuola di Dottorato Agrisystem che si distingue per la multidisciplinarietà e l'interdisciplinarietà, al Programma Double Degree, che consente agli studenti di frequentare i primi due anni di studio a Piacenza e i successivi due presso un'università partner estera, acquisendo così tre titoli di studio: laurea triennale italiana in Economia aziendale; titolo equivalente nel Paese di destinazione; Master italiano di I livello in Management Internazionale (M-Mint). Inoltre, l'offerta formativa della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali viene continuamente aggiornata e comprende corsi di laurea, anche in lingua inglese, in linea con le esigenze del mondo del lavoro.

Pubblicato il 3 maggio 2020

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Piacenza, "Pronto Spesa Comune" la consegna gratuita di generi di prima necessità

spesa

Sono 325, i cittadini che dal 13 marzo scorso (data di avvio dell’iniziativa) al 30 aprile hanno usufruito del servizio “Pronto Spesa Comune”, attivato dall’Amministrazione di Piacenza in collaborazione con Unione Commercianti e Confesercenti per fornire la consegna gratuita, a domicilio, di generi di prima necessità alle persone anziane o impossibilitate a uscire a causa dell’emergenza sanitaria, che non possano appoggiarsi a familiari o conoscenti.
All’iniziativa hanno aderito 53 esercizi per la vendita di prodotti alimentari, 7 aziende agricole e 16 cartolerie, con consegne effettuate in alcuni casi dagli stessi operatori commerciali e grazie al prezioso supporto volontario di Croce Rossa, Agesci ed EMERGENCY, che ha potuto contare sull’affiancamento del Gruppo Attivo di Solidarietà dal Basso (GASB).

“Questo progetto – sottolineano gli assessori Federica Sgorbati e Jonathan Papamarenghi, che ne hanno seguito in prima persona la realizzazione – è il frutto di un lavoro di squadra condiviso con il sindaco Patrizia Barbieri che, nonostante la quarantena forzata, ha tenuto costantemente monitorato le fasi di realizzazione, e con i colleghi di giunta, in particolare Elena Baio e Stefano Cavalli, nonché con le tante realtà commerciali e del volontariato che hanno reso possibile questa iniziativa senza oneri aggiuntivi per i cittadini. Nel corso delle settimane, grazie anche alla disponibilità del personale comunale desideroso di dare un aiuto, abbiamo attivato ben cinque postazioni per rispondere al numero unico 0523.492737, in funzione dalle 9 alle 12 dal lunedì al sabato. Mediamente, le persone in quarantena hanno richiesto il servizio un paio di volte nel periodo di necessario isolamento, ma con alcuni utenti si è creato un rapporto di fiducia che, dalla metà di marzo ad oggi, li ha portati a effettuare oltre dieci chiamate”. L’elenco dei negozi di vicinato e punti vendita della grande distribuzione aderenti è consultabile, costantemente aggiornato, all’indirizzo www.comune.piacenza.it/prontospesa.

“Il servizio proseguirà – aggiungono il vice sindaco Baio e l’assessore Cavalli – sino a quando ve ne sarà l’esigenza, per assicurare un sostegno fondamentale a coloro che, per patologie legate al Coronavirus o ad altri problemi di salute, non possono provvedere direttamente agli acquisti. Un ringraziamento sentito va a tutti gli esercenti e realtà commerciali che hanno voluto essere parte di questo progetto, nonché alle associazioni di categoria che hanno immediatamente accolto la nostra proposta”. La consegna dei prodotti viene espletata in giornata, compatibilmente con le disponibilità, gratuitamente e nel pieno rispetto delle normative di sicurezza, seguendo le indicazioni fornite dalla Protezione Civile.
“Senza l’apporto insostituibile e l’impegno costante del volontariato – concludono gli amministratori comunali – non avremmo potuto concretizzare questo strumento di supporto alle persone in condizioni di fragilità o affette da problemi di salute. Dal 13 marzo ad oggi, complessivamente, sono state consegnate 589 spese alimentari: un contributo concreto e di basilare importanza per dare assistenza e tutelare la sicurezza della nostra comunità”.

“Se dovessi descrivere l'esperienza del Pronto Spesa con tre parole sarebbero: gioia, gratitudine e disponibilità. Gioia negli occhi di volontari e utenti, gratitudine nell’avere la possibilità di poter aiutare e farsi aiutare e infine disponibilità da parte di tutte le componenti della "macchina del pronto Spesa", dagli operatori del Comune alle altre realtà di volontariato” spiega Giovanni Buttafava delegato provinciale “Il tempo della gentilezza” di Croce Rossa Italiana.

