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Notizie Varie

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8 Marzo a Luna Stellata: siglato patto di amicizia tra imprenditrici e mamme

 Imprenditrici alla Luna Stellata

Mimose da donne a donne con una promessa di aiuto per quelle che stanno attraversando un momento di difficoltà.
In occasione dell’8 marzo una delegazione di imprenditrici piacentine, la presidente del Terziario Donna di Confcommercio Piacenza, Nadia Bragalini, e la sua vice Giacomina Zanelli, ha omaggiato di fiori le mamme della comunità “Luna Stellata”, un gesto per siglare l’inizio di una nuova amicizia con le giovani madri, donne con un vissuto drammatico, che stanno compiendo un difficile percorso riabilitativo per liberarsi dalla schiavitù della dipendenza da sostanze.
Al momento la struttura, che è gestita dall’associazione “La Ricerca”, ne accoglie dieci con i loro bambini (undici in tutto). Alcune di loro sono vicine al traguardo e quindi prossime a iniziare una vita autonoma.
“Per ricominciare daccapo dovranno poter lavorare, per questo sono in cerca di un’occupazione, quel che garantirà loro indipendenza, una casa, una vita serena con i loro bambini - ha spiegato la responsabile della comunità Loretta Volta - un semplice tirocinio significherebbe già tanto”.

Pubblicato il 9 marzo 2021

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Guardando il mondo. Gad Lerner a Cives

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Il corso Cives in collaborazione con il Laboratorio di Mondialità Consapevole, ha ospitato Gad Lerner il noto giornalista italiano nato a Beirut e di origini ebraiche; ed è proprio da questo fondersi di culture che nasce la profonda sensibilità di Lerner come saggista ed opinionista. Dalle sue esperienze di uomo e da quelle professionali, sono nate le considerazioni della lezione aperta al pubblico, numeroso nella connessione via internet.

Guardando il mondo dallesperienza personale

Mi sento il prodotto molto fortunato di diversi cicli demigrazione, la mia famiglia, a cominciare da mio nonno, si è trasferita dallUcraina verso la Palestina e poi mio padre in Libano ed in Siria. Successivamente, a causa delle difficoltà legate al vivere in un paese arabo per una famiglia ebraica, alcuni tornarono in Palestina ed altri per lavoro si trasferirono in Italia. Un lungo viaggio che ci ha visto sopravvivere allo sterminio tedesco e obbligato ad esodare per i conflitti mediorientali. Per questo quando si parla di fenomeno migratorio mi viene spontaneo mettermi nei panni di chi è sopravvissuto. Quando sono arrivato in Italia mi sono integrato senza troppe difficoltà, altre persone si erano spostate soprattutto allinterno del territorio italiano tra sud e nord ed esisteva un processo di fusionalità che ti faceva sentire di avere un destino comune, faceva di te uno tra gli altri ed io, pur essendo un apolide, ero perfettamente inserito ed accolto nel tessuto sociale. Ma ad un certo punto ho avvertito che il clima era cambiato e tornava importante la razza” e lidentità religiosa, nel contrapporsi dei nazionalismi si rigettavano i flussi migratori, si esaltavano le diversità pur essendo costretti alla convivenza”.  

Guardando al mondo da giornalista

Come giornalista mi sono occupato delle problematiche mediorientali e di quelle del territorio africano, rendendomi conto che abbiamo sottovalutato molte situazioni allarmanti come lassalto jihadista nei primi anni novanta in Algeria conclusosi con una carneficina, così come la pulizia etnica nellex Jugoslavia, tutti sintomi del risveglio di antichi rancori che contrapponevano miti e stereotipi del passato riaprendo antiche ferite perpetuatesi nei secoli, cicatrici che tornavano a sanguinare. Nei miei viaggi, dai Balcani alla Turchia sino al Libano e ad Israele, quello che incontravo era spesso un paradosso, città distanti meno di 200 km come Beirut e Tel Aviv, lontane dal punto di vista religioso e culturale ma vicine nella libertà dei costumi, nellespressione della giovinezza con caratteri di cosmopolitismo seppur cristallizzati nella separazione ideologica. E poi lAfrica: allontanandomi dal turismo di lusso ed entrando nella bolgia delle megalopoli africane, in un mondo dove letà media varia dai 15 ai 18 anni come in Uganda ed in Nigeria, ho trovato una feroce povertà e capito quanta inerenza ci sia tra quel mondo, a volte disumano, e le esperienze di casa nostra, prima di tutto il problema migratorio; non ci si può illudere che confrontandosi con simili questioni, la separazione ci preservi e ci salvi. Immaginando di piegare il mondo alla superiorità economica, tecnologica e militare dei paesi ricchi, si creano imprevisti e relazioni pericolose, laceranti e drammatiche. Investendo sulla rabbia dei deboli, si suscitano reazioni innatese. Immaginando un predominio dei forti, si strumentalizza la rabbia dei più poveri. Il rischio di tutto ciò è quello di arrivare ad un nuovo separatismo, che avrà conseguenze nel lungo periodo come già la storia ci ha insegnato. Il mondo è tutto intorno a noi, non è necessario guardare lontano. Ideologie naziste, fasciste e razziste si ripropongono come piante infestanti con malevola insidia”.

