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Notizie Varie

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Il ricco dicembre delle scuole Fism

CASALGGIO PROCESSIONE DI LUCI 1 copia

Facciamo un salto indietro, sfogliando l'album dei ricordi dell'Avvento. Le scuole dell’infanzia Fism della diocesi – la rete di realtà che nascono dal mondo ecclesiale – si sono preparate al Natale con una ricca attività rivolta ai bambini che, nel contempo, ha coinvolto anche i genitori in un percorso educativo di riflessione e lotta alla cultura dello scarto.


In particolare, è stata accolta con entusiasmo la proposta della Processione di Luci nel tempo di Avvento. Nella piccola comunità di Casaliggio, i bimbi che frequentano la scuola dell'infanzia e il micronido San Giovanni Battista e le loro famiglie si sono trovati nel cortile della parrocchia, per poi sfilare lungo le vie all'interno della frazione, e rientrare in cortile (nella foto in alto). I piccoli - una cinquantina, tra scuola materna e micronido - indossavano bracciali luminosi, mentre i genitori e gli adulti della comunità che hanno partecipato alla Cammino di luce tenevano in mano una candela. Vista la numerosa partecipazione, le insegnanti hanno deciso di riproporla ogni anno proprio per mantenere viva la speranza, l'amore e la pace.
A San Nicolò invece la Processione di Luci è stata anticipata e fatta coincidere con la tradizionale festa di San Martino, il primo dei portatori di Luce verso il Natale. Una lunga processione di tante Luci per seguire una Luce, quella di Martino. La scuola “Beata Vergine Addolorata” ha organizzato inoltre in occasione della festa patronale di San Nicola la colletta "Un Dono per te...", portando poi in chiesa i doni. La raccolta – dicono le insegnanti – è stata particolarmente sentita; il numero dei pacchi che si vedono nella foto sotto è solo una parte della grande raccolta destinata poi alla Caritas parrocchiale.

SCATOLE SOLIDALI SAN NICOLO 3 copia


A Vigolzone, le insegnanti della scuola “Orfani di guerra” hanno animato la Veglia d’Avvento trasformando alcune parole importanti – speranza, pace, gioia, amore – in gesti concreti.
La direttrice del Nido Arca di Noé di San Giorgio (nella foto sotto) ha invece incontrato i genitori per un momento di riflessione sul Natale, a cui è seguito uno spazio in cui le famiglie con i bambini hanno costruito insieme la corona dell’avvento dopo aver letto e riflettuto insieme sulla storia delle quattro candele.

NIDO ARCA DI NOEINCONTRO GENITORI SUL NATALE 1 copia

Le “scatole solidali” si diffondono
Alla scuola San Vicenzo de’ Paoli si è riproposta con successo per il terzo anno l’iniziativa delle “scatole solidali”: dentro ciascuna, ogni bambino è stato invitato a inserire qualcosa di caldo, qualcosa di dolce, qualcosa per divertirsi in famiglia e a realizzare un biglietto di auguri. Le scatole sono state donate ai referenti della “Giara”, la Caritas della Comunità pastorale cittadina entro il cui territorio è inserita la scuola materna (nella foto sotto).

SAN LAZZARO SCATOLE SOLIDALI 2 copia

Quella delle “Scatole solidali” è un’idea accolta e rilanciata anche da altre realtà Fism. Alla scuola “Giovanni Rossi” di Pontedell’Olio durante la messa i bambini le insegnanti e le famiglie hanno consegnato dei regali confezionati per le famiglie e le persone in difficoltà (nella foto sotto).

PONTE DELLOLIO SCATOLE SOLIDALI 2 copia
Per il primo anno, anche la scuola “San Francesco” di Castel San Giovanni (nella foto sotto) ha aderito all’idea, anche se visto il successo sicuramente intende riproporla anche in futuro. Una parte dei doni sono stati distribuiti ai ragazzi con disabilità dell'associazione ”Isola che non c'è”, presente a Castel San Giovanni; le altre scatole sono state donate alla Conferenza di San Vincenzo. Sono andati a scuola i volontari e la presidentessa della conferenza che sono allo stesso tempo volontari nella realtà educativa.