Anna Adorno, referente del Gruppo EMERGENCY di Piacenza aggiunge: “Abbiamo avuto subito la percezione, fin dalla prima telefonata ricevuta, che quello che stavamo facendo non era semplicemente dare un servizio spesa, ma era qualcosa di più. Ci siamo resi conto di portare in casa delle persone attraverso una telefonata, o una consegna, il sorriso, un po’ di compagnia, un po’ di sollievo per quanto minimo, in una situazione così drammatica. Una chiacchierata, oltre all’elenco della spesa o alla consegna, ha sicuramente aiutato tante persone a sentirsi meno sole”.

Francesca, scolta del Gruppo Piacenza 1, descrive così questa esperienza: “Come Scout Agesci, diversi di noi si sono resi disponibili, a svolgere, per il Comune di Piacenza, il servizio di distribuzione della spesa ai cittadini che, per diversi motivi, non possono uscire di casa. Durante questo servizio entriamo in contatto con diverse persone, prima di tutto con i commessi del supermercato, che sempre molto gentili e disponibili ci preparano le buste e si affidano a noi, pur non conoscendoci, e poi con coloro a cui è destinata la spesa. Queste persone ci fanno sentire “speciali”, ci sono estremamente grate per ciò che facciamo, e credo che questa sia davvero la soddisfazione più grande. Sono in grado di farci sentire importanti, e soprattutto utili; l’idea di poter, nel nostro piccolo, fare qualcosa di grande per gli altri è una sensazione stupenda. In particolare in questo momento di estrema difficoltà e in cui ci si sente impotenti di fronte a tutto ciò che succede, svolgere questo servizio, ci fa sentire parte di una società attiva, e solidale, fatta di cittadini che sono in grado di non abbattersi e di sostenersi e aiutarsi tra di loro concretamente”.


Nella foto, alcuni scout volontari durante la consegna.

Pubblicato il 3 maggio 2020

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Il Gregoriano in un corso on line

Gregoriano

Maestro Luca Buzzavi

Questo millenario canto sarebbe nato dall’opera, in prima persona, di Gregorio Magno (540 ca-604). Noto come papa Gregorio I, raccolse i canti in un unico libro (l’Antiphonarium Cento), realizzando così il corpus originario dal quale avrebbero attinto nei secoli successivi intere schiere di cantores.
Se il ruolo di papa Gregorio sia stato enfatizzato, corrisponda del tutto alla realtà o sia soltanto leggenda, certo - e intonato - è che questo genere musicale vocale e monodico accompagna da secoli la liturgia e il rito religioso della Chiesa cattolica.

Un fondamento della cultura europea
“È un fondamento della cultura europea” - lo definisce Luca Buzzavi (nella foto a lato), direttore artistico della Scuola di Canto Gregoriano che dal 2014 effettua lezioni su diversi livelli in collaborazione tra Accademia Corale Teleion (associazione mantovana) e i Cantori Gregoriani, gruppo professionale diretto dal noto gregorianista, m° Fulvio Rampi.
Proprio Buzzavi è protagonista di una proposta antica e moderna al tempo stesso. Diplomato il Composizione Corale e Direzione di Coro presso il Conservatorio di Mantova e specializzato in Prepolifonia presso il Conservatorio di Torino, Buzzavi è il direttore artistico del Corso Base di Canto Gregoriano, indetto dall’Associazione Emilia Romagna Cori (AERCO), con il contributo di Regione Emilia Romagna e il patrocinio del Pontificio Istituto di Musica Sacra. Ha preso il via a fine aprile, per due incontri settimanali serali, fino a giovedì 28 maggio. Gli incontri, al martedì e giovedì dalle 21 alle 23, saranno in totale 10, sulla piattaforma virtuale Zoom, per 20 ore complessive. Iscriversi è facile: basta versare la quota di 30 euro e compilare il form: https://form.jotformeu.com/aercobologna/corsi_delegazioni_AERCO
“Agli allievi che avranno frequentato almeno il 70% delle lezioni, sarà inviato l’attestato di completamento del corso” - assicura il presidente Aerco, il maestro riminese Andrea Angelini.
Come mai un corso di gregoriano al tempo del Coronavirus? Tutto nasce dall’attenzione che AERCO ha posto alla Scuola di Canto Gregoriano, con sede a Mantova. Da qui la richiesta di organizzare un corso introduttivo in autunno a Mirandola (in provincia di Modena), presso la Fondazione Andreoli, che con AERCO ha già da tempo stretto una convenzione. “Considerata la situazione sanitaria generale - prosegue Angelini - si è pensato di tentare la conversione del corso in uno completamente online in cui il docente non si limiti a inviare materiali, ma tenga lezione in piattaforma e possa rispondere ai quesiti o alle curiosità degli iscritti”.

