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Notizie Varie

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La Pubblica assistenza di Travo cerca nuovi autisti e volontari

Corso volontari Travo

La Pubblica Assistenza e Soccorso Valtrebbia OdV di Travo Anpas è da 39 anni al servizio del suo territorio, offrendo assistenza socio-sanitaria alla popolazione della collina e montagna. “Alla luce dei sempre maggiori bisogni del territorio, necessita di ampliare la propria forza lavoro ed è quindi alla ricerca di due nuovi autisti soccorritori dipendenti e, soprattutto, di nuovi volontari che possano affiancare quelli (meravigliosi e sempre disponibili) di cui già dispone”, fa sapere l’associazione. Nel mese di ottobre partirà quindi il corso per nuovi volontari, del quale si possono trovare tutte le info sui canali social della Pubblica Assistenza oppure passando/chiamando in sede. “Uniti per continuare un prezioso servizio al territorio, che è anche un atto di resilienza in un periodo in cui i servizi alla montagna sono sempre più a rischio”, concludono gli organizzatori.

Pubblicato il 2 settembre 2025

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L'addio a Roberto Bianchi, gestì il «San Giuseppe» a Finale Ligure

bianchi roberto

A Castelnuovo Fogliani si sono svolti questa mattina 1° settembre i funerali di Roberto Bianchi (nella foto sopra), noto sia nel piacentino che a Finale Ligure per la sua attività di albergatore.
Nel paese savonese Bianchi è stato anche tra i protagonisti dello sviluppo del turismo: credeva nelle potenzialità del territorio e lavorava con passione per valorizzarlo. Aveva gestito dal 2005 fino a febbraio 2024 l’Hotel San Giuseppe, alle spalle della stazione, struttura di accoglienza legata alla storia del Cif piacentino, il Centro Italiano Femminile, che qui aveva la sua storica colonia marina. Bianchi aveva rilevato la gestione del complesso, di proprietà dell’Opera diocesana per la preservazione della fede, presente ai funerali con il presidente don Piero Bulla, che ha concelebrato insieme al parroco don Mimmo Pascariello.

L'amicizia con le socie del Centro Italiano Femminile

“Una persona capace, molto disponibile, affabile: pensi che una volta mi accompagnato perfino in ospedale perché avevo avuto un piccolo problema di salute”, ricorda Maria Molinaroli Bonelli, vicepresidente del Cif di Piacenza, a lungo alla guida dell’associazione a livello provinciale. Con Bianchi e sua moglie era nata una bella amicizia. “Finché ho potuto, sono tornata a Finale e così hanno continuato a fare i miei figli con le famiglie e i nipoti. Per noi l’albergo San Giuseppe era una seconda casa”. Anche il Cif piacentino è più volte tornato a Finale come gruppo per ritiri ed incontri, avviando anche un “gemellaggio” di amicizia con la sezione savonese.

Roberto Bianchi aveva la capacità di fare sentire a loro agio gli ospiti oltre che una spiccata abilità manageriale. “Sapeva risolvere i problemi – ricorda la signora Bonelli – e al tempo stesso era attento all’intrattenimento, sia dei bambini, con la presenza di un animatore, sia degli adulti”. Aveva il brevetto da pilota e qualche volta capitava che portasse gli amici ad ammirare Finale dall’alto. 

cif a finale ligure

Il Cif di Piacenza a Finale Ligure consegna a Roberto Bianchi un riconoscimento
nel decennale di gestione dell'ex colonia marina dell'associazione.

Gli albergatori savonesi: grande professionalità e grande umanità

Ex tesoriere del consorzio FOR, Roberto Bianchi da tutti è ricordato con grande amicizia e gratitudine. Lo testimonia il ricordo sui social da parte dell’ex presidente degli albergatori finalesi Marco Marchese: “Ciao Roberto grande amico e collega, con te ho condiviso oltre 20 anni di lavoro e una amicizia profonda fatta di poche parole ma di grande intesa e stima. Mancherai a tutta Finale e a tutti coloro che ti hanno voluto bene. Sei stata una grande persona”. “Uomo di grande umanità e dedizione – si legge invece nel necrologio degli albergatori savonesi – ha lasciato un’impronta indelebile nella nostra comunità. È stato altresì un albergatore di grande esperienza e professionalità e anche nella veste di consigliere dell’Associazione Alberghi ha contribuito significativamente allo sviluppo del turismo nella nostra città.