CASTEL SAN GIOVANNI SCATOLE SOLIDALI copia


La scuola “Regina della Pace” del quartiere Besurica a Piacenza (nella foto sotto) ha deciso invece di coinvolgere le famiglie della scuola con il progetto “Aiutaci ad aiutare”, una nuova iniziativa in collaborazione con ”Luna Stellata”, la comunità terapeutica della Fondazione La Ricerca per madri tossicodipendenti con figli minori o donne gestanti. “La nostra idea – spiegano le insegnanti - è stata quella di creare una sorta di legame solidale in cui i doni acquistati venivano trasmessi da bambino a bambino e da famiglia a famiglia. L’affetto e la partecipazione dei nostri genitori hanno consentito di raccogliere una grande quantità di materiale scolastico, giochi e abbigliamento ed è sempre grazie a loro che ogni nostra idea e ogni nostro progetto prendono vita. Siamo contente di aver contribuito a rendere il Natale di altri ancora più speciale e magico”.

scuola materna besurica

Pubblicato il 17 gennaio 2025

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Fede e tradizione: benedizione degli animali a Statto

stattochiesa 

La tradizione e il folclore vanno, spesso, di pari passo con i riti religiosi, che esprimono una fede popolare, autentica e semplice da comprendere, perchè derivata dalle pulsioni del cuore: Statto è appunto un “luogo del cuore” , di cui il FAI si è preso carico per tutelarlo dai danni del tempo con una raccolta firme online e presso sedi ad essa dedicate. E la gente, che a questo incantevole pezzo di Italia è legata, si prende cura di mantenere il sottile filo, che lega il passato con il futuro, la fede con la tradizione.
La chiesa di Statto, dedicata a Sant'Antonio Abate, sorge ben in vista, dominando il castello Anguissola e la vallata della Trebbia. La ricorrenza del Santo patrono cade il 17 gennaio, giorno della sua morte, avvenuta in età più che centenaria, ed è occasione per partecipare in modo corale alla sua celebrazione.

Il patrono Sant'Antonio

Sant'Antonio Abate è considerato il patrono della pastorizia e dell'agricoltura e, in un paese a vocazione agricola, è una figura importante di devozione, a cui dedicare la benedizione degli animali. La campagna, in passato, dipendeva sempre dalla presenza e dal lavoro degli animali, coadiutori dell'uomo, e il legame tra le due componenti era stretto.
Nella storia del Santo, nato in Egitto nel 251, il suo eremitaggio lo vede vivere nel deserto e stabilire con gli animali un rapporto di conoscenza, amicizia e rispetto reciproci, tali da consacrarlo a loro protettore.
In tutte le illustrazioni e nella pittura murale sul fondale dell'abside della chiesa di Statto, compare, tra gli altri animali, anche un maialino. Una volta era un simbolo demoniaco, ma, accanto al Santo, acquista dignità come animale domestico, stabilendo un ulteriore legame tra animali e mondo familiare. Un'altra ragione lega Sant'Antonio alla presenza di un porcellino: egli era, infatti, esorcista e guaritore; a lui è collegata la guarigione di un'infezione virale, “il fuoco di Sant'Antonio” (Herpes zoster), che, all'epoca del Santo, veniva curato con l'applicazione di grasso di maiale, che dava sollievo al bruciore provocato dall'infezione sulla cute.
Un altro simbolo legato a Sant'Antonio Abate è il fuoco, che divampa nel falò di gennaio, usanza molto sentita in alcune regioni: Abruzzo, Calabria, Sardegna. La tradizione si rifà alla discesa di Sant'Antonio all'inferno per liberare dalle fiamme i peccatori. Da qui il significato del fuoco come purificazione e vittoria sul peccato.

A Statto un comitato per la chiesa

Il fatto che la chiesa di Statto sia momentaneamente chiusa in attesa di restauro, impegna i parrocchiani ad un'azione ancor più serrata volta alla sua riapertura, si spera imminente.
Quindi il comitato sollecita adesioni alle iniziative intraprese:
• raccolta firme per accedere ai fondi FAI,
• ricerca di donazioni private,
• collaborazione con la curia, attraverso il parroco don Valerio Picchioni, per mantenere
vitale e attivo il culto e costante la partecipazione. A questo scopo si sono mantenute le funzioni religiose all'aperto, durante la bella stagione e la tanto sentita benedizione degli animali in occasione della festa del patrono.

