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Notizie Varie

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Il Po è più sicuro

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Implementare la sicurezza lungo il Po da più punti di vista, incluso quello del contrasto dell’epidemia da Covid-19. E’ questo l’obiettivo del progetto “Un Po più sicuri”, per il quale la Polizia Locale della Provincia di Piacenza ha ottenuto un contributo di circa 16mila euro partecipando con successo ad un bando varato dall’Assessorato alla Sicurezza della Regione Emilia-Romagna.

Ammonta invece a 6mila euro di risorse proprie la cifra destinata dalla Provincia di Piacenza al piano, che ha caratteristiche particolarmente innovative: “Al consueto presidio del tratto piacentino del Grande Fiume - spiega il Comando della Polizia Locale della Provincia di Piacenza - abbiamo pensato di unire una particolare attenzione alle sopraggiunte esigenze legate alla pandemia. Il Po ha segnato il confine tra Piacenza e la zona rossa, e continua a segnarlo tra Emilia e Lombardia: uno degli obiettivi del progetto è georefenziare e raccogliere su un supporto informatico tutti i punti di attracco raggiungibili dalla viabilità ordinaria, che sono noti a chi fa pesca regolarmente ma lo sono - purtroppo - anche ai malintenzionati”.

Il progetto, avviato nel mese di agosto, punta ad esempio a definire come si arrivi ad ogni punto d’interesse nelle diverse stagioni e a dettagliare se esso sia raggiungibile a piedi, con un’auto normale o un fuoristrada o se sia invece accessibile soltanto via acqua. “Tutto questo – prosegue il Comando - non soltanto nell’ottica di prevenire o reprimere i reati più frequenti (dal bracconaggio ittico al furto di motori dei natanti) che abbiamo fortemente ridotto negli ultimi anni, ma anche per prevenire assembramenti – diurni e notturni – e rischi di contagio. Per avvicinare le persone lungo le sponde del Po utilizzeremo termoscanner e dispositivi di protezione individuale”.

E’ la terza volta negli ultimi anni che la Polizia Locale della Provincia di Piacenza ottiene un contributo regionale per un proprio progetto: quelli finanziati in precedenza, nel 2017 e nel 2019, erano finalizzati alla prevenzione e alla repressione del bracconaggio ittico (legato soprattutto al recupero al di fuori di ogni regola di specie alloctone come siluri e carpe) e dei furti di motori ai natanti. Entrambi avevano portato a brillanti risultati attraverso un’implementazione dell’attività di vigilanza, che nel 2019 era stata ulteriormente rafforzata anche nelle ore serali e notturne.

Significativa la scelta di destinare parte delle risorse economiche disponibili, quale parziale rimborso spese, alle associazioni di vigilanza ittica volontaria Arci, AK, Aeop, CFI, Enal e Fipsas: si tratta di circa 100 operatori ai quali la Polizia Locale della Provincia di Piacenza rilascia (rinnovandolo ogni due anni) il decreto che consente di esercitare legittimamente attività di vigilanza e di emettere sanzioni: “Nel corso del 2019 – ricorda il Comando – hanno supportato il lavoro dei 15 agenti della Polizia Locale della Provincia di Piacenza svolgendo più di 500 servizi di vigilanza e quasi 3mila ore di volontariato”.

La Polizia Locale della Provincia di Piacenza ha chiesto e ottenuto l’adesione al progetto anche da parte delle Polizie Locali del Comune di Piacenza e dell’Unione della Bassa Val d’Arda e Fiume Po: grazie a questa sinergia la Polizia Locale della Provincia di Piacenza, in caso di necessità, potrà usufruire del supporto da parte delle loro centrali operative e del drone che è a disposizione degli agenti di Monticelli, nonché di alcuni natanti.

Nel progetto rientra anche la distribuzione, a tutti coloro che intendono offrire il loro contributo, di un questionario (disponibile al link www.provincia.pc.it/questionario.php) il cui obiettivo è capire quanto sia conosciuta e riconosciuta l’attività della Polizia Locale della Provincia di Piacenza nell’ambito del presidio del territorio rurale e rivierasco anche ai fini della sicurezza, e in che modo sia possibile migliorare i servizi: “Stiamo valutando – anticipa il Comando – anche l’ipotesi di essere presenti ad alcune iniziative del territorio per illustrare chi siamo e cosa facciamo e per comprendere ancora meglio le esigenze dei cittadini”.

