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Notizie Varie

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«Law in Action», lo sportello giuridico dell’Università Cattolica

Law in Action Cattolica

A settembre prenderà il via la terza edizione dello Sportello Giuridico a favore delle persone private della libertà personale, un’iniziativa formativa promossa dalla Facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Campus di Piacenza, in collaborazione con la Casa Circondariale di Piacenza e il Centro interuniversitario “L’Altro Diritto”. Il progetto si configura come una clinica legale vera e propria, all’interno della quale gli studenti del Corso di Laurea magistrale in Giurisprudenza (percorso “Diritto ed Economia”, Doppia Laurea 5+1) vivono un’esperienza pratica di consulenza extragiudiziale a diretto contatto con i detenuti. Una formazione giuridica “sul campo”, che traduce in pratica il principio del learning by doing e, ancor di più, quello del learning by caring: imparare prendendosi cura degli altri.

DALLA TEORIA ALLA PRATICA: LA POTENZA FORMATIVA DELLA LAW IN ACTION

«Frequentare un Corso di Laurea in Giurisprudenza che offre esperienze concrete di law in action rappresenta oggi una scelta strategica, sia dal punto di vista professionale che da quello umano e civile» sottolineano i professori Francesco Centonze (Ordinario di Diritto penale) e Roberta Casiraghi (Docente di Procedura penale), che del progetto sono i promotori, assieme alla dottoressa Priscilla Bertelloni (Assegnista di ricerca in Diritto penale). L’esperienza dello Sportello Giuridico ne è una prova tangibile. Permette infatti di «entrare nella realtà penitenziaria e affrontare questioni giuridiche concrete, emerse direttamente dai racconti dei detenuti e di applicare nella pratica istituti di diritto penale e procedura penale, cimentandosi nella ricerca normativa e giurisprudenziale e nella redazione di istanze», sempre affiancati dai propri docenti e lavorando in team. L’attività che si articola in due fasi principali, quella formativa (I semestre) strutturata su un percorso teorico di 20 ore dedicato al diritto penitenziario, aperto a tutti gli studenti del II, III, IV e V anno, a cui si affianca la fase operativa (II semestre), in cui entrano in gioco colloqui diretti in carcere e incontri di back office in aula. Si tratta di «una concreta attività di Service Learning, nel quadro della Terza missione universitaria» proseguono i docenti.

UN’ESPERIENZA CHE TRASFORMA

Lo Sportello Giuridico non è solo un’opportunità didattica: è un’esperienza che lascia il segno. Per gli studenti, significa infatti vivere il diritto nella sua dimensione più concreta, superando la distanza tra aula e realtà, con l’opportunità di allenarsi all’argomentazione giuridica, alla scrittura di atti, all’ascolto attivo e alla gestione di situazioni complesse. Per i detenuti, lo Sportello rappresenta un canale di ascolto e orientamento. Grazie al supporto degli studenti, possono meglio comprendere i propri diritti e accedere a benefici penitenziari spesso poco conosciuti o difficili da attivare autonomamente. Perché scegliere una Facoltà che promuove esperienze come questa? Perché il diritto non è solo una disciplina da studiare, ma uno strumento per incidere sulla realtà. La possibilità di entrare in carcere non come spettatori, ma come attori consapevoli, consente agli studenti di maturare un senso profondo della professione legale come servizio alla persona e alla collettività. Lo Sportello Giuridico rappresenta, dunque, un’occasione unica per vivere un’esperienza universitaria attiva, responsabile e trasformativa, che arricchisce il percorso accademico e prepara alla vita professionale con competenza, consapevolezza e sensibilità.