Sabato 18 gennaio la festa patronale

La festa patronale di Statto si terrà sabato 18 gennaio alle ore 15, con la benedizione degli animali, dei panini e del sale, falò, musica e animazione
Chi volessi aderire all'iniziativa  per la chiesa di Statto come “luogo del cuore FAI”, può accedere al link https://fondoambiente.it/luoghi/sant-antonio-abate-in-statto?ldc
Il contributo economico è secondo il proprio coinvolgimento personale e le proprie possibilità.

Nella foto, la chiesa di Statto.

Pubblicato il 17 gennaio 2025

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La musica nei luoghi di cura, nasce «Stelle sonanti»

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È stato battezzato con il suggestivo nome diStelle sonanti” l’inedito viaggio promosso dall'Azienda Usl di Piacenza e dall'associazioneAmici della Lirica di Piacenza in collaborazione con l'Orchestra Dedicata di Parma con l’obiettivo di promuovere concerti con continuità nei luoghi di cura di tutta la provincia.
 “Le linee di mandato presentate nei giorni scorsi dal presidente Michele De Pascale – osserva Paola Bardasi, direttore generale dell’Ausl di Piacenza – ci invitano a mettere il paziente e il suo percorso di cura sempre più al centro della nostra attività, privilegiando una risposta integrata ai suoi bisogni di salute. Ciò prevede il superamento di ogni logica squisitamente prestazionale, l’umanizzazione e la personalizzazione della cura, la gentilezza delle relazioni”.
“La musica negli spazi riservati alla cura – prosegue – non è una novità. Questa Azienda, in passato, aveva strutturato il percorso denominato OspedArte, aperto all’intero spettro artistico. Di recente abbiamo organizzato alcuni concerti nel periodo natalizio. Questi eventi non sono solo un’opportunità per godere della bellezza della musica, ma rappresentano un passo concreto verso un modello di cura più umano, più vicino ai bisogni delle persone. La musica, da sempre, è un linguaggio universale capace di alleviare l’ansia e il dolore, e di restituire speranza anche nei momenti più difficili. Crediamo che l’umanizzazione delle cure sia una componente essenziale della nostra missione. Questo significa andare oltre il semplice trattamento delle malattie, per prenderci cura delle persone nella loro totalità, non solo del sintomo o del corpo. Studi scientifici hanno dimostrato che la musica ha effetti positivi sul benessere psicofisico, riducendo lo stress, migliorando l’umore e persino accelerando i processi di guarigione. Ma non è solo una questione di numeri e di evidenze: è un’esperienza che crea connessione, che trasforma i luoghi di cura in spazi di vita, dove la bellezza può diventare una compagna di viaggio anche nelle situazioni più complesse”.
La collaborazione con gli Amici della Lirica
Un progetto che non sarebbe stato possibile senza la collaborazione di tutti i partner, a partire dagli Amici della Lirica, rappresentati per l’occasione dal direttoreGiuliana Biagiotti: “È una rassegna che ruota attorno alle stelle e ci permette di recuperare una vecchia tradizione della nostra associazione, quella di organizzare eventi di valore sociale. Il Covid ha dato uno stop a questo tipo di iniziative, ora stiamo ripartendo con la musica che entra nei luoghi di cura. Per i pazienti – più persone che pazienti, ricordiamolo –, i loro familiari, ma anche per il personale. Grazie quindi a chi ci sostiene con costante convinzione ed entusiasmo. Speriamo che Stelle sonanti sia quella piccola luce che, accendendosi ogni mese, possa donare qualcosa – emozioni, sorrisi – a chi purtroppo vive un momento di buio”.