“Una fruizione più sicura del Po - osserva il presidente della Provincia di Piacenza, Patrizia Barbieri - apre un ulteriore varco alla valorizzazione dell’area del fiume e, con essa, all’attrattività dell’intero territorio in un momento particolarmente complesso. Va poi sottolineato il fatto che la Polizia Locale della Provincia di Piacenza ottiene per la terza volta in pochissimi anni un contributo regionale per una propria iniziativa: è la conferma di una qualità di progettazione elevata e riconosciuta”.

Pubblicato il 19 ottobre 2020

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«Occhio alle truffe, non cliccate ciò che non conoscete»

 Annamaria Lusardi

Oltre 370 studenti delle scuole di II grado piacentine collegati in un webinar di educazione finanziaria che faceva capo alla Banca di Piacenza. «Informarsi e formarsi»: questo, in estrema sintesi, il messaggio fatto arrivare ai ragazzi attraverso il seminario online organizzato a Piacenza da Consob in collaborazione con la Banca e FEduF (la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio dell’ABI), incontro rientrante nel “Mese dell’educazione finanziaria” promosso ogni anno dal Comitato nazionale nato per far crescere il grado di alfabetizzazione economica dei cittadini.
L’appuntamento con “Occhio alle truffe! #economia scuola” è stato aperto da Giovanna Boggio Robutti, direttore generale di FEduF, che ha presentato gli ospiti istituzionali invitati a portare un saluto agli studenti.
Il presidente esecutivo dell’Istituto di credito di via Mazzini Corrado Sforza Fogliani (che è anche vicepresidente della FEduF) ha ringraziato, in particolare, la prof. Lusardi e il prof. Savona, con tutto il suo staff, per aver onorato con la loro partecipazione la videoconferenza e - rivolgendosi ai ragazzi (il condirettore generale della Banca Pietro Coppelli ha invece salutato, in presenza, gli studenti del Romagnosi) - li ha invitati «a non sprecare tempo, a leggere e informarsi perché la cultura è determinante per orientare i nostri comportamenti» e ha loro consigliato il libro della FEduF “Omer economicus”, «che spiega l’economia attraverso la famiglia Simpson ed è di gradevole lettura».
«Qui sono le 4 del mattino - ha detto Annamaria Lusardi, presidente del Comitato ministeriale per l’educazione finanziaria, in collegamento da Washington - ma per nessuna ragione avrei rinunciato a questo appuntamento nella mia Piacenza. Il Comitato che dirigo ha dettato, in un linguaggio semplice, le linee guida di educazione finanziaria, che trovate sul nostro sito www.quellocheconta.gov.it, come punto di partenza per iniziative nelle scuole, come questa. La conoscenza finanziaria ci serve per proteggerci dalle truffe, per decidere bene e vivere meglio». La prof. Lusardi ha concluso il suo saluto mostrando la targa che la Banca di Piacenza le ha regalato in occasione della sua partecipazione, a Palazzo Galli, alla giornata di educazione finanziaria di due anni fa: «Ritrae Piazza Cavalli e la tengo molto volentieri nel mio studio per ricordare la mia città».
Il presidente della Consob Paolo Savona ha sottolineato l’importanza della conoscenza «che va di pari passo con il progresso», messo in guardia dai rischi che porta con sé lo sviluppo tecnologico («mi sorprende che tanti cadano nelle trappole dei siti pirata, basterebbe fare le opportune verifiche») e messo in guardia i ragazzi: «Non cliccate quello che non conoscete».
L’ispettrice dell’Ufficio scolastico della Regione Emilia Romagna Chiara Brescianini, intervenuta in rappresentanza del direttore generale Stefano Versari, ha dal canto suo consigliato agli studenti («più esposti alle truffe perché sempre più immersi in un mondo virtuale») di ragionare con la loro testa.
Nella seconda parte dell’incontro è stato proiettato il monologo teatrale “Occhio alle truffe” - ideato da Nadia Linciano, capo dell’Ufficio studi economici della Consob, e recitato dall’attore Massimo Giordano - attraverso il quale gli studenti hanno potuto conoscere la storia di Charles Ponzi, che all’inizio del ‘900 mise in piedi la “madre di tutte le frodi finanziarie” truffando 40mila risparmiatori di Boston, attratti dalla prospettiva di rendimenti altissimi. Lo spettacolo teatral-educativo è stato intervallato dagli interventi della dott. Linciano e della collega Paola Soccorso, che hanno spiegato quale sia la mission della Consob («tutelare gli investitori intervenendo in caso di comportamenti scorretti degli intermediari finanziari»), e dalle “incursioni” di due giovani divulgatori della Starting Finance (la più grande community di finanza diffusa tra i giovani, con 200mila follower sui social e 28 club universitari), che hanno spiegato ai ragazzi che cosa sono le cripto valute, invitandoli «a investire la loro paghetta, prima di pensare ai bitcoin, in un buon libro di educazione finanziaria».

