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Notizie Varie

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A Piacenza 165 imprese nei servizi per il tempo libero

Imprese tempo libero

È in grande evoluzione il mercato del tempo libero, solo a Piacenza registrate oltre 160 imprese. Dalle tradizionali attività imprenditoriali legate ai locali di vita notturna e all’organizzazione di eventi (e alla gestione di stabilimenti balneari, se si allarga lo sguardo alla riviera), si è arrivati agli attualissimi servizi di visite guidate outdoor, le sempre più innovative escape room, i laser game e i campi di airsoft e paintball, tanto per citare alcune eloquenti novità. L’elaborazione dell’Ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio dell’Emilia fa emergere un dato di ben 40.644 imprese registrate su tutto il territorio nazionale al 30 giugno di quest’anno, delle quali 3.883 sono emiliano-romagnole. In provincia di Piacenza sono presenti 165 unità nell’ambito dei servizi per il tempo libero. Il comparto che presenta la maggiore concentrazione è quello dell’organizzazione di eventi sportivi che, con 45 imprese, incide sul totale del settore per il 27,3%. Seguono i centri fitness, che a giugno sono risultati 34 con un peso sul totale del 20,6%. Le aziende dell’intrattenimento e divertimento rilevano 29 realtà imprenditoriali (incidenza al 17,6%). Si conferma alto anche il numero delle sale da ballo, che si attesta a quota 27 (16,4%). Infine, le sale giochi mostrano una presenza di rilievo a Piacenza, con ben 14 imprese registrate.

Pubblicato il 30 agosto 2025

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Star bene a scuola: «Sbagliare non vuol dire fallire»

panoramica aula scuola siciliani gennari sir

“Stare bene a scuola non significa disimpegno, ma una fatica creativa che stimola l’apprendimento. È nel gruppo che i ragazzi imparano, crescono, trovano appartenenza e combattono l’isolamento". Così Daniele Novara, autore, pedagogista e fondatore del CPP, nel suo intervento al convegno on line "Star bene a scuola" organizzato dal CPP – Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, a cui hanno partecipato oltre 700 persone, di cui circa 550 live. Un appuntamento che ha visto confrontarsi esperti e pedagogisti attorno a un tema cruciale: come rendere la scuola un luogo di benessere, crescita e apprendimento autentico.

Sbagliare non vuol dire fallire

Novara ha richiamato un dato allarmante: tra i preadolescenti e adolescenti, dal 20 al 25% dei ragazzi vive situazioni di isolamento sociale, condizione che ha definito “contro natura”. Per questo la scuola diventa oggi, forse più che mai, il luogo privilegiato di socialità spontanea, quello dove nascono legami e amicizie autentiche. Un paradosso, perché la scuola è un’istituzione strutturata, ma proprio lì si creano le condizioni migliori per coltivare relazioni positive.

“L’elemento sociale è fondamentale anche da un punto di vista evolutivo - ha aggiunto -: siamo noi stessi solo nella misura in cui siamo con gli altri.” Le neuroscienze confermano che l’apprendimento si nutre di imitazione, condivisione e interazione: i cosiddetti “neuroni a specchio” lo dimostrano. Ecco perché il compito dell’insegnante è quello di diventare un “regista dell’apprendimento”, capace di orchestrare dinamiche di gruppo, di stimolare la cooperazione ed evitare il rischio di “sguardi catatonici” di fronte a spiegazioni infinite. “Si impara sbagliando - ha ricordato Novara -. La paura di sbagliare è molto più pericolosa dell’errore stesso. È come cadere quando si impara a camminare: non è un fallimento, è la strada per crescere".

Ma come si costruisce una comunità scolastica? Il processo passa anche da pratiche concrete: gite di inizio anno, esperienze notturne a scuola o campeggi, momenti rituali di appartenenza che danno forza e senso al gruppo. “Mai isolare un alunno difficile - è l'invito di Novara -. È il gruppo che accoglie, è il gruppo che educa. Ogni giorno a scuola dovrebbe iniziare con un piccolo gesto che ricorda a tutti che si fa parte di una comunità”.

Novara e Mantegazza

Anche gli insegnanti hanno bisogno di affinare le loro competenze relazionali

Di scuola come "organismo vivente" ha parlato l'educatore Raffaele Mantegazza, docente universitario. “Gli esseri umani - ha richiamato - nascono per essere felici, e la felicità si raggiunge solo con gli altri. Si è davvero se stessi solo in una collettività”. Anche la scuola dunque si trasforma giorno dopo giorno grazie alle relazioni che la animano.

Secondo Mantegazza, la competenza relazionale è una delle più importanti che devono avere gli insegnanti e che si può sviluppare anche nel rapporto tra colleghi. Non è innata per tutti, ma può essere appresa e allenata, proprio attraverso il lavoro di gruppo e il confronto. “Anche gli insegnanti devono lavorare su se stessi e sulle proprie emozioni: ricordarsi gli alunni che sono stati, riconoscere la fatica e non temere di mostrarsi umani”, ha evidenziato, anticipando il tema del suo prossimo libro, in uscita a novembre, intitolato “Le emozioni degli insegnanti” e scritto insieme a Tommaso Guffanti.

La formazione dei docenti pertanto deve includere non solo aspetti disciplinari, ma competenze emotive e relazionali, sia in università che nella formazione continua. Anche tra colleghi, la relazione è una risorsa: persino il conflitto, se gestito bene, può essere generativo.

Il compito della scuola

E la tecnologia? Mantegazza ha invitato a non considerarla un nemico, ma nemmeno un sostituto delle esperienze reali: “Scrivere a mano, segnarsi i compiti, chiamare un compagno: sono attività semplici che insegnano relazioni, responsabilità e cura. Se invece la tecnologia isola, diventa un universo chiuso che priva i ragazzi di esperienze fondamentali”.

“La scuola – ha concluso – non deve semplicemente riprodurre la società così com’è. Ha il compito più ambizioso: formare persone capaci di cambiarla in meglio”.

Per chi fosse interessato, è possibile rivedere in differita il convegno sul sito www.metododanielenovara.it.

Pubblicato il 29 agosto 2025.

Dalla paura alla conoscenza. Un lavoro nato durante la pandemia oggi aiuta a spiegare le emozioni del cervello

morelli

Nel 2020, nei giorni più drammatici della prima ondata, Piacenza era tra le città più colpite dalla pandemia. Mentre il virus portava paura e dolore, all’ospedale di Piacenza è nato uno studio che oggi rappresenta un motivo di orgoglio: i suoi risultati sono stati scelti per illustrare un manuale tedesco di neurobiologia, usato da studenti e docenti in tutta la Germania.

La ricerca, condotta dalla Neuroradiologia diagnostica diretta daNicola Morelli, con la collaborazione diPaolo Immovilli, direttore di Neurologia dell’Azienda Usl di Piacenza, ha utilizzato larisonanza magnetica funzionale (fMRI)per osservare il cervello di una giovane operatrice sanitaria di 32 anni mentre reagiva a immagini diverse: volti sorridenti, scene ansiogene e fotografie della terapia intensiva. Proprio queste ultime, legate all’emergenza COVID-19, hanno provocato una forteattivazione dell’amigdala, la parte del cervello che regola le emozioni e la paura.

«La risonanza magnetica funzionale - raccontaNicola Morelli- ci permette di osservare il cervello mentre vive le emozioni, aprendo una finestra segreta sulla nostra mente. Mostra come paura, gioia e ansia si traducano in connessioni che si attivano, rendendo visibile l’invisibile. Sapevamo così poco della biologia del virus, ma ci eravamo già mossi per capire quali conseguenze potesse avere sulla mente delle persone. Il titolo dello studio, “La faccia nascosta della paura”, nasce da quei giorni in cui il terrore era palpabile e rimane per me un ricordo vivido. Vedere tradotto in immagini ciò che le persone percepivano allora significa comprendere come i nostri comportamenti affondino le radici nei meccanismi più profondi dell’attività cerebrale».

Le immagini ottenute sono state selezionate dagli autori del manuale tedescoNeurobiologie(Klett Verlag, Stoccarda, 2025), nel capitolo 2.5“Emotionen und limbisches System”(Emozioni e sistema limbico), dedicato allo studio dei meccanismi neurobiologici delle emozioni. I dati raccolti mostrarono un risultato chiaro: l’amigdala si attivava in modo selettivo e bilaterale, con una risposta molto intensa davanti alle immagini ansiogene e ancora più marcata di fronte a quelle legate alla pandemia. In altre parole, il cervello reagiva in maniera sproporzionata agli stimoli collegati al COVID-19, segno che la paura scatenata dall’emergenza aveva un impatto diretto e misurabile sull’attività cerebrale. Questo fenomeno è conosciuto come“amygdala hijack”– “dirottamento dell’amigdala” – e si verifica quando le emozioni istintive prevalgono sulla parte razionale del cervello. Durante la pandemia, questo tipo di reazioni incontrollate erano molto frequenti, soprattutto tra gli operatori sanitari in prima linea, in una dinamica simile a quella che si osserva nei disturbi da stress post-traumatico (PTSD).

Oggi, vedere quella ricerca riportata in un manuale internazionale significa non solo riconoscere il valore scientifico del lavoro svolto, ma anche ricordare come, da una prova durissima, sia potuto nascere un contributo utile alla conoscenza di tutti.

Nella foto, il dottor Nicola Morelli.

Pubblicato il 28 agosto 2025

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Aumentano del 4,2% le imprese guidate da stranieri

 Imprese straniere a Pc meta 25

È lievemente rallentato rispetto al primo trimestre, ma si mantiene comunque alto il tasso di crescita delle imprese guidate da stranieri presenti in provincia di Piacenza. Secondo le analisi dell’Ufficio Studi Statistica della Camera di commercio dell’Emilia su dati Infocamere, infatti, a fine giugno le imprese a guida straniera sono salite a 4.086 unità, con un aumento del 4,2% (era +4,8% a fine marzo) rispetto ai primi sei mesi del 2024. Piacenza, con una quota che sale al 16%, si conferma così al secondo posto regionale per l’incidenza di queste imprese sul totale delle attività imprenditoriali attive. Con la sola eccezione del settore primario che, con 98 attività e un’incidenza sul totale delle imprese a guida straniera del 2,4%, rimane stabile, tutti i comparti chiudono la prima metà del 2025 in territorio positivo. I servizi alle imprese evidenziano un aumento del 12,6% in un anno, chiudendo il primo semestre 2025 con 537 imprese attive; il secondo incremento percentuale più rilevante riguarda la manifattura, ambito nel quale le imprese a guida straniera sono salite a 284 (+10,1%).

A seguire, il comparto di alloggio e ristorazione (+7,8%, con 389 unità e incidenza al 9,5%), i servizi alla persona (+4% e 314 realtà imprenditoriali guidate da stranieri) e il commercio, con un +1,5% che ha portato a 729 le unità attive. Analogo incremento percentuale (+1,4%) ha interessato il settore delle costruzioni, con effetti, però, ben più marcati sui numeri assoluti; nel comparto, infatti, si concentrano 1.728 imprese a guida straniera, che hanno un’incidenza del 42,3% sul totale dell’imprenditoria piacentina in capo a stranieri. L’analisi riguardante la natura giuridica delle imprese guidate da stranieri presenti nel piacentino evidenzia che, per la maggior parte, si tratta di aziende individuali, con 3.289 unità attive che incidono per l’80,5% sul totale. Seguono le società di capitale con 593 unità (14,5%), le società di persone con 180 unità (4,4%) e le cooperative che sommate ad altre forme d’impresa, con 24 unità non raggiungono l’1% d’incidenza.

Tra i paesi di provenienza degli imprenditori stranieri (con riferimento alle sole 3.289 imprese individuali, le uniche per cui è possibile associare la nazionalità al titolare), quello più rappresentato è l’Albania, con 583 imprese individuali e una quota del 17,7% sul totale delle realtà imprenditoriali a guida straniera. Seguono poi diversi Paesi, in prevalenza Extra-Ue, che contano una presenza rilevante: il Marocco con 375 unità e un’incidenza dell’11,4%; la Romania, che è il primo paese comunitario, con 314 e incidenza al 9,5%; la Macedonia con 259 (7,9%); la Cina con 205 (6,2%); l’Ucraina con 144 (4,4%); infine Bosnia Erzegovina e Tunisia con, rispettivamente, 121 (3,7%) e 119 (3,6%) imprese individuali attive. 

Pubblicato il 29 agosto 2025       

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Borgonovo, in San Bernardino è stata celebrata la solennità del Perdono d'Assisi

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Una liturgia penitenziale, con preghiere, meditazioni e la confessione comunitaria, ha avviato i festeggiamenti del Perdono d’Assisi, che, come avviene da secoli, per due giorni, 1 e 2 agosto, fa della chiesa di San Bernardino il cuore della Val Tidone.
Nella prima messa del giorno don Pedro Sampaio, studente di teologia a Roma, che si trovava a Borgonovo per il periodo estivo, ha onorato la figura di Maria, a cui San Francesco volle associare l’indulgenza plenaria: “Grandi cose ha fatto Dio nella Vergine: l’ha fatta madre di Suo figlio, facendone un tabernacolo vivente, e lei non ha temuto nulla perché ha trovato grazia presso Dio. La generazione di Cristo, nato da donna, è il fondamento della famiglia, la più bella creazione di Dio, per questo il mondo contemporaneo si scaglia contro di essa per distruggerla. La maternità di Maria ci rende figli che possono amarsi a vicenda e portare agli altri questo amore vivendo nella pace, senza portar pace è inutile chiedere perdono”.
La tradizione francescana a Borgonovo

Sulla tradizione francescana a Borgonovo si è incentrata la riflessione del parroco don Gianni Bergomi durante la messa vespertina, animata dal Coro dell’Unità Pastorale Media Valtidone: “Tanta gente è passata in questa chiesa, gente umile ma col cuore rivolto al Signore. – ha detto nell’omelia - Ma l’uomo moderno sente ancora il bisogno di essere salvato o pensa di salvarsi da solo, di essere lui a sapere cosa è bene e cosa è male? La nostra società predica una vita senza Dio, un Vangelo senza fede, il “cogli l’attimo”, dove l'uomo ha preso il posto di Dio: ognuno pensa a lasciare di sé un ricordo glorioso e questo fa giustificare ogni cosa. Il volersi liberare dalla religione isola e rende soli, incapaci di cogliere il bene e il male. Non si cerca il perdono ma solamente di discolparsi, di autogiustificarsi, senza convertirsi e senza cercare cose più alte”.
“Il cristiano – ha chiosato - non è un brav’uomo ma uno salvato da Cristo, che deve portare nel mondo le parole di Dio, confidando il Colui che perdona e salva. Accogliere il perdono è un passo verso il cielo, c’è in ballo la nostra vocazione... come Maria lasciamoci trasportare da Cristo e sarem pieni di gioia, perché siam fatti per il Paradiso!”.
Durante tutti i festeggiamenti i volontari dell’Associazione di San Bernardino hanno venduto le tradizionali ciambelline benedette il cui ricavato andrà per le spese ordinarie della chiesa.

Matteo Lunni

Pubblicato il 27 agosto 2025

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