Il primo appuntamento il 20 gennaio in Oncologia
Dieci appuntamenti lungo un intero anno di concerti (pausa per i soli mesi di luglio e agosto). Nei reparti ospedalieri, ma non solo: Stelle sonanti sarà a Villa Speranza, nella Residenza psichiatrica e trattamento intensivo, nel parco della Salute di Borgonovo, nel giardino della nuova Casa Lilla e in un altro giardino, quello del day hospital di Ematologia. Il primo appuntamento, lunedì 20 gennaio, sarà in Oncologia, poi saranno toccate le Medicine, la Pediatria e la Dialisi. A Fiorenzuola è previsto un appuntamento a febbraio in Medicina riabilitativa. L'anno si concluderà con uno speciale concerto di Natale per tutti i degenti dell'ospedale del capoluogo.
Un vero e proprio calendario, quindi, i cui contenuti sono stati puntualmente illustrati daGiulia Bassi, giornalista e critico musicale, segretaria artistica dell'Orchestra Dedicata e ispiratrice del progetto: “La musica che proporremo punta alle stelle. A un messaggio alto. La musica porterà a terra la luce emanata dalle stelle. I musicisti dell’Orchestra Dedicata eseguiranno musiche di Bach, Mozart, ma anche di Hendrix o Piazzolla. Ma non saranno esibizioni virtuosistiche, bensì momenti in cui i musicisti si faranno mezzo del messaggio da veicolare”.
In ogni concerto il nome di una stella sarà abbinato a un aggettivo che la caratterizza e si collega al tipo di musica proposto. Alla fine di ogni esibizione un professionista sanitario, un paziente o un familiare sintetizzerà il messaggio che si desidera far emergere.
Daniele Vallisa, direttore dipartimento Oncologia-ematologia, ha commentato con entusiasmo – quell’entusiasmo condiviso da tutti i presenti – l’alba di questa rassegna: “Un mondo senza musica sarebbe particolarmente triste e brutto. Sono quindi felice, da amante della musica che lavora ogni giorno in un luogo di cura, che un’iniziativa simile parta proprio dal reparto di Oncologia”. Presenti ancheIlaria Toscani, oncologa, eMariaelena Cinotti, coordinatore Oncologia degenza: “Ci fa piacere che la stella del primo concerto, quello che si terrà nel nostro reparto, sia Sirio, una stella molto luminosa. Abbiamo tutti bisogno di luce, pazienti e operatori. I musicisti entrano in ospedale per donare la loro arte a persone che non possono muoversi, e questo è già grande motivo di emozione”.
In sala anche alcuni sostenitori degli Amici della Lirica, e quindi del progetto. In prima linea la Banca di Piacenza, rappresentata dal presidenteGiuseppe Nenna: “Si tratta di un progetto importante, ispirato da una passione tangibile. Non possiamo che essere felici di farne parte e poter così far sentire la nostra presenza alla comunità. La Banca si spende molto sul territorio, in termini di eventi culturali e formativi. Siamo quindi orgogliosi di sostenere queste stelle sonanti”. Gli fa ecoVincenzo Rau, consigliere della Fondazione Polli-Stoppani, attiva soprattutto a Bergamo: “Ci occupiamo di sociale ad ampio spettro, oltre che di musica e cultura. Con Piacenza c’è un legame particolare, che si è intensificato, in termini di raccolta fondi, nel periodo del Covid. Questa iniziativa, in particolare, ci è piaciuta subito e siamo certi che avrà il successo sperato”.
L'iniziativa ha anche il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Pubblicato il 16 gennaio 2025