Il mondo dei ricchi

Ein corso un tentativo un po' maldestro di costituire un nuovo ordine mondiale, nuovi sistemi di alleanze dove oriente e occidente si mescolano per contrastare la competizione dei nascenti colossi economici come la Cina. Una nuova società che non ha più nulla a che fare con il modello liberale, democratico e pluralista, lidea che la pace e la stabilità mondiale si possa creare solo attraverso un accordo tra i forti che schiacciano i deboli e calpestano le minoranze e i diritti umani fa sì che alcuni si spingano sino a desiderare una sospensione della democrazia in nome di una pace mondiale. Le geografie, così importanti nel passato per determinare alleanze e potere, oggi non contano più nulla. Loro nero ha consentito di costruire nei luoghi più inospitali del pianeta paradisi e città energivore, sfruttando manodopera in condizioni di schiavitù e dando vita ad una nuova forma di capitalismo finanziario. Sono i forti che devono mettersi daccordo e fronteggiare le minacce e non sempre i forti sono rappresentati dagli Stati ma più spesso dalle multinazionali. Le problematiche sorte recentemente con la distribuzione dei vaccini ed il rifiuto di pensare alla possibilità di una deroga ai brevetti per dare la possibilità anche ai paesi più poveri di produrre gli immunizzanti dimostra che la regola dei profitti è più forte del senso di umanità e della volontà di protezione del genere umano, come se limmunità di gregge potesse realizzarsi solo proteggendo la minoranza più ricca”. 

Pubblicato il 9 marzo 2021

Stefania Micheli

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Non puoi permetterti un baby-sitter? Arriva l’operatore familiare

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Li chiamano “operatori familiari”: come i baby-sitter porteranno sollievo alle famiglie nell’accudimento dei figli piccoli, in più svolgeranno un compito educativo. Verranno istruiti per dare una mano soprattutto a quei genitori single, si pensa in particolare a giovani madri che lavorano o disoccupate in cerca di occupazione, che un baby-sitter non possono permetterselo e neppure possono contare sull’aiuto di un familiare. A reclutarli in questi giorni, occupandosi anche della loro formazione, è l’associazione Epikurea, ideatrice del progetto ad hoc “Diamocimodo Flo”, dove “Flo” sta per “Figli, lavoro, opportunità”.

Lavoro ideale per giovani in cerca di un’occupazione

“Pensiamo a giovani, dai 18 anni in su – spiegano i fondatori dell’aps piacentina, Simona Tonini e Roberto Provenzano Forti -, in particolare studenti universitari che vogliono mettersi in gioco in percorsi lavorativi nel tempo libero e ricevere formazione gratuita inerente l'accudimento. Gli interessati possono contattarci via email o telefonicamente al cell 3713343761”. Stesso contatto possono prenderlo anche i genitori che necessitano del loro aiuto e ai quali l’associazione potrà devolvere un contributo economico su base ISEE necessario per far fronte al compenso dovuto all’operatore familiare. Una soluzione resa possibile grazie al fatto che il progetto è finanziato dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Il percorso formativo per gli operatori familiari (la frequenza è gratuita) è stato strutturato con esperti dell’associazione La Ricerca. Coordinato da Anna Papagni, storica operatrice della onlus fondata da don Giorgio Bosini e referente dei Gruppi di auto-mutuo.aiuto, prevede tre appuntamenti di gruppo in cui verranno espresse, raccolte e finalizzate esperienze personali e argomenti inerenti la cura, e un seminario tenuto da una psicologa dell'età evolutiva.
Gli aspiranti operatori familiari impareranno anche a gestire l’accudimento a distanza potendo inoltre frequentare 3 lezioni video sul come approcciare una relazione operatore familiare/bambino in videochat: “Si parlerà della strutturazione del set – spiega Roberto, che è anche ideatore e conduttore di programmi radio e tv-, del linguaggio verbale e non, dell'approccio, della tecnologia e della strutturazione di un dedicato al gioco. Poi seguiranno prove pratiche”.