Pubblicato il 19 ottobre 2020

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Quindici milioni di euro per attrarre imprese innovative nel Piacentino

 investimenti

Creare buona occupazione. Aumentare la competitività delle filiere e dell’intero sistema produttivo dell’Emilia-Romagna rafforzandone la capacità innovativa, generando ricadute positive sul territorio in termini di impatto economico e di sostenibilità ambientale e sociale. Integrare il sistema regionale della ricerca e della formazione avanzata nonché attivare, con investimenti ad alto valore aggiunto, dinamiche di sviluppo anche nelle aree più svantaggiate. Sono gli obiettivi del nuovo bando sull’attrattività di investimenti in Emilia-Romagna, approvato dalla Giunta regionale nell’ultima seduta. Con lo stanziamento di 15 milioni di euro per il biennio 2021-2022,che potrebbero essere aumentati se i progetti industriali che arriveranno lo richiedessero. Uno strumento operativo di supporto alle imprese che vogliano insediarsi o espandere la propria attività in Emilia-Romagna. E l’impatto occupazionale, quindi i posti di lavoro previsti, è il criterio principale per ottenere i finanziamenti. Importante anche la sostenibilità: saranno infatti premiati anche progetti di investimento nella tutela dell’ambiente, attraverso interventi di efficientamento energetico, cogenerazione, produzione di energia da fonti rinnovabili, interventi per il riciclo e il riutilizzo dei rifiuti. Si tratta della quarta misura in attuazione della Legge regionale 14 del 2014 sulla “Promozione degli investimenti in Emilia-Romagna”, che in quattro anni ha già visto 49 imprese puntare sulla nostra regione, tra cui grandi gruppi internazionali leader in ricerca e innovazione. Dal 2016 a oggi i contributi regionali ammontano a 84 milioni di euro e hanno mobilitato investimenti per oltre 246 milioni, che hanno portato a 2.043 nuovi posti di lavoro.