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Duomo di Piacenza, al via il restauro della facciata

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Restyling  per la facciata del Duomo di Piacenza. E’ iniziato nella mattinata di giovedì 16 gennaio l’allestimento del ponteggio in vista dei lavori. L’intervento di restauro mira a risolvere importanti criticità della facciata della cattedrale evidenziate con la caduta di materiale lapideo che si era staccato il 6 gennaio 2024 in corrispondenza del quadrante superiore destro. La caduta di materiale aveva costretto alla limitazione del transito sul sagrato e al totale impedimento del passaggio dal portone sud.

Un po' di storia

Il Duomo, la cui costruzione si attesta a partire dal 1122 in varie fasi edilizie fino alla metà del XIII secolo, presenta fronti esterni caratterizzati dal largo impiego di pietra arenaria come materiale di rivestimento, una roccia sedimentaria fortemente soggetta a degrado nei cicli di gelo e disgelo e a causa degli agenti atmosferici in generale. I restauri cosiddetti “scalabriniani” di fine ’800 hanno modificato intensamente l’aspetto della Cattedrale; a rafforzare il principio applicato nei restauri dell’epoca - cioè il ripristino e la sostituzione - era la mancanza di tecnologie o prodotti che consentissero una maggiore conservazione della materia storica, l’unica strada da percorrere si manifestava quindi nella rimozione di materiale degradato e nella sua sostituzione o invasive ri-lavorazioni. L’intervento ai fronti esterni portò alla più vasta perdita di materiale scolpito, furono sostituiti più di 30 mc di arenarie in facciata e più di 300 ml di marmo veronese sui lati longitudinali, ed utilizzate tecniche invasive di abrasione, scalpellamento, parziale demolizione delle pietre o inserimento di materiali degradabili o non compatibili come ferro ossidabile, cemento, mattoni nuovi.
Gli interventi in facciata si erano resi indispensabili per il grave assetto dei conci e per la presenza di un quadro fessurativo importante soprattutto in corrispondenza del rosone e delle gallerie colonnate. Inoltre si optò per la rimozione di tutti gli elementi decorativi estranei all’epoca di origine della Cattedrale: vengono eliminati quindi l’orologio e ripristinati i protiri eliminando gli “orpelli” barocchi. A seguire la facciata fu interessata nel 1975 - a seguito di ulteriori cadute di materiale - da un intervento urgente volto a eliminare le parti pericolanti e transennare il passaggio. A seguire tra il ’78 ed il ’79 vennero svolti lavori di riparazione e consolidamento del rosone e dei baldacchini.

L’intervento di restauro. Durata di otto mesi

Nel mese di febbraio scorso si è provveduto ad un’ispezione ravvicinata con cestello elevatore dalla quale è emersa una situazione di degrado diffuso risultato della vulnerabilità della pietra arenaria (proveniente dalle cave di Pianello e Bobbio), combinata all’azione degli agenti atmosferici.  La diocesi si è attivata quindi per l’immediato reperimento delle risorse necessarie all’intervento che complessivamente ammonta a 380.000 €. Concorrono a copertura della somma fondi derivanti dalla firma dell’8 per mille alla chiesa cattolica e della Fondazione Opera della Cattedrale, oltre a ulteriori risorse che ci auguriamo possano aggiungersi da parte del MIC e di sponsor privati intenzionati a custodire e a valorizzare i beni culturali della nostra città. L’intervento si pone in continuità con quelli effettuati a partire dal 2009-2010 riguardanti i fronti sud, fino ai più recenti restauri delle absidi e della cappella del battistero sul fronte di via Vescovado. Lo storico degli interventi eseguiti ha portato alla costituzione di un protocollo di intervento testato e verificato in cantiere grazie a numerose indagini svolte su paramenti, malte e tecniche operative. Il cantiere avrà una durata di otto mesi, e oltre agli interventi di consolidamento delle arenarie, comprenderà anche operazioni generali di pulizia dei portali.

Nella foto, il ponteggio della facciata del Duomo di Piacenza.

Pubblicato il 17 gennaio 2025

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Con Africa Mission Piacenza guarda al mondo

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Grazie agli aiuti dell’8 per mille in Uganda vengono perforati nuovi pozzi e si fa formazione nei villaggi.
L’iniziativa ha preso il via nel 2023

“A chi mi chieda quale sia l’impatto dell’8 per mille nella vita reale risponderei così: grazie a questi fondi in Uganda Africa Mission Cooperazione e Sviluppo sta perforando e riabilitando pozzi che garantiscono acqua potabile a 125 villaggi. Sta formando 1250 agricoltori e allevatori in modo che possano avere garantito un futuro. Sta diplomando 50 paraveterinari che avranno un lavoro. Sta aiutando quasi 500 famiglie in difficoltà consegnando generi alimentari. E tutto questo grazie all’8 per mille”.
Pier Giorgio Lappo è il responsabile di Paese di Africa Mission Cooperazione e Sviluppo, il Movimento fondato da don Vittorione Pastori 53 anni fa a Piacenza: è in Uganda da quasi vent’anni, segue personalmente i progetti dell’ong.

Il progetto 566/2021 “Agricoltura e allevamento per il futuro” è uno di questi: Africa Mission lo sta portando avanti dal gennaio 2023. La durata complessiva è di 36 mesi: “Non sarebbe stato possibile senza il contributo della Conferenza episcopale italiana - fa notare il direttore Carlo Ruspantini - perché attraverso i fondi dell’8 per mille la Cei finanzia quasi 900mila euro del costo totale che ammonta a 1.063.619 euro: è un aiuto fondamentale che consente di effettuare un intervento massiccio in Karamoja”.


am1Nel nord est del Paese

La regione del Karamoja è un altopiano semiarido a nord-est dell’Uganda, con una superficie pari a circa 27 mila chilometri quadrati.
Il 97% della popolazione pratica un sistema di allevamento di transumanza del bestiame nella stagione secca per la ricerca di luoghi più fertili.
Il modo di vivere delle comunità sta diventando sempre più stanziale e dedito all’agricoltura, seppur ancora di sussistenza e poco produttiva, anche a causa della scarsità d’acqua per le coltivazioni.