Pubblicato il 7 luglio 2025

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Bus e treni, tornano gli abbonamenti gratuiti di «Salta su» per gli studenti

Abbonamenti gratuiti ragazzi

Economico per chi lo utilizza. Ecologico per tutti. Torna anche per l’anno scolastico 2025/26 “Salta su!”, l’iniziativa della Regione che permette alle studentesse e agli studenti dell’Emilia-Romagna di viaggiare gratuitamente su bus e treni regionali per andare a scuola, incentivando la mobilità sostenibile. Sono, quindi, confermati gli abbonamenti annuali gratuiti per gli studenti residenti in Emilia-Romagna che frequentano le scuole elementari, medie, superiori e gli istituti di formazione professionale. Così come restano invariate le modalità e i requisiti per ottenere il titolo di viaggio per spostarsi a costo zero nel tragitto casa/scuola e ritorno, ma anche nel tempo libero lungo la stessa tratta. Una misura di cui lo scorso anno hanno usufruito oltre 220mila ragazze e ragazzi, ovvero circa il 40% degli iscritti agli istituti scolastici dell’Emilia-Romagna, con un risparmio per le famiglie compreso tra i 350 e i 650 euro medio a figlio in base all’abbonamento scelto.

COME FARE RICHIESTA

“Salta su!” è rivolta a tutti gli studenti e studentesse emiliano-romagnoli dalla scuola elementare alle scuole pubbliche superiori e istituti di formazione professionale anche se situati nelle regioni confinanti con l’Emilia-Romagna. Agli studenti delle scuole superiori è richiesto l’ulteriore requisito dell’Isee familiare annuo fino a 30mila euro. La piattaforma unica “Salta su” per presentare la richiesta di abbonamento è già attiva. L’accesso è solo online e si effettua con credenziali Spid e Cie. C’è tempo fino alle ore 14 del 18 dicembre 2025. La piattaforma, selezionando l’indirizzo di partenza e quello di arrivo, permette di personalizzare l’abbonamento scegliendo le soluzioni: urbano, extraurbano su bus, ferroviario, integrato bus-treno. L’abbonamento personale annuale è valido dal 1° settembre 2025 al 31 agosto 2026. I bambini in età per frequentare la scuola elementare residenti a Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Carpi, Imola, Ferrara, Ravenna, Faenza, Forlì, Cesena, Rimini, Bologna, San Lazzaro di Savena, Casalecchio di Reno e Granarolo dell'Emilia ricevono a casa la nuova tessera 'Salta su!' con l'abbonamento annuale gratuito già disponibile per l'uso. Da quest’anno, invece, nell’ottica di una maggiore sostenibilità ambientale e di un ulteriore passo verso la digitalizzazione dell’iniziativa, tenuto conto dell’ormai acquisita conoscenza di Salta su!, gli studenti iscritti a scuole secondarie di primo grado residenti nelle stesse città non riceveranno più a casa la lettera informativa della Regione. Il loro abbonamento è comunque messo a disposizione e dovranno scaricarlo, in modalità digitale o card, richiedendolo sul portale Salta su.

PER INFORMAZIONI

Anche quest’anno è attivo il servizio di assistenza agli utenti, disponibile sia per richieste di informazioni scritte sulla piattaforma Salta su, sia telefoniche al numero verde Mi Muovo 800 388988, oltre che ai call center delle aziende di trasporto.

Pubblicato il 7 luglio 2025

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Popillia japonica, il coleottero giapponese che sta proliferando nel Nord Italia: come combatterlo

Popillia Japonica copia

Chiamatelo coleottero o scarabeo giapponese, oppure usate il suo nome scientifico, Popillia japonica. È innocuo per l’uomo, ma può nutrirsi di molte piante e frutti differenti con effetti devastanti: piante defogliate, foglie di cui rimangono solo le nervature, frutti spolpati. Dalla sua comparsa nel parco del Ticino, si sta diffondendo rapidamente, in particolare nelle aree limitrofe a quelle di primo ritrovamento.