"Investiamo sulla qualità"
Il bando appena approvato punta a selezionare proposte di investimenti di alta rilevanza strategica e a elevato impatto occupazionale che, attraverso la sottoscrizione di accordi di insediamento e sviluppo siglati con la Regione, comprendano, prioritariamente, attività di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale. Per implementare avanzamenti tecnologici di interesse per le filiere produttive regionali. Con la firma degli accordi di insediamento regionali, le imprese e i Gruppi in arrivo potranno contare su procedure e percorsi definiti e semplificati, legati agli effettivi stati di avanzamento del progetto, d’intesa con gli enti locali interessati. Le risorse disponibili rientrano nella programmazione regionale dei fondi europei Por Fesr 2014-2020 e Por Fse: 12.064.633 di euro, di cui 4 milioni per il 2021 e 8 milioni di euro per il 2022, per progetti che dovranno essere realizzati entro il 31 dicembre del 2022. A queste si aggiungono quelle per le agevolazioni agli interventi di formazione e i fondi per gli incentivi all’assunzione di personale con disabilità o svantaggiato, oltre a 2 milioni per progetti di ricerca e sviluppo nell’area colpita dal sisma del maggio 2012. Inoltre, per programmi di investimento che riguardano il Centro Enea del Brasimone (Bo) saranno disponibili ulteriori 583 mila euro.
"Sosteniamo la ripresa investendo sulla qualità che l’Emilia-Romagna è capace di esprimere a più livelli: logistica, ricerca e sviluppo, la Rete Alta Tecnologica che vede insieme università e imprese, l’alta formazione e le professionalità che qui si trovano, la capacità di risposta di istituzioni ed enti territoriali, e anche lo stile di vita che rende unica questa terra- affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore regionale all’Economia e al lavoro, Vincenzo Colla-. Attrarre gruppi italiani e stranieri, come avviene già da qualche anno, che decidono di potenziare i loro insediamenti qui o che scelgono l’Emilia-Romagna per fare impresa con progetti innovativi, rafforza la nostra intenzione di essere protagonisti del cambiamento. Per la ripartenza servono risposte rapide ed efficaci, insieme all’utilizzo, adesso, di ogni risorsa disponibile: il Paese ha bisogno di un piano di ricostruzione nazionale per l’utilizzo del Recovery Fund e noi siamo pronti a fare la nostra parte. La legge regionale sull’attrattività si è dimostrata uno strumento validissimo e se servirà stanzieremo altri fondi, pur di realizzare proposte che valorizzino il capitale umano, le ricadute sui territori e una crescita sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. Art-Er, l’Agenzia di sviluppo regionale funge da punto di contatto per gli imprenditori e fornirà assistenza tecnica alla Regione nelle varie fasi di selezione e valutazione dell’investimento proposto (www.investinemiliaromagna.eu) e per le attività a esso correlate. Dettagli e informazioni sul bando sono consultabili nel Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Emilia-Romagna e nel sito Imprese del Portale della Regione. La misura andrà a sostenere interventi finalizzati alla creazione di un’infrastruttura di ricerca e attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale; nuovi interventi di investimento produttivo delle Pmi sul territorio regionale (compresi servizi di consulenza) e delle grandi imprese solo nelle aree assistite; interventi di investimento nella tutela dell’ambiente per interventi finalizzati all’efficienza energetica, alla cogenerazione, alla produzione di energia da fonti rinnovabili, interventi per il riciclo e il riutilizzo dei rifiuti; attività di formazione connessi, correlati e definiti in funzione dei fabbisogni di competenze in esito agli interventi sopra elencati e aiuti all’assunzione di lavoratori svantaggiati e all’occupazione dei lavoratori disabili. Possono presentare la domanda di partecipazione le imprese che esercitano attività diretta alla produzione di beni e di servizi già presenti con almeno un’unità locale in Emilia-Romagna che intendono realizzare investimenti addizionali nonché aziende non ancora attive in regione ma che intendono investire sul territorio emiliano-romagnolo. Fattore determinante per il contributo sarà la capacità di aumentare l’occupazione.
Nel dettaglio: 1 milione di euro per proposte di investimento con impatto occupazionale compreso tra 20 e 49 dipendenti addizionali (di cui almeno il 30% laureati) rispetto a quello calcolato alla data della delibera di approvazione del presente bando; 2 milioni di euro per proposte di investimento con impatto occupazionale compreso tra 50 e 69 dipendenti addizionali (di cui almeno il 30% laureati) rispetto a quello calcolato alla data della delibera di approvazione del presente bando; 4 milioni di euro per proposte di investimento con impatto occupazionale compreso tra 70 e 149 dipendenti addizionali (di cui almeno il 30% laureati) rispetto a quello calcolato alla data della delibera di approvazione del presente bando; 7 milioni di euro per proposte di investimento con impatto occupazionale superiore ai 150 dipendenti addizionali rispetto a quello calcolato alla data della delibera di approvazione del presente bando.

Pubbicato il 19 ottobre 2020

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Acquistare opere d’arte è un modo per sostenere gli artisti

 giovani artisti

Sostenere la creatività artistica in Emilia-Romagna, in questa fase emergenziale di grande criticità per il settore, attraverso l’acquisizione di opere d’arte realizzate in particolare da giovani che operino in Emilia-Romagna. Le opere premiate saranno aggiunte all’ampia collezione d’arte della Regione, e almeno tre quarti dei “premi-acquisto” saranno riservati ad artisti che non abbiano compiuto il quarantesimo anno di età. Per il 2020 saranno assegnati 36 premi-acquisto, dell’importo di 4.950 euro ciascuno, al netto delle imposte di legge.
“La Regione Emilia-Romagna, anche per fare fronte all’emergenza causata dall’epidemia Covid 19, intende sostenere tra gli altri il settore delle arti visive, particolarmente colpito a causa della chiusura temporanea delle gallerie d’arte e dalla sospensione e annullamento delle fiere e delle mostre d’arte, nazionali e internazionali. In particolare, rivolgiamo l’attenzione ai giovani artisti che operano nel territorio regionale- spiega l’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori-. Queste acquisizioni andranno a incrementare una collezione di opere d’arte, di proprietà della Regione Emilia-Romagna, formatasi nei decenni precedenti. La Regione ne garantirà la fruibilità, rendendole disponibili attraverso la digitalizzazione, con esposizioni in spazi aperti al pubblico nelle proprie sedi, attraverso eventi o anche con un’eventuale concessione ad altre istituzioni pubbliche, che ne garantiscano analoghe modalità di utilizzo. Questo provvedimento arricchisce un insieme di misure già assunte a favore degli artisti della regione: Viralissima, i concerti per gli Invisibili, il finanziamento a dodici produzioni di teatro e danza, il sostegno straordinario alle produzioni audiovisuali; che si completeranno con i contributi alle imprese creative di prossima assegnazione”.
Per la selezione degli artisti meritevoli di assegnazione, la Giunta ha incaricato una giuria formata da tre esperti di riconosciuta competenza. Si tratta di Gloria Bartoli, vicedirettrice artistica di Arte Fiera, Walter Guadagnini, docente di Storia dell’arte contemporanea e di Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria. La Giuria ha già definito i requisiti di partecipazione e i criteri per la selezione di artisti e opere d’arte, che sono stati integralmente recepiti nell’invito a presentare le candidature.