Pubblicato il 4 marzo 2021

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Ostensione Ecce Homo, due opere piacentine vincono i concorsi di fotografia e pittura

Foto premiata banca piacenza

Le piacentine Alessandra Podrecca (con la foto “Nuova vita in Cristo”) ed Elena Cavanna (con l’opera “Ferite dinamiche”) sono le vincitrici, rispettivamente, dei concorsi di fotografia e di pittura che la Banca di Piacenza ha bandito in occasione dell’Ostensione a Palazzo Galli dell’Ecce Homo di Antonello da Messina. Hanno prevalso su alcune centinaia di fotografie e dipinti arrivati da tutt’Italia e anche dall’estero (Russia e Portogallo), a decretare un successo inaspettato dell’iniziativa.
Nel primo caso, la giuria ha premiato la rappresentazione del passo del Vangelo di Giovanni nel quale Pilato consegna ai sacerdoti, dopo averlo fatto flagellare, Gesù, con la forza inaudita del suo amore per gli altri espressa da Alessandra Podrecca attraverso le mani di un bimbo, simbolo di purezza e speranza.
Il quadro di Elena Cavanna ha invece prevalso su tutti gli altri “per la sapiente capacità - si legge nella motivazione della giuria - di tradurre il pathos dell’Ecce Homo in un’immagine al limite dell’astratto, con pennellate dinamiche e vibranti che suggeriscono un volto che si confonde con una croce”.
Per la sezione fotografia, secondo posto assegnato ad Angelo Carmisciano di Mantova (“Kenosis”, il titolo del lavoro presentato); terzo gradino del podio per Giuseppe Balordi con “Auschwitz: Ecce Homo XX Secolo”.
Nel concorso di pittura, seconda posizione a Paola Ricchiuti di Bergamo con il soggetto “Ecce Homo-La fonte prima” e terzo posto per Lucia Caprioglio di Torino con il quadro “Ecce Homo, un solo volto due espressioni: dolore e serenità”. Una menzione speciale è stata riconosciuta dalla giuria ai dipinti realizzati da Valeria Gai di Formello (Roma), Maria Nesterova di San Pietroburgo (Russia), Emilio Sgorbati di Agazzano e Irene Vacca di Roma, che riceveranno una pergamena.

Foto 2 premiata banca piacenza

Nelle foto, in alto la fotografia premiata; sopra, il quadro premiato al concorso indetto dalla Banca di Piacenza.


Le commissioni chiamate a giudicare i lavori in gara erano presiedute dal vicedirettore generale della Banca Pietro Boselli, coadiuvato (per il concorso fotografico) da Giorgio Braghieri, presidente della Fondazione Opera Pia Alberoni e Patrizio Maiavacca, del Gruppo fotografico Idea Immagine; e - per il concorso di pittura - da Umberto Fornasari, della Fondazione Opera Pia Alberoni e Alessandro Malinverni, storico dell’arte e Conservatore del Museo Gazzola.
All’iniziativa hanno dato seguito, com’è noto, anche alcune scuole primarie, fra le quali si è particolarmente distinta l’Elementare Sant’Orsola, ai cui alunni andrà una medaglietta che ricorda l’Ostensione dell’Ecce Homo a Palazzo Galli, dove si svolgerà la cerimonia di premiazione (la data sarà comunicata in seguito). Questi i premi che verranno consegnati: per il concorso fotografico, una Mirrorless Canon EOS M50 (1° classificato), una action camera GoPro Hero 9 (2° classificato) e un Drone Dji Tello Boots Combo (3° classificato); per il concorso di pittura, al vincitore una Mirrorless Canon EOS M50; altri premi per il podio, un cofanetto Caran d’Ache 80 colori Museum e un temperamatite in metallo Edizione standard Caran d’Ache. A ricordo, prevista la consegna a tutti i concorrenti di un attestato di partecipazione.

Pubblicato il 9 marzo 2021

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Rinnovato il protocollo per il sostegno agli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento

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Sempre più strumenti in campo per favorire il successo scolastico di alunni e studenti che hanno particolari difficoltà ed esigenze: da chi deve misurarsi quotidianamente con problemi di lettura, scrittura e calcolo (i Dsa, Disturbi specifici dell’apprendimento) a chi necessita di un’attenzione particolare durante il percorso formativo, per motivi diversi (e rientra nei Bisogni educativi speciali, Bes). A chi, soprattutto, ha una certificazione in base alla legge 104/92. Tutte condizioni che possono compromettere l’esperienza scolastica di alunni e alunne, di ogni età. Per venire incontro a questi bisogni e favorire un percorso sereno, ricco di relazioni, all’insegna dell’inclusione e della realizzazione sui banchi e nelle aule, c’è l’impegno congiunto di Regione Emilia-Romagna (Direzione generale Cura alla Persona, Salute e Welfare) e Ufficio scolastico regionale, che rinnoveranno per tre anni uno specifico Protocollo, approvato nell’ultima seduta di Giunta.
“L’Emilia-Romagna - spiegano gli assessori alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, e alla Scuola, Paola Salomoni - era già una Regione all’avanguardia da questo punto di vista, tanto che il primo Protocollo d’intesa è stato siglato nel 2009, per essere poi periodicamente rinnovato e integrato. In base a questi accordi- proseguono gli assessori - è stato svolto con l’Ufficio scolastico regionale un lavoro integrato interistituzionale, multiprofessionale e interdisciplinare per aiutare gli allievi con esigenze particolari. Ora si è deciso di fare un ulteriore passo avanti, attraverso il rinnovo delle linee di programmazione integrata: tutti- concludono Salomoni e Donini - hanno diritto a un percorso scolastico soddisfacente e positivo, a maggior ragione chi parte in situazione di svantaggio”. “Con il rinnovo dell'intesa - afferma il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna, Stefano Versari - prosegue la collaborazione interistituzionale sui diversi temi dell’integrazione scolastica di alunni con disabilità, con particolare riferimento alla necessità di potenziare e valorizzare la formazione per il personale scolastico. Il Comitato Paritetico istituito dal Protocollo - conclude Versari - rappresenta un luogo significativo di confronto e di scambio tra scuola e sanità, condividendo linguaggi e azioni, con una programmazione resa ancor più rilevante in un momento di complessità che chiede alla comunità intera un passo da ‘maratona’ per fronteggiare le sfide del lungo periodo per garantire l’inclusione”.