«Essendo una specie esotica e molto dannosa, è legalmente considerata un “organismo nocivo da quarantena prioritario” e per questo i servizi fitosanitari - nazionale e regionali - si occupano di attivare tutte le misure possibili per limitarne la diffusione, fornendo anche le indicazioni per combattere la specie attraverso i loro canali informativi» spiega Emanuele Mazzoni, docente di Entomologia agraria presso il Dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali sostenibili (DiProVeS) della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Come combattere, dunque, la Popillia japonica? «L’uso di insetticidi dovrebbe essere limitato più possibile» spiega il professor Mazzoni. «Meglio preferire soluzioni alternative di tipo biologico o meccanico, come le reti antinsetto. Gli insetti che entrano in casa o che si trovano nei giardini e negli orti, inoltre, possono essere eliminati gettandoli in un secchio con acqua e sapone o con del detersivo per i piatti. Quello che invece è assolutamente sconsigliato fare è utilizzare privatamente le trappole, perché attirano molti più individui di quanto non riescano a catturarne immediatamente. Con il rischio di aumentare il danno e, fatto gravissimo, di ampliare l’area di presenza di Popillia, richiamando gli adulti verso zone ancora non contaminate».

Emanuele Mazzoni

Nelle foto: in alto, la Popillia japonica; sopra, il professor Emanuele Mazzoni.

La Popillia japonica ha iniziato a diffondersi in alcune aree dell'Italia settentrionale da ormai più di una decina di anni, molto probabilmente viaggiando clandestinamente su qualche mezzo di trasporto. «Riconoscerla è facile» prosegue Mazzoni. «Gli adulti sono lunghi circa 1 cm, sono di forma all’incirca ovale, hanno un colore verde e bronzo metallizzati con cinque ciuffi di peli bianchi su ogni lato del corpo e due nella parte posteriore. Innocui per l’uomo, si aggregano in gruppi molto numerosi e possono nutrirsi di tante piante e frutti differenti. Amano molte piante da frutto ma anche la vite, il mais e la soia. I danni più rilevanti si hanno sui piccoli frutti».

I mesi estivi, spiega il professor Mazzoni, sono la stagione preferita della Popillia japonica. «Gli adulti sono presenti e attivi già dalla tarda primavera, con una presenza più intensa nei mesi di giugno e luglio» spiega il docente del campus di Piacenza dell’Università Cattolica. «Depongono le uova nel terreno, con preferenza per i prati umidi dove le larve nascono e vivono cibandosi di radici fino all’autunno. Nella primavera successiva, quando completano la metamorfosi, si trasformano in adulti. Non gradiscono terreni troppo secchi o lavorati, mentre tra i danni maggiori che possono provocare ci sono anche quelli ai tappeti erbosi dei campi sportivi».

Pubblicato il 7 luglio 2025

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Pratiche registro imprese, la Camera di Commercio supporta gratuitamente

Supporto Camera di Commercio

Si chiama Sari (Supporto Specialistico Registro Imprese) il servizio che la Camera di Commercio dell’Emilia mette a disposizione di imprese, professionisti e cittadini per facilitare la corretta compilazione delle pratiche da trasmettere al Registro delle Imprese e al Rea (Repertorio Economico Amministrativo).
Il servizio – sottolinea l’Ente camerale – è gratuito e consente di accedere in modo semplice e immediato a tutta la documentazione utile per gli adempimenti amministrativi legati alla vita dell’impresa, inclusi albi, ruoli e predisposizione delle relative pratiche. Tutti i contenuti, precedentemente distribuiti in manuali e prontuari diversi, sono ora centralizzati e consultabili da un’unica piattaforma online. Il servizio consente due modalità di ricerca: o attraverso un indice tematico, che guida l’utente alla consultazione degli argomenti di interesse, oppure mediante parole chiave che permettono di individuare con maggiore precisione le schede informative predisposte dagli uffici della Camera di Commercio, ottimizzando così tempi e risultati della ricerca.
La Camera di Commercio ricorda, inoltre, che per ricevere informazioni e aggiornamenti utili per chi opera nel sistema economico locale è possibile registrarsi alla newsletter della stessa Camera di Commercio direttamente dalla home page del sito www.emilia.camcom.it