Per saperne di più
I premi-acquisto potranno essere assegnati ad artisti operanti in Emilia-Romagna, in possesso della cittadinanza italiana o di altro Stato dell’Unione europea. Per operanti in regione, si intendono gli artisti e le artiste che abbiano il proprio studio professionale in Emilia-Romagna alla data di pubblicazione del bando o, in alternativa, che siano nati o si siano formati artisticamente in Emilia-Romagna, con una presenza attiva nel contesto artistico regionale per committenze ottenute o per presenza in mostre presso musei, gallerie, fondazioni e associazioni d’arte nel territorio regionale. I premi-acquisto potranno essere assegnati sia ad artisti singoli che a collettivi che operino in una o più delle seguenti forme d’arte: pittura, disegno, scultura, fotografia, videoarte. La candidatura dovrà essere presentata, corredate dei documenti richiesti, dalle ore 10 di lunedì 19 ottobre alle ore 13 di martedì 3 novembre 2020 tramite posta elettronica certificata all’indirizzo:
. La selezione avverrà sulla base del curriculum vitae dell’artista nonché delle immagini delle opere presentate contestualmente alla candidatura. Il bando è pubblicato sui siti internet della Regione e dell’Istituto dei beni artistici, culturali e naturali (Ibacn), nonché sui portali tematici regionali in materia di cultura e politiche giovanili ai seguenti indirizzi: www.regione.emilia-romagna.it/la-regione/avvisi ; https://ibc.regione.emilia-romagna.it/avvisi-e-bandi ; https://arte.emiliaromagnacreativa.it/finanziamenti/legge-37-1994/ ; www.giovazoom.emr.it/bandi
Per richiedere ulteriori informazioni è disponibile l’indirizzo e-mail: .

Pubblicato il 19 ottobre 2020

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Confindustria Emilia-Romagna: “Rimbalzo migliore delle attese, ma ripresa lenta ”

 congiontura economica

La crisi prodotta dalla pandemia da coronavirus e delle misure di protezione adottate ha provocato un terribile shock e colorato di rosso intenso l’economia, tanto da determinare la più profonda caduta della produzione mai sperimentata. L’accesso ai mercati esteri ha permesso in parte di contenere la tendenza negativa. Dopo la discesa del 10,4 per cento nel primo trimestre 2020, nel secondo il volume della produzione è crollato del 19,4 per cento. Questo emerge dall’indagine congiunturale relativa al secondo trimestre 2020 sull’industria manifatturiera, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo. Il volume della produzione delle piccole e medie imprese dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna si è ridotto di un quinto (-19,4 per cento) rispetto all’analogo periodo del 2019, raddoppiando la perdita del trimestre precedente (-10,4 per cento). Il valore delle vendite è diminuito del 19,3 per cento, mentre il fatturato estero ha mostrato una migliore tenuta e ha contenuto la correzione (-13,7 per cento), pur con una maggiore velocità di caduta. Uno sprazzo di luce si può individuare nel processo di acquisizione degli ordini, che ha subito una flessione tendenziale del 16,7 per cento, rispetto al - 9,5 per cento del trimestre precedente. La tendenza recessiva è chiara, ma più contenuta e lascia quindi trasparire la speranza che a un brusco stop possa far seguito una ripartenza Anche gli ordini pervenuti dall’estero hanno accusato un calo (-10,8 per cento) dopo essersi ridotti del 4,6 per cento nel trimestre precedente. Il grado di utilizzo degli impianti conferma gli effetti del lock down sull’attività e si è attestato al 62,5 per cento, ben inferiore al 76,5 per cento riferito allo stesso trimestre dell’anno precedente. Il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini è risultato pari a 8,8 settimane, con un lievissimo aumento rispetto al dato del trimestre precedente (8,3 settimane), che tiene conto della minore capacità produttiva in tempo di Covid. L’arretramento è evidente in tutti i settori industriali. Ovunque, il fattore export ha contenuto in parte gli effetti negativi. L’industria alimentare ha fatto segnare un passo indietro, anche se è il più contenuto tra tutti i comparti: il fatturato si riduce dell’8,4 per cento sostenuto dalla maggiore tenuta del mercato estero (-5,7 per cento), per la produzione il calo è sensibile (-8,0 per cento), ma per gli ordini minore (-6,2 per cento), ancora grazie anche alla componente estera (-4,5 per cento). Chi sta molto peggio è il sistema moda: crollo del fatturato totale (-32,4 per cento) ed estero (-19,0 per cento), della produzione (-31,2 per cento) e degli ordini (-26,8 per cento). La recessione è stata particolarmente sensibile anche per l’industria del legno e del mobile: la discesa del fatturato ha raggiunto il 27 per cento, con un arretramento in linea per produzione (-26,1 per cento) e ordini (-26 per cento). Va meglio l’industria metallurgica e delle lavorazioni metalliche: il fatturato si è ridotto del 20,4 per cento (migliore tenuta all’estero -14 per cento). La produzione ha seguito lo stesso andamento negativo (-19,9 per cento). Il processo di acquisizione degli ordini complessivi ha confermato la caduta (-19,5 per cento), con maggiore resistenza della componente estera (-11,5 per cento).

