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Notizie Varie

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Marzia Grandi è la nuova allenatrice del Busa Foodlab Gossolengo

marziagrandi allenatrice

Il Busa Foodlab Gossolengo riparte da Marzia Grandi: sarà l’allenatrice a guidare la formazione del presidente Maurizio Beccari nel prossimo campionato in serie B1. Una scelta che va nella direzione di contenimento dei costi dopo la promozione che ha visto l’ex coach Stefano Sassi tra i principali artefici della promozione e di un ottimo primo spezzone del campionato poi interrotto.
«La scelta di non rinnovare con coach Sassi è legata alla necessità di un ridimensionamento del budget - spiega il presidente Beccari - La sua stagione è stata positiva ed ha contribuito al salto di categoria: per questo a lui va il ringraziamento di tutta la società».
Grandi arriva al timone della prima squadra dopo l’esperienza dell’anno passato alla guida della formazione under 14 del Consorzio MioVolley. «Marzia si è messa a disposizione completa della società e la speranza è quella di proseguire in un proficuo rapporto di collaborazione - commenta Beccari - Adesso stiamo proseguendo con la definizione del roster».
L’esperienza della nuova allenatrice di casa Busa Foodlab inizia negli anni Novanta al Team 03 dove aveva seguito le formazioni giovanili. Il curriculum di coach Grandi si arricchisce in seguito al Copra (allenatrice e coordinatrice del settore giovanile) prima della lunga esperienza a Monticelli: cinque anni dalla C maschile (seconda di coach Capogreco) alla B maschile (seconda di coach Bruni) oltre che nelle under 17 e under 19 maschili. Ultimo risultato conseguito la vittoria della serie D sulla panchina del Carpaneto.
«Alla base della mia pallavolo c’è la convinzione che lavoro e tecnica siano la strada giusta per arrivare ai risultati: se le giocatrici riescono a divertirsi lavorando in palestra il più è fatto».
Dopo tre campionati nelle zone alte, per la formazione di Gossolengo la prossima sarà una stagione diversa: sul campo infatti si dovrà lottare per restare in serie B1. «Obiettivo principale condiviso con il presidente Beccari è quello di mantenere la categoria - conclude coach Grandi - Vista l’ossatura del roster che è quella più o meno dello scorso anno ricca di qualità trovo sia un obiettivo raggiungibile».

Pubblicato il 10 giugno 2020

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Ausl Piacenza: test sierologici, parte il secondo cluster

test

Prosegue, con alcune novità, la campagna di test sierologici per valutare quante persone sono venute a contatto con il virus nel corso dell’epidemia.

Tampone in contemporanea al prelievo di sangue
Al prelievo di sangue proposto ai cittadini si affianca ora l’esecuzione immediata di un tampone.
Se il test sierologico, che ricerca la presenza nel sangue degli anticorpi IgG, è negativo non sarà necessario procedere ad analizzare il tampone e il campione sarà distrutto entro 48 ore.
Qualora invece l’esame sierologico fosse positivo, per escludere che non ci siano ancora virus vitali a livello della mucosa delle vie respiratorie, si procede a esaminare il tampone per evitare che la persona possa inavvertitamente contagiare altri con cui entra in contatto.
“Eseguire contemporaneamente il prelievo di sangue per il test sierologico e il tampone nasale – evidenzia Luca Baldino, direttore generale dell’Azienda Usl - comporta un onere maggiore per i nostri operatori, ma è un grande vantaggio per i cittadini: azzera i tempi di attesa prima di poter fare il tampone ed evita alle persone sierologicamente positive un ulteriore giro presso le nostre strutture”.
Inoltre, mentre prima bastava la positività sierologica per essere messo in quarantena, ora, solo in caso di tampone positivo, l’interessato viene avvisato dai servizi territoriali e posto in isolamento domiciliare.

