Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Notizie Varie

Notizie Varie

I Maestri del Lavoro al fianco del dott. Luigi Cavanna

Donate all’Amop le quote associative 2020

mestriCavanna

I Maestri del Lavoro del Consolato di Piacenza al fianco del dottor Luigi Cavanna impegnato, con altri medici, sul fronte della lotta al coronavirus: hanno deciso di donare all’Associazione Onlus AMOP di Piacenza, che supporta l’iniziativa del Direttore del Dipartimento di Oncologia-Ematologia dell’Azienda USL di Piacenza, le quote associative 2020, per un totale di 5.000 euro.
Il dott. Cavanna insieme ad altri medici dell’ospedale piacentino da alcuni giorni gira casa per casa con un saturimetro, un ecografo portatile e un sacchetto di farmaci per trattare i sintomi della malattia prima che la situazione degeneri.

"Diamo il nostro piccolo contributo di Maestri a questo team di medici ed infermieri - afferma il console Emilio Marani - che, con coraggio, vanno nelle case delle persone che accusano i primi sintomi sospetti del virus per provare ad anticipare, con le cure, la somministrazione precoce dei farmaci antivirali che funzionano meglio quanto prima vengono assunti e così fermare questo nemico terribile e invisibile prima che distrugga altre vite, altre famiglie piacentine".

Pubblicato il 26 marzo 2020

Ascolta l'audio

La Regione per gli over 50 disoccupati e a rischio esclusione dal lavoro

 

mani

Un aiuto concreto a chi ha più di 50 anni, il solo titolo di studio della scuola dell’obbligo ed è in cerca di un lavoro stabile. É quello messo in campo dalla Regione Emilia-Romagna, che ha approvato e finanziato con 4 milioni di euro del Fondo sociale europeo 18 percorsi brevi, due per ogni provincia. Si tratta di percorsi formative di alfabetizzazione informatica e linguistica, personalizzati e individuali, per consentire a persone non occupate e a rischio di marginalità nel mercato del lavoro di acquisire le conoscenze e le competenze necessarie per trovare una occupazione stabile. “Intendiamo dare un’opportunità effettiva e concreta alle persone in difficoltà, accompagnandole con percorsi brevi e personalizzati verso un lavoro adeguato alle proprie potenzialità, con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno” commenta l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro, Vincenzo Colla.
Questi percorsi, che potranno essere fruiti da circa 7mila persone non occupate, che non possiedono un diploma di scuola media superiore o professionale o che comunque abbiano superato i 50 anni di età, dovranno prevedere un’offerta di corsi formativi di durata variabile, sulla base delle esigenze dei singoli, finalizzata in particolare a dare alle persone le competenze trasversali necessarie per inserirsi e rimanere nelle organizzazioni di lavoro. Nuove opportunità di formazione professionale sono previste anche per 300 persone impegnate in percorsi di recupero e di reinserimento sociale e lavorativo nelle comunità pedagogiche e terapeutiche dell’Emilia-Romagna. La Regione le finanzia con quasi 800mila euro del Fondo sociale europeo. Tre le comunità coinvolte: San Patrignano (Coriano di Rimini), la Comunità San Maurizio (Borghi, Forlì-Cesena), e la Comunità di Open Group Società Cooperativa Sociale onlus (Bologna). I percorsi formativi, aggiuntivi rispetto alle attività educative e formative già svolte in comunità, riguardano diverse aree professionali: dalla progettazione e produzione meccanica ed elettromeccanica, all’erogazione di servizi di pulizia; dalla produzione alimentare al marketing e alle vendite. Ma si potrà approfondire anche la logistica industriale, il trasporto e le spedizioni, così come la produzione e la distribuzione dei pasti, la progettazione e la produzione di pelletteria e di prodotti tessili e abbigliamento. Ai corsi potrà seguire anche un’attività di tirocinio.