L'occupazione
L’ampio aggregato delle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto ha subito pesantemente le conseguenze della pandemia: con flessione simile per fatturato (- 17,1 per cento) e produzione (-17,3 per cento), appena inferiore per gli ordini (-13 per cento). Anche l’evoluzione congiunturale del gruppo eterogeneo delle “altre industrie” (chimica, farmaceutica, plastica e gomma e trasformazione dei minerali non metalliferi, ovvero ceramica e vetro) testimonia la recessione. Segno meno per fatturato (-21,9 per cento, quello estero - 15,8 per cento), produzione (-23,5 per cento) e ordini (-21 per cento). Riguardo alla dimensione d’impresa, nel secondo trimestre 2020 la flessione è stata generalizzata, ma l’andamento congiunturale per fatturato, produzione e ordini è risultato meno grave al crescere della struttura aziendale. In particolare, la produzione è scesa di più (-21,8 per cento) per le minori, poi per le piccole (-19,6 per cento) e infine per le medio-grandi (-18,4 per cento). Sulla base dei dati del Registro delle imprese, quelle attive dell’industria in senso stretto a fine giugno risultavano 43.964 (pari all’11 per cento del totale), con una diminuzione corrispondente a 613 imprese (-1,4 per cento) rispetto all’anno precedente.
La velocità della riduzione è aumentata rispetto al -1,2 per cento del secondo trimestre 2019, nuovo massimo degli ultimi tre anni. Riguardo alla forma giuridica, sono aumentate di poco le società di capitale (+1,0 per cento, +174 unità), grazie all’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata che ha invece determinato un effetto negativo sulle società di persone (-352 unità, -3,8 per cento). Le ditte individuali hanno subito una nuova e più ampia flessione (-420 unità, -2,4 per cento).
Secondo l’indagine Istat, l’occupazione dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna ha chiuso il secondo trimestre con un notevole passo indietro, scendendo a quota 516.176 (-8,1 per cento), con una perdita pari a quasi 46 mila unità rispetto allo stesso periodo del 2019, raddoppiando la velocità della discesa dei tre mesi precedenti. Nel trimestre il risultato negativo è da attribuire all’ampio calo degli occupati alle dipendenze, risultati quasi 473 mila con una riduzione del 7,9 per cento, pari a oltre 40 mila unità, al quale si è aggiunto il più rapido ripiegamento dell’occupazione autonoma, scesa del 10,7 per cento fino a poco più di 43 mila unità. Ancora in base ai dati Istat relativi al commercio estero regionale, riferiti alle esportazioni effettuate da tutte le imprese che svolgono le operazioni doganali in regione, e quindi tracciano un quadro leggermente rispetto all’indagine congiunturale, nel primo semestre del 2020 si evidenzia una brusca inversione della forte tendenza positiva delle vendite all’estero dell’Emilia-Romagna avviata con l’inizio del 2017 e che aveva già subito un rallentamento a fine 2019.

Industria manifatturiera
Le esportazioni di prodotti dell’industria manifatturiera sono risultate pari a quasi 27.595 milioni di euro e hanno fatto segnare una caduta del 14,2 per cento, che non ha precedente riscontro se non con quella riferita alla crisi del 2009. Peraltro, il segno rosso non ha prevalso in tutti i settori considerati, anzi, alcuni hanno ottenuto incrementi notevoli. Il principale contributo positivo è venuto dall’aumento dell’export delle altre industrie manifatturiere (+6,5 per cento), dovuto a un exploit (+43,8 per cento) dell’industria del tabacco. Seguono l’industria alimentare e delle bevande (+2,4 per cento), chimica, farmaceutica e materie plastiche (+0,7 per cento), trainata dai prodotti farmaceutici (+38 per cento) avvantaggiati dalla pandemia. In difficoltà invece tutti gli altri settori con alcune differenze: tengono meglio le vendite estere dell’industria della lavorazione di minerali non metalliferi, ovvero ceramica e vetro (-13,3 per cento) e quelle dell’industria delle apparecchiature elettriche, elettroniche, ottiche, medicali e di misura (-17,8 per cento). Le vendite dell’industria della metallurgia e dei prodotti in metallo hanno ceduto il 21,2 per cento. Hanno pesato particolarmente sul risultato totale la caduta dell’export di moda (-20,4 per cento), mezzi di trasporto (-23,3 per cento), macchinari (-18,5 per cento). Per quanto riguarda le destinazioni, il calo è ovunque: dall’Europa come mercato centrale per l’export regionale (-13,5), con la punta negativa in Spagna (-24,4), all’Africa (-21,2 per cento), all’Asia (-15, 6 per cento) con estremi per Cina (-24,8 per cento) e India (-31,7 per cento), ai mercati Americani (-14,5 per cento) con gli Usa (-13,9 per cento). «La pandemia ha determinato una crisi economica senza precedenti come è evidente dai numeri della prima metà dell’anno, caratterizzata dalla fase di lockdown – afferma il Presidente di Unioncamere Emilia-Romagna Alberto Zambianchi – Nelle ultime settimane alcuni dati congiunturali diffusi dall’Istat portano il segno positivo, a sottolineare come il punto di caduta più basso per alcune variabili – come l’export o il PIL - sia stato già superato. Per altre, come l’occupazione, occorrerà attendere i prossimi mesi per comprenderne meglio le dinamiche. È difficile delineare uno scenario di previsione. Più efficace descrivere la fase che stiamo vivendo, una curva in rapida discesa seguita da una crescita più lenta e graduale, che ci riporterà al valore precedente del PIL in alcuni anni. La pandemia ha accelerato e reso irreversibili alcune dinamiche in atto, proiettandoci in uno scenario dove i fattori che rendono le imprese competitive vanni ricercati nella presenza sui mercati esteri e, in misura ancora superiore, nel grado di digitalizzazione. Il digitale sta rivoluzionando l’architettura delle filiere e della logistica, sta cambiando il modo di produrre e il modo di lavorare, di consumare, di vivere. Sta plasmando un nuovo contesto competitivo, ricco di insidie e, al tempo stesso, di opportunità che si possono cogliere solo se si ha consapevolezza del dove si vuole andare. In Emilia-Romagna, ciò significa soprattutto pensare politiche in grado di declinare in maniera innovativa crescita economica e coesione sociale, i due pilastri del modello di sviluppo regionale. Il nuovo patto per il lavoro e per il clima proposto dalla Regione rappresenta la sede più idonea per progettare l’Emilia-Romagna del futuro. Le Camere di commercio sono pronte a dare il proprio contributo». Dopo il ritorno alla crescita emerso a marzo, prosegue l’aumento dei prestiti alle imprese dell’Emilia-Romagna, che a giugno hanno registrato un ritmo di sviluppo del 3,7% a/a − secondo l’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo − (dal +0,2% a/a di marzo e -0,6% di fine 2019, variazioni corrette per le cartolarizzazioni). Questo andamento è sostenuto dagli interventi a supporto della liquidità e del credito, quali le moratorie e i prestiti con garanzia pubblica. Dopo aver interessato in una prima fase soprattutto le grandi imprese, la crescita successivamente si è estesa alle imprese di minori dimensioni (+2,5% a/a). Si osserva che la ripresa ha interessato i prestiti all’industria, la cui dinamica annua si è rafforzata a +4,3% a/a a giugno, dal -2,2% di fine 2019 (variazioni calcolate su volumi al netto delle sofferenze). La crescita è proseguita nei mesi successivi. I dati relativi alle operazioni garantite arrivate al Fondo centrale per le PMI mostrano che al 1° ottobre l’Emilia-Romagna ha espresso un totale di oltre 100mila operazioni per un importo finanziato di 8,9 miliardi, un flusso in aumento dell’80% rispetto a inizio luglio. Di queste operazioni, 84mila riguardano prestiti fino a 30mila euro, pari a un importo finanziato di 1,6 miliardi. Oltre il 60% del complesso dei prestiti garantiti dal Fondo centrale per le PMI si è originata in quattro province: Bologna con volumi per poco meno di 2 miliardi, Modena con 1,6 miliardi, Reggio Emilia e Parma con oltre 1 miliardo ciascuna. Seguono, in base agli importi finanziati, Forlì-Cesena e Ravenna con circa 800 milioni ciascuna, Rimini e Piacenza con circa 600 milioni, e Ferrara con 400 milioni. Rispetto a inizio luglio, nelle quattro province col maggior numero di operazioni gli importi sono aumentati dell’85% a/a.