Al via il secondo round dello Screening su un campione di cittadini
Lo screening serve a misurare il livello di IgG specifiche per SARS-COV2, ovvero per verificare se la persona è venuta in contatto con il virus e presenta quindi gli anticorpi relativi. Nella prima fase sono stati chiamati a eseguire il test sierologico i pazienti positivi, i loro conviventi, i contatti stretti e tutte quelle persone con sospetta malattia riconducibile a Covid-19 già prese in carico dal sistema di sorveglianza della Sanità Pubblica.  “È iniziata la chiamata di un secondo gruppo di cittadini: un campione rappresentativo della popolazione generale per sesso, età e distribuzione geografica che si aggiunge a tutti coloro che nella prima fase non avevano potuto aderire”.
Le persone selezionate vengono chiamate al telefono dagli operatori dell’Azienda Usl di Piacenza per la proposta di un appuntamento. Lo screening è gratuito e non implica alcuna richiesta da parte del cittadino o ricetta del medico. Si richiede solo di portare una fotocopia del proprio documento di identità e di presentarsi con la massima puntualità.
I test sierologici sono effettuati capillarmente sul territorio, in alcune Case della salute, nei punti prelievo degli ospedali e in due Cliniche mobili, con una programmazione progressiva che coinvolge i diversi comuni. Durante la convocazione telefonica, l’operatore Ausl specifica al cittadino dove deve recarsi per il prelievo di sangue ed eseguire contestualmente, il tampone.
La procedura si svolge nella massima sicurezza: gli appuntamenti sono stati suddivisi in varie fasce orarie per evitare assembramenti e dopo ogni test le postazioni vengono sanificate.
Le analisi vengono effettuate presso il laboratorio analisi dell’ospedale di Piacenza. Nel caso di risultato positivo, come sopra evidenziato, si procede a esaminare il tampone; in caso contrario, questo viene eliminato.
L’esito del test sierologico (e dell’eventuale tampone) è inviato sul Fascicolo sanitario elettronico e caricato sul sistema Sole, per essere consultabile dal medico o dal pediatra di famiglia.

Aderire al test: una scelta di responsabilità
“Invitiamo le persone ad aderire allo screening, qualora fossero chiamate dai nostri operatori. Partecipare al test è un atto di responsabilità prima di tutto verso i propri contatti più stretti. Una persona può infatti trasmettere la malattia pur senza avere sintomi evidenti e contagiare inavvertitamente altri (familiari, amici, colleghi, clienti..). Sottoporsi al test, inoltre, produce benefici per  tutta la comunità cui appartiene, facendo emergere eventuali focolai di infezione oggi non noti”.

Pubblicato il 9 giugno 2020

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Elly Schlein alla riapertura del Centro estivo di Podenzano

schein a podenzano

25 bambini tra 3 e 6 anni di età, organizzati in 5 piccoli gruppi, seguiti sempre dallo stesso educatore per l’intero periodo di frequenza. Entrate e uscite scaglionate ogni 5 minuti, triage all’esterno della struttura e, all’ingresso, rilevazione della temperatura con termoscanner ad accompagnatori, educatori e bambini. Ecco come funziona il primo Centro estivo di Podenzano, nel piacentino, che proprio nel primo giorno di via libera ufficiale alla riapertura delle strutture in Emilia-Romagna, ha aperto lunedì 9 maggio i battenti ed è stato visitato dalla vicepresidente della Regione e assessora al Welfare, Elly Schlein, accompagnata dal sindaco di Podenzano, Alessandro Piva. Organizzato negli spazi abitualmente occupati della scuola per l’infanzia del Comune, il Centro estivo - gestito dalla cooperativa Eureka, individuata a seguito di uno specifico bando comunale - sarà attivo per otto ore al giorno, con educatrici professionali e personale ausiliario, garantendo ai bambini iscritti anche la consumazione del pasto. Le attività si svolgeranno prevalentemente all’aperto, nel giardino della scuola, diviso in spazi separati per ogni gruppo, che avrà a disposizione materiale didattico e giochi ad uso esclusivo. Si tratta del primo dei tre Centri estivi previsti a Podenzano: la prossima settimana avvieranno le attività, garantite sino a fine luglio, anche quelli destinati alla fascia d’età 7-14.

Schlein: "Dalla Regione un segnale di vicinanza al territorio"
“Abbiamo scelto di venire a Podenzano per dare un segnale di vicinanza importante a un territorio, quello della provincia piacentina, che cerca di rialzarsi da una vicenda drammatica, che ha comportato un altissimo costo umano- ha affermato la vicepresidente-. Questa bella realtà conferma che, nonostante le molte criticità per l'avvio dei Centri estivi, abbiamo lavorato con determinazione e creatività nella stesura delle regole di sicurezza sanitaria da adottare. È stato emozionante vedere i sorrisi dei bambini che ricominciano a giocare, e vedere come prendano forma in concreto quelle attività in sicurezza che abbiamo immaginato con le migliori competenze della Regione e messo a disposizione del Governo - ha aggiunto Schlein -. Oggi a Podenzano abbiamo visto che è possibile, nonostante le difficoltà e con l’aiuto delle risorse che stanno arrivano da Regione e Stato, ridare un sorriso ai bambini e un po’ di serenità ai genitori alle prese con le ben note difficoltà di conciliazione tra lavoro e impegni famigliari”.
“L'Emilia-Romagna- ha sottolineato la vicepresidente- ha dimostrato ogni giorno di credere tantissimo nel valore sociale dei servizi educativi, anche per i piccolissimi. Dopo un primo confronto, da qui è partita la richiesta al comitato tecnico-scientifico, poi accolta positivamente, di valutare l'inserimento anche dei bambini tra zero e tre anni nelle linee guida nazionali per i centri estivi. Siamo già al lavoro per integrare il protocollo regionale con le misure previste, sempre tenendo conto delle indicazioni di cautela necessarie”. Sul piano delle risorse, la Regione ha già stanziato 6 milioni di euro per aiutare le famiglie nel pagamento delle rette di frequenza e il ministero ha confermato alla vicepresidente, come lei stessa ha ricordato, che in Emilia-Romagna per i Centri estivi arriveranno 10 milioni per sostenere gli enti gestori e i Comuni nelle spese aggiuntive dovute all’aumento del personale e ai costi di sanificazione degli ambienti.
“Come Comune abbiamo cercato di aprire da subito i Centri estivi, ritenendo questo servizio fondamentale per le famiglie - ha sottolineato il sindaco di Podenzano, Alessandro Piva -. Ora il nostro impegno è quello di fare in modo che costi aggiuntivi relativi ai protocolli del Covid non vadano a gravare sui bilanci famigliari, e per questo cercheremo di utilizzare tutti i fondi messi a disposizione dalla Regione. Ci stiamo dunque avviando verso una ritrovata normalità, soprattutto grazie al patto di corresponsabilità che ha coinvolto tutti, istituzioni e famiglie”.

Pubblicato il 9 giugno 2020

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Voucher della Regione per la connettività nell’Appennino piacentino

band larga

Connettività e strumenti informatici per 25 milioni di euro a 45mila famiglie e 9mila imprese di 119 Comuni dei territori montani dell’Emilia-Romagna. La Giunta regionale ha deciso di destinare a persone e imprese della montagna una parte dei 49 milioni recentemente assegnati all’Emilia-Romagna dal Comitato nazionale Banda Ultra-Larga (COBUL). E con i restanti 24 milioni di euro la Regione collegherà alla rete in fibra ottica di Lepida tutte le scuole che ancora non sono state raggiunte dalla banda ultra-larga. I voucher per le famiglie – che complessivamente riguarderanno circa 461mila persone di cui 76mila ragazzi in età scolare - prevedono tagli da 200 euro per la connettività ad almeno 30 Mbps, da utilizzare con tutte le tecnologie, incluso il satellitare. Per le famiglie a basso reddito sono previsti anche voucher da 500 euro, di cui 200 per la connettività e 300 per avere in comodato d’uso un tablet o un pc.
Per le imprese, invece, i voucher saranno da 500 euro per la connettività ad almeno 30 Mbps, da utilizzare con tutte le tecnologie, incluso il satellitare, oppure da 2mila euro per la connettività fino a 1 Gbits in fibra. L'erogazione dei voucher sarà gestita a livello nazionale.
Il sistema per la richiesta dei primi voucher sarà on line a inizio luglio 2020. Il contributo sarà riconosciuto a fronte della dimostrazione di Isee inferiore a 20mila euro e sarà erogato attraverso il gestore che fornirà il servizio. A settembre, invece, saranno erogati attraverso la medesima applicazione web, contributi alle famiglie con Isee superiore a 20mila euro e alle imprese.