Pubblicato il 25 marzo 2020

Ascolta l'audio

Coronavirus, chiusi gli sportelli in provincia della Banca di Piacenza

sportello

In adempimento dell’Ordinanza in data odierna del Presidente della Regione, tutti gli sportelli della Banca situati nella provincia di Piacenza sono da oggi chiusi ma presidiati da personale, per soddisfare esigenze di carattere straordinario.

Tutti attivi i 76 bancomat, regolarmente e di continuo ricaricati.
Le filiali situate nelle altre 6 province (per un complesso di 3 regioni) sono aperte, nel rispetto delle vigenti normative igienico sanitarie.
Prosegue regolarmente l’attività della Direzione generale della Banca, a presidio dell’assistenza agli sportelli di tutte le zone nelle quali l’Istituto è presente. Com’è noto la Banca di Piacenza è l’unico istituto di credito che ha a Piacenza la propria Sede centrale.
Questa mattina si è svolto regolarmente in video/audioconferenza la settimanale seduta – presente il Collegio sindacale - del Comitato esecutivo, che ha anche preso contezza dell’alto numero di istanze di sospensione dei finanziamenti (fino a 12 mesi), pervenute a mezzo dell’apposita procedura veloce varata dalla Banca a seguito dell’emergenza del virus Corona (con domande anche via PEC). Il Comitato – in coerenza con spirito e funzione di una Banca di territorio – ha approvato anche numerose linee di credito veloci di liquidità.
Il Comitato – scusandosi per i disagi provocati dall’attuale situazione emergenziale - ha espresso riconoscenza a tutto il personale per la sua dedizione, ed a Soci e Clienti per la costante e crescente fiducia, così riuscendo ad assicurare – pur nei modi consentiti in questo difficile momento – la tradizionale vicinanza della Banca ai territori di insediamento.

Pubblicato 24 marzo 2020

Ascolta l'audio

#PrenditiCura, raccolta fondi per hospice e case di riposo di Piacenza

Prenditicura

La campagna di raccolta fondi #PrenditiCura dei più fragili a Piacenza raddoppia, anzi triplica.
Grazie alla collaborazione tecnica della Banca di Piacenza, che ha supportato l’iniziativa, da oggi sono operativi due conti correnti bancari per permettere anche a chi non ha una carta di credito di poter comunque contribuite all’iniziativa a favore della casa di riposo Vittorio Emanuele, della Fondazione Pio Ritiro Cerati (ma anche di altre strutture che ne facessero richiesta) e dell’Hospice la Casa di Iris.

Prenditicura raccoltafondiSia le case di riposo sia l’Hospice sono messe in grave difficoltà dall’emergenza Coronavirus.
Ospitano persone fragili, in età avanzata o con gravi patologie.
È importantissimo riuscire a salvaguardare la salute dei degenti (oltre che quella degli operatori) e cercare di tenere il più lontano possibile il Covid -19.

Per farlo occorrono mascherine, altri dispositivi di protezione e disinfettanti che non solo sono difficili da reperire, ma sono anche diventati molto costosi.

Un’emergenza nell’emergenza che è stata segnalata dall’amministrazione comunale di Piacenza.
"Abbiamo subito lanciato una raccolta attraverso la piattaforma Gofundme - affermano gli organizzatori dell'iniziativa, Carlandrea Triscornia, Emanuele Maffi e Nicolò Premoli - e, ad oggi, sono stati donati poco meno di duemila euro".

Poiché molti piacentini hanno manifestato la volontà di poter donare senza dover utilizzare una carta di credito sono dunque ora operativi due Iban distinti (entrambi aperti presso la sede centrale di via Mazzini della Banca di Piacenza):
Prenditi Cura Hospice – IT96Z0515612600CC0000043329
Prenditi Cura Case di Riposo – IT14Y0515612600CC0000043328
Se si desidera che il proprio nome venga pubblicato nell’elenco dei donatori è sufficiente specificare nella causale Dono di nome, cognome.