60 iscritti da tutta Italia
Direttori, cantori, organisti, professionisti della musica, membri del clero e amatori: sono già 60 gli allievi iscritti, e provengono da tutta Italia. In molti sono convinti che questa avventura lascerà il segno, da molti punti di vista, nella didattica del Canto Gregoriano.
“È una grande opportunità di avvicinare al Canto Gregoriano, molti di coloro che per varie ragioni non sarebbero riusciti a seguire i nostri corsi in presenza”, afferma il direttore artistico della Scuola.
In regione esistono diverse realtà di gregoriano, ma questa attivata da Aerco è la prima online. Ma di un canto così millenario non si perde la bellezza e la sua originalità con un insegnamento in streaming? “Siamo convinti che la lezione in presenza, a cui siamo da sempre abituati, mantenga un fascino e favorisca la socializzazione, ma crediamo fortemente che un simile progetto possa allargare il raggio geografico di possibili utenti, facendo arrivare, se ben gestito, il Canto Gregoriano a quante più persone possibile”.
Cosa può esprimere, nel 2020, il canto gregoriano? Buzzavi non ha dubbi. “Oggi, come dal Medioevo in cui è sorto, può esprime l’unità dell’esegesi della Chiesa e il suo enorme contributo alla formazione della cultura europea”.


Tommaso Cevoli

Pubblicato il 30 aprile 2020

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Boom delle biblioteche online ad aprile

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Nella situazione di lockdown causata dal Covid-19, le biblioteche fanno boom. Nel mese di aprile triplicano le consultazioni e i prestiti rispetto allo stesso mese del 2019 (+291,27 % Emilb e + 246% Biblioteche Romagna) ma anche tra marzo e aprile 2020 si registra una netta crescita, in qualche caso un raddoppio sempre rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel dettaglio, nel bimestre marzo-aprile 2020, rispetto al 2019 gli accessi via internet sono passati da 138.500 a 484 mila, gli utenti unici da 13 mila a 35.710, le consultazioni e i prestiti dal 153.963 a 689.308. Quindi, il dato dei due mesi presi congiuntamente lievita rispetto allo stesso periodo del 2019: gli accessi decollano (+193% per la piattaforma Emilb, +182% per le biblioteche della Romagna) e così gli utenti unici (+175% per Emilb e + 135% Biblioteche Romagna), con un ottimo risultato per consultazioni e prestiti (+222 Emilb e + 186% Biblioteche Romagna). La chiusura di biblioteche e librerie, nonché le misure di contenimento della mobilità dovute all’epidemia, stanno quindi esaltando l’utilità dell’accesso gratuito alle risorse culturali disponibili in rete, un servizio già attivo da alcuni anni ma che solo ora sembra aver ottenuto un vistoso successo.
I dati in crescita da marzo ad aprile fanno inoltre prevedere che l’utilizzo dei servizi e della lettura in digitale diventi una modalità ordinaria di consultare il patrimonio librario, in un trend in crescita a prescindere dalla pandemia. Emilib e la biblioteca digitale di Romagna sono basate su MLOL (Media Library On Line): un servizio gratuito per tutti i cittadini dell'Emilia-Romagna e permette di accedere da casa, via Internet, a un grande catalogo di risorse digitali: decine di migliaia di ebook di tutti i principali editori italiani, oltre 7.000 abbonamenti a quotidiani e periodici digitali da 90 paesi in 40 lingue diverse, decine di migliaia di audiolibri e risorse musicali in streaming, 1,5 milioni di risorse ad accesso aperto indicizzate e raccolte dalla più importanti istituzioni culturali del mondo (libri, video, audio, spartiti musicali, immagini, risorse per l'e-learning, periodici storici, periodici scientifici, videogiochi, ecc.). Il servizio è attivo in Emilia-Romagna attraverso due portali: Emilib (per le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara): http://emilib.medialibrary.it e Rete Bibliotecaria della Romagna e San Marino (per le altre province romagnole e San Marino): http://bibliotecheromagna.medialibrary.it.
Per accedere a questi portali bisogna essere iscritti a una qualsiasi delle biblioteche civiche e pubbliche della regione. Se non si è già iscritti lo si può fare da casa via email scrivendo agli indirizzi indicati:
Come iscriversi a distanza al portale Emilib: https://emilib.medialibrary.it/pagine/pagina.aspx?id=437
Come iscriversi a distanza nelle biblioteche della Romagna e San Marino: https://bibliotecheromagna.medialibrary.it/pagine/pagina.aspx?id=573


Pubblicato il 1°maggio 2020

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Tamponi sì, tamponi no. Uno studio

tamponi

“Ho alcuni bambini febbrili. Le strutture preposte fanno pochi tamponi per la ricerca del Coronavirus in casi simili. Mi sento in gabbia”. Così si esprime il dottor Antonio Belluzzi, pediatra, che assieme a tre amici ha realizzato uno studio matematico su quanto sta accadendo in Lombardia, in Veneto e in Emilia Romagna in merito alla battaglia da condurre contro il Covid-19. Con Belluzzi hanno lavorato alla ricerca Sergio Brasini, docente di statistica economica all’Università di Bologna, Marco Fabbri, già servizio statistica dell’Unione dei Comuni della Valle del Savio e l’operation manager alla Righi group, l’ingegnere Michele Navacchia.