I problemi principali riguardano la scarsità delle conoscenze delle pratiche agricole, della gestione del suolo, dell’acqua - sempre scarsa - e delle risorse (semi e strumenti), ma anche il cambiamento climatico che incomincia a farsi sentire e il degrado del suolo causato dalla deforestazione.

I numeri del progetto

Il progetto è di durata triennale e interessa cinque distretti del Karamoja: Napak, Moroto, Nakapiripirit, Nabilatuk e Amudat.
Ai problemi emersi si è cercato di rispondere con interventi concreti: “Attraverso l’8 per mille - fa presente Ruspantini - garantiamo la formazione agricola, la fornitura di semi e attrezzi, l’acqua pulita, un aumento della resilienza attraverso il supporto alle realtà più vulnerabili e la riforestazione. I beneficiari diretti di questo intervento sono 1587, ma in realtà saranno molti di più perché ogni nucleo familiare conta almeno sette persone, ogni punto d’acqua ne rifornisce 440: quasi 80 mila persone potranno avere acqua, lavoro e una migliore alimentazione”.

La formazione

Il progetto si basa sulla formazione “peer to peer”: vengono formati 50 agricoltori modello che a loro volta insegneranno le pratiche agricole e zootecniche apprese a 25 componenti della loro comunità per un totale di 1250 persone: in pratica ogni “model farmer” è alla guida di una scuola agropastorale a cui vengono consegnati kit di semi e attrezzi, ma anche animali di piccola taglia.
“In questo modo imparano a coltivare non solo sorgo e mais, ma anche ortaggi per una dieta più varia e ad allevare meglio gli animali, che possono vendere per avere entrate maggiori” - sottolinea Lappo.

Sono stati poi selezionati e formati 50 paraveterinari di comunità per la tutela della salute del bestiame.
225 sono i giovani formati in agribusiness e allevamento a cui vengono consegnati dei kit per l’avvio di piccole imprese: i ragazzi vengono accompagnati nel loro inserimento nel mondo del lavoro.

L’acqua e i nuovi alberi

“Con i fondi dell’8 per mille vengono riabilitati 100 pozzi non funzionanti e perforati 25 nuovi - sottolinea Lappo - e ripristinate anche 4 fonti per l’agricoltura e l’allevamento. Significa che 125 villaggi avranno acqua potabile”.
Ma non finisce qui: sul fronte della riforestazione, sono stati piantati 54.600 alberi che vengono monitorati nella crescita e le comunità hanno partecipato a programmi dedicati alla gestione sostenibile delle risorse naturali e dei rischi climatici. “Durante il primo anno di progetto abbiamo anche supportato 476 famiglie in difficoltà con la donazione di generi alimentari - conclude Lappo - mentre altri 50 gruppi sono stati istruiti sui principi base del micro-credito e del risparmio”.

Agricoltori, come migliora la vita delle loro famiglie

“La qualità della vita delle persone è sensibilmente migliorata”. Lo dichiara Enrica Bianchi, capoprogetto di “Agricoltura e allevamento per il futuro.
Costruire la resilienza climatica per la sicurezza alimentare nelle comunità della regione del Karamoja-Uganda”, finanziato per l’84% dalla Cei con i fondi dell’8 per mille.
“Da poco è iniziato l’ultimo anno - spiega - e gli obiettivi sono stati raggiunti. Il progetto sta migliorando la qualità della vita degli agricoltori che riescono a produrre nei propri orti le verdure necessarie al sostentamento della famiglia e a venderne una parte nel mercato locale; gli studenti diplomati nei nostri centri di formazione avviano piccole attività di business, mentre le comunità beneficiano dell’acqua dei pozzi da noi riabilitati o perforati e Community Animal Health Workers mettono le loro conoscenze a servizio del villaggio nella cura degli animali: tutti questi risultati tangibili sono il carburante di cui ha bisogno la macchina di Africa Mission per procedere con passione e impegno nel lavoro con la gente del Karamoja”.

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Pubblicato il 20 gennaio 2025

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