Pubblicato il 1° settembre 2025

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Ticket esentato per i lavoratori colpiti da crisi aziendali

Ticket esentato per lavoratori crisi

Ticket sanitario azzerato per i lavoratori colpiti dalle crisi aziendali. La Regione Emilia-Romagna conferma l’esenzione dal pagamento delle prestazioni ambulatoriali per chi ha perso l’occupazione o si trova sospeso dal lavoro, estendendola anche ai familiari a carico. Accanto a questo intervento, nello stesso provvedimento viene garantita la distribuzione gratuita dei farmaci in fascia C, inseriti nei prontuari aziendali, alle famiglie indigenti individuate dai Servizi sociali. Le misure, deliberate dalla Giunta, entreranno in vigore dal 15 settembre 2025 e resteranno valide fino al 31 agosto 2026, con una copertura complessiva di 225mila euro l’anno a carico del bilancio regionale. In particolare, l’esenzione è destinata a chi, a partire dal primo gennaio 2015, ha perso involontariamente il lavoro a tempo indeterminato o cessato un’attività autonoma con Partita Iva senza avere poi trovato una nuova occupazione stabile; a chi risulta sospeso dal proprio rapporto di lavoro e beneficia di ammortizzatori sociali ordinari, straordinari o in deroga; e infine ai familiari fiscalmente a carico di persone che rientrano in queste situazioni. “Abbiamo voluto dare continuità a un impegno che va oltre l’assistenza sanitaria - sottolineano gli assessori regionali Massimo Fabi (Politiche per la Salute) e Giovanni Paglia (Lavoro) -. Garantire cure gratuite a chi ha perso il lavoro o vive l’incertezza di un futuro occupazionale è un segnale tangibile di vicinanza verso chi si trova in una fase difficile della propria vita professionale e personale. La sanità pubblica e universalistica che difendiamo si fonda proprio sulla capacità di garantire il diritto di cura a chi è più esposto”.

I DESTINATARI

Per ottenere l’esenzione bisogna essere cittadini residenti in un comune dell’Emilia-Romagna, possedere un’attestazione Isee (Indicatore situazione economica equivalente) pari o inferiore a 15mila euro ed essere privi o sospesi dal lavoro. Il richiedente deve aver perso involontariamente il lavoro dipendente a tempo indeterminato non intermittente dopo il 1° gennaio 2015, oppure aver cessato un’attività di lavoro autonomo esercitata tramite la titolarità di una partita iva. Inoltre, non deve mai essersi rioccupato, dopo la perdita dell’impiego, con un altro lavoro dipendente a tempo indeterminato non intermittente o con attività di lavoro autonomo diversa dalle forme parasubordinate o occasionali. L’esenzione comprende anche i lavoratori sospesi da un rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato che siano in cassa integrazione ordinaria, straordinaria o in deroga, oltre ai familiari a carico di chi è in possesso dei requisiti. Per ottenere l’esenzione, il cittadino in possesso dei requisiti deve autocertificare il diritto all'esenzione tramite Fascicolo Sanitario Elettronico (un'autocertificazione per ogni persona esente, compresi i familiari a carico). Una volta accolta, l’esenzione garantisce la gratuità delle prestazioni specialistiche ambulatoriali e dei farmaci in distribuzione diretta compresi nei prontuari aziendali, fino alla data di scadenza prevista dal provvedimento.

Pubblicato il 31 agosto 2025

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Un defebrillatore alla Pellegrina: gli ospiti di «Emmaus» imparano a salvare vite

sopralluogo Pellegrina DAE

Progetto Vita, 53 tennisti e Fondazione La Ricerca insieme per una nuova esperienza di inclusione sociale: insegnare anche a persone che stanno compiendo un percorso riabilitativo come si può salvare una vita utilizzando il defibrillatore. L’esperienza inedita riguarderà la comunità di doppia-diagnosi “Emmaus” che ha sede alla Pellegrina. “Imparare a soccorrere in caso di emergenza sanitaria, rafforza la nostra identità individuale nel contesto sociale” ne sono fermamente convinti i volontari del progetto ideato dai cardiologi Alessandro Capucci e Daniela Aschieri. “Ecco perché i nostri corsi di formazione possono far parte a pieno titolo dei percorsi educativi di strutture riabilitative come quelle della Ricerca – ha sottolineato il vicepresidente Ernesto Grillo, durante un sopralluogo nella struttura alle porte della città - . Vogliamo portare le persone di qualunque estrazione ed età alla conoscenza del DAE (Defibrillatore Automatico Esterno), rafforzare la consapevolezza dell’importanza del loro contributo nell’utilizzo dello stesso in primo soccorso alla vittima colpita da arresto cardiaco. Tutti possono salvare una vita”.

“I nostri utenti – spiega la responsabile di casa “Emmaus”, Federica Grillo – stanno seguendo un percorso terapeutico riabilitativo per uscire da situazioni di crisi e forte fragilità in cui sono caduti, una sorta di black-out che li ha colti nella loro quotidianità. Tra gli utenti abbiamo avuto anche liberi professionisti e laureati”. A causare l’uscita, per così dire, dai binari il più delle volte è stato il ricorso a stupefacenti, sostanze come la cocaina, l’alcol, e l’abuso di psicofarmaci”.

Ad accompagnare Ernesto Grillo nella visita alla Pellegrina c’era anche Alberto Bergonzi, ideatore di un sodalizio di tennisti, una cinquantina, che hanno sposato la causa trentennale di Progetto Vita (1259 defibrillatori nella rete che copre città e provincia, 163 persone salvate, 150mila volontari addestrati al pronto intervento in caso di arresto cardiaco): sono ormai dieci anni che Bergonzi organizza, con un gruppo di amici tennisti amatoriali, un torneo di doppio misto, all’insegna del divertimento e dell’amicizia, l’Albert Cup Trophy che ad oggi coinvolge nei vari circoli tennistici di Piacenza 53 iscritti. Dai legami di amicizia che sono andati consolidandosi negli anni ha preso forma il desiderio di sostenere l’iniziativa di solidarietà che vede Progetto Vita al fianco di Fondazione La Ricerca. Come? con una raccolta fondi realizzata vendendo dei capi di abbigliamento sportivo messi a disposizione da alcuni sponsor amici. “L’inizio di un cammino di amicizia, sport e solidarietà che intendiamo proseguire”.

L’avvio ufficiale della postazione DAE, e relativa cartellonistica, presso la struttura della Pellegrina – in Strada Agazzana 68 – avverrà nel pomeriggio di lunedì 8 settembre: taglio del nastro alle 15, e al termine della cerimonia, intorno alle 16,30, gli istruttori di Progetto Vita daranno inizio al corso di formazione “InFormare” per le manovre di primo soccorso e l’utilizzo del defibrillatore. I partecipanti assisteranno ad una prima parte motivazionale e teorica di presentazione dell’arresto cardiaco e della modalità di primo soccorso con il Defibrillatore con il supporto di slide e filmati. In una seconda parte in piccoli gruppi con Istruttore Tutor, si eserciteranno alla pratica di primo soccorso con manichini e trainer DAE. “Prima cosa da fare in caso di emergenza – puntualizzazione – sarà chiamare la centrale del 118 che ha già inserito nella mappatura DAE anche a questo dispositivo”.

Nella foto, un momento del sopralluogo alla Pellegrina per l’installazione di un defibrillatore. Da sinistra: Alberto Bergonzi, ideatore del trofeo tennistico Albert Cup Trophy, il vicepresidente di Progetto Vita Ernesto Grillo, e, per Fondazione La Ricerca, Elisa Vezzulli, operatrice, il presidente Enrico Corti, la responsabile della comunità Emmaus, Federica Grillo, e la responsabile comunicazione e fundraising Itala Orlando.

Pubblicato il 1° settembre 2025

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A Piacenza il progetto della prima Scuola sul metodo Novara

novara

 
“Sono lieto di poter accogliere, insieme a Daniele Novara, i genitori e tutte le persone interessate a questa importante novità. È un’occasione preziosa per raccontare in prima persona il progetto della nuova scuola media firmata San Benedetto, rispondere a domande e chiarire eventuali dubbi”. Con queste parole Fabrizio Bertamoni, preside dei Licei San Benedetto, il 30 agosto, in via Genocchi 4 a Piacenza, ha accolto genitori e interessati all’incontro di presentazione della prima scuola media in Italia interamente basata sul Metodo Daniele Novara, un approccio pedagogico innovativo che si fonda sull’educazione non punitiva, sull’apprendimento esperienziale e sulla valorizzazione del percorso di ciascuno studente.

Il cuore del Metodo Novara
Nel suo intervento, il pedagogista Daniele Novara ha sottolineato l’urgenza di una svolta nell’impostazione scolastica italiana, ancora legata a modelli “gentiliani” che hanno favorito, a suo dire, dispersione scolastica e alti tassi di bocciatura.

La bocciatura come trauma e atto classista
Novara ha ricordato come la bocciatura colpisca soprattutto gli studenti provenienti da contesti svantaggiati, negando loro opportunità di crescita e lasciando ferite profonde. Non solo: la psichiatria la riconosce come un trauma potenzialmente grave, persino connesso a episodi di suicidio.

Critica al modello tradizionale
L’attuale sistema scolastico, è centrato sulla lezione frontale e su un’idea di rigore che immobilizza gli studenti: “mummie egizie” con “sguardo catatonico” - ha ironizzato Novara. Il sistema usato nella scuola italiana, viene considerato dal pedagogista un ostacolo allo sviluppo reale delle competenze.

La scuola come luogo di lavoro attivo
Per Novara, una scuola davvero rigorosa è quella che propone attività concrete, dove si impara “facendo”. L’apprendimento, infatti, deve avvenire attraverso l’esperienza diretta: “Per conoscere la storia dell’arte non basta un manuale, bisogna andare in Piazza Duomo”.

Una nuova tradizione pedagogica
Il Metodo Novara si inserisce nel solco di grandi figure che hanno segnato la storia della pedagogia: John Dewey, Maria Montessori, Célestin Freinet, Mario Lodi, Alberto Manzi, Don Lorenzo Milani, Danilo Dolci e Gianni Rodari.
La scuola media San Benedetto, che è in progetto a Piacenza con il metodo Novara, vuole essere una vera istituzione educativa con un laboratorio vivo, in cui gli studenti possano crescere non attraverso la paura della punizione, bensì tramite la scoperta, l’impegno e la valorizzazione personale.


Riccardo Tonna

Pubblicato il 31 agosto 2025

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