Pubblicato il 7 luglio 2025

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La raccolta differenziata tocca il 74,2% nel Piacentino

Raccolta differenziata dati 25

Nel 2024 la raccolta differenziata dei rifiuti in Emilia-Romagna ha continuato a crescere, toccando quota 79% a livello regionale, con un incremento del +1,8% rispetto al 2023, perfettamente in linea con le previsioni del Piano rifiuti. “Abbiamo fatto passi avanti importanti verso l’obiettivo dell’80% di raccolta differenziata, che non è un traguardo solo numerico, ma una sfida ambientale e culturale – afferma l’assessora regionale all’Ambiente, Irene Priolo –. Tutto questo va nella direzione di un’economia sempre più circolare, in cui non dobbiamo più parlare di rifiuti, ma di risorse. Ogni materiale ben differenziato è una materia prima che può rientrare nei cicli produttivi, evitando sprechi e tutelando l’ambiente. I risultati raggiunti ci danno conferma che il sistema funziona e dimostrano l'efficacia della pianificazione regionale. È fondamentale che cittadini, Comuni e gestori continuino a collaborare, perché solo così possiamo trasformare davvero un problema in un’opportunità e attuare concretamente la transizione ecologica”.
Analizzando i dati provinciali, emergono differenze legate alle specificità territoriali e alle scelte organizzative delle amministrazioni locali. Tra le province più virtuose spiccano Reggio Emilia con l’84,4% (+1,1%), Modena all’84,2% (+5,5%) e Forlì-Cesena con l’83,2% (+1,5%). Seguono Ravenna all’80,7% (+2,4%), Parma al 79,8% (+0,2%), Ferrara al 76,9% (-0,2%), Bologna al 75,1% (+1,5%), Piacenza al 74,2% (+1,2%) e Rimini al 69,2% (+0,4%).

Guardando ai Comuni capoluogo, Ferrara raggiunge l’88,3% (+0,4%) di raccolta differenziata, seguita da Cesena con l’85,8% (+2,2%), Reggio Emilia con l’84,5% (+0,6%), Forlì con l’82% (+0,1%), Parma con l’81,1% (+0,2%), Ravenna con il 79,5% (+3,5%), Modena con il 78,9% (+5,5%), Bologna con il 72,8% (-0,1%), Piacenza con il 72% (+0,7%) e Rimini con il 66,8% (+1%). A Rimini, va segnalato che non è ancora partita la procedura di affidamento del servizio, condizione che ha limitato gli investimenti per migliorare ulteriormente le performance.
Continua a crescere anche la quota dei Comuni che raggiungono o superano l’80% di raccolta differenziata: sono 167, pari al 50,6% del totale, mentre ben 36 Comuni (10,9%) hanno superato la soglia del 90%.
Fondamentale il ruolo della regolazione, che ha consentito di coprire quasi tutti i territori provinciali con contratti di lungo periodo: sono infatti 12 su 19 i bacini gestionali con affidamenti completati al 2024, tutti assegnati a operatori qualificati e con obiettivi ambientali coerenti con il PRRB 2022-2027.
Nel dettaglio, nel 2024 l’organico si conferma la frazione di rifiuto più raccolta in modo differenziato, con una quota del 37,4%, seguita da carta (18,9%), vetro (8,6%), legno (8,4%), plastica (8,0%) e ingombranti (4,4%).
Tra i capoluoghi di provincia e i territori costieri, 12 Comuni su 23 hanno già raggiunto nel 2024 l’obiettivo del 79% fissato dal Piano per il 2025. Nell’area di pianura, 94 Comuni su 180 hanno superato il target dell’84% previsto sempre dal Prrb 2022-2027, mentre nelle zone di montagna circa la metà dei Comuni (61 su 127) ha centrato l’obiettivo del 67%.

Pubblicato il 5 luglio 2025

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