Gli obiettivi del Protocollo

Tra gli obiettivi del Protocollo, c’è l’impegno a condividere le modalità di individuazione, programmazione, definizione e monitoraggio degli interventi per l’integrazione e l’inclusione scolastica degli alunni in situazione di disabilità (legge 104/92), con Disturbi specifici di apprendimento (legge 170/2010), con difficoltà intellettive, sindromi di varia origine, gravi problemi comportamentali e/o in particolari condizioni psicologiche o di salute fisica non certificabili, ma che incidono sugli apprendimenti scolastici e sulla qualità della vita dei bambini e dei ragazzi e delle loro famiglie. Particolare evidenza, all’interno del Protocollo, assumono i percorsi di certificazione (legge 104/92) per l’integrazione scolastica di alunni in situazione di disabilità, la segnalazione scolastica per alunni con Disturbi specifici di apprendimento, le modalità di potenziamento del supporto e dell’approccio psico-educativo per specifiche categorie di diagnosi (ad esempio, i disturbi dello spettro autistico, l’Adhd, ossia il Disturbo da deficit di attenzione/iperattività). Ancora, la condivisione di percorsi di formazione del personale, sia sanitario e assistenziale, sia scolastico, per meglio affrontare le complessità dei bambini, dei ragazzi e dei giovani. Responsabile dell’attuazione del Protocollo il Comitato Paritetico, che sarà composto – in modo da garantire un’equa partecipazione delle parti – da 3 esperti referenti dell’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna e 3 referenti della Direzione generale Cura alla Persona, Salute e Welfare, con il compito di definire le azioni da intraprendere da parte delle strutture di riferimento. Il Comitato avrà quindi il compito di individuare e programmare le azioni, avvalendosi anche della collaborazione di esperti su tematiche specifiche. Il Protocollo esclude la possibilità, all’interno delle scuole di ogni ordine e grado, di “somministrare” test o questionari per la valutazione dello stato psichico, emozionale e comportamentale degli alunni. Nel caso in cui gli insegnanti riscontrino modalità relazionali o comportamentali che possono pregiudicare il percorso scolastico degli studenti, è loro compito condividerlo con i genitori e informarli su come accedere alla valutazione sanitaria. Per sostenere gli obiettivi del Protocollo, l’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagnarileverà le richieste e le segnalazioni di difficoltà che arrivano dalle scuole e dalle famiglie – per quanto si riferisce al percorso didattico – e si adopererà per il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche nella progettazione e realizzazione delle azioni operative individuate, con le modalità di intervento che di volta in volta si renderanno necessarie. La Direzione generale Cura alla persona, Salute e Welfaredella Regione Emilia-Romagna assicurerà l’apporto delle competenze per gli interventi dei servizi territoriali, garantendo inoltre i collegamenti necessari con altre strutture regionali.

Per quanto riguarda, invece, gli alunni certificati in base alla legge 104/92, nelle sole scuole statali della regione (infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado), sono passati dai 17.530 dell’anno scolastico 2018/2019 (su una popolazione complessiva di 549.148 tra bambini e ragazzi, 3,1%) ai 18.981 dell’anno scolastico 2019/2020 (su un totale di 548.606 alunni, 3,4%), fino ai 19.470 dell’anno scolastico 2020/2021 (su 547.187, 3,5%). Secondo i dati forniti dall’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna, nell’anno scolastico 2018/2019 su una popolazione scolastica complessiva di 615.547 alunni, i casi accertati di Dsa, tra istituti statali e paritari, erano 29.812, il 4,8% del totale (la rilevazione dei Dsa avviene con cadenza biennale).

Pubblicato il 4 marzo 2021

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