Pubblicato il 25 marzo 2020

Ascolta l'audio

Il Covid-19 si insinua anche in Uganda

Uganda

Lunedì 23 marzo, in un comunicato, Africa Mission - Cooperazione e Sviluppo a firma di don Maurizio Noberini - presidente di Africa Mission e di Carlo Antonello, presidente di Cooperazione sviluppo, informano sulla difficile situazione in Uganda dove è arrivato il Covid-19.

Abbiamo continuato a sperare, fino in ultimo, che il virus risparmiasse l’Uganda; purtroppo, invece, la sera del 21 marzo, alle 22.12, è arrivata la notizia che il primo contagio è stato rilevato.
Lo ha portato da Dubai un ugandese di 36 anni ritorno da un viaggio di affari.
Anche se il momento era atteso, è stato comunque un tuffo al cuore.
Già nelle settimane scorse avevamo cominciato a prepararci al peggio adottando procedure specifiche (inviate il 12 marzo) per preparare tutti i nostri collaboratori locali ed espatriati all’eventualità che l’emergenza si concretizzasse, e invitando anche i nostri collaboratori espatriati a valutare se rientrare in Italia o rimanere in Uganda per far fronte alla situazione.
Abbiamo poi organizzato, in tutte le nostre sedi, incontri di formazione e informazione per i collaboratori locali e espatriati.
Ora si inizia a fare sul serio.
Come abbiamo sperimentato in Italia, l’unico strumento efficace contro la propagazione del virus è ridurre all’essenziale i contatti con l’esterno e mantenere rigidi protocolli di sicurezza (distanze, lavarsi le mani, disinfettare ambienti, maschere, ecc.), quindi vedremo di ridurre al minimo le attività e attiveremo ogni iniziativa per evitare le occasioni di contagio.
Oltre che il contatto diretto con le Autorità amministrative e sanitarie Ugandesi, siamo in contatto costante con l’Ambasciata italiana e con le altre organizzazioni italiane e internazionali presenti sul territorio in modo da affrontare la situazione facendo rete.
Un ringraziamento particolare va ai nostri collaboratori in Uganda, uomini e donne che portano avanti con passione e dedizione il loro lavoro e che, come i nostri medici in Italia, hanno fatto delle scelte di vita e hanno il senso del loro compito e del loro ruolo, e hanno accettato di rimanere per fronteggiare, insieme al popolo ugandese, anche questa ulteriore sfida, che è una delle tante che da anni affrontiamo insieme.
Vi terremo costantemente informati sull’evolversi della situazione.
Con la presente, lanciamo anche un APPELLO a tutti i nostri amici e sostenitori italiani.
Nei prossimi mesi la popolazione Ugandese sarà messa a dura prova e anche la nostra organizzazione dovrà affrontare grandi sfide.
Rischiamo la chiusura totale del paese, il che vorrebbe dire che, come al solito saranno gli ultimi a pagare il prezzo più grande perché, come diceva don Vittorione, “la loro morte non fa notizia”.
Abbiamo un organico di 140 dipendenti locali e 16 espatriati presenti in loco.
Dovremo bloccare attività e progetti, il che vorrà dire: assumerci degli oneri straordinari per far fronte alla situazione. Soprattutto nei confronti dei nostri collaboratori e dipendenti locali, cercheremo di fare il possibile per non abbandonarli e sostenerli anche durante questo periodo di critico.
Per questo chiediamo a tutti i nostri amici e sostenitori di esserci vicini e aiutarci.
Infine, chiediamo a don Vittorione di continuare a tenere la sua “mano forte” sulla testa di ogni collaboratore, volontario e sostenitore di Africa Mission Cooperation and Development, in Italia e in Uganda. Grazie di cuore, un abbraccio, un augurio di bene a tutti e grazie per quello che potrete fare.

Don Maurizio Noberini e Carlo Antonello

Nella foto, un momento di formazione del personale di Africa Mission in Uganda.

Lunedì 23 marzo 2020

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente