Mattia Signaroldi all'Antivirus Festival
Siamo ormai giunti alla seconda settimana di quarantena e sono ormai molte le proposte telematiche che ci permettono qualche momento di svago: dalla trasmissione delle partite dei mondiali 2006, alle visite virtuali a svariati musei fino ai concerti in streaming.
E’ proprio questa una delle offerte dell’Antivirus Festival. Grazie a un’idea del Fillmore Festival e dei Ladri di Fragole, dal 9 marzo si può passare una piacevole serata in compagnia di sei artisti (musicisti, comici, attori) che si collegheranno dalle loro abitazioni per esibirsi sulla pagina del Fillmore Festival.
Tra i vari partecipanti c’è anche Mattia Signaroldi, polistrumentista piacentino laureato in musicologia presso l’Università di Pavia e diplomato al Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano. Mattia è compositore, musicista, componente dei Lucky Fella ed insegnante di musica presso l’Officina della Musica a Piacenza.
“Siamo rimasti tutti spiazzati e ci siamo chiesti (noi musicisti) come potessimo inventare nuove strade lavorative in questo contesto di difficoltà. Penso si tratti di una proposta molto interessante: come ci insegna il jazz, bisogna essere sempre pronti a sfruttare al meglio gli imprevisti che ci si parano davanti.”
Reinventarsi. Una parola chiave secondo Mattia, “bisogna essere come l’acqua che non si ferma davanti ad un ostacolo, ma trova sempre un modo per proseguire il suo percorso, per andare avanti.” Essere come l’acqua, “Like the Water” è il titolo dell’ultimo brano polistrumentale composto, proprio in questi giorni di quarantena, da Signaroldi. Produzione di questo periodo così particolare, è anche “Running away, inside my heart” che Mattia ha suonato il 16 marzo.
Quest’ultimo pezzo prende spunto da una frase di Pascal: “Tutta l'infelicità dell'uomo deriva dall'incapacità di starsene nella sua stanza da solo.”, decisamente attuale in questi giorni così particolari.
L’idea di fondo è che il silenzio sia assordante, costringe le persone a pensare e ciò può essere fastidioso e così, per scappare, l’uomo cerca e inventa stimoli esterni.
La seconda delle tre proposte è un brano risalente a tre anni fa: “Puzzle”. Questa volta a dare il “la” è Franco Nembrini, famoso saggista italiano. Lo studioso, durante un incontro, paragonò la vita a un puzzle appunto: capitano tante cose che noi cerchiamo di incasellare, di collocare come se fossero le tessere di un puzzle. Compare sempre però un pezzo fastidioso, un tassello che proprio non si riesce a collocare: si tratta, fuor di metafora, di quegli avvenimenti che non capiamo, di quelle situazioni che ci fanno chiedere “perché a me?”.
L’ultimo componimento proposto, “Weak man”, risale invece all’adolescenza di Mattia: lo compose all’età di diciotto anni in occasione della sua partecipazione al Festival Acustico di Trento.
Questa volta lo spunto è biblico: “Quando sono debole, è allora che sono forte.” (2Cor 12, 10). “L’adolescenza” dice Mattia “è costellata di momenti di sofferenza, ed è proprio durante uno di questi momenti che un mio amico, per altro ateo, mi suggerì questo passo di San Paolo. Nel momento in cui si soffre si sta crescendo, un uomo debole è in realtà più forte".
Pubblicato il 18 marzo 2020
Federico Podrecca
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