Acquisto abitazioni
D’altro canto, è proseguito il rallentamento dei prestiti alle famiglie consumatrici, emerso da marzo, con una crescita scesa a +1,5% a/a dal +2,3% a/a di marzo e 3,1% di fine 2019 (variazioni corrette per le cartolarizzazioni), in particolare per la brusca caduta del credito al consumo a seguito del calo di domanda di beni durevoli. I finanziamenti per acquisto abitazioni hanno mostrato una miglior tenuta, evidenziando un moderato rallentamento dello stock, a +2,7% a/a in Emilia-Romagna, dal 2,9% di marzo, dopo la ripresa osservata nell’ultima parte del 2019 fino al +3,2% a/a di dicembre (dati relativi ai prestiti escluse le sofferenze). Inoltre, nel 2° trimestre, i flussi lordi di mutui residenziali hanno mostrato un rimbalzo, dopo il calo del trimestre precedente. Tra le province, si sono osservati andamenti misti dello stock di mutui, con una prevalenza di rallentamenti in quattro province, in particolare a Modena (dal +2,6% di marzo al 2,0% di giugno), Parma (dal 2,0% all’1,6%), Piacenza (dall’1,1% allo 0,6%) e Ferrara (dall’1,7% all’1,4%). Stabili i tassi di crescita di altre tre province, tra cui Bologna cui spetta ancora una volta la dinamica massima, pari a 4,1% a/a, seguita da Forlì-Cesena e Reggio Emilia che, col 3,7% e 3,5% rispettivamente, hanno confermato le buone dinamiche precedenti. Ravenna conferma l’andamento del 2019 dopo un dato anomalo a marzo (+1,1% a/a a giugno). In rafforzamento, all’opposto, il ritmo di Rimini dal +2,9% di marzo al 3,3%).

La qualità del credito migliora
Nonostante gli impatti economici negativi della pandemia, la qualità del credito continua a migliorare in regione. Nel 2° trimestre 2020 il tasso di deterioramento dei prestiti è risultato in calo, raggiungendo un nuovo minimo per il totale dei finanziamenti a residenti dell’Emilia-Romagna, a 1,2%. Tra le componenti, si è ridotto anche l’indice riferito alle società non-finanziarie della Regione, sceso a 1,4%, sotto la media nazionale di 1,6%. Per le famiglie consumatrici, il tasso di deterioramento dei prestiti è rimasto circa stabile attorno allo 0,8%, in linea con i tre trimestri precedenti. Inoltre, l’incidenza delle sofferenze sul totale dei prestiti si è ridotta a giugno e luglio, anche per effetto dell’aumento del denominatore. In Emilia-Romagna le sofferenze delle imprese sono scese a luglio al 6,3% del totale dei prestiti al lordo delle rettifiche di valore, 1 punto percentuale in meno di marzo-aprile. L’incidenza delle sofferenze resta più bassa della media nazionale (6,7% a luglio 2020). In sintesi, sinora è proseguita la riduzione dei rischi creditizi, nonostante la forte recessione registrata nel primo semestre. Tuttavia, a seguito della fase economica negativa causata dalla pandemia, è atteso in prospettiva un peggioramento della qualità del credito, sebbene mitigato, tra l’altro, dalle politiche di sostegno messe in atto a favore delle imprese e delle famiglie.

Pubblicato il 18 ottobre 2020

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