Risorse anche per le famiglie
“La mancanza di una connessione adeguata oggi accentua le marginalità di un territorio, per questa ragione ho proposto di focalizzare sui comuni montani i 25 milioni in voucher di incentivo alla domanda di connettività- spiega l’assessore regionale all’Agenda digitale e alla Scuola, Paola Salomoni-. Questa azione interesserà 45mile famiglie e 9mila imprese che potranno così connettersi con le condizioni migliori oggi disponibili. Una scelta che effettuiamo in un momento di emergenza, che però risponde a esigenze normali. I primi voucher saranno disponibili nell’estate 2020 attraverso un portale nazionale gestito da Infratel/MISE”.
“Grazie alla rinnovata attenzione a favore della Montagna, la Giunta ha condiviso la scelta di destinare tutte le risorse disponibili alle famiglie e alle imprese dell’Appennino- sottolinea con soddisfazione l’assessore regionale alla Montagna, Barbara Lori-. Una scelta strategica che ci consente di investire su quella porzione del territorio regionale nella quale, con maggior forza durante l’emergenza Covid, è emersa l’esigenza di ridurre il digital divide, un reale ostacolo all’insediamento e allo sviluppo delle aziende ma anche alla permanenza di chi sceglie di vivere in montagna. Queste risorse- aggiunge- saranno messe a disposizione dei potenziali beneficiari con grande rapidità e consentiranno di offrire una risposta concreta ad un’esigenza ormai indifferibile. Dunque, una prima immediata opportunità per famiglie ed imprese a cui si affiancherà l’avvio dei lavori per garantire la connessione con banda larga alle 246 scuole di montagna che ne sono ancora sprovviste”.

I Comuni piacentini coinvolti: Alta Val Tidone (ma solo il territorio dell’ex comune di Pecorara), Bettola, Bobbio, Cerignale, Coli, Corte Brugnatella, Farini, Ferriere, Gropparello, Morfasso, Ottone, Piozzano, Travo, Vernasca e Zerba.

Pubblicato il 9 giugno 2020

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Da New York gli aiuti per l'ospedale di Borgotaro

 

Santa Maria Borgotaro

Dagli Stati Uniti a Borgotaro, per aiutare la comunità di origine in un momento di difficoltà. E’ di quasi dicassette mila euro infatti, la cifra raccolta negli States e destinata all’acquisto di attrezzature per l’Ospedale Santa Maria. Un gesto di grande generosità - l’ennesimo - arrivato in piena emergenza sanitaria, da parte dei valtaresi emigrati a New York, che contribuirà a rendere i reparti dell’ospedale borgotarese ancor più efficienti e preparati. Sono oltre novemila euro quelli donati al “Santa Maria” dalla Valtarese Foundation, cui si aggiungono i 4.500 euro messi a disposizione dalla Famiglia Lusardi ed ai 3.169 donati da Maria Sbuttoni.
Con i soldi provenienti dalla generosità dei valtaresi e valcenesi d’oltreoceano, a cui si uniranno i contributi di cittadini, associazioni e gruppi locali, saranno acquistate a breve nuove strumentazioni.
“Non ci sono parole di sufficienti per dimostrare la nostra gratitudine nei confronti di queste manifestazioni di solidarietà. – ha commentato Giuseppina Frattini, Direttore Sanitario Ausl – Ringrazio la Valtarese Foundation, che da sempre dimostra grande attenzione per l’Ospedale di Borgotaro; allo stesso modo voglio ringraziare la Famiglia Lusardi e la Signora Sbuttoni, per questo concreto aiuto, da cui traspare l’amore e l’attenzione per la propria terra di origine. Una sensibilità che in un momento così drammatico, specialmente per chi vive negli Stati Uniti – ha proseguito - assume ancor più valore".

Pubblicato l'8 giugno 2020

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