L’analisi del problema
“Andiamo a vedere perché c’è una differenza così evidente tra i deceduti di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Proviamo a capire con i numeri messi a disposizione dalla Protezione Civile”, si è chiesto il dottore. “A parità di altre condizioni, la percentuale dei decessi sulla popolazione in Lombardia e in Emilia-Romagna, rispetto al Veneto, è rispettivamente 8,4 e 4,5 volte superiore, in rapporto alla popolazione residente. Fino al 27 marzo - aggiunge il medico - Emilia-Romagna e Lombardia hanno effettuato tanti tamponi in meno rispetto al Veneto, sempre in rapporto alla popolazione residente”.
Qual è il fattore che incide in questa grande differenza tra le tre regioni, si sono chiesti i ricercatori? La percentuale del numero dei tamponi in Italia, sulla popolazione, è dello 0,65. In Lombardia dello 0,95, in Emilia-Romagna del 1,07 e in Veneto del 1,7.
“Questo comportamento – si è chiesto il gruppo di lavoro - ha influito sull’individuazione dei casi positivi e sul numero dei decessi? Sarebbe variata la mortalità con un maggior numero di tamponi effettuati? Ovviamente al netto di tutte le altre variabili come demografia, comportamenti, distribuzione di età”.
In Lombardia e in Emilia-Romagna, dimostra lo studio svolto, i casi positivi rispetto ai tamponi sono rispettivamente 4,3 e 2,7 volte più alti che in Veneto. “Se i tamponi vengono effettuati ai casi sintomatici e con fattori di rischio epidemiologico - dice ancora Belluzzi - a quelli, per intenderci, che hanno la diagnosi scritta in fronte, si ha probabilità più alta di trovare casi positivi. Facendo pochi tamponi aumentano in percentuale i decessi. Questi ultimi, infatti, sui sintomatici che avevano fatto il tampone in Lombardia ed Emilia-Romagna sono rispettivamente 15 e 7 volte superiori al numero dei deceduti in Veneto”.

L’operazione eseguita in Veneto
Ora, proseguendo nell’analisi, dicono i ricercatori, “applicando in modo perfettamente proporzionale la percentuale di tamponi eseguiti in Veneto (pari all’1,7 per cento dell’intera popolazione) a Lombardia ed Emilia-Romagna che invece hanno rispettivamente lo 0,95 per cento e l’1,07 per cento dei tamponi sull’intera loro popolazione, pari circa al 40 per cento in meno del Veneto, cosa accadrebbe?
Al netto di tutte le altre variabili non inserite nel modello e ipotizzando di riscontrare lo stesso tasso di decesso riscontrato in Veneto (0,006 per cento della popolazione), si avrebbero 642 decessi in Lombardia e 285 in Emilia-Romagna, contro gli effettivi 5.402 in Lombardia e 1.267 attuali in Emilia-Romagna, pari rispettivamente all’88 per cento e 78 per cento dei decessi in meno”.

Il modello coreano
“Il Veneto ha seguito il modello coreano - aggiunge il dottore - cioè tamponi a tutti i positivi e a tutti i loro contatti. Si tratta del cosiddetto «modello segugio» con il quale si fiutano tutti i contatti del contagiato. Un’operazione ovviamente «bestiale», ma che paga tanto in termini di decessi, come abbiamo appena visto dai numeri esposti. In Corea hanno controllato i movimenti delle persone guardando i cellulari e le posizioni su google. Questo modello presuppone una squadra che fa solo quello. Può essere troppo tardi per noi? I buoi sono già scappati dalla stalla?”.
“Ora le due regioni Lombardia ed Emilia-Romagna - conclude il pediatra - stanno inseguendo il Veneto in fatto di tamponi eseguiti. La Lombardia più velocemente, la nostra regione un po’ meno. Se facessimo più tamponi si potrebbe ridurre la mortalità, in particolare nelle province di Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena, dove i casi sono ancora contenuti e i comportamenti virtuosi pare abbiano pagato. Certo, bisogna continuare con le misure di distanziamento sociale, misure che hanno portato tanti buoni frutti anche se con il sacrificio di tutti noi”.

Pubblicato il 30 aprile 2020

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